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sabato 25 luglio 2009

Imparare a riciclare in Libano

IMPARARE A RICICLARE IN LIBANO



Nel sud del Libano, nelle cittadine di Kfar Sir, Kherbet Selem o nel consorzio di comuni legati a Bint Jbeil, Aytaroun e Ain Ebel, da due anni le strade si sono riempite di cassonetti verdi e rossi per separare i rifiuti urbani, e sui muri manifesti e murales dipingono un mondo pulito per invogliare i cittadini alla differenziazione dei rifiuti. Il sistema di raccolta differenziata, la campagna di sensibilizzazione e l'avvio di una stazione di riciclaggio e compostaggio hanno fornito maggiore coscienza ambientale agli abitanti di queste sette comunità, tanto che la prossima campagna di sensibilizzazione in programma per settembre sarà completamente creata da loro: le municipalità, in collaborazione col COSV (Comitato di Coordinamento delle Organizzazioni per il Servizio Volontario), lanceranno nelle prossime settimane un bando aperto ai cittadini per selezionare l'idea vincente.

Tendendo in considerazione che in Europa ci sono voluti circa due decenni di propaganda e campagne di sensibilizzazioni per arrivare ad una media del 35% di materiale differenziato, la sfida per i creativi libanesi sara ardua. Soprattutto per il contesto, visto che in Libano il problema degli scarti urbani resta ancora oggi uno dei punti più critici tra quelli che riguardano l'ambiente. La situazione, di per sé gia complessa, si e' infatti aggravata dopo il conflitto del 2006 quando l'aumento di macerie ed oggetti inutilizzati si e' andato a sommare agli esistenti depositi di scarti urbani, tendenzialmente irregolari. Le discariche erano e sono spesso rimaste nient'altro che buche, scavate senza dispositivi di sicurezza a proteggere il sottosuolo e le falde acquifere, e l'abitudine all'eliminazione dei rifiuti tramite combustione ha aggiunto negli anni il rischio connesso alle emissioni di fumi pericolosi.

"Non si può pensare di coinvolgere la popolazione nella separazione dei rifiuti senza intervenire in modo efficace anche nella regolamentazione degli impianti" afferma Federico De Nardo, coordinatore progetto COSV in Libano, "per questo abbiamo avviato con le municipalita un progetto pilota di gestione integrata dei rifiuti in grado di curare, a livello sperimentale, tutta la filiera della gestione dei rifiuti: partendo dalla responsabilizzazione del cittadino, mettendo in piedi un sistema di raccolta differenziata con raccolta dei RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi) fino a costruire una piccola discarica controllata a fianco di uno degli impianti di selezione e compostaggio".

L'intervento del COSV in Libano e infatti iniziato nel 2007 per cercare di far fronte alle carenze tecniche e gestionali degli impianti e migliorarne l'efficienza e l'impatto ambientale. Nel giro di due anni, iniziando con la chiusura di un sito di scarico irregolare e proseguendo con una discarica regolamentata a Kherbet Selem, un impianto di selezione e compostaggio a Bint Jbeil e un'attiva collaborazione con le autorità cittadine locali, l'ong milanese e riuscita a creare nelle sette municipalità del Sud del Paese un sistema di gestione dei rifiuti efficiente ed esemplare, come dimostrano le crescenti richieste di consulenza da parte di numerosi enti locali. Il ruolo del progetto, secondo De Nardo, "non e' stato infatti tanto fornire un servizio a una municipalità quanto avere una sperimentazione di gestione integrata che potesse essere imitata e seguita come strategia vincente da altri comuni".

Molto positivo e stato anche il percorso studiato per la responsabilizzazione dei cittadini: ad un primo anno di teoria, con incontri nelle scuole, in comune e nelle piazze, ma anche nei negozi e negli ambulatori per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, e' seguito un secondo anno dedicato alla pratica, con visite guidate negli impianti di raccolta e smaltimento degli scarti urbani. Due anni di volantini, spot in tv, incontri, murales dipinti sulle pareti delle municipalità ed alcuni eventi, come la partita di calcio "organici" contro "inorganici", dove sul retro delle magliette, al posto dei numeri, i giocatori verdi hanno sfoggiato scarti di pizza, lische di pesce o foglie di insalata, mentre i rossi mostravano lattine di bibite, bombolette spray e sacchetti di plastica. Non sono mancati i rifiuti pericolosi - batterie e scatole di medicinali - impersonificati dai due arbitri.

Una sensibilizzazione da leggere anche in chiave di uguaglianza: quando si parla di rifiuti la differenziazione non riguarda l'età, il sesso o l'appartenenza religiosa. Ne dovranno tenere conto i cittadini che parteciperanno al bando per l'ideazione della nuova campagna di sensibilizzazione, che dovranno saper fondere creatività e responsabilità in un messaggio che sappia raggiungere tutta la popolazione e coinvolgerla nella tutela ambientale del Paese.

Beirut, 25 luglio 2009


Per informazioni: Federica Besana 02 2822852 – cosv@enter.it


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