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giovedì 4 novembre 2010

Confindustria: nuova Associazione per il recupero della gomma

Sarà siglato domani a Ecomondo il protocollo d'intesa tra Unire e Assorigom che porterà alla costituzione di UNIRIGOM, la nuova Associazione del recupero pneumatici fuori uso.

Rifiuti: nasce in Confindustria
una nuova Associazione per il recupero della gomma


Rimini, 4/11/2010 – Costituire un'unica Associazione nel settore del recupero della gomma e dei pneumatici fuori uso (PFU) in grado di sostenere un dialogo costruttivo con il sistema di gestione dei PFU che sta per vedere la luce e che sarà gestito da produttori e importatori di pneumatici nuovi. E' questo il principale obiettivo dell'accordo, che sarà siglato domani a Rimini (nel corso della Fiera Ecomondo, in programma a Rimini Fiera dal 3 al 6 novembre) da Unire – Unione Imprese del Recupero di Confindustria e Assorigom – Associazione nazionale raccolta, riciclo e riutilizzo della gomma, durante del convegno "La gestione dei pneumatici fuori uso, mercato attuale e scenari futuri", e che porterà alla costituzione nei prossimi mesi, in ambito Confindustria, dell'Associazione nazionale di settore UNIRIGOM.

La nuova associazione nasce principalmente per favorire lo sviluppo dell'industria del riciclo e del recupero, prevenendo il dumping nel settore ecologico e promuovendo il corretto uso dei materiali ottenuti dal riciclaggio della gomma; obiettivo non secondario è contrastare attivamente i sistemi di gestione illegali anche per accrescere il livello di protezione dell'ambiente e della salute.

"UNIRIGOM si propone di sviluppare un'industria del recupero e del riciclo di alta qualità", dichiara Roberto Quaranta, Presidente di Assorigom, "rafforzando i punti di eccellenza già presenti e creando le condizioni per poter supportare l'intero comparto al fine di raggiungere livelli di performance avanzati, anche attraverso lo sviluppo di processi di ricerca e sperimentazione su materiali e nuove tecnologie, nonché mediante l'applicazione dei migliori standard affermati in ambito internazionale".

"La nuova Associazione", commenta il Presidente di Unire, Corrado Scapino, "nasce per fronteggiare il radicale cambiamento delle condizioni di accesso al mercato che a breve incontreranno gli operatori del settore e per costruire un qualificato dialogo con il Consorzio dei costruttori di pneumatici (Ecopneus). In questo senso, intento dell'Associazione è richiedere da un lato l'utilizzo prioritario delle piattaforme esistenti, dall'altro avviare concrete iniziative necessarie per la realizzazione, anche nel nostro Paese, di un mercato del riciclo della gomma da pneumatici fuori uso, a partire dall'attuazione della normativa sugli acquisti verdi. A tale proposito l'Associazione sarà impegnata, tra l'altro, nell'accelerare i processi di diffusione e applicazione del Green Pubblic Procurement".

Nel 2009 sono stati generati circa 325.000 tonnellate di pneumatici fuori uso. Secondo gli ultimi dati forniti dal Rapporto "L'Italia del Riciclo", presentato negli scorsi giorni da Unire e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, si evidenzia una corretta allocazione solo per il 74% dei PFU generati ogni anno in Italia (compresi i flussi che vanno all'estero sotto diverse forme). Il restante 26% viene, in parte, abbandonato illegalmente sul territorio o destinato a forme di "smaltimento" non autorizzate e in parte esula i controlli e gli strumenti di tracciabilità incanalandosi in una rete capillare di destinazioni non sempre autorizzate né ambientalmente compatibili.


GOMMA

"Il 26% dei pneumatici fuori uso viene ancora smaltito illegalmente"


Nel 2009 sono stati generati circa 325.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU).

Tale dato, se confrontato con la quantità media di PFU generati nell'ultimo decennio, pari cioè a 350.000 tonnellate/anno, conferma la flessione dei mercati dovuta al periodo di crisi economica che ha coinvolto anche l'Italia.

I pneumatici usati avviati alla ricostruzione (non conteggiati nelle elaborazioni statistiche dei rifiuti in quanto esulano dalla loro gestione) sono stimati nel 2009 pari a circa 40.000 tonnellate. La flessione dei mercati globali ha portato anche nel 2009 alla riduzione del trasporto su gomma ed alla conseguente diminuzione del numero di pneumatici sottoposti a ricostruzione.

L'elaborazione dei dati ottenuti da ISTAT, Federazione Gomma e Plastica e dalle interviste agli operatori evidenzia una corretta allocazione solo per il 74% dei PFU generati ogni anno in Italia (compresi i flussi che vanno all'estero sotto diverse forme).

Il restante 26% viene, in parte, abbandonato illegalmente sul territorio o destinato a forme di "smaltimento" non autorizzate e in parte esula i controlli e gli strumenti di tracciabilità incanalandosi in una rete capillare di destinazioni non sempre autorizzate né ambientalmente compatibili.

Destinazione dei pneumatici fuori uso

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Anche nel 2009, sono emersi svariati casi di stoccaggi illegali di grandi quantità di PFU (fino a 60.000 tonnellate per area segnalata) che costituiscono una minaccia ambientale per la proliferazione dei parassiti e per il potenziale pericolo di incendi dolosi, oltre che per la deturpazione dell'ambiente.

Per quanto riguarda le applicazioni dei materiali ottenuti dal riciclaggio di pneumatici, la destinazione predominante dei granuli è nell'impiego come materiale elastico da intaso per superfici sportive in erba artificiale: seguendo un trend globale ormai consolidato, questo mercato continua ad assorbire quantità importanti di materiale che, nonostante le molte polemiche sollevate negli ultimi anni, garantisce ottime prestazioni, lunga durata del campo da gioco e la riduzione drastica dei costi di manutenzione rispetto alle superfici in erba naturale. Anche le pubblicazioni scientifiche internazionali del 2009 hanno confermato l'assoluta non pericolosità di questa applicazione.

L'impiego di polverino per la produzione di asfalti modificati continua ad essere un'applicazione in fase di sviluppo nel settore stradale, consumando quantità veramente esigue rispetto ai potenziali stimati; la quantità di gomma utilizzata nel 2009 sulle strade italiane corrisponde a circa 10 km lineari di superfici modificate.

Seguendo un trend già evidenziatosi nel 2008, l'esportazione di materiale e combustibile verso i Paesi stranieri è aumentata nel 2009. L'insufficienza dei mercati interni e la presenza sempre più assidua in Italia di traders di rifiuti ha aperto canali con i mercati stranieri, alimentando un flusso sempre più importante di "PFU e derivati" con preferenza verso i cementifici dell'Estremo oriente. È possibile quindi stimare la quantità totale di "PFU e derivati" in uscita dal Paese pari a circa 70.000 tonnellate/anno.

Principali destinazioni italiane dei pneumatici fuori uso

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Tra le recenti sperimentazioni di nuovi utilizzi dei PFU vanno ricordati: i risultati positivi di quanto realizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano per l'impiego di asfalti "gommati" prodotti con tecnologia "wet", che ha portato all'inserimento di questa tecnologia tra quelle contemplate nei capitolati d'appalto per i lavori stradali in Provincia di Bolzano; il crescente interesse delle pubbliche amministrazioni verso le "pavimentazioni silenti" ovvero le pavimentazioni stradali realizzate con asfalti appositamente ingegnerizzati per ridurre il rumore generato dal traffico veicolare; infine, le possibilità di sinergia con il settore edile (es. pannelli isolanti multistrato realizzati con PFU e altri materiali di recupero ect.).

In Provincia di Torino è stata avviata da parte del Politecnico, della Provincia, di FISE UNIRE, SITEB ed Ecopneus una sperimentazione per studiare e sviluppare gli asfalti gommati da impiegare invece nelle infrastrutture provinciali.

Seguendo le esperienze maturate a livello internazionale, anche in Italia sono state sperimentate le superfici equestri con gomma da PFU e i primi "galoppatoi elastomerici" hanno visto la luce nel 2009. E' stato dimostrato che l'impiego di granuli di gomma in sostituzione alla sabbia riduce lo shock subito dalle articolazioni del cavallo e permette la riduzione dei consumi di acqua tipicamente necessari a controllare la polverosità delle pavimentazioni convenzionali in sabbia o terra battuta.

Dal processo di granulazione dei PFU si ricavano anche altri materiali da valorizzare: in particolare acciaio e tessile e altri scarti. Tali frazioni sono pari al 15% ciascuna nel PFU da autovettura e rispettivamente al 27% (acciaio) e al 3% (tessile e altri scarti) nel PFU da autocarro.




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