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martedì 30 giugno 2015

Accordo Quadro ANCI-CONAI: risultati e opportunità per il futuro

A un anno dalla firma i corrispettivi economici riconosciuti ai Comuni sono passati da 342 a 400 milioni di euro, a fronte della crescita del 7,2% dei conferimenti di rifiuti di imballaggio al sistema consortile

 

Roma, 25 giugno 2015 – Il Presidente di ANCI Piero Fassino e il Presidente di CONAI Roberto De Santis hanno parlato oggi a Roma dei risultati conseguiti e delle opportunità per il futuro legate all'Accordo di  Programma Quadro ANCI-CONAI, nato per dare continuità allo sviluppo della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti di imballaggio in Italia. L'Accordo regola, per il quinquennio 1/4/14 – 31/3/19, il rapporto tra Comuni convenzionati e Consorzi per le modalità di conferimento e l'entità dei corrispettivi per i "maggiori oneri" della raccolta differenziata degli imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.

 

Nel 2014 la raccolta differenziata in convenzione è cresciuta in maniera significativa, facendo registrare un +7,2% a livello nazionale (3.650.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio conferite al sistema consortile), con percentuali di incremento ancora maggiori registrate nelle Regioni del Centro-Sud, che si dimostra essere il bacino con maggiori potenzialità di sviluppo anche per gli anni a venire. A livello di filiere, cinque su sei – acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro - hanno fatto segnare un andamento positivo della raccolta, con dinamicità maggiori per i comparti dell'acciaio (+18,6%), della plastica (+7,9%) e del vetro (+7,1%).

 

In misura maggiore rispetto ai quantitativi conferiti, crescono anche i corrispettivi erogati da Conai ai Comuni, che sono passati nel 2014 da 342 a circa 400 milioni di euro (+17%). L'incremento è ancora più significativo se consideriamo che nel primo trimestre del 2014 era ancora in vigore la precedente edizione dell'Accordo, che prevedeva una modulazione differente dei corrispettivi.

La copertura del territorio è rimasta pressoché invariata rispetto all'anno precedente: in tutto sono 7.300 i Comuni serviti dal sistema consortile, con un coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, pari al 91% della popolazione italiana.

 

''L'Accordo Quadro ANCI-CONAI ha sicuramente portato i suoi frutti'' – ha sottolineato Piero Fassino, Presidente ANCI – ''e questo è evidenziato dai dati raccolti. Ma ancora più importante è poter dire che l'Accordo ha garantito un servizio costante e continuo su tutto il territorio nazionale della raccolta degli imballaggi. La strada però è ancora in salita, ed alcuni degli obiettivi previsti richiedono un impegno assiduo di tutti gli attori in campo al fine di eliminare le differenze territoriali, in termini di differenziata e riciclo, ancora presenti. Continueremo quindi il confronto con il CONAI con l'obiettivo condiviso e la volontà di costruire un sistema ancora più trasparente ed efficace per il raggiungimento degli obiettivi previsti nonché per arrivare ad un allineamento del sistema Paese rispetto ai migliori standard europei''.

 

"Uno degli obiettivi di Conai per i prossimi anni " – ha affermato Roberto De Santis, Presidente di CONAI – "sarà proprio quello di continuare a sostenere il processo di sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi nelle aree in ritardo, soprattutto nel Centro-Sud, con lo scopo di contribuire ad allineare i livelli di raccolta differenziata e di riciclo a quelli delle Regioni del nord. In quest'ambito forniremo pieno supporto ai Comuni con progetti dedicati e risorse economiche per apparecchiature e strumenti di comunicazione. Grazie all'attività di Conai e dei Consorzi di filiera nel 2014 sono stati sottratti alla discarica il 77,7% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo."

 

Nel nuovo accordo è stata confermata la priorità della raccolta differenziata di qualità, condizione indispensabile per un corretto avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio così come la garanzia di ritiro universale da parte dei Consorzi su tutto il territorio nazionale dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico di raccolta, anche oltre gli obiettivi di riciclo e di recupero previsti dalla legge, ormai ampiamente superati.

 

Infine, il ruolo del Sistema Consortile continuerà a svolgersi in una logica di sussidiarietà rispetto al mercato. Il nuovo Accordo garantisce, infatti, ai Comuni e ai gestori convenzionati la possibilità di recedere dalle convenzioni destinando il materiale sul mercato. È, altresì, prevista la possibilità di "rientrare" nelle convenzioni all'interno di periodi preventivamente stabiliti.

L'Accordo prevede inoltre un incremento complessivo dei corrispettivi economici pattuiti pari al 17%, con l'introduzione di una maggiore indicizzazione degli stessi.

Sul tema economico è da registrare anche il maggior impegno finanziario (+25%) a carico di CONAI per i progetti territoriali e la comunicazione locale, ai quali verranno destinati ogni anno fino a 5 milioni di Euro, con l'obiettivo di innalzare il livello qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio nelle aree in ritardo, in particolare nel Sud Italia. In quest'ambito, l'intervento Conai può prevedere la redazione di un piano industriale, il cofinanziamento delle campagne di comunicazione locali, la fornitura delle attrezzature per la raccolta dei rifiuti di imballaggio nonché il supporto nella fase di start-up dei servizi di raccolta.

Per quanto riguarda i singoli Allegati Tecnici, oltre alle novità previste nella parte generale dell'Accordo, sono da segnalare due importanti cambiamenti. Il primo riguarda l'Allegato imballaggi "Carta" che ha introdotto una revisione nel contenuto convenzionale di rifiuti di imballaggio all'interno della raccolta urbana congiunta, dal 25% al 32%, con ulteriori incrementi puntuali ogni anno. Ancora più rilevante la novità introdotta dall'Allegato imballaggi "Plastica", che ha abbandonato il sistema di erogazione dei corrispettivi in funzione delle fasce di qualità, prevedendo che il corrispettivo sia erogato in funzione dell'effettivo contenuto di rifiuti di imballaggi in plastica nella raccolta.

 

Sono state inoltre introdotte una serie di specifiche tecniche legate ai controlli in piattaforma sul materiale conferito e al monitoraggio dei relativi flussi, che migliorano il funzionamento complessivo a vantaggio sia delle attività di raccolta che di  avvio a riciclo dei materiali conferiti.

 

Conai. CONAI è il consorzio privato senza fini di lucro costituito da oltre 1.000.000 aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi che ha la finalità di perseguire gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio. Il Sistema Consortile costituisce in Italia un modello di gestione da parte dei privati di un interesse di natura pubblica: la tutela ambientale, in un'ottica di responsabilità condivisa tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini, che va dalla produzione dell'imballaggio alla gestione del fine vita dello stesso. CONAI indirizza l'attività dei 6 Consorzi dei materiali: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), carta (Comieco), legno (Rilegno), plastica (Corepla) e vetro (Coreve).

Rifiuti: Valsusa e Val Sangone verso la costituzione di un ecodistretto di eccellenza


Prosegue il lavoro comune tra Legambiente e i comuni della Valsusa e Val Sangone


Entra nel vivo il percorso promosso da Legambiente per la costituzione dell'ecodistretto della Valsusa e Val Sangone. Ad un anno di distanza dalla sottoscrizione da parte di 15 amministrazioni comunali di una serie di impegni per il potenziamento della raccolta differenziata e la riduzione complessiva dei rifiuti prodotti, si è svolta oggi a Bruino la tavola rotonda "La buona gestione dei rifiuti nei piccoli Comuni della Valsusa e Val Sangone". L'incontro, a cui hanno preso parte numerosi rappresentanti dei comuni delle due valli, i dirigenti di Legambiente e, in rappresentanza della Regione Piemonte, Roberto Ronco, ha permesso un primo confronto sulla prossima revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti e sulle migliori pratiche adottate sul territorio negli ultimi mesi.

"Il bilancio di questo primo anno di lavoro comune con le amministrazioni della Valsusa e Val Sangone fa ben sperare e mette in luce il dinamismo di questi territori che, oltre ad essere dei luoghi del buon vivere, dimostrano spesso di essere capaci di reagire alla crisi facendosi promotori di un cambiamento sostenibile e di qualità –dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta-. Molti comuni, a partire anche dai nostri suggerimenti e sollecitazioni, hanno messo in pratica una serie di azioni virtuose per la gestione dei rifiuti e per sensibilizzare il maggior numero di cittadini sull'importanza di un'eco-condotta individuale. Sarà importante nei prossimi mesi intensificare questo lavoro e concretizzare una serie di progetti in cantiere, a partire dal passaggio da tassa a tariffa che interesserà diversi comuni".

Tra le misure adottate più frequentemente dai comuni per ridurre la massa complessiva di rifiuti c'è sicuramente il compostaggio domestico. Negli ultimi mesi Condove, Borgone e Chiusa San Michele si stanno interrogando su come incentivare questa pratica prevedendo in alcuni casi sconti significativi in bolletta. Anche i rifiuti mercatali e gli sfalci sono al centro dell'attenzione di diverse amministrazioni. Per ottimizzare la differenziata nei mercati si sta immaginando ad esempio di uniformare le modalità di raccolta, dato che spesso gli ambulanti sono gli stessi che ruotano nei diversi comuni. Sul fronte invece dei rifiuti prodotti da sfalci e potature, che ancora troppo spesso vengono bruciati o abbandonati, Chiusa San Michele, ad esempio, ha deciso di intensificarne la raccolta periodica porta a porta. Ma la sfida più grande, che interesserà nei prossimi mesi il maggior numero di amministrazioni, è il passaggio da tassa a tariffa puntuale. Apripista in questo saranno Avigliana, Sant'Ambrogio, Almese, Casellette e Rubiana che stanno lavorando per costituire entro il 2016 un ufficio unico per ottimizzare gestione e costi del passaggio. Ma anche Condove si sta preparando a questo importante cambiamento che dovrebbe ulteriormente incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini.

"Superare la frammentazione delle competenze comunali costruendo alleanze di area vasta va proprio nella direzione da noi auspicata –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta-. E' interesse di tutti superare l'individualità dell'azione sui singoli comuni e favorire una nuova cultura di sistema territoriale, in grado di realizzare un modello innovativo di governo del territorio che punti alla sostenibilità ambientale, economica ed occupazionale. Il prossimo Piano regionale di gestione dei rifiuti dovrà saper valorizzare le buone pratiche già presenti sul territorio e fare in modo che vengano replicate in modo diffuso. Per questo invitiamo la Regione Piemonte ad essere ambiziosa nella definizione degli obiettivi per i prossimi anni per scongiurare l'apertura di nuove discariche e archiviare definitivamente qualsiasi ipotesi di ulteriori impianti di incenerimento. Crediamo non ci si debba limitare al rispetto degli obiettivi di legge, peraltro ancora non raggiunti in gran parte del Piemonte, ma che si possa mirare a percentuali di raccolta differenziata intorno all'80%".

Piemonte, le ecomafie non conoscono crisi. Legambiente: “Tenere alta l’attenzione su rifiuti, cemento e grandi opere”



Ecomafia 2015: in Piemonte 469 infrazioni, 631 persone denunciate, 2 arresti e 106 sequestri 

"Disponibili a collaborare con la nascente commissione regionale antimafia"

Il 2014 riporta un bilancio davvero pesante per i crimini contro l'ambiente: 29.293 reati accertati in Italia, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora, per un fatturato criminale che è cresciuto di 7 miliardi di euro rispetto all'anno precedente ed è tornato ai livelli pre-crisi, raggiungendo la ragguardevole cifra di 22 miliardi. Numeri e storie di corrotti, clan e inquinatori, illustrate oggi a Roma da Legambiente per la presentazione del rapporto Ecomafia 2015.

Alla crescita dell'economia ecomafiosa contribuisce in modo eclatante il settore dell'agroalimentare, con un fatturato che ha superato i 4,3 miliardi di euro. 

Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+26%), ed anche gli illeciti nel ciclo del cemento (+4,3%). Cresce anche l'incidenza criminale nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di infrazioni. Ma le ecomafie non sono prerogativa del Sud Italia e, anzi, da molti anni sono ormai fortemente insediate nell'economia del Nord del Paese.
Per quanto riguarda il Piemonte il bilancio è di 469 infrazioni di natura ambientale, 631 persone denunciate, 2 arresti e 106 sequestri.  

Continuano a primeggiare i settori ormai tradizionali della criminalità ambientale regionale: il ciclo dei rifiuti (172 infrazioni accertate) ed il ciclo del cemento (130). Per quanto riguarda quest'ultimo settore nel 2014 la provincia di Asti fa registrare il primato negativo scavalcando la provincia di Torino che, in ogni caso, resta il territorio in cui si trova il numero complessivo più elevato di infrazioni ambientali (113). Sono 2, invece, le persone arrestate in regione, entrambe per crimini legati al racket degli animali.

A mettere in evidenza come la criminalità organizzata in Piemonte si concentri sui settori più redditizi, ovvero sul ciclo del cemento e dei rifiuti, sono le più importanti inchieste degli ultimi anni. Se il giudizio in appello del processo Minotauro, pronunciato lo scorso 28 maggio, ha confermato il radicamento della 'ndrangheta nel ciclo del cemento e nelle relazioni con la politica attraverso il voto di scambio, gli esiti dell'operazione San Michele hanno fatto scendere l'ombra della criminalità organizzata anche nel settore dei rifiuti speciali. 

Fino a qualche anno fa, infatti, sembrava non emergere un ruolo diretto dei clan nel settore, ma solamente di singoli imprenditori spregiudicati che provavano ad abbattere i costi di smaltimento, abbandonando sostanze pericolose ai bordi delle strade, interrandoli sotto campi coltivati o cave dismesse o dirottandoli verso il traffico illecito internazionale. L'operazione San Michele ha invece fatto emergere, a carico di un soggetto originario della provincia di Catanzaro e residente in provincia di Novara, l'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa per aver utilizzato una cava a Chiusa di San Michele in Valsusa per stoccare e smaltire irregolarmente oltre 50.000 metri cubi di rifiuti speciali.

Un'attenzione particolare per Legambiente va anche posta al ruolo delle grandi opere quali Tav e Terzo Valico e alle possibilità d'infiltrazione della 'ndrangheta. Per l'associazione è necessario intensificare i controlli sui cantieri delle opere pubbliche, attraverso la costruzione di commissioni di controllo specifiche che siano in grado e che abbiano i poteri per vigilare sulle gestione degli appalti e sulla realizzazione dei lavori, ma anche riducendo, ripensando e valutando bene l'elenco delle opere strategiche per la collettività. Per Legambiente occorre vietare i subappalti nei cantieri ed è inoltre da abolire l'anomalo istituto del general contractor per evitare che la direzione lavori sia in carico alla stessa stazione appaltante.

"E' preoccupante verificare che, nonostante la crisi, le ecomafie non subiscano flessioni –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta-. La recente introduzione, dopo 21 anni di battaglie da parte della nostra associazione, degli ecoreati nel codice penale dà sicuramente uno strumento repressivo in più per contrastare in modo efficace ecomafie ed ecocriminalità, ma la vera lotta alla criminalità si batte sul campo della prevenzione: occorre che tutti, dai cittadini alle istituzioni continuino a tenere alta l'attenzione a partire dai settori di maggior interesse economico,  quali la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, le escavazioni, le nuove costruzioni e le grandi opere. Anche per questo siamo convinti che l'imminente nascita della commissione regionale antimafia, da noi sollecitata da diversi anni, sia una buona notizia e vogliamo confermare alla Regione Piemonte la nostra disponibilità a collaborare".

Mercedes classe B elettrica, ecco il Test di Rinnovabili.it


Provata grazie all’innovativo Protocollo di Test Rinnovabili.it – CNR ITAE, la Mercedes classe B elettrica. L’e-car dimostra come sia possibile unire risparmio ed attenzione all’ambiente a comfort e piacere di guida
Nuova prova del fuoco per l’e-mobility nell’ambito del protocollo di test auto elettriche messo a punto da Rinnovabili.it, il quotidiano sulla sostenibilità ambientale, in collaborazione con due partner prestigiosi, ITAE CNR e ACI VALLELUNGA. Questa volta a finire sotto i raggi x è stata la Mercedes classe B elettrica, la versione “elecrtic drive”del celebre modello tedesco.
Tra le vetture ZEV testate da Rinnovabili.it, la Classe B è quella che si presenta con l’abito più normale e discreto. Al punto che niente suggerisce che si tratti di un’elettrica, anzi è identica agli analoghi modelli benzina e diesel. La differenza si avverte però appena ci si muove: la Classe B elettrica parte a fionda e vola come un razzo, grazie al motore che eroga ben 132 kW (al cambio attuale, come dire 180 CV) e che, come tutti gli elettrici, mette subito sul piatto la poderosa coppia di 340 Nm, che nelle partenze da fermo significa arrivare a 100 orari in meno di 8 secondi.
Prestazioni al top, dunque, rese possibili dal pacco batterie agli ioni di litio (realizzato in collaborazione con Tesla, brand che nel settore elettrico vanta un’esperienza che in pochi possono esibire) studiato per occupare il minor spazio possibile: sin dall’origine della progettazione della Classe B era prevista l’installazione tra asse anteriore e posteriore delle batterie, una lungimiranza che ora si traduce nella conservazione degli ingombri standard (lunghezza 436 cm – larghezza 156 – altezza 179 – passo 270), nell’abitabilità per 5 passeggeri e capacità di carico dei bagagli per un volume iniziale di 501 litri, valore che sale in maniera progressiva rinunciando ai tre posti posteriori per toccare i 1.456 litri di carico utile.
L’elettronica è molto sofisticata: la centralina può essere settata in tre diverse modalità (Economy, Economy Plus e Sport) conferendo all’auto potenze diverse e quindi diversi range di autonomia. Le sospensioni sono ottimamente tarate ed i valori di forza G fatti registrare sull’auto in situazioni di pericolo e di guida sportiva sono perfettamente in linea con le vetture convenzionali a parità di segmento. Molto all’avanguardia rispetto allo stato dell’arte anche la modalità di recupero dell’energia, che avviene in modalità manuale o in modalità automatica.
Per scoprire i risultati del test: Rinnovabili.it
Rinnovabili Test Auto Elettriche
I test di Rinnovabili.it sono stati articolati su una serie di prove per poterne valutare le prestazioni e la dinamica (e quindi la guidabilità) del veicolo, tenendo presente la diversa architettura di costruzione e la diversa distribuzione dei pesi rispetto ad una autovettura convenzionale con motore a combustione interna.
Rinnovabili.it – Il quotidiano web della sostenibilità, dell’efficienza energetica e dell’uso delle fonti rinnovabili. Ogni giorno fornisce un attento servizio informativo dalle più autorevoli fonti nazionali ed internazionali, oltre che commenti e inchieste di grandi firme del giornalismo e del mondo scientifico Italiano. Appena rinnovato nella veste grafica, nei contenuti e nella multimedialità, il quotidiano è suddiviso in 12 sezioni tematiche (Ambiente, Energia, GreenBuilding, SmartCity, Mobilità, Ecodesign, Re-Auto, Innovazione, Cultura, GreenEconomy, Econormativa ed Eventi) oltre a 16 Blog monografici, 3 newsletter settimanali, un periodico quindicinale ed uno mensile.

lunedì 29 giugno 2015

LA CHIMICA VERDE ITALIANA INCONTRA LE REGIONI

BIOECONOMIA E STRATEGIE SOSTENIBILI:
LA CHIMICA VERDE ITALIANA DIALOGA CON LE REGIONI SU MODELLI DI INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ E CRESCITA TERRITORIALE

Terni, 29 giugno 2015 – Promuovere un modello di economia circolare incentrato su filiere innovative integrate e multisettoriali, dando vita a una bioeconomia intesa come rigenerazione territoriale, elaborata partendo dalle istanze dei singoli attori locali: è l'obiettivo che il Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde SPRING ha  riaffermato oggi  a Terni nel corso dell'incontro "Dialogo tra SPRING e Regioni su Bioeconomia  e strategie sostenibili".

L'evento, ospitato presso la sede di Terni di Confindustria Umbria e organizzato con il supporto di Regione Umbria e del cluster regionale Umbria SPRING, è stato anche occasione per presentare lo stato dell'arte dei quattro progetti nazionali di Ricerca & Sviluppo finanziati dal MIUR diciotto mesi dopo il loro avvio ed è stato concluso da un intervento di Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria.

Alla presenza dei rappresentanti di
Basilicata, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Umbria, con il rinnovato interesse della Regione del Veneto e della Puglia, e di una platea di stakeholder della filiera italiana della chimica da fonti rinnovabili, è stato evidenziato il ruolo chiave delle Regioni per la messa in opera di una strategia di bioeconomia.  Favorendo infatti l'utilizzo efficiente delle risorse, la messa a punto di processi a basso impatto ambientale e lo sviluppo di progetti di innovazione tecnologica multisettoriali, le Regioni possono garantire una crescita economica e sociale integrata e rispettosa degli ecosistemi, diventando a tutti gli effetti "Regioni Sostenibili", protagoniste di una rigenerazione territoriale che può moltiplicare su scala nazionale le competenze di bioeconomia che già esistono nel nostro Paese. 

Il Cluster SPRING, piattaforma nazionale dell'intera filiera italiana della chimica da fonti rinnovabili, forte dell'eterogeneità dei suoi 103 associati provenienti dal mondo agricolo, industriale, istituzionale, della ricerca e del no profit, si pone al servizio delle Regioni, favorendo la creazione di "ponti" intersettoriali e l'integrazione di competenze ed ambiti disciplinari per valorizzare al massimo la specificità dei singoli territori.  Tramite l'ulteriore consolidamento di strumenti di dialogo reciproco – come l'istituzione di un Tavolo Permanente tra Consiglio Direttivo di SPRING e Regioni sostenitrici - il Cluster intende facilitare il confronto in materia di programmazione locale strategica e di creazione di partnership interregionali, stimolando il dialogo con istituzioni e stakeholder nazionali ed europei. 

"Il ruolo delle Regioni, come già espresso dal Bioeconomy Panel e durante la Bioeconomy Stakeholders' Conference di  Torino lo scorso ottobre, è determinante per l'attuazione in Italia di una strategia sulla bioeconomia che parta dai territori e dai casi studi di eccellenza già esistenti, in un mercato europeo stimato in 2000 miliardi di euro e che dà impiego a oltre 22 milioni di persone, il 9% dell'occupazione complessiva dell'Unione", ha commentato Catia Bastioli, presidente di SPRING. "Il supporto istituzionale che si sta consolidando attorno a SPRING conferma che il Cluster può giocare un ruolo fondamentale non solo favorendo la ricerca e l'innovazione industriale ma anche incoraggiando attività di formazione e informazione, verso un modello integrato di sviluppo circolare che dia nuovi stimoli alla crescita competitiva e culturale del nostro Paese".

CDTi espande il portfolio di materiali catalitici avanzati


Clean Diesel Technologies, Inc., leader nella tecnologia di controllo delle emissioni, ha introdotto un nuovo segmento nel suo portfolio di materiali avanzati: la tecnologia Base-Metal Activated Rhodium Support (BMARS™). Il BMARS è uno dei nuovi principali materiali catalitici in polvere di CDTi, sviluppati per ridurre la dipendenza dall’utilizzo dei costosi metalli del gruppo del platino (PGM) nei sistemi di controllo delle emissioni dei veicoli, attualmente in fase di test per veicoli e motori presso laboratori di terze parti.

I test iniziali dimostrano che in una tipica configurazione a due catalizzatori utilizzando un monoblocco (CC) e un catalizzatore a pavimento (UF), BMARS, con il 50% in meno di PGM, supera il sistema catalitico OEM su una normale autovettura. Inoltre, il catalizzatore BMARS CC, da solo, ha superato il sistema OEM CC + UF. Questo offre agli OEM la prospettiva di eliminare l'unità catalizzatore UF, il tutto mentre si ottiene una riduzione dei costi PGM superiore al 50% sul restante dell'unità del catalizzatore CC, determinando di conseguenza un potenziale risparmio di costo di oltre $ 200 per veicolo.

Chris Harris, Presidente e CEO di CDTi, ha affermato: “Il 2015 è un grande anno per noi. È l'anno in cui ci aspettiamo di convalidare le nostre piattaforme di materiali avanzati sui veicoli presso le strutture di prova indipendenti. BMARS rappresenta un’altra tecnologia di svolta, insieme a SPGM™ DOC e Spinel™, che abbiamo in programma di impiegare nei rivestimenti dei nostri catalizzatori e che abbiamo intenzione di commercializzare più ampiamente con altri produttori di rivestimenti in forma di polvere di proprietà. I test iniziali hanno rivelato che BMARS rilascia maggiori riduzioni di ossidi di azoto (NOx) sui nuovi motori a iniezione diretta di benzina turbo (GDI) se paragonati ai catalizzatori OEM, e il potenziale per semplificare significativamente un sistema di scarico automobilistico riducendo un sistema a due catalizzatori a un singolo catalizzatore”.

Sugli 88 milioni di autovetture prodotte ogni anno, il rhodium (Rh) è il principale PGM utilizzato per le conversioni dei NOx in benzina nei catalizzatori trivalenti. Le OEM del settore automobilistico spendono approssimativamente 1 miliardo di dollari all’anno in Rh, stando a quanto riportato da Johnson Matthey nel suo PGM Report – Novembre 2014. La dipendenza dell’industria automobilistica dal Rhodium ha provocato, negli anni passati, significativi sbalzi nell’andamento del costo del carburante, con prezzi che variavano da $890 a $10,100 per oncia troy, negli scorsi 10 anni. Recentemente, il rhodium è stato vicino ai minimi storici, con un costo medio di 1,127 dollari per oncia troy, durante la prima metà di maggio 2015. Senza innovazioni come BMARS, il prezzo del rhodium per le case automobilistiche potrebbe aumentare al fine di soddisfare la richiesta della nuova normative Tier 3 dell’EPA che prevede una diminuzione dei NOx dell’80%, così come le OEM del settore automobilistico si stanno muovendo verso motori turbo GDI e ibridi.

I test di riferimento per la tecnologia BMARS sono stati condotti su una Buick del 2014 2.0 con motore a iniezione diretta e su una BMW Mini 1.6 del 2012, utilizzando gli standard di settore della Federal Test Procedure (FTP). Entrambe con motori GDI a iniezione diretta, la Buick con catalizzatore OEM certificato EPA Tier 2 Bin 4 standard e la BMW Mini con catalizzatore OEM certificato EURO 5 standard. I test iniziali hanno dimostrato che BMARS ha il potenziale per ridurre significativamente l’utilizzo di PGM nel catalizzatore, ottenendo, contemporaneamente, regolamentazioni per i tubi di scappamento per quanto riguarda NOx, monossido di carbonio e idrocarburo (HC). L’attivazione del rhodium tramite la nuova tecnologia ha permesso la riduzione del carico di palladio (Pd) così come il rhodium. Inoltre, BMARS ha dimostrato una maggiore capacità di stoccaggio ossigeno (OSC), che è di vitale importanza per la calibrazione e la diagnostica a bordo di sistemi di emissione.

Coerentemente con l’avanzata strategia dei materiali dichiarata, diversi brevetti sono stati assegnati ai componenti, ai processi e alle applicazioni di BMARS. A buon punto anche gli sforzi commerciali e le applicazioni sul mercato secondario per i catalizzatori a base di polvere BMARS per gli OEM. Nel frattempo, i test sulle autovetture e sui motori continuano anche per le altre tecnologie avanzate di CDTi, incluso Spinel™, con nuovi risultati intermedi che verranno presto annunciati.


Test Benchmark di EPA Tier 2 Bin 4 Sistema Catalitico Certificato


Per maggiori informazioni sulla tecnologia BMARS di CDTi, visitate il sito www.cdti.com/bmars

giovedì 25 giugno 2015

Buon compleanno Tholos! La ESCo italiana compie 10 anni

Un decennio costellato di successi e progetti per la white economy.
Buon compleanno a Tholos! La ESCo (Energy System Company) italiana certificata UNI CEI 11352, tra i leader di settore, il 30 giugno 2015 festeggerà i suoi 10 anni di attività.

Un decennio dal bilancio estremamente positivo per l'azienda guidata dal giovane neo eletto Amministratore Delegato Michele Loi.
Dieci anni di lavoro e di impegno per realizzare l'ambiziosa mission di dare vita all'efficienza energetica, dando sostegno a quelle aziende virtuose che insieme a Tholos hanno ridotto i consumi energetici, reso più efficienti i loro impianti, ottenuto Certificati Bianchi, o TEE e che mettono in atto il loro business in maniera sostenibile.

"In questi 10 anni la nostra azienda è cresciuta notevolmente e oggi è tra le principali Esco italiane. Sono molto orgoglioso dei traguardi che abbiamo raggiunto - Ha commentato l'AD Michele Loi - in modo particolare sono fiero delle persone che hanno portato l'azienda ad essere ciò che oggi è: un gruppo di lavoro molto affiatato che condivide le sfide e che insieme affronta gioie e fatiche quotidiane."

Tholos, ESCo certificata UNI CEI 11352, è specializzata nell'attività di supporto e sostegno alle aziende che adottano soluzioni tecnologiche efficienti. La mission aziendale recita "Dare vita all'efficienza energetica" e questo viene fatto quotidianamente grazie ad un pacchetto di servizi strutturato e pensato per soddisfare le esigenze dei clienti.

Con i servizi Utile Energia e Conto Energia Termico, Tholos accompagna le aziende e la loro efficienza nell'ottenimento dei Titoli di Efficienza Energetica, nella gestione avanzata del portafoglio TEE e nella vendita sui mercati dedicati. Attraverso il sevizio F.A.R.E., promuove e finanzia direttamente l'efficienza energetica presso i clienti impiegando risorse finanziarie proprie, con la garanzia del risultato in termini di risparmio energetico.

ENER-G - Nuova energia nell'Aeroporto Marconi di Bologna

ENER-G: nuova energia in aeroporto

 1.166 kW elettrici per l'impianto di trigenerazione dell'Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna

ENER-G, fornitore leader in tutto il mondo di sistemi di cogenerazione e trigenerazione, ha curato la progettazione, l'installazione e l'avviamento di un sistema di trigenerazione presso il principale scalo dell'Emilia Romagna: l'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna.

L'impianto ENER-G E1200 NG , realizzato in soli 50 giorni dal completamento delle opere civili e interamente collaudato nei successivi 20, ha una potenza erogata pari a 1.166 kW elettrici e 910 kW frigoriferi,  utilizzati per l'autoproduzione di energia elettrica e la climatizzazione dei terminal.

Nel 2014 il sistema di trigenerazione equipaggiato con motore endotermico MTU L62 a 12 cilindri, ha pienamente soddisfatto le esigenze degli oltre 6.580.000 passeggeri (dati Assaeroporti 2014) che l'aeroporto ha accolto. L'energia termica recuperata dalle camicie del motore e dai gas di scarico, infatti, viene utilizzata d'inverno per soddisfare il fabbisogno termico dell'aeroporto (riscaldamento, acqua calda sanitaria, etc), mentre d'estate per produrre energia frigorifera attraverso un chiller ad assorbimento.
                                                                                                                                                        
AEROPORTO G. MARCONI: UN MODELLO ENERGETICO DI ECCELLENZA
Con un'area di 36.100 m² di cui 5.500 dedicate ad attività commerciali, 24 gate, 64 banchi per il check-in e 35 negozi, l'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna è il settimo scalo in tutta Italia. A fronte dei lavori di riqualificazione e sviluppo avviati nel 2013, ha aperto un bando di gara per riqualificare anche il sistema di produzione di energia.

L'impianto di trigenerazione, infatti, ha dato luogo non solo ad immediati benefici economici, ma anche e soprattutto ad una riduzione delle emissioni inquinanti e di gas serra in atmosfera.

ENER-G, con un expertise di oltre 30 anni nel settore e più di 2.500 impianti gestiti in tutto il mondo, ha utilizzato le migliori tecnologie disponibili sul mercato per realizzare una soluzione rispondente alle esigenze dell'area aeroportuale di Bologna.
Gli scarichi e i posizionamenti di tutte le apparecchiature, nonché alcune operazioni di installazione e collaudo, sono state svolte in orario notturno per non bloccare le normali attività dell'aeroporto e i tempi di messa a punto dell'impianto, sono stati pienamente rispondenti alle richieste del bando.

L'impianto, messo in marcia nel 2014, ha un'operatività di circa 8.000 h di funzionamento all'anno a pieno regime.
Christian Stella, Managing Director di ENER-G Italia, ha commentato: "ENER-G Italia ha messo in campo tutta l'expertise maturata nella trigenerazione con importanti realizzazioni in settori ad alta complessità, come strutture ospedaliere, industria farmaceutica e grandi centri di accoglienza per realizzare un modello energetico di eccellenza presso uno dei più importanti aeroporti italiani. L'impianto, tecnologicamente innovativo, è in grado di rispondere pienamente alle esigenze dell'area aeroportuale, contribuendo agli ambiziosi obiettivi dell'intera struttura di raggiungere uno sviluppo sostenibile. La centrale, infatti, consente di illuminare, riscaldare e raffreddare autoproducendo energia, con una riduzione dei consumi e dei costi energetici, e allo stesso tempo, delle emissioni di CO2. Un sistema di trigenerazione in strutture complesse, come lo sono le aeree aeroportuali, rappresenta la soluzione ideale per un uso razionale dell'energia".

mercoledì 24 giugno 2015

PRESENTATO A BRUXELLES IL GREEN&CIRCULAR ECONOMY ALLIANCE(R) OFFICINÆ VERDI

UN PROGETTO FOCALIZZATO SULLO SVILUPPO DI UN NUOVO MODELLO SOSTENIBILE IN COERENZA CON LE POLICIES EU SULL'EFFICIENZA ENERGETICA.

Piattaforma internazionale per mettere insieme esperti cross economia finanza, ambiente, energia, regulatory e realtà leader in differenti segmenti industriali (real estate, infrastrutture, gdo, agricoltura, industria, ict, etc), per lo sviluppo di progetti ad alto contenuto di innovazione tecnologica e finanziaria in un'ottica di circular economy (energy efficiency, re-use e up-cycle).

Risparmi potenziali per 630 miliardi di euro all'anno per il settore industriale, riduzione di gas serra del 70% al 2030  e incremento annuo del 4% di PIL, grazie ad un uso efficiente delle risorse a livello europeo.


Bruxelles, 24 Giugno 2015 - Promuovere un nuovo modello di economia ad "alta efficienza", dove tutte le attività produttive siano organizzate in modo più efficiente e sostenibile, nel quale i sottoprodotti mantengano il loro valore aggiunto il più a lungo possibile, attraverso il riutilizzo e il riciclo degli scarti di filiera.

E' questo l'obiettivo del Green&Circular Economy Alliance® Officinæ Verdi, iniziativa che prende avvio oggi a Bruxelles con un ciclo di incontri alla presenza dei rappresentanti delle Direzioni Generali Clima, Ambiente, Energia, Ricerca e Innovazione, Politiche regionali e urbane della Commissione Europea.

L'Italia è uno dei Paesi dell'Unione Europea dove il costo dell'energia è più alto. A farne le spese sono soprattutto le imprese, che pagano l'elettricità il 45% in più rispetto ai loro competitor europei (dati Eurostat 2014, rapporto Italia – EU 28). Va un po' meglio per le famiglie, che tra gas e luce spendono per l'energia un 21% in più rispetto alla media europea (elaborazione Officinæ Verdi su dati Eurostat 2014).

Secondo quanto emerso oggi in occasione della presentazione della Relazione annuale dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, nel 2014 l'incremento delle misure per l'efficienza energetica ha generato in Italia un risparmio sulla spesa energetica di 2,7 miliardi €, di cui 1,6 mld € a vantaggio delle piccole e medie imprese.

Un passo importante per il nostro Paese, ma c'è ancora molto da fare. Basti pensare che, secondo stime del Politecnico di Milano (Energy Efficiency Report 2013), il risparmio potenziale grazie allo sviluppo di misure per l'efficienza energetica ammonta a circa 33 miliardi €/anno.

Un uso più efficiente delle risorse lungo l'intera catena di valore potrebbe, secondo la Commissione Europea, ridurre il fabbisogno di fattori produttivi materiali del 17 – 24% entro il 2030, con risparmi per il settore industriale dell'ordine di 630 miliardi di euro l'anno, una riduzione di emissioni di gas serra del 70% al 2050 (stima Club of Rome 2015) e un incremento del 4% annuo di PIL.

"C'è bisogno di un paradigma economico nuovo, focalizzato sull'innovazione tecnologica per il recupero di efficienza non solo energetica – ha dichiarato Giovanni Tordi Amministratore Delegato Officinæ Verdi, Energy Efficiency Investment Group di UniCredit nato dalla JV con WWF, in cui è recentemente entrato Prelios SpA leader italiano ed europeo nel settore del real estate e dei servizi immobiliari perché quello che abbiamo conosciuto negli ultimi 150 anni di vita industriale ha prospettive di crescita insostenibili: basti pensare che, secondo stime Università Bocconi di Milano, al 2020 saranno utilizzate 82 miliardi di tonnellate di materie prime, il 30% in più rispetto ai livelli attuali, e che i consumatori entro il 2030 aumenteranno di 4 miliardi. L'unica possibilità di ridurre le emissioni di gas serra e rallentare la spoliazione delle risorse naturali è rappresentata da processi di produzione e modelli di consumo sostenibili, ottimizzazione della gestione di fine vita dei prodotti attraverso il recupero e riciclo affinché le risorse rimangano all'interno del sistema economico. Per questo abbiamo lanciato da Bruxelles il progetto Green&Circular Economy Alliance® con il quale intendiamo promuovere e diffondere un nuovo modello produttivo "trasversale", con un focus prioritario sull'energia, sui sistemi efficienti di utenza e sullo sviluppo delle smart grid, in piena coerenza con le politiche comunitarie".

Il progetto sviluppato da Officinæ Verdi vedrà la partecipazione di partner leader nei rispettivi settori, tra questi lo Studio Legale Grimaldi che, grazie alla sua consolidata presenza a Bruxelles e all'esperienza nel settore energetico, seguirà le implicazioni normative e finanziarie del progetto: ''il Green&Circular Economy Alliance® rappresenta una splendida opportunità: la regolazione europea e nazionale, così come le ingenti risorse finanziarie disponibili a livello europeo e nazionale, possono essere utilizzate per assicurare una crescita economica sostenibile e durevole. Inoltre il settore energetico è quello che può vedere il reale sviluppo di una partnership pubblico-privata idonea ad innovare e a costituire il nuovo paradigma economico delle politiche europee'' ha commentato Francesco Sciaudone, founding partner dello Studio Grimaldi.

Officinæ Verdi ha recentemente pubblicato il suo Sustainability Report: in due anni di operatività la società ha generato investimenti in efficienza energetica e green-tech per 93,4 milioni di euro, supportando operazioni in Italia e in Europa, dove è presente in qualità di advisor della Commissione su progetti Smart Cities (R2Cities, RemoUrban), con la prospettiva di sviluppare e strutturare un approccio di green&circular economy applicata e far crescere efficienza energetica, produzione distribuita, innovazione tecnologica.

L'impatto sociale e ambientale della attività di Officinæ Verdi nel 2013-2014 si può riassumere con pochi numeri: 3.748 green jobs diretti e indiretti generati lungo tutta la filiera e 391.906 t CO2 evitate grazie agli investimenti effettuati e agli asset gestiti dalla società, per un valore di poco al disotto 1Mld€*.

Presentazione del Manifesto della GREEN ECONOMY per l'agroalimentare in occasione di Expo 2015_30.06.15


INVITO STAMPA

Presentazione del Manifesto della GREEN ECONOMY
per l'agroalimentare in occasione di Expo 2015

Martedì 30 giugno 2015 – ore 14.30
Sala Aranciera del Museo dell'Orto Botanico – Largo Cristina di Svezia 24, Roma


Sarà presentato martedì 30 giungo alle 14.30 al Museo dell'Orto Botanico a Roma il Manifesto della GREEN ECONOMY per l'agroalimentare.

Il documento contiene 7 proposte sull'agricoltura e sulla produzione di cibo legate alla green economy, in occasione di Expo 2015.

Il Manifesto è stato elaborato con un ampio processo partecipativo e approvato dall'Assemblea plenaria del Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 65 organizzazioni di imprese green e promotore, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico, degli Stati Generali della Green Economy 2015 a Rimini dal 3-4 novembre.

Edo Ronchi, per il Consiglio Nazionale della Green Economy, presenterà i contenuti del Manifesto. Dopo i saluti di benvenuto di Carlo Blasi, Direttore del Museo dell'Orto Botanico, interverranno:

Andrea Olivero - Vice-Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Claudia Sorlini - Presidente, Comitato Scientifico di Expo Milano 2015
Secondo Scanavino - Presidente, CIA (Confederazione italiana agricoltori)
Stefano Masini - Responsabile Area Ambiente e Territorio, Coldiretti
Massimiliano Giansanti - Vice-Presidente, Confagricoltura
Vincenzo Vizioli - Presidente, AIAB (Associazione italiana per l'agricoltura biologica)
Francesco Paolo Fulci - Presidente, Ferrero SpA
Cesare Ronchi - Responsabile progetto Agricoltura Sostenibile, Barilla
Chiara Lungarotti - Amministratore Unico, Gruppo Lungarotti
Carmelo Basile - Amministratore Unico, Fattoria della Piana

Per maggiori informazioni sugli Stati Generali della Green Economy: www.statigenerali.org
Seguici su twitter: @statigreen - hashtag: #statigreen15 / facebook: Un Green New Deal per l'Italia


Roma, 24 giugno 2015

RINNOVABILI: AIEL, PROMUOVERE PATRIMONIO FORESTALE ANCHE PER PRODUZIONE ENERGIA

ROMA, 24 GIUGNO 2015 - "È urgente promuovere e dare continuità alla gestione attiva del patrimonio forestale, quale strumento indispensabile per lo sviluppo delle filiere produttive legate ai prodotti legnosi destinate all'edilizia, all'arredamento e alla produzione di energia rinnovabile, la tutela del territorio e la salvaguardia ambientale e paesaggistica, la conservazione delle componenti bio-culturali del territorio italiano, la protezione e prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi".

Lo dichiara in una nota il presidente di Aiel, Associazione italiana energie agroforestali, Domenico Brugnoni, in vista dell'Assemblea annuale dei soci che si terrà a Verona il 26 giugno (ore 9,30 - Palaexpo VeronaFiere) dal titolo "La sfida sostenibile dell'energia da biomasse".

"Oltre un terzo del territorio nazionale - continua Brugnoni - è costituito da boschi e foreste, negli ultimi 60 anni la superficie forestale è più che raddoppiata passando da 5 a quasi 11 milioni di ettari. Questa crescita non rappresenta il frutto di vere e proprie politiche ma, paradossalmente, il risultato dell'abbandono. I boschi, sempre di più, possono rappresentare per il nostro Paese un'importante occasione di crescita e sviluppo imprenditoriale sostenibile, costituendo la base, non delocalizzabile, di un sistema economico che nella produzione di beni ecocompatibili e servizi ecosistemici può trovare ampie opportunità di crescita e innovazione".
"La materia forestale rimane un tema d'interesse strategico trasversale a diverse politiche (economica, ambientale, sociale, culturale). Ma una crescente sovrapposizione di competenze e ruoli a livello nazionale, regionale e locale con incertezze, contenziosi e appesantimento negli iter burocratici determinano uno svantaggio degli operatori del settore e scarsa efficacia delle politiche".

Spiega il direttore generale di Aiel, Marino Berton, che aggiunge: "Vi è l'urgente necessità di realizzare un adeguamento degli indirizzi nazionali in materia forestale (fermi al D.lgs. 227/2001) per il riordino della disciplina del settore e delle sue filiere, al fine di promuovere e dare continuità alla gestione attiva e sostenibile del patrimonio forestale nazionale, alla sua tutela e valorizzazione, nonché per accrescere la competitività del settore e creare nuove opportunità occupazionali".

martedì 23 giugno 2015

BANCA MPS INAUGURA UNA NUOVA FILIALE ECOSOSTENIBILE ALLE PORTE DELL'EXPO

Progetto di ristrutturazione ispirato ai temi dell'Expo e basato sulla sostenibilità ambientale e sulla qualità della vita dei dipendenti e dei clienti.

All'interno dell'agenzia una selezione di opere d'arte e un giardino verticale pensato come ideale elemento di connessione con la Fiera mondiale.

Visibili fino al 26 giugno le installazioni esterne di verdebper rilanciare i temi della green society.


Milano, 23 giugno 2015 – Banca Monte dei Paschi di Siena inaugura in Largo Cairoli a Milano, alle porte dell'Expo, una filiale completamente rinnovata che cambia l'esperienza in banca offrendo servizi altamente tecnologici, all'interno di una struttura all'avanguardia da un punto di vista della sostenibilità ambientale.

I temi dell'Expo e il rapporto dell'uomo con la natura hanno ispirato il progetto di ristrutturazione e hanno fornito gli spunti per ripensare gli spazi della filiale, creando una piazza finanziaria funzionale all'attività bancaria con particolare attenzione all'ambiente e alla qualità della vita dei dipendenti e dei clienti.

Fondamentale l'utilizzo di materiali ecosostenibili e l'installazione di un grande giardino verticale che
crea un'oasi verde nel cortile interno della filiale dando un contributo ecoattivo all'intero edificio in termini di risparmio energetico, abbattimento acustico e assorbimento dello smog. In linea con il piano attivato dalla Banca per ridurre il consumo di carta in filiale, inoltre, la consultazione delle pratiche di trasparenza bancaria e le informazioni sul catalogo prodotti saranno rese disponibili direttamente da monitor touch screen eliminando la versione cartacea.

In occasione dell'inaugurazione la filiale si  presenta alla città con delle installazioni di verde che idealmente trasferiscono il giardino verticale interno alla filiale sulla via pubblica e che saranno visibili fino al 26 giugno.

Giardino verticale e scala – Pensato come elemento di connessione con i temi dell'Expo e con il verde di Foro Bonaparte e del tessuto del Castello sforzesco, il giardino verticale rappresenta uno degli elementi primari della ristrutturazione della filiale. Il giardino permette di valorizzare e recuperare gli spazi di un edificio esistente in modo totalmente innovativo, attraverso una tecnologia moderna che rimane fondata su sistemi naturali e tradizionali. E' inoltre un «orologio biologico» che fa percepire ai clienti della filiale il trascorrere delle stagioni e delle giornate attraverso la mutazione dei colori e della massa vegetale creando un equilibrio fra sfera urbana e sfera naturale.

Contribuisce inoltre ad assorbire le polveri sottili, a regolare il microclima e ad aumentare la coibenza termica delle masse murarie. Simbolo dell'intero progetto di ristrutturazione è l'istallazione a forma di elica al centro della scala che collega i piani della filiale, anch'essa ispirata alle tematiche dell'Expo. L'elica, con all'interno un globo luminoso e un albero, rappresenta la geometria del DNA e simboleggia il rapporto tra uomo e natura.

Opere d'Arte – La filiale accoglie anche una selezione di opere d'arte, pensata in continuità con i temi dell'Expo. Si tratta in particolare di una valorizzazione di opere del 900 che più di altre, tra quelle appartenenti  alla preziosa collezione artistica di Banca Monte dei Paschi di Siena, riflettono il rapporto dell'uomo con la natura. Si parte da alcune sculture in bronzo di Libero Andreotti, Genio Musicale - suonatore di piatti (1910), Genio Musicale - suonatrice di lira (1910), Ciliegiara (1919) e Limonara (1919); due dipinti di Carla Accardi Nero Bianco (1993) e Senza Titolo (1992) e due dipinti olio su tela di Robert Carrol, Laguna ai Caraibi (XX secolo) e Il sottobosco del lago di Vico (XX secolo). Sarà possibile inoltre ammirare il dipinto Asilo di Giovanni Frangi (2000). Banca Mps offrirà così l'opportunità di condividere con i visitatori la fruizione di alcune importanti opere delle sue collezioni, fino ad ora non visibili al pubblico.

Cassa ibrida e area self service integrata – All'interno della filiale la nuova cassa automatica permetterà di effettuare direttamente da ATM le tradizionali operazioni di cassa, come prelievi, versamenti, cambio banconote e altre operazioni dispositive sul conto corrente, inserendo semplicemente la propria carta Bancomat o Multifunzione. L'utente potrà operare in completa autonomia o con l'eventuale assistenza di un operatore dotato di strumenti innovativi.

Gestore Remoto – La postazione di teleconsulenza dedicata alle soluzioni di protezione di AXAMPS permetterà di gestire a distanza le richieste di protezione della famiglia e del patrimonio, attraverso un'apposita installazione riservata per contattare in remoto un consulente specializzato. L'installazione si integra con i nuovi servizi predisposti dalla Banca per accorciare i tempi di attesa e rendere più autonoma la clientela attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie.

Bar Caveau con free wifi zone – All'interno della filiale, accessibile anche separatamente da via Camperio, un cortile interno con uno spazio dedicato al bar Caveau. Disponibile anche una rete wifi accessibile dalla Banca o nelle immediate vicinanze per navigare gratuitamente da un qualsiasi dispositivo portatile.

Smart Grid: L’inasprimento delle politiche di efficienza ambientale ed energetica guida il mercato europeo

Diversi aggregatori entreranno nel mercato per incentivare i programmi volti a rispondere alla domanda di energia, osserva Frost & Sullivan

MILANO – 23 giugno 2015 – Si prevede che le normative ambientali, le elevate emissioni di carbonio e la necessità di maggiore qualità ed efficienza dell’energia accresceranno la domanda di reti intelligenti – o “smart grid” - in Europa. Poiché questa regione è tra le prime al mondo per l'applicazione delle politiche ambientali, è probabile che le utility continueranno ad installare sempre più nuove reti intelligenti, e che i consumatori aggiorneranno i sistemi esistenti per sfruttare le opzioni offerte per rispondere alla domanda. Tali sistemi consentono ai consumatori di ridurre o spostare dai periodi di punta il loro utilizzo di energia elettrica, per ridurre i costi e aiutare i gestori dei sistemi elettrici ad equilibrare domanda e offerta.

Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Revisitingthe European Smart Grid Demand Response (DR) Market”, rileva che le attività di investimento nel mercato aumenteranno in seguito alla necessità di sostituire l’infrastruttura ormai datata delle reti elettriche, che si stima avere ormai 70-80 anni nella maggior parte dell’Europa. I principali investitori in progetti di reti intelligenti sono aziende specializzate in sistemi IT e networking, gestori dei sistemi di trasmissione, case produttrici / fornitori, utility e aziende energetiche, gestori dei sistemi di distribuzione, oltre a università, centri di ricerca e consulenti.

Per accedere gratuitamente a maggiori informazioni su questa ricerca, si prega di visitare: http://corpcom.frost.com/forms/EU_PR_AZanchi_MAE4-10_04Jun15

“Le tecnologie per le reti intelligenti offrono agli investitori un’ottima opzione per massimizzare l’utilizzo delle infrastrutture esistenti attraverso migliori soluzioni di monitoraggio e di gestione, implementando allo stesso tempo nuove infrastrutture in maniera strategica sulla base dei requisiti effettivi”, afferma Deepak Achuthashankar, analista di Frost & Sullivan.

Col tempo, si affermeranno diversi aggregatori nel mercato europeo delle reti elettriche intelligenti in seguito alla necessità di incentivare i programmi di risposta alla domanda. Di fatto, i diversi gradi di complessità osservati nel quadro normativo di ogni nazione europea daranno luogo a una serie di aggregatori specifici per ciascun paese.

“Gli aggregatori fungeranno da intermediari tra le utility e gli utenti finali, aiutando a trovare un equilibrio per affrontare la disparità tra domanda e offerta di energia elettrica, - osserva Achuthashankar. - Il loro ruolo diventerà sempre più importante nella regione poiché i consumatori industriali hanno espresso la volontà di spostare i propri carichi di utilizzo.”

Nel contesto europeo, la consapevolezza e la partecipazione dei consumatori è essenziale per il successo dei progetti di reti intelligenti. Risulta quindi indispensabile che i consumatori si fidino e comprendano l’intero processo collegato all’impiego di reti intelligenti, e che ricevano benefici tangibili.

Con l’aumento della consapevolezza dei consumatori, anche i fornitori di tecnologie ICT assisteranno a maggiori opportunità nel mercato collegato alla risposta alla domanda di reti intelligenti in questa regione. In seguito alla maturità tecnologica, tuttavia, i fornitori di tecnologia machine-to-machine dovranno stringere alleanze, sviluppare standard di interoperabilità e sfruttare i dati raccolti per dare slancio alle vendite nel mercato.

Lo studio “Revisiting the European Smart Grid Demand Response (DR) Market” fa parte del programma Industrial Automation & Process Control Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo argomento sono: “Industrial Compressor Services Market in Europe and Russia”, “Connectivity and Convergence in Oilfields”, “Mega Trends and Their Impact on Advanced Manufacturing” e “Global Trends in Power Generation”. Tutte le analisi comprese nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.

Chi siamo
Frost & Sullivan, la Growth Partnership Company, collabora con i propri clienti per potenziare una visione innovativa che risponda alle sfide globali e alle opportunità di crescita correlate che faranno la differenza per gli operatori del mercato di oggi. Per oltre 50 anni abbiamo sviluppato strategie di crescita per le 1000 aziende più importanti a livello globale, le realtà emergenti, il settore pubblico e la comunità degli investitori. La vostra azienda è pronta per la prossima ondata di convergenza industriale, tecnologie dirompenti, crescente competizione, macro tendenze, best practice innovative, clienti in continua evoluzione e mercati emergenti?

ERP Italia pubblica il suo primo Bilancio Sociale

Milano, 23 giugno 2015 - ERP Italia pubblica il Bilancio Sociale 2014, volume che rende disponibili in modo completo, chiaro e analitico le informazioni relative alle scelte aziendali in materia di responsabilità sociale d'impresa.

Redatto su base volontaria secondo i modelli più diffusi di rendicontazione sociale, il Bilancio Sociale 2014, il primo per ERP Italia, fa seguito alla certificazione dell'Azienda ai sensi dello standard internazionale etico SA 8000:2008 ottenuta nel dicembre 2013, che va ad aggiungersi alle certificazioni già acquisite ai sensi delle norme ISO 9001 e 14001 e BH OHSAS 18001 sui sistemi aziendali di salute e sicurezza sul lavoro.
Il Bilancio Sociale di ERP Italia rispecchia un orientamento aziendale consolidato in materia di responsabilità sociale d'impresa, ovverosia lo sforzo costante di andare oltre la mera erogazione di servizi conformi alle norme italiane ed europee vigenti, nella consapevolezza di un ruolo sociale e ambientale di rilievo e dell'impatto che le proprie attività possono avere su tutta la comunità e nei confronti dei diversi stakeholder coinvolti nella filiera.

D'altro canto è parte integrante della missione aziendale di ERP Italia la creazione di relazioni stabili e sistematiche con il territorio che diffondano una sensibilità e una cultura ambientale fondate sul coinvolgimento attivo delle comunità. Di ciò sono testimonianza le campagne di informazione ed educazione ambientali condotte in questi anni in tutta Italia.
"Il contesto sociale ed economico in cui ERP Italia si trova è in continua evoluzione. Nel nostro ambito operativo siamo messi dinanzi a complessità quali il riemergere del bisogno di cittadinanza attiva, e l'affermarsi della consapevolezza di come sia doveroso trasmettere alle prossime generazioni un mondo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale" - ha dichiarato Alberto Canni Ferrari, Country General Manager di ERP Italia. "In un simile scenario, i sistemi collettivi con attività a carattere pubblicistico come ERP Italia non possono più porsi solamente come attuatori di pratiche e procedure, ma devono assumere un ruolo attivo sia nei confronti delle autorità che della cittadinanza. Per questo motivo avere la capacità di essere parte integrante nello sviluppo di una coscienza e conoscenza ambientale, compatibile con il territorio e con le necessità delle comunità, è per noi un obiettivo fondamentale che si affianca a quelli di crescita aziendale."

Alla Certificazione del Sistema di gestione della Responsabilità Sociale ai sensi dello standard Social Accountability (SA) 8000:2008 ottenuta nel dicembre 2013, ha fatto seguito nel 2014 l'implementazione di un sistema di Audit di seconda parte verso i propri fornitori allo scopo di valutare gli stessi in ambito di Responsabilità Sociale d'Impresa.

Inoltre, il Bilancio Sociale 2014 dà puntualmente conto del sistema di gestione della qualità, certificato ai sensi della norma ISO 9001 nel dicembre 2012. Tale certificazione ha condotto ERP Italia a perfezionare un sistema dinamico e teso al miglioramento continuo dell'efficacia e dell'efficienza per accrescere la soddisfazione dei clienti attraverso risposte adeguate alle loro richieste.
In conclusione altrettanta importanza viene data al sistema di gestione ambientale, la cui ottemperanza allo standard UNI EN ISO 14001 è stata certificata nel 2012 e puntualmente confermata nelle visite di sorveglianza, e al sistema di gestione sicurezza e salute sul posto di lavoro, certificato nel 2012 secondo lo standard BH OHSAS 18001. A conferma dell'efficienza del sistema, nel corso del 2014 non si sono registrati infortuni, quasi infortuni e malattie professionali tra il personale aziendale.

Per visionare il Bilancio Sociale: 
 http://www.erp-recycling.it/perche-scegliere-erp/valori-e-qualita/

Palazzo Ricordi, l’edificio sostenibile più antico di Milano

Sarà il più vecchio al mondo certificato LEED Core&Shell, un esempio di come riqualificare in maniera green edifici per il commerciale. Nei suoi spazi Furla e altri grandi brand italiani

Rovereto (TN), 23 giugno 2015 – Torna Palazzo Ricordi completamente riqualificato in maniera sostenibile. L'edificio milanese di via Berchet 2, nato nel 1880 grazie all'Opera Pia Borella e divenuto nel 1920 sede dalla Società Ricordi (che lo rileva nel 1930), oggi, grazie alla proprietà Antonello Manuli Holdings rinasce come edificio per uffici e commerciale. Non un struttura banale, ma un vero gioiello di sostenibilità, tra i più green di Milano, ed una pietra miliare della riqualificazione sostenibile, realizzato con un'attenta ristrutturazione, curata da un articolato team di professionisti.
 
Grazie ad un lavoro di squadra, Palazzo Ricordi si aggiudica la palma di edificio più antico al mondo a ottenere la certificazione LEED, Core & Shell, livello Gold per la sostenibilità.  Un successo ottenuto con l'apporto dei partner tecnici Studio di Architettura Parisotto & Formenton, F&M Ingegneria Spa, ESA engineering Srl, e alla consulenza della società Evotre Srl per la certificazione. In Italia già si era raggiunto un record simile con la riqualificazione di Ca' Foscari (1453) a Venezia. Ma questo edificio, certificato LEED for Existing Buildings: Operations & Maintenance, comprendeva esclusivamente interventi non strutturali, al contrario Palazzo Ricordi, certificato LEED Core&Shell vede un intervento complesso di Major Renovation che interessa la struttura, l'involucro, la distribuzione interna e l'intero sistema impiantistico di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione (HVAC).
 
"Palazzo Ricordi è la prova autentica che si può lavorare secondo pratiche green preservando la massima integrità delle strutture storiche che abbiamo in Italia con un po' di ingegno, fatica e innovazione.  – dichiara il Presidente di Green Building Council Italia Gianni Silvestrini - Il nostro patrimonio costruito è significativo, e molti edifici storici hanno un disperato bisogno di adeguamenti. Questo rappresenta un'opportunità per ridurre i consumi e diminuire ogni anno grandi quantità di emissioni di anidride carbonica come ci richiede la Commissione europea."
 
«È una grande soddisfazione aver raggiunto questa certificazione», spiega l'architetto Carlotta Cocco, della società Evotre, responsabile della certificazione per la committenza, con sede a Progetto Manifattura. «L'edificio con una superficie di circa 4600 metri quadri e un volume di circa 16.600 metri cubi ha subito un delicato intervento di restauro architettonico, impiantistico e tecnologico». Per il team di Evotre, insediato presso l'hub della sostenibilità Progetto Manifattura e centro del green building italiano, questo è senza dubbio uno dei risultati migliori ottenuti in Italia in termini di riqualificazione sostenibile di edifici storici.
«L'involucro esterno è stato conservato, data la tutela per il pregio storico e architettonico, mentre l'interno è stato completamente trasformato secondo le nuove esigenze funzionali e perseguendo la massima efficienza energetica». L'edificio di sei piani è stato ripensato per diventare un modernissimo spazio commerciale di pregio. Ma con un'anima green, dove i risparmi energetici e gli elementi di sostenibilità costituiscono un valore aggiunto per i brand che hanno preso gli spazi in affitto di Palazzo Ricordi. Grandi nome come Furla, tra i primi ad insediarsi nell'edificio rinnovato.

Il nuovo edificio risparmia oltre il 35% dei consumi energetici, riducendo del 40% le emissioni di CO2 equivalente, attività responsabile del cambiamento climatico, spiega l'arch Cocco, «ben oltre gli standard di efficienza disposti dalla Direttiva EU per il 2030». Un risultato che inquadra Palazzo Ricordi come un edificio di "classe A", secondo la classificazione energetica italiana, il livello più alto, un obbiettivo che anche molti nuovi edifici faticano a raggiungere. Va notato che il parco immobiliare italiano è composto per la maggior parte da edifici di classe G.
 
Tanti gli interventi eseguiti per ottenere la certificazione LEED. Alcuni molto "semplici" come la realizzazione del parcheggio bici per gli utenti che è stato strategicamente posto all'interno destinando un locale con il posizionamento delle bici in verticale. Oppure le nuove rubinetterie temporizzate e le cassette a doppio flusso (con un conseguente risparmio idrico del 37%).
 
Altre azioni più complesse includono gli interventi mirati di mantenimento e riutilizzo degli elementi strutturali e di facciata con loro consolidamento – oltre l'84% del materiale conservato; l'introduzione un termocappotto interno ad elevato coefficiente di isolamento nonostante la complessità dell'edificio storico; la realizzazione di un impianto geotermico con pompa di calore con emungimento di acqua di falda; il condizionamento con anello di condensazione ad acqua di falda; il rifacimento dei serramenti su disegno originario con vetri selettivi e finestre isolanti.

Articolata è stata anche la gestione di cantiere che ha visto lo sviluppo di un attento piano per la riduzione degli impatti delle attività di costruzione e la ricerca di materiali con caratteristiche di sostenibilità. L'installazione degli impianti è stata perfezionata da un processo di commissioning avanzato, che ha preso avvio fin dalle prime fasi di progettazione e ha verificato l'installazione, la taratura e il funzionamento di tutti gli impianti secondo le richieste da progetto.

La qualità abitativa dell'edificio è stata inoltre migliorata grazie agli impianti di ventilazione di ultima generazione e all'uso di materiali basso-emissivi. Ottimizzata l'illuminazione naturale per oltre il 90% degli spazi regolarmente occupati grazie alla distribuzione interna e alle ampie finestrature dell'edificio.
 
INFORMAZIONI E DOCUMENTAZIONE STORICA
 
La costruzione dell'immobile denominato "Casa Borella" risale al 1880 da parte dell'Opera Pia Borella. Differenti e successivi interventi di ampliamento e consolidamento protrattisi fino al dopoguerra ne determinano la configurazione attuale.

Nel 1920 la Società Ricordi (Casa Ricordi) già affittuaria del Palazzo, ne diviene proprietaria  e nel 1930 presenta un progetto a firma dell'arch. Pierluigi Magistretti per la realizzazione di un ulteriore piano e l'apporto di migliorie all'impianto generale. Il sottotetto viene consolidato, sopraelevato e trasformato in piano abitabile. La licenza di occupazione dei nuovi spazi viene concessa solo nel 1934. Nel decennio 1948-59 si concentrano le più importanti e sostanziali trasformazioni di Palazzo Ricordi, gravemente danneggiato nel corso della Seconda Guerra Mondiale soprattutto nel suo interno. I bombardamenti infatti causarono incendi che distrussero i solai lignei, mentre le facciate non subirono gravi danneggiamenti. Il progetto della ricostruzione è affidato agli arch. Mario Asnago e  Claudio Vender.

Gli interventi principali, di cui si ritrova ampia traccia documentale, possono essere di seguito riassunti:
- Rifacimento dei solai distrutti dai bombardamenti.
- Consolidamento dei setti murari a piano terra prospicienti le vie San Raffaele e Foscolo con la realizzazione di pilastri in cemento armato.
- Realizzazione dell'attuale piano quinto e della copertura.
- Eliminazione delle balconate.
Dal 1960 ad oggi si sono susseguiti interventi di diversa entità. Se ne citano di seguito i principali:
- Arch. Asnago-Vender: inserimento scala da piano secondo a
piano terzo;
- Arch. Asnago Vender: realizzazione dell'attuale piano soppalco
su piano terra.
- Opere di manutenzione straordinaria alle vetrine del negozio e
realizzazione dell'attuale serra.
 
  LA CERTIFICAZIONE LEED CORE&SHELL

Questo sistema di rating LEED aiuta designer, costruttori, imprenditori e proprietari di nuovi edifici a implementare un design volto alla sostenibilità nell'iter progettuale delle strutture. "Core & Shell" interessa gli elementi di base dell'edificio come la struttura, l'involucro e il sistema di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione, senza includere le finiture e le scelte tipicamente di responsabilità degli affittuari che saranno incentivati a completare le rifiniture seguendo le Linee Guida fornite alla firma del contratto di locazione.
Questo rating è pensato come un sistema complementare a LEED "Commercial Interiors", in quanto entrambi sviluppano in modo congiunto criteri per i "green building" rivolgendosi a imprenditori, proprietari e locatari. LEED "Core & Shell" incoraggia l'implementazione di pratiche sostenibili nella progettazione e nella costruzione in tutte le aree su cui gli operatori hanno il controllo. In questo modo i proprietari possono operare scelte "verdi" da cui i futuri locatari potranno trarre beneficio. In conclusione, questo rating vuole creare una sinergia di relazioni che permetteranno ai futuri inquilini di avvantaggiarsi tramite le strategie di sostenibilità ed efficienza effettuate.

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