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venerdì 16 settembre 2016

#SALVAILCLIMA: 15.000 FIRME RACCOLTE DALLA PETIZIONE CHE CHIEDE AL GOVERNO DI RATIFICARE ACCORDO DI PARIGI

Per il promotore Alfonso Pecoraro Scanio: «Subito Ddl di ratifica in Parlamento. L'Italia non sia ultima. Non bastano i tweet, servono atti di Governo e Parlamento»



ROMA 16/09/2016 – La petizione lanciata da Alfonso Pecoraro Scanio su Change.org: "#Salvailclima: subito ratificadell'Accordo di Parigi" ha raggiunto in pochi giorni tantissime adesioni. 

«15.000 firme in meno di una settimana dimostrano- ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell'Ambiente - la sensibilità degli Italiani rispetto all'emergenza del cambiamento climatico». 

Tra i sostenitori: Giorgio Mulé, direttore di Panorama; Daniele Mocio, Tenente Colonnello dell'Aeronautica Militare Italiana; Jacopo Loredan, direttore di Focus, Valerio Massimo Manfredi; Umberto Guidoni e Giancarlo Morandi, presidente del Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo (Cobat).

Come riporta il testo della petizione, il cambiamento climatico globale in atto può mettere a serio rischio la sopravvivenza della specie umana sul pianeta. 

Il processo per mitigare il Climate Change è iniziato a Rio nel 1992, ha avuto una sua tappa cruciale con il protocollo di Kyoto e ha raggiunto un altro momento-chiave, certo meno coraggioso e ambizioso ma almeno sostenuto dalla quasi totalità dei membri dell'Onu, lo scorso dicembre con l'Accordo raggiunto durante la COP21 di Parigi, firmato ad aprile ed oggi in attesa di essere ratificato. 

L'Accordo impegna gli Stati a limitare l'aumento della temperatura entro 1,5 gradi, attraverso misure che dovranno "preparare, comunicare e mantenere" con revisioni periodiche per puntare ad obiettivi sempre più ambiziosi. 

La UE ha definito un nuovo Pacchetto Clima Energia al 2030 che, seppure meno coraggioso del famoso 20/20/20 che segnò un'innovazione vera, impone comunque per il 2030 una riduzione delle emissioni che per l'Italia arriva al 40% (rispetto alle emissioni del 1990).

Per entrare in vigore, si legge nel testo, l'Accordo di Parigi deve essere ratificato da almeno 55 Paesi che rappresentino almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. 

Durante la cerimonia all'ONU, il 22 aprile scorso, alla presenza di 165 Capi di Stato e di Governo, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, dichiarò che l'Italia sarebbe stata tra i primi a ratificare l'Accordo, ma ancora non è stato fatto nulla. 

Al recente G20, gli USA e la Cina, responsabili insieme del 38% delle emissioni globali di gas serra, hanno accelerato la loro ratifica così come stanno facendo numerosi altri Paesi. 

In Italia, invece, il Governo non ha ancora nemmeno trasmesso al Parlamento il Disegno di Legge di ratifica che va proposto dal ministero degli Esteri, di concerto con il ministero dell'Ambiente e altri dicasteri.

«È assurdo che dopo l'impegno del premier a New York il 22 aprile scorso in sede ONU- ha aggiunto Alfonso Pecoraro Scanio - non sia stato nemmeno trasmesso alle Camere il Ddl di ratifica. Lo si faccia subito. Lo dobbiamo all'opinione pubblica italiana e mondiale ma ne va anche della credibilità internazionale del nostro Paese. . Non bastano i tweet, servono atti di Governo e Parlamento».

La fase di concertazione e consultazione dovrebbe essere in corso ma se non si accelera la presentazione alle Camere, peraltro già sollecitata da interrogazioni parlamentari, non si avrà la ratifica nemmeno in tempo per la Cop 22, la conferenza Onu sul clima prevista a Marrakesh, in Marocco, il 7 novembre prossimo.
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