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venerdì 28 aprile 2017

Toscana: VERSO UN NUOVO PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI

Legambiente commenta:

L'anello mancante per la Toscana è una pianificazione efficace e al passo con i tempi

Legambiente plaude all'iniziativa politica di Sinistra Italiana, che con una mozione ha chiesto e ottenuto dal Consiglio Regionale della Toscana di avviare le procedure per un nuovo PRB, il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati.

"Non è esatto dire che il Piano in vigore ponesse obiettivi irraggiungibili al 2020, ma piuttosto riteniamo che gli strumenti necessari per traguardare quegli obiettivi non fossero i più adeguati. – lo dichiarano Fausto Ferruzza e Mariarita Cecchini, rispettivamente Presidente e Responsabile del settore rifiuti di Legambiente Toscana - Cominciare con il mettere in discussione gli impianti in programma, ammettere che l'eccedenza di infrastrutture di trattamento dei residui indifferenziati è un aspetto centrale, ed esige una concentrazione di sforzi per prevenire, ridurre, riciclare, che auspichiamo siano posti al centro del nuovo Piano. Manca infine colpevolmente, nel Piano vigente, la promozione del riutilizzo dell'acqua, altra risorsa preziosa troppo spesso trascurata".

La politica europea svolgerà un ruolo fondamentale, permettendo di realizzare gli investimenti necessari a migliorare la gestione dei rifiuti e sostenere l'applicazione della corretta gerarchia. L'attuale programma di finanziamento (2014-2020) subordina i nuovi investimenti alla conformità dei piani di gestione dei rifiuti predisposti dagli Stati membri per raggiungere i rispettivi obiettivi di riciclaggio. L'aumento del Riciclo è spesso ostacolato dall'incapacità amministrativa, dalla mancanza di investimenti nelle infrastrutture per il riciclaggio e dal ricorso insufficiente a strumenti economici di incentivazione delle filiere industriali delle materie prime seconde.

"Se vogliamo stare dentro i nuovi paradigmi dell'Economia Circolare, dobbiamo adeguare i nostri strumenti: un nuovo Piano, avanzato, innovativo, lungimirante è proprio ciò che ci vuole" – concludono all'unisono Fausto Ferruzza e Mariarita Cecchini.



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Al via il nuovo servizio di raccolta differenziata nella Città di Bari. Decaro: "Inizia un cambiamento radicale per la vita dei cittadini, siamo pronti ad affrontarlo"

AL VIA IL NUOVO SERVIZIO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA NEI QUARTIERI SANTO SPIRITO, PALESE, CATINO, SAN PIO, SAN GIROLAMO, FESCA E SAN CATALDO. 

DECARO: "INIZIA UN CAMBIAMENTO RADICALE PER LA VITA DEI CITTADINI, SIAMO PRONTI AD AFFRONTARLO". 


Al via le attività propedeutiche al nuovo sevizio di raccolta dei rifiuti "porta a porta" della città di Bari. La fase di avvio coinvolge circa 50mila residenti di Santo Spirito, Palese, Catino, San Pio, San Girolamo, Fesca e San Cataldo, quartieri suddivisi in 4 sottozone per consentire un adeguato start-up del sistema. Si comincerà da Santo Spirito, nella parte compresa tra i binari e il mare, per poi proseguire progressivamente nelle altre tre sottozone individuate.

Il nuovo servizio, gestito da Amiu Puglia in base al piano elaborato in collaborazione con CONAI - Consorzio Nazionale Imballaggi e l'amministrazione comunale, è stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, dal sindaco Antonio Decaro, dall'assessore all'Ambiente Pietro Petruzzelli, dal presidente di Conai Roberto De Santis, dal presidente e dal direttore di Amiu Puglia, Gianfranco Grandaliano e Antonio Di Biase.

La raccolta differenziata sarà quindi effettuata con modalità domiciliare "porta a porta" per il conferimento di carta/cartone, imballaggi in plastica e metalli, vetro, frazione organica e secco residuo non differenziabile e riguarda circa 21mila utenze, tra domestiche e non domestiche. 

Nei prossimi giorni sarà spedita a tutti i cittadini interessati una lettera con la quale si indicherà l'avvio della distribuzione del materiale necessario, mentre sono già cominciati lo scorso 19 aprile gli incontri con i cittadini finalizzati a illustrare le modalità del nuovo sistema di raccolta, che proseguiranno anche nei prossimi giorni. Il kit del materiale verrà consegnato dagli eco-facilitatori, gli studenti universitari che hanno partecipato all'avviso pubblico del Comune di Bari: avranno il compito, al termine del corso di formazione che avrà inizio mercoledì 3 maggio, di informare i cittadini illustrando le modalità per una corretta differenziazione e un uso adeguato dei contenitori.

"L'introduzione del servizio di raccolta porta a porta è un cambiamento radicale per la vita dei cittadini e per la gestione del servizio da parte dell'AMIU - ha detto il sindaco Antonio Decaro -. Credo che, come impatto, sia paragonabile solo alla pedonalizzazione della strada in cui viviamo, questo vuol dire che ci aspettiamo qualsiasi cosa dai cittadini e, come sempre abbiamo fatto in questi anni, siamo pronti ad affrontarlo. So che i prossimi saranno mesi impegnativi, discuteremo ogni giorno con i cittadini, quelli più testardi, quelli più pigri, ma sono fiducioso che tra qualche anno, quando la raccolta porta a porta sarà ormai entrata a regime in tutta la città, saranno i baresi per primi a non voler tornare più indietro, così come accade oggi per le aree pedonali. Il servizio di raccolta porta a porta è il futuro e i baresi, al pari degli abitanti di tante altre città italiane e di tanti Comuni della provincia di Bari, sapranno rispondere positivamente a questo cambiamento.
Sono consapevole che la sfida che ci attende sia importante e sono altresì convinto che un sindaco debba ascoltare tutti, ma poi debba avere il coraggio di scegliere e, soprattutto, di decidere quello che crede possa essere il meglio per la propria comunità, anche se la strada non è sempre quella più facile. Voglio infine ringraziare il CONAI che ci accompagnerà in questo percorso e che ci ha aiutato a studiare un modello di introduzione del servizio tarato ad hoc sulla città di Bari, anche in qualità di presidente ANCI per il lavoro svolto per i tanti Comuni italiani. E voglio ringraziare Amiu, un'azienda solida che in questi anni ha saputo dare prova di efficientamento interno e organizzativo, contribuendo in positivo anche al bilancio comunale. Grazie agli utili di Amiu quest'anno abbiamo assorbito per intero il costo sostenuto per l'avvio del nuovo servizio, in modo che i cittadini non dovranno subire alcun aumento della Tari, anzi contiamo già dal prossimo anno, grazie al raggiungimento di percentuali importanti di raccolta differenziata, di poter estendere lo sconto sulla parte variabile del 25% dell'imposta ad un maggior numero di quartieri".

"Sta partendo il più grande cambiamento delle abitudini dei cittadini baresi - ha affermato Pietro Petruzzelli - e cioè le modalità di conferimento dei rifiuti. Toglieremo dalle strade tutti i cassonetti che rappresentano degli attrattori di rifiuti, spesso prodotti dai paesi limitrofi. Distribuiremo casa per casa, negozio per negozio, i contenitori per la raccolta e il materiale informativo, incontrando i cittadini e spiegando loro la semplicità del nuovo sistema. In questi giorni sono già impegnato con gli incontri con i cittadini, le associazioni e i commercianti del quartiere Santo Spirito, il primo territorio interessato. Sono convinto che i cittadini baresi, con il passare del tempo, risponderanno positivamente a questa innovazione del sistema di raccolta, anche per una crescente sensibilità ambientale attenta a lasciare un futuro migliore ai nostri figli. Per questo abbiamo scelto i bambini, che sono i veri agenti di cambiamento, come protagonisti della campagna di comunicazione. L'intento è quello di raggiungere in tempi rapidi gli obiettivi di legge, garantendo contestualmente un elevato livello qualitativo dei materiali raccolti".

"Dopo un'articolata fase di analisi e progettazione - ha commentato Roberto De Santis - annunciamo oggi l'avvio del 1° step per il nuovo piano di raccolta differenziata nella città di Bari. Il progetto, predisposto anche grazie al contributo di CONAI, si propone di raggiungere obiettivi ambiziosi facendo di Bari una delle eccellenze italiane per livelli quantitativi e qualitativi di raccolta differenziata e avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio. Questo intervento, una volta a regime, consentirà di valorizzare al meglio i rifiuti di imballaggio della città, garantendo l'avvio a riciclo certo e i corrispettivi economici previsti dall'accordo quadro ANCI-CONAI".


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Convegno "Rischi climatici e strategie di investimento socialmente responsabile" - Università degli Studi Milano-Bicocca, 3 Maggio 2017


logo PLEF

"Rischi climatici e strategie di investimento socialmente responsabile"

locandina 3 maggio

Mercoledì 3 Maggio 2017, dalle ore 9.00 alle ore 17.30, esperti di finanza, investitori, imprenditori, accademici e rappresentanti delle istituzioni si ritrovano presso l'Auditorium (edificio U12) dell'Università di Milano-Bicocca per dibattere e delineare un quadro esaustivo sui rischi e le opportunità derivanti da una transizione verso una economia a basso utilizzo di carbone e per valutarne l'impatto rispetto alle decisioni di investimento socialmente responsabile.

Il convegno, organizzato da PLEF-Planet Life Economy Foundation, AIAF-Associazione Italiana Analisti e consulenti Finanziari e DI.SEA.DE-Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l'Economia dell'Università Bicocca di Milano, è parte di un ampio progetto di ricerca che ha coinvolto oltre trenta organizzazioni appartenenti al mondo della finanza e degli investimenti responsabili ed esperti di analisi di sostenibilità.


programma giornata 3 maggio


Partecipazione gratuita, previa registrazione entro il 30 Aprile su:

www.eventbrite.it/e/biglietti-i-rischi-climatici-e-le-strategie-di-investimento-socialmente-responsabile-33343083059



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Bioreval, la soluzione per dare efficienza agli impianti biogas


 


Pordenone, 28 aprile 2017. Biovalene Srl si definisce come una start up innovativa, operante nel settore della ricerca biotecnologica, della depurazione delle acque e delle soluzioni più innovative per l’efficientamento energetico

Attualmente impegnata nella prima mappatura genomica dei ceppi batterici ad alta resa presenti negli impianti di produzione del biogas, è anche già presente sul mercato con un prodotto capace di ottimizzare i processi degli impianti esistenti.

Questa soluzione, denominata Bioreval, è un acceleratore di processo adattabile a qualsiasi tipo di impianto, per tecnologia e dimensione, che si applica senza alterazioni o modifiche della struttura. 

«L’innovazione rappresentata da Bioreval - dichiara Fabio Messinese, amministratore delegato di Biovalene - è il fatto che, mentre le altre tecnologie vanno a lavorare direttamente sul digesto centrale e, spesso, introducono materiale liofilizzato, la nostra soluzione opera direttamente sui materiali presenti, senza introdurre sostanze estranee.
La nostra idea di fondo è che un impianto funzioni meglio quando i batteri sono più affamati: questo riduce i costi, ottimizza i consumi e migliora la produzione».

Qual è il processo di funzionamento di questa soluzione quindi? 
Lo spiega ancora Fabio Messinese: «Bioreval preleva una quota di biomassa dal digestore centrale, la potenzia alimentandola con macroelementi e con batteri selezionati dai laboratori di Biovalene
All’interno degli ambienti della macchina i batteri hanno modo e tempo di moltiplicarsi aumentando la loro capacità digestiva: questo punto vengono immessi di nuovo nel digestore principale per coinvolgere tutte le masse presenti in questo processo di accelerazione. 
A seconda della propria immaginazione potremmo definire Bioreval come l’equivalente di un turbocompressore oppure come una palestra per affamare i batteri».

I processi precedentemente descritti garantiscono la stabilità dei processi digestivi, una importante discontinuità della carica batterica naturale che diminuisce il rischio di blocco e il conseguente calo della produttività. 

«Bioreval - continua Messinese - è già stato testato dal 2014 su impianti da 1MWe. Messo a regime nel 2015 e tutt’ora in funzione, ha svolto positivamente il suo lavoro confermando tutta l’innovatività di questo prodotto».

L’installazione e la gestione di Bioreval sono completamente a cura di Biovalene che per gestirne le attività ha anche creato un’applicazione per operare da remoto sulla soluzione.

«Grazie alla piattaforma Gelso, infatti, possiamo tenere sotto costante monitoraggio l’andamento dei processi all’interno di Bioreval, con un controllo totale dell’evoluzione di pressione, gas, pH, ecc. Grazie ad algoritmi di nostra sintesi possiamo intervenire in tempo reale sulla macchina per ottimizzare i flussi di efficienza» dichiara Fabio Messinese. 

Come anticipato Bioreval si applica esternamente a qualsiasi impianto già esistente, senza procedere a modifiche strutturali: il modello standard lavora su impianti da 700kW a 1MW è una soluzione interamente gestita da Biovalene: progettazione, installazione, service e manutenzione sono completamente gestiti dall’azienda pordenonese. 

«Bioreval - conclude Fabio Messinese - è una soluzione non energivora, non invasiva, totalmente autosufficiente, che riduce l’alimentazione degli impianti almeno del 10% e quindi libera porzioni coltivate per altri usi aumentando la rendita agraria. 
Da sottolineare che le fasi di progettazione dell’impianto coinvolgono interamente la centrale con una ripianificazione dei materiali utilizzati».

Eco Open Days: Associazione Ebs e Fareambiente aprono le porte delle centrali a biomasse italiane

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Roma, 28 aprile 2017. Secondo l’ultimo rapporto del GSE (Gestore Servizi Energetici), biomasse e pannelli solari termici sono i generatori di energia verde preferiti dagli italiani. Ma cosa sono le biomasse e come vengono convertite in energia? Quali sono le potenzialità di tutela ambientale e sviluppo economico per i territori nei quali s’insediano?

Per fare luce su questi e altri aspetti, l’Associazione Energia da Biomasse Solide - che raggruppa i principali operatori del settore, con una potenza complessiva installata di oltre 280 MW – e FareAmbiente, movimento ecologista europeo, danno il via agli Eco Open Days, durante i quali le centrali a biomasse italiane apriranno le proprie porte al pubblico.

L’iniziativa partirà dall’impianto di BiOlevano a Olevano di Lomellina (PV) giovedì 4 maggio, per poi proseguire presso le centrali a biomasse di Calabria e Sardegna. Durante le visite – dalla durata di 4 ore circa - i tecnici e i gestori degli impianti illustreranno ai visitatori i siti, il processo di approvvigionamento della biomassa e il funzionamento degli impianti, nonché le ricadute territoriali e socio economiche delle centrali.

“Ritengo fondamentale aprirci a studenti e cittadini affinché comprendano a pieno sia il modello di sviluppo delle centrali a biomasse sia il ruolo ambientale ed economico che il comparto riveste per il sistema Paese. Informazione e sensibilizzazione nella fase attuale sono indispensabili per promuovere e tutelare le energie rinnovabili in Italia” – afferma Simone Tonon, Presidente dell’Associazione Energia da Biomasse Solide.

“Bisogna superare le barriere culturali e sensibilizzare l’opinione pubblica, perché solo così si avrà anche l’attenzione della politica, e promuovere un settore, quello delle biomasse, di grande tradizione e di basso impatto ambientale” – concludeVincenzo Pepe, Presidente di FareAmbiente.

La visita è gratuita e per partecipare è necessario inviare un'email a fareambientenazionale@gmail.com

Forum PA 2017 - Una nuova PA per lo sviluppo sostenibile: 23 - 25 maggio 2017, Roma


FPA dà appuntamento a Roma, dal 23 al 25 maggio, per la 28a edizione di FORUM PA.
FPA dà appuntamento a Roma, dal 23 al 25 maggio, per la 28a edizione di FORUM PA

È online il programma congressuale (in aggiornamento) e sono aperte le iscrizioni ai singoli eventi.

FORUM PA 2017

23 - 25 maggio 2017
Roma Convention Center – La Nuvola
Viale Asia – zona EUR, Roma

FORUM PA ha scelto come tema guida dell'edizione 2017 il ruolo che le amministrazioni pubbliche possono e debbono avere nello sviluppo sostenibile della società. 

Il filo conduttore sarà dato dall'Agenda 2030 e dai relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell'acronimo inglese), approvati recentemente dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

A FORUM PA 2017 sono in programma tre giorni di approfondimento e confronto su tre dimensioni:
  • SCENARI DI SOSTENIBILITÀ: visioni di un futuro possibile
    I grandi eventi di scenario di FORUM PA con visioni, politiche e prospettive su innovazione digitale, nuovi modelli di amministrazione e PA per la crescita.
  • POLITICHE DI SOSTENIBILITÀ: le grandi sfide del paese per lo sviluppo equo e sostenibile
    Un'occasione unica di aggiornamento e di conoscenza su tutti i processi di riforma e di cambiamento in atto. Ci confronteremo con i diretti protagonisti delle politiche, linee guida e programmi.
  • INNOVAZIONE PER LA SOSTENIBILITÀ: visioni ed esperienze di PA digitale
    Faremo il punto e tracceremo scenari su temi chiave quali: sanità digitale, giustizia digitale, scuola digitale, data management, infrastrutture, cybersecurity, pagamenti, procurement dell'innovazione, cittadinanza digitale.
Ecco il programma congressuale (in costante aggiornamento).
L'edizione 2017 di FORUM PA si aprirà il 23 maggio prossimo, con grandi temi, grandi ospiti e guru internazionali, Ministri, vertici amministrativi, a cominciare dalla lectio magistralis di Jeffrey Sachs, leader mondiale nello sviluppo sostenibile.

L'ingresso alla Manifestazione è libero e gratuito. Naviga il programma dei lavori e iscriviti ai singoli eventi.
#forumpa17
info@forumpa.it
tel. 06684251
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car2go compie un anno in Cina


Chongqing è la location car2go con più utenti al mondo

car2go e Car2Share si uniscono e diventano car2go China Co., Ltd. per fornire ai clienti una migliore esperienza di mobilità

Stoccarda/Chongqing, 28/04/2017 – Esattamente un anno fa, il servizio car2go, pioniere nel campo del carsharing a flusso libero, lanciava la sua prima location asiatica a Chongqing, nella Cina sud-occidentale. 

E fin dal suo esordio è stato chiaro che car2go avrebbe raggiunto ottimi risultati anche in Oriente: la richiesta delle 600 smart fortwo di car2go, che hanno invaso le strade di Chongqing con il claim “JiXing”, ovvero “parti subito”, è stata infatti enorme. 

E grazie alla crescita ineguagliata del numero di clienti, Chongqing è diventata, dopo solo un anno, la location car2go con più iscritti al mondo. Recentemente, inoltre, car2go in Cina ha annunciato la fusione con il servizio di carsharing station-based di Car2Share, così da incontrare ancora di più le esigenze di mobilità dei cittadini.

Klaus Entenmann, Board of Management di Daimler Financial Services AG, è molto soddisfatto dei risultati raggiunti: “L'introduzione nel mercato cinese di car2go è per noi di grande importanza e dimostra che il nostro concetto di carsharing a flusso libero ha successo in uno dei mercati con più grande potenziale di crescita al mondo".

Olivier Reppert, CEO di car2go Group GmbH aggiunge: “Il carsharing free-floating riduce il traffico nelle città, libera spazio prezioso per il parcheggio e migliora la qualità dell’aria. Così car2go contribuisce a migliorare la qualità della vita a Chongqing e, allo stesso tempo, soddisfa i bisogni di mobilità dei residenti. Siamo, quindi, convinti che raggiungeremo ottimi risultati anche in altre metropoli asiatiche.”

E per rendere i servizi di mobilità offerti ancora più interessanti, car2go e Car2Share si uniscono sotto l’ala di Mercedes-Benz Auto Finance Ltd., creando la società car2go China Co., Ltd.

Chen Bing, CEO di car2go China, spiega: “Con questa unione e con il know-how dei marchi car2go e Car2Share, saremo in grado di offrire ai nostri clienti soluzioni di mobilità su misura.”

Unendo le attività di car2go e Car2Share, car2go China Co. è, dunque, presente in sette località cinesi: Car2Share gestisce circa 70 stazioni di noleggio fisse a Pechino, Shanghai, Shenzhen, Chengdu, Hangzhou e Guangzhou, mentre car2go fornisce il sistema di carsharing a flusso libero nella città di Chongqing. Con la fusione, diventano 250.000 i clienti in Cina che hanno percorso oltre cinque milioni di chilometri a bordo del carsharing, vale a dire 121 giri intorno alla Terra.

 

Vaillant: the green evolution

La salvaguardia del Pianeta, al centro della strategia del brand, motore di una lunga serie di iniziative coordinate

Milano, 28 aprile 2017 – Innovazione, leadership tecnologica e salvaguardia dell’ambiente rappresentano per Vaillant, oggi più che mai, elementi intimamente interconnessi e insieme fondamenta comuni della propria visione di crescita e di progresso sostenibili, nonché della propria missione come azienda: internamente, nella società e nei confronti di partner e clienti.

Sarebbe infatti impossibile e contraddittorio, per una realtà da sempre proiettata nel futuro, pensare di offrire il massimo del comfort domestico e ignorare al tempo stesso i costi di un atteggiamento irresponsabile, che finirebbero per ripercuotersi proprio su quel benessere che promette di assicurare.

Per questo motivo Vaillant Italia ha deciso di rinnovare il proprio impegno per la salvaguardia dell’ambiente raccogliendo e valorizzando le diverse attività poste in essere dando vita a The Green Evolution.

Contribuire concretamente alla salvaguardia del Pianeta rappresenta oggi il primo impegno per Vaillant. Un impegno preciso, mirato a raggiungere il minor impatto ambientale nel più breve tempo possibile”, ha dichiarato Gherardo Magri, Amministratore Delegato di Vaillant Italia. “Si tratta di un impegno serio e duraturo, che vede concrete applicazioni a partire dai processi di progettazione e produzione, che coinvolge fornitori, clienti, partner e noi stessi in prima persona: un invito a essere protagonisti del cambiamento rivolto a tutti”.

In azienda The Green Evolution si sostanzia sia attraverso piccoli gesti quotidiani, come un’attenta raccolta differenziata, la lotta agli sprechi energetici, il riciclo e la rottamazione sostenibile delle dotazioni tecnologiche obsolete, sia attraverso attività che richiedono un maggiore impegno e investimenti specifici.

Vaillant ha intenzione di ridurre sensibilmente la propria impronta ecologica attraverso la produzione di energia verde; questo progetto verrà finalizzato entro l’inizio del 2018.

E’ previsto anche il rinnovamento della flotta aziendale con veicoli a basso impatto sia ibridi sia elettrici; il progetto è stato lanciato partendo dallo studio di fattibilità e dalla verifica dei tempi tecnici della sostituzione.

Questi sono i nuovi obiettivi di un processo continuativo che ha già visto l’efficienza della sede italiana al centro degli investimenti: nell’intero complesso sono stati rinnovati i sistemi di riscaldamento, produzione di acqua calda e climatizzazione, con l’installazione di tecnologie di ultima generazione sia a gas sia rinnovabili.

Per migliorare ulteriormente la performance energetica e ridurre le dispersioni termiche sono state sostituite le vetrate e i numerosi infissi, migliorando sensibilmente la relazione edificio impianto.

Essere coerenti con la propria visione significa inoltre per Vaillant contribuire a diffondere modelli di vita e di consumo ecocompatibili. Per farlo è necessario in primo luogo conoscere gli atteggiamenti e monitorare la sensibilità degli italiani in tema ambientale.

Così la prima declinazione in ambito sociale di The Green Evolution è la ricerca, che nel corso del 2016 ha portato alla creazione dell’indice MyGreen IQ e che quest’anno ha visto Vaillant tra i principali partner del Terzo Osservatorio Nazionale sullo stile di Vita Sostenibile promosso da LifeGate.

Ricerca che non è solamente sociologica ma è anche conoscenza delle potenzialità del settore nel quale il brand opera, le moderne tecnologie per il riscaldamento, che rappresentano uno degli strumenti più potenti per giungere al successo dell’ “evoluzione verde”. Basti considerare che oltre il 40% dei consumi energetici nei paesi UE è assorbito dagli edifici e che in Italia quasi il 18% della CO2, il principale gas serra, è prodotto dal settore residenziale.

Nel nostro Paese, delle oltre 19 milioni di caldaie operanti, il 70% (circa 14 milioni), sono di tipo tradizionale, a bassa efficienza, mentre addirittura 7 milioni sono ormai obsolete, quindi a bassissima efficienza e con emissioni significative di CO2.

Grazie alla sostituzione di queste caldaie con modelli a condensazione, si potrebbero ridurre del 16% le emissioni di gas serra del settore residenziale, mentre ogni famiglia potrebbe godere di un risparmio medio in bolletta di oltre 300€. Per avere un termine di paragone, sostituire una vecchia caldaia con una moderna a condensazione equivale a ridurre le emissioni di una quota pari a quella prodotta da un’auto di media cilindrata in cinque mesi.

Cosciente di tutto ciò, Vaillant è da tempo impegnata in una campagna promozionale per la rottamazione delle caldaie vecchie e inefficienti, con la quale intende fornire un contributo diretto all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico.

Sempre nell’ambito del proprio impegno per il Pianeta, lo scorso 22 aprile, in corrispondenza della Giornata Mondiale della Terra, Vaillant ha lanciato un’iniziativa social che mira a coinvolgere le persone, stimolandole ad avere comportamenti virtuosi dal punto di vista dell’eco-sostenibilità.

In questo caso The Green Evolution ha preso la forma di una chatbot, che attraverso la voce dell’assistente virtuale Gaia, il pianeta Terra, ha chiamato tutti a diventare supereroi della sostenibilità.

Visitando il sito www.thegreenevolution.it è possibile entrare in contatto con Gaia e cominciare a ricevere i suoi suggerimenti quotidiani. Una serie di simpatici widget faranno poi da stimolo a impegnarsi perché gli spunti ricevuti si trasformino in vere e proprie abitudini.

Attraverso The Green Evolution Vaillant è inoltre impegnata a sviluppare occasioni di collaborazione con le istituzioni e trasmettere ai propri partner l’importanza di un approccio ecosostenibile, evidenziando anche i vantaggi i termini economici e utilizzandoli come stimolo a essere virtuosi.

Il Gruppo Vaillant
Vaillant è il marchio tedesco di eccellenza, protagonista nella tecnologia per il comfort domestico.

Gran parte della produzione si svolge in Germania, dove sono fabbricate pompe di calore, pannelli solari, sistemi per impianti combinati di micro-cogenerazione e caldaie alimentate a gas.

Dietro ogni prodotto Vaillant c’è la forza innovativa dei progettisti tedeschi, supportata dal massimo della qualità e dell’affidabilità. La ricerca ecocompatibile e il risparmio

energetico sono al centro dello sviluppo industriale del gruppo. Per questo sono indispensabili i migliori materiali, una lavorazione a regola d’arte e una manutenzione semplice.

Con più di 12.300 dipendenti e un fatturato pari a 2,4 mld di euro nel 2015, Vaillant sviluppa e realizza i suoi prodotti in 13 unità produttive dislocate in otto paesi. Ha filiali commerciali in 20 paesi del mondo ed esporta i propri prodotti in più di 60 nazioni. Il Gruppo nasce nel 1874 a Remscheid, in Germania da Johann Vaillant ed è ancora oggi controllato dalla famiglia.


Il brand Vaillant in Italia
Il brand Vaillant opera in Italia dal 1960 e offre soluzioni per il riscaldamento, la fornitura di acqua calda e le soluzioni ad energia rinnovabile, proponendo sistemi integrati a zeolite, sistemi solari termici e pompe di calore elettriche che, come sorgente fredda, possono sfruttare l’aria, l’acqua di falda e il terreno.

La rete di vendita conta oggi 27  agenzie commerciali. I centri di assistenza tecnica ufficiale sono 500, di cui 240 esclusivisti Vaillant. Sul territorio sono presenti 150 showroom; sono i “Vaillant Service Plus”, autentici professionisti del calore selezionati per l’eccellente livello di assistenza, che si distinguono per interventi entro le 24 ore dalla chiamata, l’esclusivo servizio “7 Giorni No Stop” e formule personalizzate di manutenzione e assistenza.

All’interno dell’azienda, una divisione interamente dedicata alla formazione di progettisti e installatori, la Master Division Consulting, fornisce consulenza tecnica specializzata in fase di progettazione e installazione di sistemi integrati complessi a tutti i professionisti del settore.

www.vaillant.it

Italiani e sostenibilità: the green evolution

Vaillant getta un nuovo sguardo sulle attitudini ambientali degli italiani e rinnova il proprio impegno a favore del Pianeta

Milano, 28 aprile 2017 – A un anno dalla presentazione di MyGreen IQ, l’indice sugli atteggiamenti e le abitudini in materia ambientale dei cittadini europei, Vaillant Italia torna a indagare sul rapporto tra italiani e sostenibilità, per portare alla luce le diverse sensibilità e rafforzare il proprio impegno nella salvaguardia del Pianeta: un impegno che è parte fondamentale della strategia del brand e che si concretizza in tutta una serie di azioni che danno vita a The Green Evolution.

I nuovi dati, emersi da un approfondimento deI III Osservatorio sugli stili di vita sostenibile, promosso da Lifegate e curato da Eumetra Monterosa, evidenziano come in un periodo come quello attuale, caratterizzato da un quadro internazionale particolarmente instabile, gli italiani ritengano di primaria rilevanza temi di natura ambientale come l’allarme smog nelle grandi città e il fenomeno dei cambiamenti climatici

Argomenti questi che preoccupano più dei rischi legati al terrorismo fondamentalista e delle conseguenze degli intensi flussi migratori.

Sono questi due infatti, rispettivamente con il 79% e il 72%, i problemi che più preoccupano gli italiani. Più del terrorismo, che si ferma al 63% o dei fenomeni migratori, che si attestano al 51%. 

Questa preoccupazione è assolutamente trasversale tra gli abitanti dello Stivale, ritrovandosi in maniera piuttosto omogenea sia dal punto di vista geografico che da quello anagrafico, con una prevalenza però delle donne (76%) sugli uomini (68%) per quanto riguarda nello specifico i cambiamenti climatici.

Per contrastare questi fenomeni, gli italiani ritengono sia necessario investire nelle fonti energetiche rinnovabili (90%) e nel potenziamento dei mezzi pubblici (89%), con la prima soluzione che raccoglie praticamente un plebiscito nel nordest (98%) e nella fascia di età 55-64 anni (99%), e vede un leggero calo di gradimento solo nelle regioni centrali, dove raccoglie comunque un 76% di preferenze.

Andando a indagare il rapporto tra gli italiani e i problemi ambientali in ambito urbano emerge un quadro più variegato. Tra le soluzioni che i nostri connazionali ritengono più adeguate spicca la raccolta differenziata dei rifiuti speciali nelle isole ecologiche (81%), la sostituzione dei sistemi di illuminazione pubblici esistenti con sistemi a led di ultima generazione (78%) e la riqualificazione energetica di edifici e passaggio all’utilizzo di energia rinnovabile (62%).

Su questi temi si evidenzia una particolare sensibilità del nordest, che è primo sulla raccolta differenzia dei rifiuti speciali (86%), sul tema illuminazione (83%) e sull’efficientamento energetico degli edifici (67%), con quest’ultimo argomento che vede il centro (63%) e il sud (62%) più attenti del nordovest (58%).

Si conferma invece il particolare attaccamento degli italiani all’utilizzo della propria vettura per spostarsi, che si riflette sul consenso degli italiani rispetto all’istituzione di aree a traffico limitato a pagamento. In questo caso a essere d’accordo è solo il 45% degli intervistati, con una prevalenza degli uomini (49%) sulle donne (40%). 

Il virtuoso, almeno nelle intenzioni, nordest è il fanalino di coda di questa classifica (38%), preceduto dal sud (43%), dal nordovest (47%) e dal centro (51%).

Scendendo nel dettaglio ed entrando nelle case degli italiani, si scopre che i pilastri sui quali si basano le buone abitudini sostenibili sono due: la raccolta differenziata (71%) e l’utilizzo di elettrodomestici a basso consumo energetico (53%).

Quest’ultimo ambito vede nuovamente il nordest capofila (58%), seguito da nordovest e centro (57%), mentre il sud risulta più staccato (43%).

Gli elettrodomestici “green” rappresentano poi, insieme alle lampade a led, gli oggetti di casa per i quali gli italiani si dichiarano disposti a spendere di più pur di essere ecosostenibili, rispettivamente con il 76% e l’80% delle preferenze.

Gli uomini in questo caso si dimostrano più attenti delle donne (83% contro 70%), il nordest si conferma campione della sensibilità (84%) mentre è il centro, con il 67%, a segnare il passo.

Rimane invece limitata a circa un italiano su tre (31%) la percentuali degli italiani disposti a spendere di più per acquistare energia prodotta da fonti rinnovabili, con un crollo della disponibilità nelle fasce di età sopra i 45 anni e solamente il centro a porsi sopra la media nazionale (41%).

Ciononostante gli italiani riconoscono le aziende del settore energetico tra quelle più virtuose in tema ambientale (44%), seconde solo alle imprese che producono elettrodomestici (45%).

Queste ultime sono più apprezzate dalle donne (49%) che dagli uomini (41%), forse perché su di loro ricadono ancora oggi i maggiori carichi di lavoro in casa, con conseguente maggiore dimestichezza con gli elettrodomestici. La percentuale più alta di “fan” delle aziende che operano in questo settore si registra al sud (49%) con le altre aree del Paese praticamente allineate con la media nazionale.


Il Gruppo Vaillant
Vaillant è il marchio tedesco di eccellenza, protagonista nella tecnologia per il comfort domestico.

Gran parte della produzione si svolge in Germania, dove sono fabbricate pompe di calore, pannelli solari, sistemi per impianti combinati di micro-cogenerazione e caldaie alimentate a gas.

Dietro ogni prodotto Vaillant c’è la forza innovativa dei progettisti tedeschi, supportata dal massimo della qualità e dell’affidabilità. La ricerca ecocompatibile e il risparmio

energetico sono al centro dello sviluppo industriale del gruppo. Per questo sono indispensabili i migliori materiali, una lavorazione a regola d’arte e una manutenzione semplice.

Con più di 12.300 dipendenti e un fatturato pari a 2,4 mld di euro nel 2015, Vaillant sviluppa e realizza i suoi prodotti in 13 unità produttive dislocate in otto paesi. Ha filiali commerciali in 20 paesi del mondo ed esporta i propri prodotti in più di 60 nazioni. Il Gruppo nasce nel 1874 a Remscheid, in Germania da Johann Vaillant ed è ancora oggi controllato dalla famiglia.


Il brand Vaillant in Italia
Il brand Vaillant opera in Italia dal 1960 e offre soluzioni per il riscaldamento, la fornitura di acqua calda e le soluzioni ad energia rinnovabile, proponendo sistemi integrati a zeolite, sistemi solari termici e pompe di calore elettriche che, come sorgente fredda, possono sfruttare l’aria, l’acqua di falda e il terreno.

La rete di vendita conta oggi 27  agenzie commerciali. I centri di assistenza tecnica ufficiale sono 500, di cui 240 esclusivisti Vaillant. Sul territorio sono presenti 150 showroom; sono i “Vaillant Service Plus”, autentici professionisti del calore selezionati per l’eccellente livello di assistenza, che si distinguono per interventi entro le 24 ore dalla chiamata, l’esclusivo servizio “7 Giorni No Stop” e formule personalizzate di manutenzione e assistenza.

All’interno dell’azienda, una divisione interamente dedicata alla formazione di progettisti e installatori, la Master Division Consulting, fornisce consulenza tecnica specializzata in fase di progettazione e installazione di sistemi integrati complessi a tutti i professionisti del settore.
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Una settimana al via di "Ride Green" al #Giro100

La corsa ciclistica per la Maglia Rosa si tinge di verde grazie al progetto di gestione sostenibile dei rifiuti, promosso da Rcs Sport e Cooperativa ERICA.

Previste “isole ecologiche” nel cuore dell’Open Village, raccolta differenziata e stoviglie compostabili nelle aree Hospitality e “Green Zone” per gli atleti.


Alba, 28 aprile 2017 – Solo più una settimana alla partenza, venerdì prossimo 5 maggio, dell’edizione numero 100 del Giro d’Italia, che quest’anno si tinge nuovamente di verde grazie a “Ride Green”, progetto integrato di raccolta differenziata dei rifiuti.

Il format eco-sostenibile, già sperimentato con successo lo scorso anno (raggiungendo l’84% di differenziata su oltre 57 tonnellate, di scarti, raccolte), è stato messo a punto da Rcs Sport e da E.R.I.C.A. Soc. Coop., azienda leader nazionale nella progettazione e comunicazione ambientale.

“Ride Green” prevede la gestione ecosostenibile dei rifiuti -in tutte le 21 tappe della Corsa Rosa 2017, da Alghero a Milano- grazie alla presenza di apposite “isole ecologiche” nel cuore dell’Open Village, presidiate dai comunicatori ambientali ERICA e da circa 250 volontari in tutta Italia. 

Tali eco-punti verranno resi visibili grazie ad appositi materiali di comunicazione e allestiti con una segnaletica informativa, realizzata in cartone riciclato da 100% Campania. 

Qui sarà possibile gettare in modo separato i rifiuti, consentendo quindi l’avvio al riciclo di tutti i materiali differenziabili, grazie alle sinergie con le diverse aziende di raccolta attive nei territori sede di tappa.

Anche tutte le aree Hospitality, al pari delle cucine e delle aree parcheggio per i bus dei team, saranno dotate di mastelli e sacchi per la raccolta differenziata.

Le forniture -oltre 1.200 contenitori prodotti ad hoc da Eurosintex e marchiati Ride Green- verranno quindi regalate al termine della manifestazione ai vari Comuni coinvolti.

La minimizzazione degli impatti ambientali del #Giro100 passerà inoltre attraverso la fornitura di stoviglie e attrezzature compostabiliper la somministrazione di cibi e bevande, realizzate in MaterBi e fornite da Novamont.

È infine prevista la realizzazione di apposite “Green Zone” in ogni tappa, aree in cui i corridori, poco prima del traguardo o dei tratti più impegnativi, potranno disfarsi dei propri rifiuti, che verranno raccolti e avviati correttamente al recupero o allo smaltimento.

Il progetto ambientale è reso possibile anche grazie al supporto di Corepla – Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica, che garantirà l’avvio al riciclo delle plastiche raccolte separatamente presso gli impianti convenzionati, e di RiciclaTv, canale nazionale di informazione ecosostenibile.

L’intera organizzazione sostenibile dell’evento sarà quindi analizzata da IMQ, utilizzando una metodologia standardizzata e riconosciuta a livello internazionale, per redigere il bilancio ambientale e sociale della Corsa.

“Ride Green” dimostra che il Giro d’Italia non è solamente un evento sportivo, ma è anche un importante strumento di comunicazione, utile per trasmettere tutti i valori che esso rappresenta, inclusi quelli della tutela dell’Ambiente.

«Siamo convinti che l’esempio positivo di grandi campioni possa superare il valore simbolico, diventando esempio per le tante persone che seguono la corsa; anche la scelta di posizionare le isole ecologiche al centro del Village è una precisa scelta comunicativa, per inviare a tutti il messaggio che i rifiuti non sono un problema da tenere nascosto ma una risorsa da gestire correttamente -dichiara Roberto Cavallo, amministratore delegato di ERICAAncora una volta punteremo molto sulla sensibilizzazione di tutti i partecipanti, grazie anche alla grande collaborazione con i territori coinvolti, con le amministrazioni, le aziende e tutti i volontari che ci affiancheranno. L’edizione del Centenario ci dà un motivo in più per fare ancora meglio rispetto al già ragguardevole risultato raggiunto lo scorso anno, dimostrando come sia possibile rendere eco-sostenibili anche i grandi eventi nazionali. Inoltre, per un evento davvero a rifiuti zero, i prossimi passi saranno quelli di collaborare con le aziende promotrici e sostenitrici del Giro in modo che i materiali distribuiti producano meno rifiuti e siano tutti riciclabili. In altre parole, siamo sulla buona strada e ci aspettano nuove sfide».

SMOG: COLDIRETTI, SERVE BONUS VERDE MANGIAPOLVERI IN CITTÀ

Solo 15,9 mq di verde pubblico per abitante a Roma, 17,2 di Milano e 21 di Torino


Bisogna intervenire in modo strutturale per combattere lo smog con un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. 

E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'invio all'Italia da parte della Commissione europea di una lettera con un parere motivato, seconda fase della procedura di infrazione, affinche' adotti "azioni appropriate" per ridurre le emissioni di particolato Pm10 per l'inquinamento eccessivo riscontrato nell'aria. 

Secondo l'analisi della Coldiretti queste metropoli italiane hanno una ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino. 

Una disponibilità – sottolinea la Coldiretti - addirittura inferiore a quella già bassa della media dei capoluoghi di provincia che è di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano per abitante. Una pianta adulta - sottolinea la Coldiretti -  è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Un'opportunità importante da sfruttare anche per evitare il rischio della maximulta in arrivo dall'Ue per lo sforamento dei limiti di polveri sottili. 

Il verde urbano in Italia pero' - precisa la Coldiretti - rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) sulla base dell'ultimo rilevamento Istat. 

In questo contesto - conclude la Coldiretti - è necessario intervenire per qualificare il verde pubblico ma sono importanti anche interventi a favore di quello privato a partire da misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi, cosiddetto "bonus verde" da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici.

giovedì 27 aprile 2017

PLASTICA, M5S: "PENALIZZATE QUELLE BIO DA PROSSIMA SPERIMENTAZIONE CONAI"

Nugnes: "Chiediamo l'audizione del Conai in Bicamerale"

Roma, 27 aprile 2017 - «Partirà dal primo luglio la sperimentazione del nuovo contributo ambientale corrisposto per gli imballaggi avviata da Conai. Ebbene: secondo le nuove tabelle, come abbiamo appreso in Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti audendo Assoplastica, le plastiche compostabili sono inserite nella fascia tariffaria più alta. Un danno economico e all'ambiente poichè secondo queste nuove tabelle, che partiranno in via sperimentale il primo luglio e definitivamente dal primo gennaio 2018, il compostaggio non viene valutato come riciclo. È un fatto gravissimo», denuncia la senatrice M5S Paola Nugnes della commissione Ambiente e di quella di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

«Si passerà dagli attuali 188 euro a tonnellata di contrinuto a un aggravio di circa 200 euro. Tutto il settore delle bioplastiche sarà in grande difficoltà>

«C'è molta confusione e commistione nel settore delle plastiche e delle bioplastiche e difficoltà anche per il consumatore ad avere contezza del giusto modo in cui smaltire le une e le altre ed il continuo pericolo che plastiche in politilene finiscano nella raccolta dell'umido. Sono necessari provvedimenti anche legislativi al fine si fare chiarezza. Il MoVimento 5 Stelle ha già presentato una proposta di legge alla Camera a prima firma Mannino per vietare come già in Francia avviene, in manier definitiva il monouso non biodegradabile. Ne presenteremo a breve  una anche al Senato».

«Chiederemo in Bicamerale - conclude la Nugnes - l'audizione del Conai per avere contezza di questi maggiori costi». 


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Programma The Good Growth Plan, Syngenta presenta il proprio contributo allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile

Syngenta, a tre anni dal lancio del programma The Good Growth Plan, fornisce un ulteriore aggiornamento del proprio contributo per un'agricoltura produttiva e in armonia con la Terra: più che raddoppiate le aziende nel programma di miglioramento della sostenibilità.

Syngenta, azienda completamente dedicata all'agricoltura a livello globale, ha divulgato i risultati dei primi tre anni del The Good Growth Plan, il piano lanciato dall'azienda nel 2013 che comprende sei ambiziosi impegni da raggiungere entro il 2020 per contribuire a un'agricoltura sostenibile e allo sviluppo delle comunità rurali.

Da sempre l'agricoltore viene identificato come il primo custode dell'ambiente e grazie all'agricoltura è possibile contenere fenomeni come il degrado e l'abbandono della terra. 

Oggi tuttavia, di fronte alla necessità di aumentare la produttività agricola per garantire cibo sano, sicuro e in abbondanza a una popolazione in grande crescita, è fondamentale gestire in maniera sostenibile le risorse naturali dell'ecosistema: gli impegni contenuti in The Good Growth Plan rappresentano il contributo di Syngenta allo sviluppo di un'agricoltura produttiva e attenta alla sostenibilità.

Nel 2016 i dati raccolti su 3.700 aziende agricole in 42 Paesi evidenziano che:

·         I progetti di Syngenta hanno contribuito al miglioramento della biodiversità e della conservazione del suolo su un totale di 9.2 milioni di ettari, arricchendo gli habitat naturali in 34 Paesi. Se si sommassero tutti i programmi dedicati al suolo e alla biodiversità, si coprirebbe un'area prossima alle dimensioni del Portogallo. Un contributo fondamentale arriva dal progetto Soja+Verde in Brasile, dove Syngenta lavora in partnership con The Nature Conservancy (TNC) per il recupero della foresta pluviale nelle zone rurali.
·         Syngenta ha raggiunto e coinvolto oltre 16,5 milioni di piccoli produttori e le proprie aziende di riferimento hanno beneficiato almeno dell'8% di aumento della produttività, a dimostrazione di come il potenziale della tecnologia e delle conoscenze agronomiche possa aiutare i piccoli produttori non solo nel sostentamento delle loro famiglie ma anche nel generale miglioramento delle loro condizioni di vita.
·         Sono state formate circa 7 milioni di persone sull'uso sicuro dei prodotti Syngenta, portando il totale complessivo a oltre 17 milioni di agricoltori dall'inizio del progetto, il 70% dei quali sono piccoli produttori in Paesi in via di sviluppo grazie al Fair Labor Program, che ora copre tutti i fornitori di sementi in America Latina e Asia Pacifico.

Erik Fyrwald, CEO di Syngenta, ha commentato: "The Good Growth Plan è un esempio del nostro modo di fare business e, grazie ai risultati che stiamo raggiungendo, aiutiamo gli agricoltori ad applicare le best practice in campo agricolo, monitorando i benefici per l'ambiente e per i loro profitti. In futuro, vogliamo continuare a sviluppare ulteriormente il piano, per comprendere al meglio il modo in cui gli agricoltori possono migliorare l'efficienza nell'uso dell'acqua e ridurre le emissioni di CO2. Portando avanti le collaborazioni con i nostri partner, i fornitori e gli altri stakeholder della filiera alimentare, riusciremo a combinare le risorse e la conoscenza richieste per nutrire in modo sicuro e preservare il nostro pianeta".

Anche in Italia The Good Growth Plan può vantare progressi altrettanto significativi:
·         L'impegno a rendere le colture più efficienti si rispecchia nell'evoluzione del progetto di filiera Armando. Nel 2015/16 il programma di coltivazione messo a punto dagli agronomi Syngenta ha visto aderire oltre 650 aziende agricole, per una superficie complessiva di 10.415 ettari coltivati in 9 regioni del Centro-Sud Italia e si è tradotto in rese per ettaro superiori del 15% alla media e in un contenuto proteico del grano pari al 14,5% contro una media nazionale del 12,5%. Il progetto "Armando" si consolida così come una delle più grandi filiere di grano duro presenti in Italia, che sta contribuendo in questi anni al sostentamento degli agricoltori del Sud: secondo un'indagine condotta da Agri 2000, nei sei anni di vita del progetto, gli agricoltori aderenti hanno fatto registrare una crescita media del 42% nelle rese produttive e del 123% nella redditività rispetto ad aziende agricole non coinvolte nel patto di filiera.
·         L'impegno assunto invece sullo sviluppo della biodiversità ha visto l'implementazione dei protocolli Syngenta su circa 26.172 ettari di terreni agricoli grazie a OPERATION POLLINATOR®, il progetto multifunzionale di gestione del territorio che dimostra come un'agricoltura intensiva produttiva possa convivere con un ambiente vivo e ricco in termini di biodiversità.
·         Infine, l'obiettivo di contribuire alla formazione sulla sicurezza alimentare, la tutela del lavoratore e dell'ambiente è quantificato dal training erogato complessivamente a 12.414 persone.

Di seguito una descrizione di ciascun impegno e una panoramica dei progressi fatti nel 2016. 

Maggiori informazioni sono disponibili su www.goodgrowthplan.com
www.data.syngenta.com
o sul Syngenta Annual Review 2016: www.ar2016.syngenta.com.

Sei impegni: aggiornamento 2016
1.     Rendere le colture più efficienti: aumentare la produttività media delle colture più importanti almondo del 20%, senza utilizzare più suolo, acqua e mezzi tecnici per l'agricoltura.
-       Nel 2016, Syngenta ha lavorato con una rete globale di oltre 1000 aziende di riferimento e circa 2700 aziende agricole di confronto, raggruppate in cluster per condizioni agro-climatiche similari e per caratteristiche di agricoltori. Le aziende di riferimento hanno adottato protocolli di coltivazione su misura, aumentando la loro produttività in media dell'1,2%, il 3,8% in più rispetto alle aziende agricole di confronto.
2.     Preservare più terreni agricoli: migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreni agricoli a rischio degrado.
-       Nel 2016, i programmi di Syngenta hanno migliorato le condizioni di oltre 1,9 milioni di ettari di terreno. In tutto, è stato raggiunto circa il 40% dell'obiettivo prefissato per il 2020. La crescita del 2016 è dovuta a una migliore integrazione dei protocolli di gestione del suolo nelle offerte commerciali. 
3.     Favorire lo sviluppo della biodiversità: aumentare la biodiversità su 5 milioni di ettari di terreni agricoli.
-       Nel 2016, la biodiversità è stata incrementata su 3,3 milioni di ettari di terreni agricoli in 34 Paesi. È stata sviluppata una nuova metodologia per la valutazione dell'impatto ambientale e socioeconomico degli interventi di biodiversità nelle zone rurali e Syngenta collabora con la conservation community per evidenziare l'importanza della connettività delle aree naturali ai decisori politici.
4.     Rendere più forti i piccoli produttori: raggiungere 20 milioni di piccoli produttori consentendo loro di aumentare la produttività agricola del 50%.
-       Syngenta ha raggiunto 16,6 milioni di piccoli produttori attraverso le vendite e sta misurando l'aumento produttivo delle aziende di riferimento. Nel 2016, la produttività delle aziende agricole di riferimento è aumentata dell'8%.
5.     Contribuire alla sicurezza delle persone: formare 20 milioni di lavoratori agricoli sui temi della sicurezza del lavoro, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
-       Nel 2016, Syngenta assieme ai propri partner ha formato 6,8 milioni di persone su una maggiore sicurezza del lavoro agricolo. È stata ampliata la partnership con la ONG Solidaridad per fornire agli agricoltori basi di agronomia e sicurezza in tutto il mondo. In collaborazione con Sustainable Food Lab Syngenta sta cercando di misurare l'impatto del business dei piccoli produttori sulle le loro condizioni di vita, così da poter ottimizzare il proprio approccio nei loro confronti.
6.     Prendersi cura di ogni singolo lavoratore: impegnarsi per ottenere eque condizioni di lavoro in tutta la rete di fornitori. 
-       Nel 2016, il Fair Labour Program, ha coperto l'82% dei produttori di sementi Syngenta in tutto il mondo, incluse America Latina e Asia Pacifico.
Il 73% delle aziende florovivaistiche ha ottenuto la certificazione GLOBAL G.A.P. e il 24% ha la valutazione G.R.A.S.P. In aggiunta, i due terzi dei fornitori di prodotti chimici sono coperti dal Supplier Sustainability Program di Syngenta.


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