La Fondazione MEDSEA è stata costituita appena qualche mese fa a Cagliari e si è già aggiudicata una gara internazionale per la definizione di un modello di gestione e di tutela basato sul sistema delle Aree Marine Protette italiane e della sua implementazione in due aree marine a São Tomé e Príncipe, un piccolo stato indipendente al largo dell’Africa centro-occidentale.
Cos’è la Fondazione MEDSEA
La Fondazione MEDSEA-Mediterranean Sea and Coast
Foundation senza scopo di lucro ha sede a Cagliari e nasce per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio storico-culturale, ambientale, paesaggistico e
marino-costiero nonché per la promozione della collaborazione e della
solidarietà tra i Paesi rivieraschi. È costituita da importanti ricercatori
italiani e di numerosi esperti internazionali di settore. La Fondazione ha
scelto di aprire la sede principale a Cagliari, proprio per la sua posizione
strategica capace di far dialogare tutti i Paesi che affacciano sul bacino del
Mediterraneo e non solo. La Sardegna, infatti, è la Regione italiana che ha
maturato, in questi ultimi anni, una buona esperienza sia nella salvaguardia
delle coste che nell’istituzione di aree marine protette.
“Da poco
costituiti – ha detto Alessio Satta,
Presidente di MEDSEA – abbiamo già raggiunto un risultato eccezionale come l’aggiudicazione di questa
gara internazionale promossa dal GEF (Global Environmental Fund) della Banca
Mondiale per la creazione di due aree marine protette nel Golfo di Guinea. La
Fondazione assolve compiti specifici in un settore d’eccellenza in Italia: la
salvaguardia delle coste e del mare. Ci auguriamo di poter mettere a
disposizione il nostro know how e quello delle aree marine protette della
Sardegna per la tutela della
biodiversità, fondamento per gli ecosistemi marini, purtroppo sempre più spesso
minacciata dalle attività umane in mare che comportano seri danni come la
perdita di habitat, l’introduzione di specie non autoctone, l’inquinamento e il
cambiamento climatico ”.
Gli obiettivi e le attività della
Fondazione nelle AMP di São Tomé e Príncipe
Tra gli obietti perseguiti da MEDSEA:
1. contribuire allo sfruttamento sostenibile degli
stock ittici costieri attraverso la creazione di due aree marine protette, che,
per la prospettiva economica e sociale, dovrebbero garantire una fonte di
proteine e di reddito per la popolazione in crescita;
2. aiutare i decisori e i soggetti interessati
nell'individuazione e implementazione di un modello di gestione delle due aree
marine protette a São Tomé e Príncipe, per una superficie totale di circa 20 km2;
3. eseguire una precisa mappatura e una zonizzazione
preliminare delle due aree marine;
4. sviluppare i piani di gestione delle Aree Marine Protette
e dei loro sistemi di governance secondo i principi della gestione integrata
delle zone costiere.
Per raggiungere questi risultati, la Fondazione
condurrà, anzitutto, una revisione completa della documentazione e dei dati
esistenti sulle migliori pratiche e progetti modello per la creazione delle AMP
in Italia ed in particolari in alcuni casi di eccellenza come la AMP Sinis Mal
di Ventre in Sardegna. Una volta acquisite le informazioni necessarie, gli
esperti, in una missione sul campo della durata di due settimane che
comprenderà ispezioni in barca e immersioni in luoghi specifici, incontrerà i
soggetti interessati, come i pescatori locali, partner istituzionali, la
società civile e il settore privato. Sarà poi fornita una mappatura dettagliata
delle AMP e una proposta di modello di governance per l'isola di São Tomé e una
per l'isola di Príncipe. Sarà infine organizzato un momento di incontro e
confronto con tutti i soggetti interessati per la presentazione dei risultati
del lavoro.
Il panorama
legislativo internazionale e nazionale
Alla fine degli anni '90, l'UNDP (United Nations
Development Programme) ha presentato una proposta per la creazione di aree marine
e costiere nell’ambito del Piano Nazionale per l'ambiente di sviluppo e
sostenibile (PNEDD). Uno studio pubblicato nel 2006 dall'Università di
Montpellier in Francia ha messo in evidenza il problema della pesca eccessiva e
la necessità di una riduzione degli stock ittici oltre che l’adozione, da parte
dei pescatori, di tecniche più sostenibili. Lo studio, inoltre, ha raccomandato
la creazione di aree marine e di barriere artificiali (DCP), dispositivi
installati in mare, al fine di attrarre e concentrare i pesci per consentire la
rigenerazione delle popolazioni ittiche locali.
Alessio Satta
Attualmente Presidente di MEDSEA, è stato Direttore
Generale dell’agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna, e collabora
attivamente con il Programma Ambiente delle Nazioni Unite nel Mediterraneo
(UNEP-MAP) nel settore dei cambiamenti climatici e della gestione delle zone
costiere e con il Joint Technical Secretariat del programma ENPI CBC MED
dell’Unione Europea.

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