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mercoledì 27 febbraio 2019

Stabilimenti balneari sostenibili e inclusivi, ecco il marchio di Legambiente e Village for all


Stabilimenti balneari sostenibili e inclusivi

Da quest'estate parte il marchio Ecospiagge per tutti di Legambiente e Village for all

Per valorizzare il rispetto dell'ambiente e garantire a tutti la possibilità di vivere la spiaggia in modo autonomo

 

Stabilimenti balneari sostenibili e inclusivi, luoghi che sappiano trasmettere agli utenti valori veri trasformandoli in un vantaggio competitivo. Il nuovo marchio Ecospiagge per tutti - presentato oggi da Legambiente e Village for all a Carrara nell'ambito della fiera nazionale Balnearia 2019 - è molto di più di un semplice contrassegno. È una filosofia, che l'associazione ambientalista e la società che da anni si occupa di ospitalità accessibile vorrebbero vedere conquistare i nostri lidi, nel segno della normalità. Perché si è fatto ancora molto poco per garantire a tutti la possibilità di vivere la spiaggia in modo autonomo.

Ecospiagge per tutti, che sarà attivo dall'estate prossima, verrà assegnato a tutti gli stabilimenti balneari che si saranno impegnati nell'adozione di misure di sostenibilità ambientale e di strumenti che garantiscano adeguati standard di accessibilità e di ospitalità per persone con disabilità, senior, famiglie con bambini piccoli, intolleranze alimentari e, più in generale, ospiti con esigenze speciali. Ha l'obiettivo di valorizzare chi fa del rispetto dell'ambiente e della cura dell'ospite la cifra distintiva del proprio lavoro.

A presentare le ragioni che hanno spinto Legambiente e Village for all a mettersi insieme per la realizzazione del marchio e i requisiti necessari per ottenerlo, sono intervenuti, tra gli altri, Sebastiano Venneri di Legambiente, Roberto Vitali di Village for all, Raffaele Esposito di FIBA Campania, in un incontro coordinato da Alex Giuzio di Mondo Balneare. Il disciplinare del marchio è stato illustrato da Paola Fagioli di Legambiente.

I primi aderenti al progetto sono sei stabilimenti della Rete d'Impresa delle Marine del Parco di Viareggio: i bagni Alhambra, Aretusa, Arizona, Ester, Mergellina e Teresa.

 

"Il litorale, il bagnasciuga, le spiagge sono il demanio: il bene comune per eccellenza - ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile Territorio e innovazione di Legambiente -. Da tempo siamo attivi nel settore del turismo, con l'etichetta Legambiente Turismo, assegnata a numerosi stabilimenti balneari, che significa per noi scommettere sul futuro riducendo l'impatto ambientale delle strutture ma anche recuperare situazioni compromesse da un turismo distruttivo e restituire spazio al mare e alla spiaggia. Consci che le questioni ambientali non possono prescindere dal tema dell'accessibilità, abbiamo deciso quest'anno di integrare il nostro riconoscimento con i temi dell'inclusività, perché i beni comuni devono essere veramente godibili da tutti e per questo obiettivo è necessario impegnarsi con il massimo sforzo".

"Avere una spiaggia sostenibile, responsabile e inclusiva significa migliorare il 'comfort per tutti' - ha spiegato Roberto Vitali, presidente di Village for all - non significa trasformare il proprio lido in una 'spiaggia per disabili'. Significa che tutti possono fare la vacanza che desiderano con i loro amici o la loro famiglia. A noi non piace parlare solo di accessibilità, ma di 'ospitalità accessibile' per tutti, che possiamo coniugare nell'ambito della qualità. Nel nostro Paese, quasi il 30% degli abitanti ha più di 65 anni e più di 10 milioni di persone hanno una qualche disabilità; in Europa gli over 65 e i disabili sono 127 milioni, parliamo di una persona su cinque. Il primo target al quale pensiamo è la famiglia con bambini piccoli e poi il segmento dei senior, e molto spesso, se affrontiamo con competenza le loro esigenze di accoglienza, si risolvono anche quelle degli ospiti con disabilità".

Il disciplinare di EcoSpiagge per tutti fornisce una serie di linee guida che indirizzano gli stabilimenti balneari verso la sostenibilità. Si sviluppa attorno a dieci argomenti, che rappresentano i punti cardine dell'ecologia ambientale e sociale: produzione e gestione dei rifiuti, gestione della risorsa energetica, gestione della risorsa idrica, alimentazione e gastronomia, mobilità sostenibile, accessibilità e inclusione, acquisti eco-sostenibili, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, rumore, comunicazione ed educazione ambientale. Ogni area del disciplinare ha una breve descrizione dell'obiettivo da raggiungere e una serie di criteri specifici, volti a indicare ciò che deve essere fatto; per la parte accessibilità si fa riferimento al manuale operativo di Village for all.

 

Il disciplinare si rifà al seguente decalogo:

Rifiuti: Raccolta differenziata, riduzione della produzione dei rifiuti, riutilizzo e resa degli imballi

Energia: tecnologie per il risparmio energetico, efficientamento, energia da fonti rinnovabili

Acqua: risparmio idrico; riduzione dell'utilizzo di sostanze chimiche per le pulizie, recupero acque meteoriche

Alimentazione e gastronomia: alimenti bio, a km zero, per celiaci e vegani; prodotti tipici e piatti della tradizione

Mobilità sostenibile: promozione dei mezzi di trasporto pubblico e dell'utilizzo di mezzi ecologici, informazioni su mobilità sostenibile nell'area

Accessibilità e Inclusione: libero accesso alla battigia per tutti clienti e non; attenzione alle esigenze di persone con disabilità motoria, sensoriale, cognitivo/comportamentale, senior, famiglie con bambini piccoli e di chi ha allergie alimentari

Acquisti eco-sostenibili: prediletti prodotti con certificazioni di eco-sostenibilità, con poco imballo, riutilizzabili, riciclabili e a rendere

Patrimonio naturale e culturale: promozione dei beni culturali e naturali; informazione su eventi culturali e manifestazioni tradizionali.

Rumore: contenuto nelle arre di pertinenza, soprattutto nelle ore notturne

Comunicazione: coinvolgimento di turisti e dipendenti nella realizzazione dei comportamenti indicati nel presente decalogo.



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Sostenibilità: riparte il concorso “Le api e l’olio” di Monini, in partnership con LifeGate, raddoppiando la tutela delle api nel Gargano.


Riparte il concorso "Le api e l'olio" di Monini, in partnership con LifeGate, raddoppiando la tutela delle api nel Gargano. 

L'obiettivo quest'anno è tutelare 500 mila api, per farlo basta scegliere l'Extravergine Bios

Perché l'olio biologico Bios tutela le api?

L'agricoltura biologica garantisce un ambiente sano e genuino dove le api possono impollinare in sicurezza e regalarci i preziosi alimenti che "condiscono" le nostre tavole

  

Spoleto, Febbraio 2019 – Dopo il successo dell'anno scorso, Monini rilancia insieme a LifeGate, il concorso "Le api e l'olio"  con lo scopo di raddoppiare la tutela delle api arrivando ad "adottarne" 500 mila.

Monini prosegue nella sua campagna di tutela delle api volta anche a sensibilizzare i consumatori sul rischio di estinzione in tutto il mondo di questi preziosi insetti che a causa dei cambiamenti climatici, dell'utilizzo massiccio di pesticidi chimici di sintesi e dei parassiti, come la varroa, rischiano di sparire. un'ape su quattro negli Stati Uniti e un'ape su dieci in Europa sono già a rischio di estinzione

Ma non solo, in pericolo è anche la nostra stessa sopravvivenza perché le api, come dichiarato dalla FAO, grazie al loro prezioso lavoro di impollinazione, ci forniscono  oltre il 75% di prodotti alimentari. Sono molte le colture che si basano sull'impollinazione come la produzione di patate, cipolle, fragole, cavolfiori, zucca, carote, mele, mandorle e pomodori.

L'azienda, sensibile a questo tema, conferma quindi il suo sostegno all'Apicoltura Carpinese, condotta secondo il metodo del biologico da Matteo Maccarone proprio perché confinante con gli uliveti biologici di Monini situati nel cuore del Gargano, in Puglia, dove si produce il Bios di Monini, l'Extravergine biologico 100% Italiano, che proprio per la sua eccezionale qualità, ottenuta nel rispetto dell'ambiente, ha vinto premi e riconoscimenti in tutta Europa.

L'obiettivo di Monini per quest'anno è tutelare 500 mila api donando all'apicoltore 10 nuove arnie dotate di fondo antivarroa, un parassita molto diffuso in Italia che minaccia la vita delle api.

Un impegno reso possibile grazie al fondamentale apporto scientifico di LifeGate, azienda punto di riferimento sulla sostenibilità in Italia, da anni impegnata nella salvaguardia delle api tramite il progetto Bee my Future.

Infine, per Monini, vedere prosperare le api accanto ai propri uliveti biologici è una ulteriore conferma della salute del territorio, il benessere delle api è un indicatore importante che dimostra che il territorio è privo di agenti chimici di sintesi e lontano da ogni forma di inquinamento. Questa vicinanza sinergica, permette alle api di trovare un ambiente sicuro per la loro salute, consentendo quindi di salvaguardarne la biodiversità che proprio nel Gargano è particolarmente ricca di prodotti simbolo della nostra dieta mediterranea.

Chiunque sia sensibile a questo problema, dal 22 febbraio al 30 giugno, potrà partecipare alla campagna con il semplice acquisto di una bottiglia di Monini Extra Vergine Bios. Monini, senza aggiungere nulla al prezzo abituale, per ogni acquisto e partecipazione al concorso, contribuirà concretamente a tutelare 100 api del Gargano per un anno. Basta andare sul sito www.monini.com registrarsi e inserire i dati dello scontrino, così facendo si otterrà anche un attestato di adozione da condividere con orgoglio sui social.

Non solo, si potrà anche partecipare all'estrazione finale di una delle 15 forniture annuali  di questo buon olio biologico Made in Puglia, e naturalmente miele da apicoltura biologica, sì esattamente quello delle "proprie" api, con tanto di nome personalizzato sul vasetto.

Grazie a questo progetto, se qualche consumatore volesse vedere le "sue" api, potrà farlo on line grazie alla documentazione video e fotografica disponibile da marzo su lifegate .it e sui canali social di Monini e di LifeGate.



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domenica 10 febbraio 2019

Condivisione, dono e sostenibilità: a Roma la presentazione di Sowed, la Onlus del social wedding

Condivisione, dono e sostenibilità: con Sowed arriva il social wedding

Il 21 febbraio a Roma, l'evento di presentazione della Onlus guidata da Veronica Bello, tra amore, moda e solidarietà

 

 

 

Condivisione, dono e sostenibilità. Questi gli ingredienti alla base di Sowed, la Onlus che propone con i social wedding, un nuovo modo di vivere la gioia del "giorno più bello" in modo originale e innovativo, condividendola con più persone e andando oltre la coppia.

 

Nata da un'iniziativa di Veronica Bello, la Onlus sarà presentata ufficialmente per la prima volta giovedì 21 febbraio 2019, alle 17:00, con un divertente evento all'insegna di amore, moda e solidarietà, ospitato presso il salone di bellezza Franco & Cristiano Russo, in via Frattina 99, a Roma, al quale parteciperanno anche la cake designer Chiara Antonelli e l'atelier Sorelle Franceschi Spose. L'evento è organizzato da Barbara Molinario.

 

Un pomeriggio di festa e allegria, nel corso del quale verrà realizzata una performance di abiti da sposa, un assaggio di deliziosi dolci di alta pasticceria, e una presentazione delle nuove tendenze di trucco e acconciatura sposa a cura dell'hair stylist Cristiano Russo. Un appuntamento immancabile per i futuri sposi, per tutti gli appassionati di fashion & beauty e di cake design, ma anche per tutti coloro che vogliano fare del bene, lasciando una donazione all'associazione.

 

Lo scopo di Sowed, infatti, è quello di aiutare gli sposi nella ricerca dell'abito giusto, incentivando l'uso delle donazioni e reinvestendole per fare del bene, sostenendo progetti di beneficienza. Gli abiti e gli accessori regalati dagli sposi, ma anche da atelier, boutiques e celebrities, vengono selezionati ed inseriti nell'archivio della Onlus, consultabile sul sito, che comprenderà capi ed oggetti sia nuovi, sia usati. Una vera e propria vetrina sulle tendenze del momento e su quanto di meglio il mercato abbia proposto negli ultimi cinque anni, dalla quale gli sposi, ma anche gli stilisti e i wedding planner, potranno trarre idee e spunti, ma anche un'occasione per dare una seconda vita ad abiti e accessori, dimostrando che anche la moda può essere sostenibile e rispettosa dell'ambiente. I prodotti che non possono essere utilizzati, perché troppo vecchi o usurati e quindi inadatti ad un matrimonio, vengono riciclati o donati ad altri enti no profit.

 

È possibile donare: abiti da sposa e da sposo; vestiti per le damigelle e i testimoni; accessori (borse da cerimonia, pochette, clutch, baguette, minuterie); gioielli (fedi, solitari, pietre dure, gemelli, tiare, le immancabili perle, collane, bracciali, bijotteria); scarpe (décolleté, open toe, d'orsay, Chanel, kitten shoes, ma anche ballerine, sabot e slipper, per riposare i piedi dopo la lunga cerimonia).



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