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venerdì 28 agosto 2020

FALCK RENEWABLES E ENI US FIRMANO UN ACCORDO PER L’ACQUISIZIONE DI 62 MW DI IMPIANTI EOLICI E SOLARI IN ESERCIZIO E FINO A 160 MW DI PIPELINE DI PROGETTI EOLICI IN SVILUPPO NEGLI STATI UNITI


 

FALCK RENEWABLES E ENI US FIRMANO UN ACCORDO

PER L'ACQUISIZIONE DI 62 MW DI IMPIANTI EOLICI E SOLARI IN ESERCIZIO E FINO A 160 MW DI PIPELINE DI PROGETTI EOLICI IN SVILUPPO NEGLI STATI UNITI

 

 

Milano, 27 agosto 2020 – Falck Renewables S.p.A. e Eni New Energy US Inc, attraverso Novis Renewables Holdings, LLC (Novis) - società partecipata rispettivamente al 51% e 49% - annunciano la firma di un accordo con Building Energy S.p.A. per l'acquisizione di Building Energy Holdings US, LLC (BEHUS). L'attività di BEHUS comprende 62 MW di progetti eolici e solari in esercizio negli Stati Uniti, un team di sviluppo e asset management e una pipeline di progetti eolici fino a 160 MW. Una controllata al 100% di Novis acquisirà la totalità dei progetti, degli asset in sviluppo e delle altre attività di BEHUS, per un prezzo totale di acquisto pari a 32,5 milioni di dollari ed è soggetto ai meccanismi di aggiustamento prezzo tipici di queste transazioni. L'acquisizione è soggetta a condizioni sospensive. Il closing è previsto entro la fine dell'anno. 

 

BEHUS è stata fondata nel 2013 da Building Energy S.p.A., con l'obiettivo di sviluppare progetti eolici e solari negli Stati Uniti. Novis acquisirà cinque impianti solari - per un totale di 31,59 MW - e un impianto eolico di 30 MW, in Iowa. Gli impianti, tutti in esercizio, vendono energia tramite contratti PPA (Power Purchase Agreements). A seguito del closing, Falck Renewables North America, Inc. fornirà servizi di asset management tecnico e amministrativo, per conto di Novis, per la gestione dei nuovi progetti acquisiti.

 

Novis acquisirà anche il team di development e operations e una pipeline di sviluppo di progetti eolici e solari di BEHUS. In particolare, due progetti eolici in fase avanzata, fino a 80 MW ciascuno, negli Stati Uniti occidentali.

 

La produzione degli impianti in esercizio contribuirà a compensare oltre 93.000 tonnellate di C02 all'anno.

 

"BEHUS è la prima operazione della partnership strategica con Eni, perfezionata nel marzo 2020, e si inserisce perfettamente nel piano industriale congiunto, contribuendo agli obiettivi di crescita sostenibile di entrambi i partner", ha commentato Toni Volpe, Amministratore Delegato di Falck Renewables S.p.A, "stiamo inoltre incrementando il nostro portafoglio USA con progetti eolici onshore, sia in esercizio sia in fase di sviluppo, rafforzando il nostro team di development e operations".

 

"L'acquisizione di BEHUS rappresenta per Eni un ulteriore passo avanti nella strategia di decarbonizzazione che vedrà la nostra azienda sempre più impegnata nello sviluppo e produzione di energia da fonti rinnovabili – ha commentato Massimo Mondazzi, Direttore Generale Energy Evolution di Eni. Come Eni ci siamo posti degli obiettivi molto chiari sia in termini di attività, vale a dire raggiungere i 3 GW entro il 2023 e gli oltre 15 GW di capacità installata da fonti rinnovabili entro il 2030, sia in termini di emissioni, ovvero l'abbattimento di tutte le emissioni dirette e indirette dell'80% entro il 2050".

 

***

 

Novis Renewables Holdings, LLC è controllata al 51/49% da Falck Renewables S.p.A. e da ENI New Energy US, LLC. Novis gestisce negli Stati Uniti 113 MW di energia solare e un sistema di batteria da 6,6 MWhr. Novis Renewables Holdings è consolidata integralmente da Falck Renewables S.p.A.

 

 

 

Falck Renewables S.p.A., quotata al segmento STAR della Borsa Italiana, e inclusa nel FTSE Italia Mid Cap Index, sviluppa, progetta, costruisce e gestisce impianti di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili con una capacità installata di 1.133 MW (1.096,3 MW secondo la riclassificazione IFRS 11) nel Regno Unito, Italia, Stati Uniti, Spagna, Francia, Norvegia e Svezia, generati da fonti eoliche, solari, WtE e da biomasse. Il Gruppo è un player internazionale nella consulenza tecnica per l'energia rinnovabile e nella gestione di asset di terzi, attraverso la propria controllata Vector Cuatro, che fornisce i servizi a clienti per una capacità installata complessiva di circa 2.900 MW, grazie a un'esperienza maturata in più di 40 Paesi. Inoltre, Falck Renewables fornisce servizi altamente specializzati di energy 

 

Eni è una società dell'energia con oltre 30.000 dipendenti in 67 Paesi del mondo. Svolge attività di esplorazione, sviluppo ed estrazione di olio e gas naturale in 43 Paesi, è attiva nel trading di olio, gas naturale, GNL ed energia elettrica in 28 Paesi e commercializza carburanti e lubrificanti in 33 Paesi.

L'azienda fornisce il suo contributo alla transizione energetica verso un futuro low-carbon, promuovendo lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili grazie all'utilizzo di nuove tecnologie proprie sempre più efficienti e applicando i princìpi dell'economia circolare a tutte le sue attività. Gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, con tappe intermedie al 2030 e al 2040, hanno l'obiettivo di ottenere una riduzione dell'80% delle emissioni nette di gas serra sull'intero ciclo dei suoi prodotti energetici, sia quelli convenzionali, sia quelli blue, green, o bio.



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WWF: Contro la "Plastic Connection" urge una cooperazione globale. Nuovo report Interpol mostra aumento dell'attività criminale nel traffico globale di rifiuti.



 
 
 

WWF: CONTRO LA 'PLASTICA CONNECTION' URGE UNA COOPERAZIONE GLOBALE

 
 


Nuovo report Interpol mostra aumento dell'attività criminale nel traffico globale di rifiuti 


Analizzate le rotte commerciali dei rifiuti di plastica degli ultimi 2 anni 

Nel mirino dei trafficanti i paesi asiatici in via di sviluppo con regole e gestione più deboli

 
 


Link alla cartella multimediale con le immagini>>


L'enorme quantità di rifiuti di plastica generata dal mondo ha aperto le porte alle reti criminali. Un nuovo rapporto INTERPOL rivela, infatti, l'aumento della criminalità nella gestione globale dei rifiuti di plastica: si tratta di commercio illegale e trattamento illegale dei rifiuti.

Il Rapporto di Analisi Strategica sulle "Tendenze criminali emergenti nel mercato globale dei rifiuti di plastica da gennaio 2018" ha rivelato l'esistenza di spedizioni illegali lungo rotte commerciali di rifiuti di plastica transregionali e intraregionali e l'allarme è tale per cui il WWF chiede con urgenza che sia messa in campo un'azione globale da parte di governi, forze dell'ordine, imprese e consumatori.

L'INTERPOL ha evidenziato l'infiltrazione di reti criminali nel commercio dei rifiuti di plastica, una vera e propria 'Plastica connection' che ha agito sia dirottando illegalmente le spedizioni sia gestendo in modo non autorizzato i rifiuti stessi. La dimensione di questa gestione illegale di rifiuti di plastica è molto ampia e coinvolge almeno 52 delle 257 rotte commerciali analizzate dall'INTERPOL.

 

"La presenza di attività criminali relative ai rifiuti è una minaccia crescente che getta le sue radici  in un problema più profondo: l'incapacità di gestire sia l'utilizzo che la nostra produzione di plastica – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttore conservazione di WWF Italia -  A fianco del crescente e pervasivo inquinamento da plastica sugli ecosistemi marini e gli studi che dimostrano l'esposizione degli organismi viventi, compresi noi umani, a nano e microplastiche che pervadono ogni angolo del pianeta, ora assistiamo anche alle sue implicazioni criminali. L'unica soluzione per affrontare questa crisi che ormai trascende i confini nazionali è un cambiamento dell'intero sistema e una maggiore responsabilità. Dobbiamo essere consapevoli che i rifiuti di plastica sono un vero e proprio business criminale, che mette a rischio la salute del pianeta, partendo da quella del mare. Il WWF chiede ai leader mondiali di unirsi per un trattato globale che affronti l'inquinamento marino da plastica".

 

Per decenni, la Cina ha rappresentato una soluzione 'facile', ricevendo la metà dei rifiuti di plastica del mondo1, Europa compresa. Nel 2018, a seguito della sua azione per limitare le importazioni di rifiuti di plastica, il traffico è stato reindirizzato e ha travolto paesi alternativi aprendo così le porte alla criminalità opportunistica.

Nel mirino dei trafficanti ci sono i paesi asiatici in via di sviluppo, in particolare quelli con capacità limitate di gestione e applicazione delle normative sui rifiuti.

Nel maggio 2020, la Malesia ha avviato il costoso e vasto processo di "rimpatrio" di 3.737 tonnellate di rifiuti di plastica verso 13 diversi paesi da dove provenivano, equivalenti a 150 container.

Dal 2021 si dovrebbero adottare a livello mondiale misure internazionali sul commercio internazionale di rifiuti di plastica, secondo la Convenzione di Basilea. Tuttavia, l'INTERPOL ha evidenziato la necessità di aumentare il controllo sull'applicazioni delle leggi sui rifiuti visto che i criminali hanno mostrato negli ultimi due anni di essere in molto in grado di sfruttare la situazione a proprio vantaggio.

 

"L'inquinamento globale da plastica è oggi una delle minacce ambientali più pervasive per il pianeta e la sua corretta regolamentazione e gestione è di fondamentale importanza per la sicurezza ambientale globale", ha affermato il presidente del Comitato consultivo per la conformità e l'applicazione dell'ambiente di INTERPOL, Calum MacDonald, anche direttore esecutivo della Scottish Environmental Protection Agency (SEPA).

 

A seguito della richiesta di INTERPOL per una maggiore cooperazione internazionale e tra le forze dell'ordine, il WWF ha delineato una serie di ulteriori raccomandazioni richieste per una risposta internazionale da parte dei governi.

 

a) Accelerare i negoziati per un accordo globale legalmente vincolante con piani d'azione e regolamenti nazionali chiari, compreso il supporto per la gestione dei rifiuti nei paesi a basso reddito.

b) Rafforzare i meccanismi esistenti come l'eliminazione graduale della plastica monouso, il miglioramento della capacità di riciclaggio domestico nei mercati sviluppati e la risoluzione delle lacune nella gestione dei rifiuti nelle economie in via di sviluppo.

c) Innovare e ampliare le alternative alla plastica rispettose dell'ambiente.

d) Investire nella ricerca e nello sviluppo di capacità per migliorare il monitoraggio e l'applicazione delle norme sui rifiuti di plastica.

 

Intanto sta crescendo la spinta per un quadro globale completo che affronti l'inquinamento da plastica alla fonte. Circa 2 milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato una petizione del WWF che esorta i propri governi a stabilire un trattato globale legalmente vincolante per affrontare l'inquinamento marino da plastica e 133 paesi hanno già espresso il loro sostegno ad esplorare l'opzione di un accordo globale.

In Italia, nell'ambito della Campagna GenerAzioneMare, il WWF ha promosso ad agosto una nuova community "Con WWF per un mondo Plastic Free", che in pochi giorni ha raggiunto oltre 1.000 iscritti da tutta Italia, molti dei quali hanno risposto anche all'appello svolgendo la propria azione di pulizia dei litorali in un inedito "Self Tour Plastic Free". A settembre verranno resi noti i risultati del Tour e le curiosità di questa iniziativa. 

 

IL RAPPORTO INTERPOL-SEPA

Il Rapporto di Analisi Strategica sulle "Tendenze criminali emergenti nel mercato globale dei rifiuti di plastica da gennaio 2018" è pubblicato da INTERPOL. Il rapporto mira a identificare le tendenze criminali e le minacce emergenti nel mercato dei rifiuti di plastica e a stabilire la risposta da parte delle forze dell'ordine e delle politiche. Sulla base dei dati ufficiali forniti dalle forze dell'ordine di 40 paesi, è stato segnalato un totale di 257 rotte commerciali transnazionali di rifiuti di plastica che coinvolgono 64 paesi importatori e 57 paesi esportatori. Nell'analisi dei dati raccolti sono stati utilizzati metodi qualitativi e quantitativi, attraverso la scansione open source, l'invio di dati da parte delle forze dell'ordine, i rapporti operativi nel 2019 e le interviste con i principali esperti internazionali in materia di tutela dei rifiuti.

 



 
 



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PRYSMIAN GROUP CONFERMATO NEL FTSE4GOOD INDEX. MIGLIORA LA SOSTENIBILITÀ

Prysmian Group confermato nel FTSE4Good Index.  migliora la Sostenibilità

 

Migliora anche il posizionamento nell'indice EcoVadis, dove ha ottenuto il livello Platinum

 

 

Milano, 28 agosto 2020 – Prysmian Group, leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l'energia e le telecomunicazioni, è stato confermato nell'indice FTSE4Good Index Series, migliorando leggermente il proprio punteggio da 3,9/5,0 nel 2019 a 4,0/5,0. Prysmian ha registrato un progresso significativo soprattutto nella sostenibilità ambientale. Il Gruppo è incluso nell'indice FTSE4Good sin dal 2015.

 

Prysmian Group ha rafforzato ulteriormente il proprio impegno verso la Sostenibilità definendo una serie di nuovi obiettivi triennali (2020-2022), nell'ambito degli UN SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite).

 

In particolare, il Gruppo si è dato l'obiettivo di portare al 50% la percentuale dei ricavi da prodotti "low carbon" entro il 2022. I sistemi in cavo sottomarino e terrestre per la trasmissione e distribuzione di energia, i cavi per le applicazioni del settore delle energie rinnovabili e i cavi in fibra sono di importanza strategica per la transizione energetica e l'economia decarbonizzata.

 

Un particolare focus è dedicato anche alla sostenibilità di operations e supply chain con l'impegno di diminuire le emissioni di CO2 del 2-3% e il consumo energetico del 3% entro il 2022, incrementando contemporaneamente la percentuale di rifiuti riciclati del 66%.

Nell'ambito sociale, Prysmian si è dato il target di alzare la percentuale di donne in posizioni executive al 18% e quella delle white-collar al 40% grazie al progetto "Side by Side". Nel 2020 Prysmian ha lanciato una nuova politica di remunerazione che collega i programmi di incentivazione manageriale al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità a breve e medio termine per integrare in modo ancor più evidente le tematiche ESG (Environmental, Social, Governance) nelle strategie di business.

Accanto alle performance migliorate dell'indice FTSE4Good, Prysmian Group ha incrementato anche i punteggi dell'EcoVadis Index, ottenendo 76 su 100 e aggiudicandosi quindi il livello di riconoscimento Platinum. EcoVadis è una piattaforma che offre una valutazione della performance RSI (Responsabilità sociale d'impresa) delle aziende sulla base di standard di sostenibilità internazionali, con l'obiettivo di monitorare la sostenibilità delle supply chain globali.

 

Prysmian ha inoltre ottenuto la classificazione EE+ da Standard Ethics, agenzia di rating indipendente sulla sostenibilità, che ha introdotto un approccio standard ed "istituzionale" ai rating sulla sostenibilità, con valutazioni di lungo periodo fondate sulla "compliance": lo Standard Ethics Rating (SER).

Lo scorso anno il Gruppo è stato anche incluso per la prima volta nel Dow Jones Sustainability Index World, il più importante indice internazionale conosciuto per valutare la performance ESG (Environmental, Social and Governance) di circa 2.700 aziende.

 

 

 

 

 

 

Prysmian Group

Prysmian Group è leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l'energia e le telecomunicazioni. Con quasi 140 anni di esperienza, un fatturato pari a oltre 11 miliardi di euro, circa 29.000 dipendenti in oltre 50 Paesi e 106 impianti produttivi, il Gruppo vanta una solida presenza nei mercati tecnologicamente avanzati e offre la più ampia gamma di prodotti, servizi, tecnologie e know-how. La società opera nel business dei cavi e sistemi terrestri e sottomarini per la trasmissione e distribuzione di energia, cavi speciali per applicazioni in diversi comparti industriali e cavi di media e bassa tensione nell'ambito delle costruzioni e delle infrastrutture. Per le telecomunicazioni il Gruppo produce cavi e accessori per la trasmissione di voce, video e dati, con un'offerta completa di fibra ottica, cavi ottici e in rame e sistemi di connettività. Prysmian è una public company, quotata alla Borsa Italiana nell'indice FTSE MIB.




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mercoledì 26 agosto 2020

RAPPORTO GREENPEACE/SISEF: ANCHE QUEST’ANNO L’ITALIA BRUCIA, I CAMBIAMENTI CLIMATICI AGGRAVANO IL FENOMENO

RAPPORTO GREENPEACE/SISEF: ANCHE QUEST'ANNO L'ITALIA BRUCIA, I CAMBIAMENTI CLIMATICI AGGRAVANO IL FENOMENO

 

ROMA, 25.08.20 –  Dall'incendio scoppiato sul Gran Sasso a inizio mese, per il quale è stato chiesto   lo stato di emergenza, ai roghi del palermitano, passando per Campania e Calabria, anche questa estate presenta il conto di aree boschive danneggiate o perdute a causa degli incendi. In generale, le principali cause sono il progressivo abbandono di aree agricole e di pascolo, la mancanza di gestione del territorio e un approccio che si concentra principalmente sulla lotta agli incendi attivi piuttosto che sulla loro prevenzione. La situazione è destinata a peggiorare: i cambiamenti climatici causeranno sempre più spesso condizioni meteorologiche estreme che predispongono la vegetazione a bruciare.

 

Negli ultimi anni nel bacino mediterraneo si è assistito a incendi sempre più vasti e severi, con grandi superfici percorse e perdite di vite umane. Dal 2000 al 2017 le aree interessate da incendi sono state 8,5 milioni di ettari, circa tre volte e mezzo la Sardegna.

 

È quello che emerge dal rapporto "Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia", pubblicato oggi da Greenpeace Italia e Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF) con l'obiettivo di spiegare il legame fra questi due fenomeni, offrendo raccomandazioni e proposte.

 

"I cambiamenti climatici sono la principale sfida del nostro tempo: eventi meteorologici estremi come tempeste di vento e siccità che facilitano la diffusione degli incendi sono sempre più frequenti e intensi, anche in Italia" commenta Federico Spadini,  Campagna Clima di Greenpeace Italia. "In futuro dobbiamo aspettarci un ulteriore aggravarsi del rischio incendi in molte zone d'Europa, così come degli altri eventi estremi. Per scongiurare la catastrofe climatica dobbiamo agire ora per ridurre e poi azzerare le emissioni di gas serra, a livello nazionale e internazionale", conclude Spadini.

 

I cambiamenti climatici e le foreste sono strettamente connessi. Da un lato, le foreste trattengono e assorbono carbonio, svolgendo quindi un ruolo determinante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Dall'altro, l'aumento delle temperature medie annuali, l'alterazione delle precipitazioni e il verificarsi di eventi meteorologici estremi (per forza e frequenza) mettono a rischio funzionalità e salute delle foreste, diminuendone la capacità di fornire servizi ecosistemici, ed esponendole ulteriormente a tempeste, siccità e incendi sempre più frequenti.

 

"In Italia lo vediamo chiaramente: da quarant'anni a questa parte gli incendi boschivi hanno colpito in media 107 mila ettari all'anno. Il nostro patrimonio forestale, seppur in crescita come superficie totale per il progressivo abbandono delle campagne, è gravemente minacciato da incendi sempre più frequenti e severi" afferma Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia. 

 

"Gli incendi boschivi stanno cambiando il loro comportamento e sono sempre più difficili da estinguere. Non possiamo continuare ad affrontarli con un approccio unicamente emergenziale: dobbiamo puntare su prevenzione e controllo degli incendi", dichiara Luca Tonarelli, membro SISEF e Direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi di Regione Toscana. "Per farlo, dobbiamo rafforzare la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali attraverso una migliore gestione del territorio e pratiche come la selvicoltura preventiva, soprattutto nelle zone dove abitazioni e aree naturali sono attigue. È altrettanto importante migliorare gli strumenti di raccolta dati, analisi e reportistica sugli incendi, al momento insufficienti", conclude Tonarelli.

 

Oltre a Luca Tonarelli, i membri SISEF che hanno collaborato alla stesura del rapporto sono Giorgio Vacchiano, Ricercatore in gestione e pianificazione forestale presso l'Università Statale di Milano; Davide Ascoli, Ricercatore in selvicoltura e pianificazione forestale presso l'Università degli Studi di Torino; Giuseppe Mariano Delogu, Comandante regionale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale dal 2007 al 2009 e docente presso l'Università di Sassari; Valentina Bacciu, Ricercatrice presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

 



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Allianz Partners insieme a CharIN e.V. per migliorare l'esperienza di ricarica e promuovere la mobilità sostenibile in tutto il mondo

Allianz Partners insieme a CharIN e.V. per migliorare l'esperienza di ricarica e promuovere la mobilità sostenibile in tutto il mondo

 

Milano, 25 agosto 2020 Allianz Partners entra a far parte, come core member, della CharIN Interface Initiative (CharIN e.V.), un'associazione che mira a sviluppare e promuovere il Combined Charging System (CCS) come standard globale per la ricarica di veicoli elettrici a batteria (EV). Lo standard CCS, che è lo standard plug and socket, è attualmente l'unico sistema di ricarica al mondo che copre tutti gli scenari di ricarica con un unico prodotto ed è lo standard più comune su scala mondiale.

 

Il rapido sviluppo dei veicoli elettrici richiede servizi di assistenza adeguati alle nuove tecnologie in campo. In qualità di leader globale nei servizi di assistenza stradale, Allianz Partners ha adattato le proprie capacità per sviluppare un'offerta di assistenza EV dedicata in diversi mercati in tutto il mondo. Ciò include una rete di traino con personale specificatamente addestrato e certificato per i veicoli elettrici, l'integrazione nei propri sistemi delle stazioni di ricarica e una linea di assistenza clienti EV dedicata, accessibile anche attraverso un semplice pulsante di assistenza sul veicolo. Allianz Partners è partner assicurativo e di assistenza stradale di fiducia per veicoli elettrici per molti OEM nel mondo, inclusi, tra gli altri, BMW, Audi e Hyundai.

 

Come core member di CharIN, Allianz Partners condividerà le proprie competenze e conoscenze e si impegnerà con altri attori chiave per contribuire a plasmare la mobilità dei veicoli elettrici di domani.

 

"Allianz Partners è già in prima linea nella transizione verso la mobilità elettrica e sostenibile. La nuova partnership con CharIN rappresenta un'ulteriore conferma del nostro impegno e dei nostri sforzi per accelerare l'evoluzione degli standard relativi alla ricarica. Siamo convinti che questo nuovo ecosistema di mobilità elettrica promosso da CharIN possa rappresentare il futuro dell'industria automobilistica, con vantaggi per tutti, tanto per chi si sposta nel nuovo contesto dell'odierna mobilità multimodale, quanto per gli operatori del settore e, non da ultimo, l'ambiente", ha commentato Paola Corna Pellegrini, CEO di Allianz Partners Italia.

 

L'associazione senza scopo di lucro CharIN è unica nel suo genere, poiché è composta da più esperti in diversi settori che lavorano insieme come un unico team. Piuttosto che reinventare la ruota, il team CCS si è concentrato su un approccio innovativo: ripensare i sistemi esistenti, incorporando gli standard internazionali. Il risultato è una soluzione ingegnosa e a prova di futuro che è universale per tutti i veicoli elettrici e gli scenari di ricarica, pur rimanendo sicura e facile da usare.

  

Allianz Partners

Allianz Partners è leader mondiale nell'assicurazione e assistenza, specializzata in assicurazione Viaggio, International health & Life, Automotive e Home Assistance. Allianz Partners offre soluzioni globali in oltre 75 Paesi, ridefinendo il significato di aiuto e andando oltre l'assicurazione tradizionale, aiutando e proteggendo i clienti ovunque si trovino e in qualsiasi momento ne abbiano bisogno. Per farlo ci avvaliamo dei nostri esperti, con prodotti e servizi innovativi, abilitati da soluzioni High-Tech e High-Touch pronte per il futuro. I nostri 21.000 dipendenti parlano 70 lingue e gestiscono oltre 71 milioni di casi ogni anno, motivati ad andare oltre ogni limite per aiutare e proteggere i clienti e i dipendenti in tutto il mondo.

In Italia Allianz Partners opera con il marchio commerciale Allianz Global Assistance ed è presente con le due sedi di Milano e Casarano, con oltre 750 collaboratori, di cui oltre 220 nel Contact Center e 260 nella Centrale Operativa, che supportano quotidianamente i nostri clienti, 24h/24 per 365 giorni l'anno, gestendo complessivamente più di 5,6 milioni di chiamate e circa 600 mila casi all'anno.



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Repower: risultato semestrale superiore alle attese, cresce l'utile Italia


Gruppo Repower, risultato semestrale superiore alle attese, cresce l'utile Italia

 

·      Nel primo semestre 2020 risultato operativo a 68 milioni di franchi (64 milioni di euro), utile 41 milioni di franchi (38,3 milioni di euro).

·      Totale dei ricavi nel primo semestre 2020 di 843 milioni di franchi (791,8 milioni di euro).

·      Il Mercato Italia ha registrato una crescita dell'EBIT pari al circa il 40%, rispetto al primo semestre 2019.

·      Investimenti cresciuti del 157%

·      Produzione da centrali idroelettriche: +20%

 

Milano, 26 agosto 2020 - Repower AG, gruppo svizzero specializzato nella vendita e nella fornitura di servizi nel settore energetico e tra i primi operatori svizzeri nella generazione da fonti rinnovabili, ha registrato una buona performance nel primo semestre 2020, con un risultato operativo che si attesta a 68 milioni di franchi e un utile che ammonta a 41 milioni di franchi. Il totale dei ricavi nel primo semestre 2020 è di 843 milioni di franchi. La quota del patrimonio netto rimane invariata a un livello elevato (47%). La produzione di energia elettrica delle centrali idroelettriche proprie è stata superiore del 20% rispetto ai primi sei mesi dell'anno precedente.

Gli investimenti complessivi di Repower AG nel 1° semestre 2020 ammontano a 54 milioni di franchi, + 157% rispetto al primo semestre 2019, di cui la maggior parte è confluita nei nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile in Italia. Inoltre, Repower Renewable, joint-venture lanciata nel 2018 da Repower Italia, ha acquisito dodici impianti fotovoltaici esistenti con una capacità installata di 14,3 MW. A fine giugno sono iniziati i lavori per il rinnovo generale della centrale idroelettrica di Robbia, in Valposchiavo, il più grande investimento in questo ambito nella storia di Repower.

Per quanto riguarda il mercato Italia, nonostante il contesto di mercato negativo con il PUN (Prezzo Unitario Nazionale) che è sceso di circa il 30% rispetto al gennaio 2020, nel primo semestre 2020 Repower Italia ha visto aumentare gli utili rispetto al primo semestre 2019, con un EBIT in crescita del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019.

La centrale a ciclo combinato a gas di Teverola, in provincia di Caserta, ha contribuito al risultato del primo semestre 2020, con prestazioni ottime nella prima metà dell'anno. Positiva anche la performance registrata in termini di acquisizione di nuovi clienti, un dato particolarmente significativo che premia il processo di digitalizzazione del business delle vendite, portato avanti negli ultimi anni da Repower.

Il risultato positivo del primo semestre 2020 va ricondotto, tra l'altro, alla rapida risposta dell'azienda al nuovo contesto legato alle misure di contenimento della pandemia, con una completa digitalizzazione delle attività nel giro di pochi giorni che ha permesso una sostanziale continuità delle varie linee di business.

Per quanto riguarda i prodotti elettrici, Repower Italia ha inaugurato il 2020 con PUNica, un'offerta basata sul prezzo della borsa elettrica italiana, con il corrispettivo di negoziazione espresso in percentuale del valore totale della fattura. La situazione generata dal COVID-19 ha spinto inoltre Repower Italia a lanciare PUNica nobile, una forma adattata di PUNica in cui il cliente aumenta il margine di un certo importo per una donazione specifica. L'importo della donazione viene in seguito raddoppiato da Repower Italia.

Per Fabio Bocchiola, AD Repower Italia: "Siamo molto soddisfatti di come il Gruppo abbia reagito al difficile momento attraversato nei primi mesi del 2020: soprattutto guardando ai risultati ottenuti sul mercato italiano, che ha registrato una crescita di utili e investimenti importanti, siamo fiduciosi in una ripartenza positiva, sempre con un'attenzione particolare a sicurezza, sostenibilità e digitalizzazione, valori che ci guidano e che ci stanno facendo lavorare nella giusta direzione, come confermano questi numeri."




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venerdì 21 agosto 2020

Pomodoro, punto della campagna al Nord Italia: trasformato il 38,23% del contrattato Il clima “insolito” ha accelerato e concentrato la maturazione della materia prima

POMODORO - RACCOLTO IL 38% DEL CONTRATTATO AL NORD. CLIMA "INSOLITO" ACCELERA LA MATURAZIONE

Pomodoro, punto della campagna al Nord Italia: trasformato il 38,23% del contrattato 
Il clima "insolito" ha accelerato e concentrato la maturazione della materia prima

Consegne e ritmi di trasformazione sono molto sostenuti
Ma l'ottima programmazione ha permesso di limitare le perdite di produzione

Tutte le OP (Organizzazioni di produttori) e le Imprese di trasformazione dell'area Nord Italia si sono riunite per confrontarsi sulla situazione della campagna del pomodoro, partendo dall'analisi dei dati elaborati dall'Organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia in merito alla raccolta – che avviene con modalità interamente meccanizzata – del pomodoro da industria.
Al 16 agosto (ultimo aggiornamento disponibile) le consegne delle Op alle imprese sono già al 38,23% rispetto alla quantità contrattata totale e stanno procedendo anche questa settimana a ritmi molto intensi, caratterizzate da un grado Brix superiore alla media, con un valore di 4,99.
La campagna pomodoro 2020 è iniziata nel migliore dei modi con una corretta programmazione delle superfici e dei tempi di trapianto, come definito nel Contratto Quadro Area Nord, secondo gli accordi fra produttori e trasformatori, in risposta alle esigenze dei mercati. La situazione si è poi complicata per l'andamento climatico che ha fatto registrare il perdurare di alte temperature, a partire dal 26 luglio, che hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme e hanno causato la maturazione in contemporanea delle bacche la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive.
La contemporaneità di maturazione ha generato un'ingente richiesta di consegna del pomodoro da parte degli agricoltori, a cui le imprese di trasformazione stanno rispondendo con gli impianti spinti al massimo della capacità produttiva e con ritiri giornalieri da record, tanto che nella settimana di Ferragosto si è raggiunto il quantitativo di circa 400.000 tonnellate consegnate, un valore mai registratosi prima nell'areale del Nord Italia.
Si rilevano limitate perdite di produzione, per superfici non raccoglibili a causa del concentrarsi della maturazione, e per queste le Organizzazioni di Produttori stanno cercando di attivare interventi straordinari, nell'ambito dei propri programmi operativi dell'OCM Ortofrutta, per supportare la singola azienda danneggiata.
La corretta programmazione dei trapianti sta comunque limitando tali perdite e saranno le condizioni climatiche delle prossime settimane a stabilire se sarà possibile limitare i danni.

Le superfici effettive divise per provincia
Questa la suddivisione delle superfici effettive nelle province del bacino del Nord Italia: Piacenza 10.025 ettari; Ferrara 6.788; Parma 4.238; Mantova 3.998; Alessandria 2.173; Cremona 2.036; Ravenna 1.988; Reggio Emilia 1.111; Modena 867; Verona 838; Pavia 491; Lodi 526; Brescia 603; Rovigo 436; Bologna 320; Cuneo 217; Milano 138. Seguono altre province con valori molto più contenuti.



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martedì 18 agosto 2020

I coralli accumulano inquinanti dell’ambiente marino

I coralli accumulano inquinanti dell'ambiente marino

Uno studio dell'Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr (Cnr-Irbim) e l'Università di Bologna ha rilevato lo stoccaggio di idrocarburi policiclici aromatici nello scheletro di Balanophyllia europaea e ha permesso di correlarlo in relazione all'età dell'animale. I risultati sono stati pubblicati su Science of the total environment

 

Uno studio condotto in collaborazione tra l'Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) e l'Università di Bologna (Unibo) ha identificato un accumulo di idrocarburi policiclici aromatici, inquinanti dannosi, nei tessuti e nelle alghe simbionti del corallo mediterraneo Balanophyllia europaea. Lo studio è stato realizzato nell'ambito del dottorato internazionale congiunto Cnr–Unibo in "Tecnologie innovative e uso sostenibile delle risorse di pesca e biologiche del Mediterraneo" e delle attività di ricerca del Fano Marine Center - Centro di ricerca sulla biodiversità, risorse e biotecnologie marine. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science of the total environment.

"Gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) sono una classe di inquinanti organici derivanti dalla combustione incompleta di materiale organico e dall'uso di olio combustibile, gas, carbone e legno nella produzione di energia. Gli Ipa sono largamente presenti in mare e rappresentano un potenziale rischio per la fauna marina, visti i loro effetti tossici", spiega Mauro Marini, ricercatore Cnr-Irbim. I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta la presenza di alcuni idrocarburi, come acenaftene, fluorene, fluorantene e pirene, selezionati per la loro rilevanza ambientale, in un corallo largamente diffuso nel mar Mediterraneo.

"I risultati dimostrano che Balanophyllia europaea accumula questi contaminanti nel tessuto, nello scheletro e nelle alghe zooxantelle che vivono in simbiosi con lo stesso corallo. Associando i dati degli Ipa contenuti negli scheletri ai dati all'età della popolazione in esame, è stato possibile stimare la capacità di stoccaggio a lungo termine degli idrocarburi policiclici aromatici, in particolare sino a 20 anni, negli scheletri di corallo", prosegue il ricercatore Cnr-Irbim. "Lo stoccaggio di per sé sottrae contaminanti dall'ambiente. Tuttavia, le sostanze restano tossiche per il corallo e possono avere effetti diretti sull'animale arrivando a provocarne la morte in caso di contaminazioni estreme. Queste sostanze potrebbero essere di nuovo rilasciate nell'ambiente al momento della degradazione del corallo. Inoltre, i cambiamenti climatici provocando l'acidificazione dei mari, possono causare una più veloce degradazione delle strutture coralline e quindi un più rapido rilascio nell'ambiente di queste sostanze contaminanti. Questa prima indagine è il punto di partenza per studi futuri nel bacino mediterraneo. Valutare i livelli e le fonti di questi inquinanti diffusi e dannosi è infatti di cruciale importanza per stimare i rischi per gli organismi marini".

 

 

Roma, 17 agosto 2020

 

In foto: panoramica di una scogliera di coralli Balanophyllia europea; foto nel dettaglio del corallo Balanophyllia europea realizzata da Francesco Sesso

 

La scheda

 

Chi: Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr (Cnr-Irbim), Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali e il Dipartimento di chimica "Giacomo Ciamician" (Unibo)

Che cosa: "Accumulation of PAHs in the tissues and algal symbionts of a common Mediterranean coral: Skeletal storage relates to population age structure" un articolo pubblicato su Science of the total environment riguardo l'accumulo di idrocarburi policiclici aromatici nel corallo Balanophyllia europea, articolo: https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2020.140781, dottorato: http://www.FishMed-PhD.org/




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lunedì 17 agosto 2020

CALDO, COLDIRETTI, 1 GRADO IN PIU’ IN 2020 ROVENTE, MA SOS GRANDINE


CALDO, COLDIRETTI, 1 GRADO IN PIU' IN 2020 ROVENTE, MA SOS GRANDINE

Allarme maltempo con tempeste tropicali su campagne e città, raccolti a rischio

 

Il 2020 e stato fino adesso di oltre un grado l'anno più caldo della media storica, al quarto posto dal 1800, con il 30% di pioggia in meno ma con una grandinata al giorno da nord a sud dell'Italia nel 2020. E' quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Isac Cnr in riferimento all'allarme maltempo lanciato dalla Protezione civile per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna dopo le ultime tempeste di grandine e pioggia che hanno investito il Piemonte centrale e l'alto Molise.

 

Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

 

Nell'ultimo mese – spiega Coldiretti – da nord a sud dell'Italia si sono verificati violenti nubifragi, con trombe d'aria, grandinate e bombe d'acqua che hanno causato pesanti danni a uliveti, ortaggi in pieno campo, frutteti, vigneti e tabacco ma anche a strutture rurali con tetti scoperchiati e serre divelte, con allagamenti, frane e smottamenti.

 

I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua si abbattono – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall'abbandono con il risultato che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.

 

A questa situazione – evidenzia la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall'abbandono che negli ultimi 25 anni secondo la Coldiretti ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l'Italia – conclude la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola.





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venerdì 14 agosto 2020

Alessandro, il ragazzo reso famoso da un incontro ravvicinato con l'orso in Trentino, sarà ospite in un'Oasi WWF



 
 
 
 
 

ALESSANDRO, IL RAGAZZO RESO FAMOSO DA UN INCONTRO RAVVICINATO CON L'ORSO, SARÀ OSPITE IN UN'OASI WWF 

 
 

Dal 18 agosto un "gemellaggio" nel nome dell'orso nell'Oasi Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi 

 
 


Alessandro arriva in Abruzzo. Il ragazzo del Trentino protagonista di un incontro ravvicinato con un orso sarà ospite con la sua famiglia nella Oasi WWF Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi dal 18 agosto. 

Il video di Alessandro e del suo incontro con il plantigrado ha fatto il giro del mondo. 


"Quello che più ci ha colpiti – sottolinea la delegata del WWF Abruzzo Filomena Ricci - è stata la prontezza di spirito con cui ha messo in pratica quello che da sempre cerchiamo di insegnare quando si parla di buone pratiche e di convivenza con gli animali selvatici, in particolare l'orso".  


"Per questo – spiega la direttrice dell'Oasi WWF Gole del Sagittario Sefora Inzaghi - dopo aver subito regalato la nostra maglietta e il gioco dell'orso ad Alessandro, ora siamo pronti a ospitarlo ad Anversa per fargli conoscere un altro orso, quello marsicano, e per mostrargli tutto quello che facciamo per studiarlo, conoscerlo meglio e favorire una tranquilla convivenza con l'uomo". 


Roma, 14 agosto 2020

 



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martedì 11 agosto 2020

Riqualificazione dell'Illuminazione pubblica a Marmirolo insieme a ENGIE Italia


Il Comune di Marmirolo riparte dalla sostenibilità insieme a ENGIE.

Al via i lavori di riqualificazione dell'illuminazione pubblica.

73% IN MENO DI CONSUMI, UN TAGLIO DI OLTRE 3.600 TON IN ATMOSFERA

 

 

Dopo il lock down sono ripartiti i lavori di efficientamento del parco di illuminazione pubblica affidati a ENGIE Italia, player dell'energia e dei servizi la cui ambizione è guidare la transizione verso un'economia a zero impatto ambientale. Nell'arco di 24 mesi la rete di pubblica illuminazione del Comune di Marmirolo sarà trasformata in una rete efficiente e ecologica.

 

Efficientamento energetico, adeguamento normativo e riqualificazione degli impianti sono i tre pilastri su cui si fondano gli interventi previsti da ENGIE, con benefici per i cittadini in termini di vivibilità e funzionalità della città, migliore qualità dell'aria grazie alla riduzione delle emissioni e importanti risparmi di energia elettrica.

Tra questi:

  • l'attivazione di 13 unità Wi-Fi nei punti chiave della città; 
  • la costruzione di una stazione per le rilevazioni meteo;
  • l'installazione di 206 corpi illuminanti di arredo in stile storico;
  • la sostituzione di 1.549 corpi illuminanti con sistemi LED;
  • la creazione di 1.285 armature stradali.

 

Il progetto permetterà a Marmirolo, uno dei primi comuni del mantovano ad attuare una svolta green, di ridurre significativamente il consumo annuo di energia elettrica con un risparmio di quasi 700mila kWh/anno pari a un taglio del 73% dell'attuale consumo di energia.

 

 

"I lavori di sostituzione lampade avviati a inizio anno erano stati molto apprezzati dalla cittadinanza - dichiara Paolo Galeotti, Sindaco di Marmirolo – e siamo contenti ora di annunciare la ripresa dei lavori di riqualificazione di tutta la rete dell'illuminazione pubblica. E' un intervento complesso studiato attentamente con ENGIE per la riduzione dell'impatto ambientale che rappresenterà un salto di qualità per il nostro paese in termini di illuminazione pubblica, innovazione e sicurezza"

 

"Siamo onorati della fiducia che il comune di Marmirolo ha riconosciuto a ENGIE, - ha sottolineato Frederic Bongioanni, Direttore Area Nord-Ovest di ENGIE Italia – il progetto green che svilupperemo renderà la città smart e orientata alla tutela dell'ambiente. Abbiamo previsto mirati interventi di riqualificazione su ogni punto luce della rete cittadina, risparmiando all'ambiente l'emissione di 245 tonnellate di CO2 all'anno, equivalenti a 150 automobili in meno per le strade di Marmirolo."




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