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venerdì 31 gennaio 2020

P&G inaugura il Seabin e lancia in Italia Ambition 2030

PROCTER & GAMBLE ANNUNCIA GLI OBIETTIVI GREEN "AMBITION 2030" E A FIUMICINO INAUGURA IL SEABIN: IL CESTINO CHE RIPULISCE IL MARE

Il dispositivo Seabin inaugurato da Procter & Gamble in collaborazione con LifeGate catturerà fino a 500 kg di rifiuti all'anno, incluse microplastiche e microfibre.

 

Roma, 30 gennaio 2020 – Felpe, teli da bagno e tanti oggetti di uso quotidiano. Così avranno nuova vita le plastiche raccolte dal mare grazie al dispositivo Seabin, inaugurato da Procter & Gamble oggi a Fiumicino nell'ambito dell'iniziativa PlasticLess® di LifeGate, una delle realtà punto di riferimento della sostenibilità in Italia.

La cerimonia si è svolta presso il molo del Tecnomar, il circolo nautico a due chilometri dalla Fiumara Grande (la foce naturale del Tevere), dove lo speciale cestino sarà in azione in maniera permanente. Il suo compito? A pochi passi dal Parco archeologico di Ostia Antica e dalla Necropoli di Porto, il Seabin catturerà fino a 500 kg di rifiuti all'anno (circa 1,5 kg al giorno) tra quelli che il fiume della Capitale convoglia nel mar Tirreno.

COME FUNZIONA IL SEABIN – Il dispositivo è stato ideato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton e lanciato sul mercato a fine 2017. Una volta immerso in acqua e fissato a un pontile, il Seabin è in grado di catturare fino a 500 kg tra rifiuti di plastica, incluse microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e microfibre da 0,3 mm, e rifiuti comuni come mozziconi di sigaretta o cotton fioc. Grazie all'azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica, i detriti vengono convogliati direttamente all'interno del raccoglitore.

Ecco perché il Seabin risulta più efficace in punti di accumulo come i porti e le darsene, dove può sfruttare la sua pompa ad acqua capace di trattare 25.000 litri di acqua marina all'ora. Con la plastica raccolta, LifeGate potrà produrre oggetti di uso comune come felpe o teli da mare. Non solo: sarà possibile fornire dati importanti per la ricerca, per quanto riguarda gli effetti dell'inquinamento sulle persone e sugli ecosistemi, e promuovere comportamenti più consapevoli soprattutto tra i giovani.

"RACCOGLIAMO UN MARE DI PLASTICA" – Tutto è partito dall'iniziativa "Raccogliamo un mare di plastica", che P&G ha lanciato a favore di LifeGate PlasticLess® sul portale Amazon: tra il 16 settembre e il 20 ottobre 2019, chi ha acquistato prodotti P&G su Amazon (per un valore complessivo di almeno 30 euro), ha garantito la raccolta dell'equivalente di 100 cannucce di plastica da parte del Seabin. L'iniziativa ha ottenuto grande successo e il contributo si è concretizzato con l'inaugurazione di Fiumicino, a cui ne seguirà una a Sorrento nei prossimi mesi.

«Siamo da sempre impegnati nel generare e ispirare un impatto positivo sull'ambiente. Per questo abbiamo sposato con grande entusiasmo l'iniziativa PlasticLess® di LifeGate, che contribuirà a combattere la presenza della plastica nei porti italiani ed europei, rendendo più puliti mari splendidi come il Tirreno», ha dichiarato all'inaugurazione di Seabin Faiza Lahlou, Europe Communications & Sustainability Director di P&G.

«Siamo molto contenti che P&G abbia aderito al progetto Plasticless di LifeGate. Per combattere le sfide del pianeta è indispensabile avere il supporto di grandi aziende che affrontino il problema in maniera coraggiosa e con una visione a lungo termine. I grandi brand possono migliorare i prodotti e i processi, ma anche facilitare un cambiamento culturale nella società grazie alle proprie scelte di marketing e comunicazione», ha dichiarato Simone Molteni, Direttore Scientifico di LifeGate.

«Siamo lieti di questa iniziativa di P&G e LifeGate sul nostro territorio – ha commentato il vicesindaco di Fiumicino, Ezio Di Genesio Pagliuca -. La nostra amministrazione è da sempre molto attenta alle tematiche ambientali, come testimonia il lungo lavoro, ancora in corso, che stiamo conducendo in favore della raccolta differenziata. La tutela dell'ambiente – aggiunge - è un impegno che tutte e tutti dobbiamo condurre in sinergia, che si parli di istituzioni, di imprese o di singoli cittadini».

LA STRATEGIA "AMBITION 2030" – In occasione dell'inaugurazione del Seabin, Procter & Gamble ha annunciato i suoi ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale per il 2030. Un piano, battezzato "Ambition 2030", che agirà a più livelli: i brand e le abitudini di consumo, la filiera di produzione e approvvigionamento, partnership con le maggiori organizzazioni esperte in sostenibilità e il coinvolgimento dei dipendenti dell'azienda.

Tra gli obiettivi più ambiziosi c'è il 100% di imballaggi riciclabili o riutilizzabili, la riduzione del 50% di emissioni di gas serra, e l'approvvigionamento del 100% dell'elettricità da fonti rinnovabili.

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale di Procter & Gamble giocano un ruolo fondamentale anche per il mercato e per la realtà produttiva italiani: «Dash e Lenor, due dei nostri brand più importanti – ha spiegato Faiza Lahlou – si pongono insieme l'obiettivo di ridurre la plastica dei loro imballaggi di 1.550 tonnellate all'anno già entro il 2025. Anche i marchi di P&G per la Cura della Casa, come Swiffer, Fairy, Viakal, Mastro Lindo e Ambipur, hanno annunciato che dall'inizio del 2020 raddoppieranno la quantità di plastica riciclata nei loro imballaggi in Europa con un risparmio di plastica vergine di circa 9 mila tonnellate all'anno. Gli stabilimenti di Gattatico (Reggio Emilia) e Pomezia (Roma) inoltre, hanno ottenuto la certificazione "Zero rifiuti in discarica", diminuito i consumi di energia e di acqua e ridotto l'emissione di CO.

Una realtà industriale dunque sempre più attenta all'impatto ambientale. «Come non citare – conclude Faiza Lahlou - il primo impianto su scala industriale al mondo in grado di riciclare il 100% dei prodotti assorbenti per la persona usati sviluppato da FaterSMART, la business uniti di Fater SpA, joint venture paritetica tra Procter & Gamble e Gruppo Angelini. Si trova a Lovadina di Spresiano (Treviso) ed è una eccellenza unica al mondo nell'economia circolare e nella valorizzazione di questa tipologia di rifiuti».

 

Procter & Gamble
I prodotti P&G sono utilizzati da quasi 5 miliardi di persone al mondo. La Procter & Gamble possiede uno dei più importanti portafogli di marchi di qualità tra i quali: Dash®, Lenor®, Mastro Lindo®, Swiffer®, Viakal®, AZ®, Kukident®, Oral B®, Olaz®, Pantene®, Head&Shoulders®, Gillette®, Venus®, Braun®. P&G opera in 70 paesi nel mondo e in Italia è presente dal 1956.


LifeGate
LifeGate è considerata il punto di riferimento della sostenibilità in Italia e conta su una community di oltre 5 milioni di persone. Ogni giorno LifeGate lavora con passione e determinazione per mettere a disposizione informazioni, progetti e servizi coinvolgendo una rete sempre più ampia di persone, imprese, ong, istituzioni che vogliono impegnarsi attivamente al cambiamento per un futuro sostenibile.



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RAEE - Rifiuti elettronici, le nuove tecnologie migliorano il recupero delle plastiche contenute nei frullatori, phon e mouse

Rifiuti elettronici, le nuove tecnologie migliorano il recupero della plastica contenuta nei frullatori, phon e mouse


Il progetto sviluppato da consorzio Ecolight, Università di Brescia e Stena Recycling ha portato a un aumento delle percentuali di riciclo, migliorando la qualità delle frazioni. La filiera RAEE potenzia il proprio contributo all'economia circolare

 

Phon, frullatori, telecomandi e mouse non più funzionanti possono dare un importante contributo all'economia circolare. La plastica contenuta in questi rifiuti e nei rifiuti elettronici (RAEE) di piccole dimensioni può infatti dare ancora molto all'ambiente e ai processi di sostenibilità: è possibile aumentarne le quantità inviate a riciclo e migliorarne la qualità. Sono questi i principali risultati cui è approdato il progetto sviluppato dal consorzio Ecolight, dal dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell'Università di Brescia e da Stena Recycling, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, e che è stato presentato venerdì 31 gennaio a Milano nel convegno "L'economia circolare nei rifiuti elettronici: il miglioramento del recupero delle plastiche nei RAEE".

Il contesto - Nei due anni di ricerca sono state prese in considerazione le plastiche contenute nei piccoli elettrodomestici e nell'elettronica di consumo; una categoria di RAEE indicata come il raggruppamento R4 che è in grande crescita (l'anno scorso la raccolta è aumentata di oltre il 15% rispetto al 2018) e che, in peso, è composta per il 30% proprio da plastica. Si tratta di una frazione caratterizzata essenzialmente da due elementi: la molteplicità di polimeri utilizzati e la presenza di plastiche con ritardanti di fiamma bromurati. A differenza delle altre, queste ultime non possono essere avviate a recupero di materia: il loro destino è l'incenerimento. Partendo da questo quadro, l'obiettivo che consorzio Ecolight, Università di Brescia e Stena Recycling si sono posti è stato quello di individuare nuove tecnologie che potessero migliorare i processi di separazione, consentendo così di potenziare l'apporto del trattamento dei rifiuti elettronici - e di tutta la filiera RAEE - all'economia circolare.

Il progetto - I piccoli RAEE sono stati sottoposti al processo di trattamento previsto dagli impianti di Stena Recycling che prevede una prima fase con l'apertura dei singoli rifiuti, la rimozione delle componenti pericolose e critiche (condensatori e batterie) e la separazione delle componenti plastiche da quelle ferrose e non ferrose. Nella seconda fase, attraverso flottazione, con il passaggio in due differenti vasche sono state separate le plastiche con ritardanti di fiamma bromurati (dette plastiche pesanti) da quelle senza ritardanti (plastiche leggere) e dai metalli. Sulle frazioni ottenute in ogni singola fase sono state condotte ulteriori ricerche volte all'analisi dei materiali via via ottenuti e al miglioramento dei processi.

I risultati - Gli obiettivi sono stati raggiunti. Innanzitutto il progetto ha permesso di migliorare i processi di trattamento e selezione delle plastiche contenute nei piccoli RAEE (R4) sotto i profili quantitativi e qualitativi. Grazie alle nuove soluzioni adottate, è infatti aumentata la frazione di plastica leggera che può essere destinata a recupero di materia. Se rapportato ai dati di raccolta nazionale del 2019, l'incremento porta a oltre 17.200 le tonnellate totali di plastica che si possono recuperare dai piccoli RAEE; questa plastica, opportunamente lavorata, per le caratteristiche riscontrate potrà essere impiegata per la costruzione di alcune parti di apparecchiature elettriche, ma anche nella fabbricazione di panchine, appendiabiti e vasi. A questo aumento è corrisposta anche una speculare diminuzione della plastica pesante, non riciclabile e destinata a distruzione termica. Sotto il profilo della qualità dei materiali ottenuti, significativo è stato il calo (-10%) degli scarti nelle due frazioni che vengono inviate a recupero, ovvero la plastica leggera e i metalli. Questo significa una potenziale miglior collocabilità del prodotto sul mercato dei materiali recuperati. Una miglior regolamentazione in materia aiuterebbe a sfruttare queste potenzialità.



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Gruppo Iberdrola annuncia la realizzazione del primo impianto solare collettivo di autoconsumo

Il Gruppo Iberdrola annuncia la realizzazione del primo impianto solare collettivo di autoconsumo per un'area residenziale del centro di Madrid

 

  • L'azienda ha già iniziato la consegna dell'impianto di 20 kW, composto da 60 pannelli solari fotovoltaici, che sarà posizionato sul tetto di un edificio residenziale nel quartiere di Retiro, nel centro di Madrid. 
  • Il sistema collettivo fornirà energia pulita/green per i servizi condivisi dell'edificio e i 30 nuclei familiari ai quali verrà ripagato il surplus di energia generata dai pannelli. 
  • L'iniziativa testimonia l'impegno costante dell'azienda nella produzione di energia pulita e sostenibile.
  • Il costo dell'elettricità per i servizi condivisi sarà ridotto del 60%. Il progetto, inoltre, permetterà ad ogni residente di usufruire di una riduzione dei costi del 30% nella propria bolletta. 
  • Il progetto è il primo nel suo genere ed Iberdrola è il primo operatore energetico nel mercato dei servizi individuali di autoconsumo per le proprietà residenziali e le aziende in Spagna.
  • Pablo Pirles, Responsabile del Global Smart Solar di Iberdrola ha commentato: "La domanda da parte degli utenti e delle aziende per sistemi di fornitura di energia sempre più pulita e sempre più intelligente, è in crescita. Soprattutto nelle grandi città, i progetti condivisi per i complessi residenziali stanno diventando sempre più diffusi e Iberdrola ne ha percepito il potenziale. In un mondo che si sta muovendo verso la decarbonizzazione, dobbiamo massimizzare l'utilizzo delle fonti di energia pulita focalizzandoci su questo tipo di sistema. Gli schemi come questi, forniscono vantaggi a livello ambientale ed economico per le comunità".




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Accordo Eni, Inalca e Havi Logistics per la mobilità sostenibile con energia da fonti rinnovabili


Accordo Eni, Inalca e Havi Logistics per la mobilità sostenibile con energia da fonti rinnovabili

Al via il progetto per la produzione di biometano per autotrazione da scarti agroalimentari

 

Roma, 31 gennaio 2020 -  Eni, Inalca e Havi Logistics hanno siglato il primo accordo nazionale per la produzione e l'utilizzo di biometano per autotrazione prodotto da scarti agroalimentari nel settore delle carni. L'iniziativa concretizza un'innovativa filiera energetica per la transizione verso un sistema di trasporto a basso impatto basato interamente su fonti rinnovabili.

Il progetto integra le competenze di tre grandi operatori industriali e si basa sulla conversione energetica degli impianti di produzione biogas di Inalca (Gruppo Cremonini), il principale operatore nazionale nel settore carni bovine, dall'energia elettrica al biometano. Inalca attualmente autoproduce il 100% dell'energia necessaria al proprio fabbisogno, di cui il 50% da fonte rinnovabile. Grazie al supporto tecnologico di Eni per la gestione del complesso processo di conversione energetica degli impianti e l'impegno di Havi Logistics per l'utilizzo del bio-metano nelle nuove flotte di automezzi impiegate nel trasporto carni, si realizzerà una filiera energetica integrata, in grado di valorizzare scarti e rifiuti di lavorazione per il loro riutilizzo nel contesto dello stesso sistema che li ha generati, realizzando un esempio concreto di economia circolare.

«Eni ha intrapreso una strategia integrata sulla mobilità sostenibile che punta allo sviluppo di tutte le leve di decarbonizzazione dei trasporti – dichiara Monica Spada, responsabile Bio Sviluppo, Mobilità sostenibile ed Economia circolare di Eni – dalla produzione di carburanti utilizzando anche oli alimentari esausti e scarti di materie prime vegetali a brevetti che trasformano i rifiuti umidi in acqua e bio olio, dal car sharing a nuovi fuel come l'idrogeno. Questo accordo aggiunge un ulteriore tassello alla nostra strategia per lo sviluppo di iniziative di economia circolare, vedendo nel biometano una leva di straordinario potenziale per decarbonizzare i rifiuti e i trasporti».

«Troppo spesso - afferma Luigi Scordamaglia, CEO di Inalca - si parla di mobilità elettrica come dell'unico futuro possibile per il trasporto sostenibile, dimenticando che questa opzione è al momento applicabile solo nel settore automobilistico. Nel campo del trasporto civile e della trazione agricola, il biometano, soprattutto nella forma liquefatta (GNL), costituisce attualmente l'opzione più concreta per migliorare la sostenibilità ambientale nelle tratte di trasporto a medio e lungo raggio. Un esempio perfetto di economia circolare sostenibile in cui il nostro Paese può realmente essere leader a livello globale: biomasse da una produzione agroalimentare con zero scarti, la trasformazione in biometano con la migliore tecnologia esistente e il suo utilizzo nelle stesse flotte di camion impiegate nella distribuzione del food».

«Sin dagli anni '80 – spiega Nerio Zurli, Managing Director Havi Logistics - HAVI ha adottato coraggiose politiche ambientali orientate alla riduzione delle emissioni di CO, grazie anche alla collaborazione strategica con Scania, che ci ha consentito nel 2014 di mettere su strada il primo mezzo pesante Euro 6 alimentato a gas compresso (CNG) in Europa. Oggi gli automezzi alimentati a gas compresso o liquido rappresentano oltre il 50% della nostra flotta e lo sviluppo del biometano rappresenta una concreta opportunità per accelerare il programma di conversione dei mezzi alimentati con carburanti tradizionali, con l'obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di CO2 nel trasporto su strada entro il 2030. Oltre a ciò abbiamo continuato ad affrontare i cambiamenti climatici attraverso un elenco crescente di iniziative anche su altre aree quali la gestione e riciclaggio dei rifiuti, lo sviluppo delle energie rinnovabili e l'approvvigionamento responsabile dei materiali».

L'accordo sancisce il principio che nel settore della mobilità il cambiamento della politica industriale debba passare per una nuova interlocuzione responsabile tra una grande industria presente sul territorio, che deve coniugare la produzione industriale con la preminente tutela dell'ambiente e della salute, una grande industria di trasformazione che necessita di gestire i propri processi trasformando i rifiuti prodotti in materia prima da inserire in nuove filiere industriali per la valorizzazione degli scarti e dei rifiuti, e un grande utente nel settore della logistica dei trasporti che necessita di garantire la sostenibilità e la tracciabilità limitando al massimo il footprint di emissioni.

Questa sinergia può dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di emissione fissati dalla direttiva europea 2018/2001/CE, tra cui quello di raggiungere almeno il 14% di carburanti per trasporto provenienti da fonti rinnovabili.



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Economia circolare e sviluppo sostenibile: Sipa all'avanguardia nel mondo con un impianti per produrre bottiglie 100% rpet

Sipa all'avanguardia nel mondo con un impianti per produrre bottiglie 100% rpet

Ciafani (Legambiete) in visita all'impianto: "Il limite al 50% è un'anomalia che deve essere rimossa"

  

Treviso, 31 gennaio 2020 - Sipa SpA ha aperto le porte oggi al presidente di Legambiente Stefano Ciafani. L'azienda è parte del Gruppo Zoppas Industries, che opera principalmente in due settori industriali: quello delle resistenze elettriche e sistemi riscaldanti attraverso la Zoppas Industries Heating Element Technologies e quello dei sistemi per la produzione di contenitori di plastica in PET con SIPA.

 

SIPA Spa, da sempre attenta a sviluppare soluzioni performanti nell'ambito del riciclo dei materiali plastici, ha creato Xtreme Renew, il rivoluzionario sistema che permette la produzione di bottiglie realizzate integralmente da plastica riciclata per uso alimentare e non, partendo dagli scarti industriali nello stesso processo produttivo e rendendo quest'ultimo economico e sostenibile.

"Questa è un'innovazione tecnologica che può aiutare il nostro Paese a fare passi in avanti - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani -. In Italia siamo in grado di fare cose straordinarie, come dimostra questa esperienza, ma bisogna superare certi limiti sui rifiuti che per la normativa non possono essere avviati a riciclo. Per la legge italiana c'è l'obbligo di arrivare al 50% di riciclo del Pet per produrre nuove matricole ma dobbiamo raggiungere il 100%. L'Europa dice che bisogna avviare a riciclo tutti i rifiuti che possono essere riciclati. La normativa italiana è un'anomalia che dev'essere rimossa. Il lavoro che stiamo facendo - ha concluso Ciafani - è convincere Parlamento e Governo che l'economia circolare si fa anche con normative che semplificano il riciclo perché ci sono troppi ostacoli non tecnologici allo sviluppo dell'economia circolare".

 

"Si tratta di una soluzione fortemente innovativa - ha dichiarato Federico Zoppas, direttore generale Zoppas Industries -, che consente una rilevante riduzione dell'impatto ambientale: grazie alla tecnologia che abbiamo brevettato, infatti, è possibile riutilizzare il 100% di plastica riciclata".

Inoltre, l'ottimizzazione dei processi di produzione delle preforme, partendo da scaglie di bottiglie riciclate, porta a un risparmio di energia di quasi il 30% e una riduzione delle emissioni di CO2 del 79% rispetto alla produzione di contenitori ottenuti utilizzando materiale vergine. Xtreme renew consente anche una riduzione del 18% rispetto al sistema tradizionale di produzione di contenitori in PET riciclato in granuli. A questo si aggiunge un efficientamento della gestione del magazzino con una contrazione del 20% dello spazio di stoccaggio.

 

"L'impianto di riciclo per le bottiglie di plastica è quindi in grado di ridurre i consumi di materia e di energia e i costi di processo e logistici nella produzione di bottiglie di plastica, con possibilità di realizzarle al 100% in rPet (partendo da scaglie, in un unico ciclo di riscaldamento)", ha continuato Federico Zoppas.

 

Xtreme Renew nel mondo

Nel 2018 l'impianto è stato venduto in Giappone, dove da novembre di quello stesso anno è già funzionante ed è il più performante al mondo. L'impianto è in grado di produrre oltre 300 milioni di preforme all'anno, trasformando le vecchie bottiglie in PET (polietilene teraftalato) in scaglie pulite. Queste, poi, alimentano l'impianto di produzione delle preforme, differenziandosi da altri sistemi sul mercato che, invece, devono partire da materia prima già trattata. Grazie a questi impianto le scaglie di plastica sono completamente decontaminate, e vengono rese quindi adatte a cibi e bevande.

Nei prossimi mesi sarà consegnato un secondo impianto sempre in Giappone e un terzo in Brasile.

 

Meno materia prima e meno sprechi: i dati Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani e si stima si arrivi, oggi, a un totale di circa 150 milioni. Intervenire nei processi di riduzione della plastica è quindi un impegno sociale e ambientale che le aziende devono prendere in carico. Anche la legislazione sta cambiando. La Commissione europea ha appena emanato nuove norme in tema di materie plastiche in un'ottica di economia circolare. Secondo i nuovi piani, gli imballaggi in plastica nel mercato Europeo dovranno contenere percentuali di materiale riciclato sempre più elevati ed entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande.

Purtroppo in Italia, questa soluzione non è ancora possibile per un vincolo legislativo, anche se recentemente il Parlamento ha approvato una mozione che impegna il Governo a presentare un provvedimento per modificare la norma in questione.



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Homepal: in Italia continua a salire la temperatura: nel 2019 4 mesi di estate

IN ITALIA CONTINUA A SALIRE LA TEMPERATURA: NEL 2019 4 MESI DI ESTATE

Secondo l'analisi di Homepal, Roma è la prima città in Italia per numero di giorni estivi mentre Firenze quella che registra la crescita più veloce: un mese e mezzo in più di estate negli ultimi vent'anni

Milano, gennaio 2020 – Aumenta rapidamente in tutta Italia il numero di giorni caldi. È questa l'evidenza principale rilevata dall'analisi di Homepal, la prima agenzia immobiliare digitale sul mercato italiano, relativa all'andamento della temperatura nelle principali città italiane.

Lo studio è stato realizzato analizzando le temperature in Italia dal 1973 a oggi. L'utilizzo dei big data è infatti uno dei pilastri del modello di business di Homepal, che offre ai suoi clienti valutazioni immobiliari estremamente precise ed accurate incrociando i dati ufficiali forniti dal Ministero delle Finanze con oltre 30 "data point" provenienti da database pubblici e privati e contenenti informazioni su numerosi parametri, quali per esempio l'età degli edifici circostanti, la luminosità, la silenziosità, i servizi di trasporto pubblico presenti e molto altro.

All'interno di questa continua attività di monitoraggio ed elaborazione dei dati, le temperature ricoprono un ruolo sempre più determinante nella scelta di un'abitazione. Proprio per questo motivo Homepal ha deciso studiare i dati relativi al clima delle città italiane e realizzare uno studio ad hoc.

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Lo studio

L'indagine analizza l'anno 2019 e confronta i dati tra il periodo 1973 - 2000 e il 2001 - 2019.

Il faro è puntato su undici città italiane tra Nord e Sud: Bari, Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia.


I giorni estivi: a Firenze, Napoli, Palermo e Roma ormai 4 mesi di estate piena.

Lo studio conferma l'allarme lanciato da numerosi scienziati ed esperti di clima in tema di riscaldamento globale: l'estate si è "allungata" in tutta Italia. Nello specifico, i dati tracciano l'incremento del numero di giorni estivi - quelli nei quali la temperatura massima supera i 25° - lungo tutto la penisola.

 

 

giorni estivi 1973-2000

giorni estivi 2001-2019

differenza 2001-2019 vs 1973-2000

giorni estivi 2019

Bari

119

116

-3

124

Bergamo

84

103

19

104

Bologna

98

116

18

114

Firenze

80

126

46

131

Milano

97

112

15

113

Napoli

122

129

7

133

Padova

98

114

16

114

Palermo

118

133

15

134

Roma

117

130

13

134

Torino

84

102

18

102

Venezia

99

112

13

103

Fonte: elaborazione Homepal/Dalk su dati DarkSky

In Italia il periodo estivo conta complessivamente in media ben 119 giorni, con una differenza media tra il periodo 1973-2000 e 2001-2019 di oltre due settimane (16 giorni).

Le città che dominano la classifica sono Roma e Palermo, con quasi quattro mesi e mezzo di giorni estivi registrati nel 2019: ben 134 giorni. Segue immediatamente Napoli, con 133 giorni, e Firenze, con 131 giorni. Anche nel nord Italia i numeri non sono rassicuranti: 113 giornate estive a Milano, 104 a Bergamo e 103 a Venezia e Torino.

Molto significativa l'evoluzione delle temperature tracciata da Homepal a partire dalla differenza tra la media dei giorni estivi nel periodo 1973-2000 e la media dall'inizio del nuovo millennio a oggi. Firenze registra la crescita maggiore: oltre un mese e mezzo di estate in più (+46 giorni). Seguono nella classifica Bergamo (+19), Bologna e Torino (+18).

 

Le notti tropicali: Napoli, Venezia e Padova sul podio delle città con il maggiore incremento delle calure notturne

Anche per quanto riguarda le notti tropicali, quelle nelle quali la temperatura minima supera i 20°, i valori registrati confermano il trend in atto.

 

 

 

notti tropicali 1973-2000

notti tropicali 2001-2019

differenza 2001-2019 vs 1973-2000

notti tropicali 2019

Bari

34

54

20

63

Bergamo

11

27

16

28

Bologna

20

31

11

41

Firenze

15

30

15

26

Milano

11

34

23

39

Napoli

19

66

47

89

Padova

13

40

27

53

Palermo

95

101

6

95

Roma

19

42

23

26

Torino

15

28

13

52

Venezia

13

41

28

78

Fonte: elaborazione Homepal/Dalk su dati DarkSky

Nel 2019, nelle città italiane analizzate, si sono registrate complessivamente circa 54 notti tropicali.

Palermo scala la classifica, con 95 notti tropicali, seguita da Napoli (89) e Venezia (78). La città partenopea risulta inoltre la città con l'incremento più consistente: nel periodo tra il 1973-2000 e il 2001-2019 registra in media ben 47 notti tropicali in più. Seguono Venezia (+28 notti), Padova (+27), Roma e Milano (+23).

In media nel periodo in esame le notti tropicali sono aumentate complessivamente di tre settimane (21 giorni in media).

 

I giorni di gelo: a Milano solo 38 giorni con temperature sotto lo zero, erano più di 70 a fine secolo scorso.

Se l'estate continua ad allungarsi, i giorni di gelo - quelli che registrano una temperatura minima inferiore allo 0° - continuano al contrario a calare inesorabilmente.

 

 

giorni gelo 1973-2000

giorni gelo 2001-2019

differenza 2001-2019 vs 1973-2000

giorni gelo 2019

Bari

4

3

-1

0

Bergamo

62

40

-22

31

Bologna

50

35

-15

28

Firenze

24

19

-5

21

Milano

73

38

-35

39

Napoli

9

5

-4

3

Padova

61

37

-24

36

Palermo

1

NA

NA

0

Roma

15

8

-7

17

Torino

64

37

-27

33

Venezia

61

35

-26

13

Fonte: elaborazione Homepal/Dalk su dati DarkSky

Nelle città prese in esame nel 2019 sono stati registrati solamente 20 giorni di gelo, mentre tra la media del 2001-2019 e quella del 1973-2000 i giorni di gelo sono calati di oltre due settimane (16 giorni e mezzo).

Milano in particolare ha perso 35 giorni di questo tipo, passando da 73 a 38 giorni.

Anche Torino, Padova e Venezia hanno visto una riduzione di quasi un mese, con rispettivamente 27, 26 e 24 giorni di gelo in meno.

Nessuna delle undici città prese in esame ha visto un incremento delle giornate più fredde.

 

Insomma, nelle nostre città le temperature si fanno sempre più calde. E con questo inesorabile cambiamento diventa sempre più importante nella valutazione di una casa la presenza di un condizionatore. I dati di Homepal evidenziano che i tempi medi di vendita di immobili senza un impianto di raffrescamento dell'aria sono sempre più lunghi.

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