Dopo 22 giorni di inquinamento persistente il Comitato Torino Respira ha deciso di coinvolgere le principali organizzazioni sportive della Città, il CONI Piemonte, il Centro Universitario Sportivo, e le squadre di calcio del Torino e della Juventus.
Con una lettera inviata ai presidenti di queste importanti realtà sportive il Comitato ha messo in evidenza i rischi che tutti gli atleti corrono nello svolgere attività fisica intensa in un ambiente inquinato.
Durante l'attività sportiva infatti il ritmo respiratorio aumenta fino a 30 volte, e la quantità di inquinanti accumulati nel corpo è molto più alta che durante le normali attività. Una delle prime precauzioni che vengono consigliate durante gli episodi di inquinamento acuto è infatti di limitare l'attività fisica all'aperto.
Ovviamente questo non è possibile per gli atleti professionisti, che devono continuare ad allenarsi in qualsiasi condizione, ma anche per moltissimi altri atleti semi-professionisti o dilettanti l'allenamento all'aperto è una attività irrinunciabile.
"Abbiamo scritto questa lettera perché crediamo che lo sport, sia nelle sue espressioni dilettantistiche che in quelle professionistiche, debba essere sinonimo di salute e comportamenti eticamente corretti. La situazione di inquinamento persistente rischia di avere conseguenze a lungo termine sulla salute degli atleti, e pensiamo che sia un dovere di tutte le organizzazioni sportive cittadine contribuire ad informarli dei rischi e delle cause del problema." Ha dichiarato il Presidente del Comitato Torino Respira Roberto Mezzalama.
La lettera cita uno studio condotto su oltre 2900 partite della Bundesliga in Germania, che hanno dimostrato una correlazione negativa tra l'inquinamento atmosferico nell'area dello stadio e le prestazioni dei giocatori. La Federazione internazionale di atletica invece ha deciso di monitorare la qualità dell'aria in oltre 1000 stadi, in collaborazione con le Nazioni Unite.
"Ci chiediamo se i campioni che vengono portati a Torino sono stati informati del fatto che stanno per trasferirsi in una delle città più inquinate d'Europa, e se vengono messi al corrente dei possibili rischi sanitari." Ha concluso Mezzalama.
Torino 19 gennaio 2020
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