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lunedì 29 gennaio 2018

Manifesto per l'energia del futuro: al via la road map di incontri sul territorio

MANIFESTO PER L'ENERGIA DEL FUTURO: AL VIA LA ROADMAP DI INCONTRI SUL TERRITORIO CON LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI

  • Oggi il primo incontro a Bologna per illustrare opportunità e servizi del mercato libero
  • L'iniziativa toccherà dieci città italiane tra cui Bologna, Milano, Torino, Napoli, Palermo e Roma

Roma, 29 gennaio 2018 – Al via, oggi, a Bologna, il ciclo di incontri territoriali promosso dal "Manifesto per l'energia del futuro" e rivolto alle associazioni di consumatori facenti parte del progetto, al fine di illustrare le opportunità della liberalizzazione del mercato dell'energia, alla luce della fine del regime di maggior tutela prevista per il prossimo luglio 2019. 

Una roadmap che toccherà dieci città italiane tra cui Bologna, Milano, Torino, Napoli, Palermo e Roma, per incontrare le associazioni dei consumatori che gestiscono gli sportelli distribuiti sul territorio nazionale, ai quali si rivolgono i cittadini per ogni tipo di informazione relativa al settore.

L'obiettivo dell'iniziativa è spiegare in maniera dettagliata i temi legati al completamento dell'apertura del mercato energetico, in particolare le opportunità e i servizi innovativi offerti dalla liberalizzazione che risponderanno alle nuove esigenze dei consumatori, con una particolare attenzione per i consumatori più vulnerabili, che hanno più bisogno di essere messi in condizione di effettuare scelte consapevoli. 

Al centro del dibattito, i principi cardine sui quali si fonda il "Manifesto per l'energia del futuro", nato per favorire e disegnare un mercato che abbia come protagonista il consumatore e metta al centro risparmio, sostenibilità, innovazione e nessuno escluso.

Agli incontri parteciperanno le principali aziende energetiche che, insieme alle associazioni, hanno fondato Il Manifesto; nelle tappe illustreranno i benefici della liberalizzazione, unite dal desiderio comune di costruire un mercato moderno in cui il consumatore sia messo nelle condizioni di poter scegliere con maggiore consapevolezza rispetto ad oggi. 

Tra i temi che verranno affrontati: un mercato pienamente competitivo, trasparenza, prezzi più convenienti, servizi digitali più efficienti, costruiti attorno alle reali esigenze dei consumatori, nonché il rafforzamento degli strumenti di tutela.

"Il Manifesto per l'energia del futuro" nasce nel 2015 dalla volontà di contribuire a valorizzare le potenzialità connesse alla completa liberalizzazione del mercato attraverso un'esperienza innovativa e unica di lavoro condiviso da parte di aziende e associazioni di consumatori. 

L'iniziativa, promossa da Edison, E.ON, ENGIE, Illumia e Sorgenia insieme alle associazioni di consumatori Adiconsum, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione per la Difesa dei Consumatori e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, ha portato un contributo concreto alla condivisione di proposte da presentare alle istituzioni in vista dell'eliminazione della maggior tutela, chiedendo un mercato energetico più aperto e vicino alle reali esigenze dei consumatori.


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Al via le attività di ripopolamento dello scoiattolo rosso. INVITO CONFERENZA STAMPA progetto LIFE USavereds



INVITO CONFERENZA STAMPA

Da Gennaio 2018 ha preso l'avvio una delle fasi più importanti del progetto: incrementare il numero di scoiattoli rossi presenti a Perugia e nelle aree limitrofe.

Progetto LIFE U-SAVEREDS: al via le attività di ripopolamento dello scoiattolo rosso.

Si terrà il giorno 31 gennaio 2018, alle ore 11.30 presso  la sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia, la conferenza stampa di presentazione dello stato di avanzamento del progetto comunitario LIFE U-SAVEREDS "Management of grey squirrel in Umbria: conservation of red squirrel and preventing loss of biodiversity in Apennines".

Il progetto, promosso e realizzato dall'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione con la Regione Umbria, il Comune di Perugia, l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, la Regione Lazio, Legambiente Umbria e l'Istituto OIKOS srl, è nato dall'esigenza di far fronte alla possibile minaccia conservazionistica a cui lo scoiattolo comune europeo (più spesso conosciuto come scoiattolo rosso) sta andando incontro, in seguito alla presenza e all'espansione, anche in Umbria, dello scoiattolo grigio americano.

Durante la conferenza verrà presentato un aggiornamento sullo stato di avanzamento del progetto e i nuovi dati relativi alla reintroduzione degli scoiattoli rossi.

Alla conferenza stampa interverranno: 

Valentina La Morgia, ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e Coordinatrice del progetto. 
Daniele Paoloni, Istituto Oikos  e Coordinatore tecnico del progetto
Umberto Sergiacomi, Regione Umbria, Responsabile Sezione Organizzazione attività venatoria


Per informazioni
Legambiente Umbria
348 6433142


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Sostenibilità. Syngenta nomina Alexandra Brand Chief Sustainability Officer

Syngenta conferma il proprio impegno verso la sostenibilità e nomina un Chief Sustainability Officer

  • Il nuovo ruolo di Chief Sustainability Officer è stato affidato ad Alexandra Brand
  • Questo ruolo contribuirà a rafforzare ulteriormente l'impegno di Syngenta per una produzione agricola più sostenibile

Syngenta ha annunciato di aver affidato la nuova posizione di Chief Sustainability Officer (CSO) ad Alexandra Brand, già Regional Director EAME. In qualità di CSO, Alexandra Brand riferirà direttamente al CEO Erik Fyrwald.

Alexandra Brand guiderà il Business Sustainability Group, creato recentemente da Syngenta per raggruppare e sviluppare ulteriormente le iniziative legate alla sostenibilità già esistenti, tra cui The Good Growth Plan, il piano ambizioso di obiettivi concreti che l'Azienda si impegna a raggiungere per rispondere alle sfide cruciali dell'agricoltura.

Questo nuovo gruppo, inoltre, avrà il compito di portare avanti la futura agenda dell'Azienda sulla sostenibilità e di fornire le linee guida per le attività di Regulatory Affairs, Sustainability and Stewardship, External Affairs and Communications.

"Abbiamo già un ruolo importante nella sfida di nutrire il pianeta, ma vogliamo fare ancora di più", afferma il CEO di Syngenta Erik Fyrwald. "Per renderlo possibile dobbiamo confrontarci con i governi, le ONG, gli accademici e con l'intera filiera agro-alimentare sulle sfide e le opportunità politiche e sociali del nostro settore. In quest'ottica vogliamo superare i traguardi già raggiunti per determinare insieme cosa significherà in futuro un'agricoltura più sostenibile. Sarà fondamentale, quindi, il nuovo ruolo appena affidato ad Alexandra Brand, una manager che conosce bene l'agricoltura di oggi e che ha una visione di lungo periodo per immaginare come sarà fare agricoltura in futuro, coniugando produttività da una parte e attenzione all'impatto ambientale dall'altra".

Alexandra Brand ha dichiarato: "Quando sono entrata in Syngenta qualche anno fa, ho potuto toccare con mano quanto importante fosse per l'azienda costruire un modello di agricoltura sostenibile. Il Good Growth Plan rappresenta, infatti, una sfida concreta e ambiziosa che l'azienda si è data per riuscire a sfamare una popolazione mondiale in crescita, consumando meno risorse. Sono davvero entusiasta dell'opportunità di prendere il timone e guidare i prossimi cambiamenti della nostra azienda e, di conseguenza, del nostro settore. Ma sono cosciente che obiettivi così ambiziosi hanno anche bisogno di soluzioni reali e un forte approccio collaborativo. Stiamo quindi cercando di stringere nuove partnership, lavorando al fianco di gruppi e associazioni con i quali non avremmo potuto collaborare in passato. I risultati significativi del Good Growth Plan sono per noi già una base di partenza per migliorare ulteriormente la sostenibilità dell'agricoltura globale, con trasparenza, impegno e passione", conclude Brand.



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Inquinamento. Mal'Aria, il rapporto di Legambiente sulla qualità dell'aria, boccia Terni



Dossier Mal'Aria 2018 di Legambiente

Terni si conferma tra le peggiori per la qualità dell'aria nel centro Italia

Legambiente Umbria: basta con ordinanze tampone, servono interventi strutturali su mobilità, efficientamento energetico, industria.

Anche nel 2018 il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità dell'aria nelle città capoluogo d'Italia fotografa la situazione di un'aria sempre più irrespirabile: sono 39 le città italiane fuorilegge con livelli di Pm10 alle stelle. La situazione più critica in Pianura Padana e in generale nelle città del nord, ma nemmeno in Umbria va tanto bene, a Terni in particolare.
Dal report Mal'aria emerge che, nel 2017 in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. 
Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del nord (Frosinone è la prima del Centro/Sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l'emergenza nelle città dell'area del bacino padano.
Per quanto riguarda la nostra regione, come noto è a Terni che si registra la qualità dell'aria peggiore, per via di polveri sottili e ozono (un inquinante secondario che si forma a partire dalla presenza di alcuni inquinanti primari a seguito di reazioni fotochimiche). Sono stati 48 gli sforamenti registrati nell'anno appena concluso del limite giornaliero di PM10 e 55 gli sforamenti dell'ozono. 
In particolare andando a sommare questi due inquinanti c'è da dire che le città italiane più inquinate sono tutte dell'area padana con l'aggiunta di Frosinone e Terni appunto che pur se in fondo alla classifica, segnalano ugualmente una situazione allarmante.
L'ozono è un problema anche a Perugia che comunque ha registrato 32 sforamenti nel corso del 2017 presso la stazione di monitoraggio collocata all'interno del parco cittadino Chico Mendes, a distanza di circa 500 metri da strade e abitazioni.
In questi giorni, e come ogni anno, a Terni e Perugia si susseguono le ordinanze comunali di emergenza che dovrebbero servire ad arginare il fenomeno degli sforamenti, ma sono misure tampone in parte o del tutto inefficaci, anche perché banalmente prive dei dovuti strumenti di controllo e di verifica (vedasi le misure di divieto di accensione per due giorni a settimana dei caminetti attuata a Terni).
"Come ripetiamo da anni – commenta Gianni Di Mattia di Legambiente Umbria - le vere azioni efficaci sono quelle estese, ragionate e strutturali che si incentrano sul disincentivo all'utilizzo dei mezzi alimentati a carburanti fossili per muoversi in città, favorendo la mobilità ciclopedonale e l'uso dei mezzi pubblici, e che realizzano campagne di efficientamento edilizio ed impiantistico degli edifici, unito a una stringente verifica e sollecitazione per l'uso di tecnologie a basso impatto e a bassi consumi per l'industria e il terziario. 
A Terni in particolare serve anche una significativa assunzione di responsabilità da parte del settore industriale nel fare la propria parte per migliorare le emissioni che contribuiscono in modo significativo a rendere irrespirabile l'aria. Tutti interventi che in Umbria non sono ancora stati messi in campo in maniera organica e convinta".
"Certamente per politiche come queste servono risorse, competenze e serve coraggio (disincentivare l'uso dell'auto ad esempio vuol dire anche creare malumori da parte di chi non è disposto a rinunciarvi) – conclude Gianni Di Mattia - ma sono necessarie e doverose e siamo già in grave ritardo nell'attuarle e sono ormai molti cittadini disposti a cambiare le proprie abitudini pur di difendere la qualità dell'aria che respirano".


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Conferenza stampa. Parte da Napoli People For Planet




IL PIANETA HA IL SUO GIORNALE:
PARTE DA NAPOLI PEOPLE FOR PLANET

IL NUOVO PROGETTO EDITORIALE DI JACOPO FO E BRUNO PATIERNO


NAPOLI – È stato presentato questa mattina a Castel dell'Ovo, People For Planet, il nuovo magazine del Gruppo Atlantide, coordinato da Jacopo Fo e Bruno Patierno, rivolto ai cittadini interessati ai temi dell'ambiente, della sostenibilità, del corretto rapporto tra gli individui e il pianeta.

Presenti alla conferenza stampa di lancio, oltre a Jacopo Fo, direttore creativo del magazine, Bruno Patierno e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Al loro fianco, sul palco, il 'Monumento al Mitile Ignoto', realizzato dallo scultore Berico e dedicato ironicamente alle cozze, vittime della distruzione dell'habitat marino ad opera dell'uomo.

"Il monumento è la ragione per cui siamo qui a Napoli – commenta Jacopo Fo introducendo il nuovo progetto editoriale – Abbiamo presentato tre proposte di legge evidenziate nel nostro Manifesto, affrontando i problemi più piccoli perché quelli grossi sono troppo difficili. Vogliamo che la nostra rivista, oltre ad informare in maniera corretta, faccia succedere le cose, gli eventi, vogliamo che li racconti prima che succedano".

Una battaglia sociale, quella di People For Planet: "È una tradizione della mia famiglia – continua Fo – In passato abbiamo vinto la battaglia per la presenza dei clown negli ospedali, quelle per il parto dolce, il biodiesel ed il riduttore dell'acqua nei rubinetti. Sono tutti successi che si possono realizzare al di fuori del meccanismo parlamentare. Poi ci sono campagne che hanno bisogno di arrivare in Parlamento e che il nostro progetto vuole portare avanti".
L'obiettivo di People For Planet è toccare vari temi: "Ci occuperemo anche di arte, satira e solidarietà – conclude Jacopo Fo – Ci sono moltissime storie da raccontare in Italia, storie positive. Il magazine si occuperà di tirare fuori un po' di speranza".  

Non è un caso che per il lancio del nuovo progetto sia stata scelta Napoli: "Questa è una delle più importanti città che si affacciano sul mare – dichiara Bruno Patierno, coordinatore insieme a Fo del Gruppo Atlantide – Ed è sul mare e per il mare che si gioca una delle battaglie più importanti per l'avvenire del pianeta".

La conferenza è stata l'occasione per scoprire il Manifesto di People For Planet. Il magazine vuole infatti essere da subito una forza costruttiva e a tale scopo lancia tre campagne a tutela di consumatori, salute dei cittadini e ambiente.
Le proposte di People For Planet riguardano: l'istituzione di un controllo preventivo dei contratti standard rivolti al pubblico, per scoprire in anticipo clausole insidiose per i consumatori; l'adozione, anche in Italia, della distribuzione di farmaci sfusi, per evitare sprechi; il rendere obbligatorio il montaggio, sulle lavatrici, di un filtro anti microfibre, per ridurre l'inquinamento delle acque
Tante le adesioni al documento registrate negli ultimi giorni da parte di personaggi noti e gente comune. Da oggi chiunque voglia firmare il Manifesto può farlo inviando una mail all'indirizzo firma@peopleforplanet.it indicando il proprio nome e cognome e la qualifica con cui desidera essere indicato come firmatario.
Al tavolo dei relatori anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, anch'egli firmatario del Manifesto: "Ho aderito perché tutta la squadra di cui faccio parte condivide questi ideali e questo pensiero. Ad esempio, Napoli ha sposato il tema dell'acqua pubblica per prima in Italia – spiega il sindaco – È una battaglia importante magari da riattualizzare in questa campagna elettorale. Sono fermamente convinto che il cambiamento venga dal basso e che la difesa dei beni comuni e del pianeta possa partire dalle città. Napoli rappresenta una esperienza di autonomia, siamo in forte connessione con la popolazione sui temi dell'ambiente, del pianeta, del bene comune. Siamo convinti di poter svolgere un ruolo da questo punto di vista importante".
Il sindaco ha anche elogiato la scultura al Mitile Ignoto: "Voglio complimentarmi con chi l'ha pensata. Il Comune di Napoli ha puntato molto sul mare, perché è una risorsa che può dare lavoro, economia e può far vivere meglio. Per noi il mare non può più essere raccolta di persone che sfuggono la morte, il mare è la maggiore visione di pace, non riesco ad immaginarlo come luogo di morte".
La città dunque si impegna ad appoggiare il magazine con tutte le lotte che porterà avanti: "Noi ci saremo – assicura de Magistris – Ognuno di noi si senta responsabile, non rimanga indifferente. Solo con la comunicazione potremo mettere in atto il principio scritto nell'articolo 3 della Costituzione e rendere possibile il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti".


GRUPPO ATLANTIDE
Il Gruppo Atlantide, promotore di People For Planet, coordinato da Jacopo Fo e Bruno Patierno, è una rete di organizzazioni e professionisti che collaborano con imprese ed enti in iniziative a favore della società e dell'ambiente.


LA REDAZIONE di PEOPLE FOR PLANET:
Direttore Creativo: Jacopo Fo
Project Manager: Bruno Patierno
Direttore Responsabile: Sergio Ferraris
Direttore Editoriale: Sergio Parini
Direttore Video: Iacopo Patierno
Redazione: Simone Canova, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco
Consulente Editoriale: Mario Carfagna
Digital picture editing: Armando Tondo



JACOPO FO
Scrittore, attore, regista, fumettista, blogger e attivista italiano. Nato a Roma, ha iniziato a 18 anni a pubblicare articoli e fumetti per riviste underground ed è stato tra i fondatori del settimanale satirico "Il Male". Nel 1981 ha lanciato il progetto della Libera Università di Alcatraz, un'associazione culturale situata tra le colline umbre con ristorante biologico, dove tiene con i suoi collaboratori corsi di Yoga Demenziale, Arte Zen, teatro, public speaking ed ecotecnologie. Impegnato in battaglie civili, soprattutto nel settore dell'ecologia, del risparmio energetico e di solidarietà sociale, ha costituito vari gruppi d'acquisto per lo sviluppo del fotovoltaico e delle energie rinnovabili in Italia. Ideatore e promotore di due edizioni di "EcoFuturo" il Festival delle ecotecnologie e dell'autocostruzione, da 30 anni sogna di costruire una Green Town, desiderio che si sta concretizzando con la costruzione di un Ecovillaggio Solare.  


BRUNO PATIERNO
Nato a Castellammare di Stabia (Napoli). Dopo la laurea in giurisprudenza vince una borsa di studio per un MBA presso l'ISIDA. Prima docente e coordinatore di corsi di marketing del Formez, poi Direttore Centrale del Gruppo Databank, ha fondato e diretto diverse società di consulenza direzionale. Docente e autore di strumenti per la didattica per OECD, AISM, ISIDA, Confindustria, ICE, Formez, SOGEA, Università Federico II… Affianca alla consulenza per grandi imprese e enti la progettazione e il coordinamento di modelli di project design e la progettazione e il coordinamento di progetti di tutorship per le start-up e di divulgazione delle best practice per gli aspiranti imprenditori. Ha coordinato e realizzato progetti per il MIUR, il Ministero della Difesa, RCS – Corriere della Sera, Regione Lombardia, Sviluppo Italia.Assessore a Napoli nella prima Giunta Bassolino, oggi coordina insieme a Jacopo Fo il Gruppo Atlantide.

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domenica 28 gennaio 2018

Ambiente. Essity presente nella classifica delle 100 aziende più sostenibili al mondo

Essity presente nella classifica delle 100 aziende più sostenibili al mondo

Essity* è stata riconosciuta come una delle 100 aziende più sostenibili al mondo, secondo la classifica redatta da Corporate Knights. 
I risultati sono stati presentati al World Economic Forum di Davos, Svizzera.

Essity, azienda leader mondiale nei settori dell'igiene e della salute con i suoi brand TENA, Tempo, Tork, Nuvenia, Libero, Demak'Up, Leuko, Jobst e Actimove è stata riconosciuta come una delle 100 aziende più sostenibili al mondo, secondo la classifica redatta ogni anno da  Corporate Knights. 

La ricerca si basa sui dati divulgati dalle aziende nel 2016, relativi a 17 indicatori chiave di performance (KPI), che vanno dalla sostenibilità alla governance e all'impegno sociale.

Sono state oggetto di analisi 5994 aziende, quotate in Borsa e con ricavi lordi di almeno un miliardo di dollari, afferenti a tutti i settori industriali. 22 sono le nazioni rappresentate nelle prime 100 posizioni del ranking, ed Essity è una delle cinque aziende svedesi presenti nella classifica.

"Siamo estremamente orgogliosi di fare parte della classifica delle 100 aziende più sostenibili al mondo. È il riconoscimento della validità della strategia aziendale sostenibile di Essity, della nostra capacità di raggiungere gli obiettivi e della trasparenza dell'azienda nei confronti dei propri stakeholder", ha affermato Magnus Groth, CEO e Presidente di Essity.

La classifica mondiale delle 100 aziende più sostenibili evidenzia la stretta relazione esistente tra la creazione di valore per le imprese e l'ottenimento di maggiori risultati finanziari; nel periodo compreso tra il 2005 e il 2017, infatti, il ranking di Corporate Knights ha mostrato valori superiori di quasi un terzo rispetto al report di riferimento MSCI All Country World index.

"Per Essity, la sostenibilità è un elemento chiave del proprio business. La consapevolezza che esista un legame forte tra sostenibilità e redditività ci stimola a migliorarci sempre di più, ad ogni livello, e a non fermarci mai lungo questo cammino di crescita", ha ribadito Magnus Groth.

Corporate Knights è una rivista specializzata in tematiche aziendali e sociali, la cui unità di ricerca si dedica alla produzione di classifiche e valutazioni di prodotti finanziari basate sulle performance in materia di sostenibilità d'impresa. Questa è la quattordicesima classifica annuale e pone l'attenzione sul lavoro compiuto dalle aziende nell'ambito della sostenibilità.

* Nel giugno 2017, SCA si è divisa in due società quotate in Borsa. Il business del reparto igiene e salute, che rappresenta l'85% delle vendite nette, opera ora sotto il nome di Essity, mentre la società focalizzata sul business forestale ha mantenuto il nome SCA. La classifica si basa sui dati rilasciati da SCA nel 2016, quando le due aziende operavano come parte di un'unica società.


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Legambiente su Castelluccio vuole uscire da Parco Nazionale Sibillini. "Il Parco Sibillini rappresenta il futuro e una risorsa importante per la ripresa economica delle aree terremotate”.

Terremoto: Castelluccio vuole uscire da Parco Sibillini. 

Legambiente: "Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini rappresenta il futuro e una risorsa importante per la ripresa economica delle aree terremotate". 

Al via il Tavolo per la Rinascita del territorio tra l'Ente Parco e Legambiente per costruire insieme un percorso di valorizzazione del territorio e trovare soluzioni alle tante criticità


"Riteniamo molto grave l'iniziativa avviata dalla Comunanza agraria di Catelluccio di Norcia di raccolta firme per uscire dal Parco Nazionale dei Sibillini, così come sono gravi gli attacchi arrivati anche dalla Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e da alcuni sindaci umbri e marchigiani contro il Parco, reo di aver solo richiesto al comune di Norcia il rispetto di alcune prescrizioni per la realizzazione di alcune opere – è il commento di Antonio Nicoletti responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente Onlus – perché sanno bene, soprattutto chi ha ruoli istituzionali, che l'emergenza post terremoto e la ricostruzione possono essere gestite in modo adeguato nel rispetto delle norme di salvaguardia previste, sia dal regime di tutela imposto nei territori delle aree protette, che dalle norme che derivano dall'applicazione delle Direttive comunitarie per la tutela di specie e habitat prioritari di cui sono garanti le Regioni ".

"Abbiamo forte il sospetto che qualcuno tenti di forzare l'interpretazione delle leggi e le presunte limitazioni poste dall'Ente Parco come grimaldello per fare, in questo territorio straordinariamente ricco di risorse naturali e paesaggistiche, quello che non è concesso dalle norme e dalla logica – continua Legambiente. Crediamo pure che ci sia molta strumentalità nelle critiche rivolte al parco che bloccherebbe la realizzazione delle opere utili alla ripresa dell'economia del Parco. Un sospetto che nasce dalla presa d'atto che, dopo che il parco ha dato il suo parere sul discusso progetto del Deltaplano migliorandolo in molte parti rispetto alla proposta iniziale, nessuno ha più la fretta iniziale. Vogliamo ricordare agli abitanti di Castelluccio, ai Sindaci e alla Presidente Marini che l'economia di quei territori, caratterizzata dall'agricoltura, a cominciare dalla tanto famosa lenticchia, dalla filiera della trasformazione agroalimentare e dal turismo, dipende molto dalla presenza del tanto vituperato Parco".

"Serve invece un patto, tra comunità, amministrazioni locali e regionali, Ente Parco e associazioni ambientaliste, come Legambiente, per immaginare e lavorare insieme per il futuro di quei territori che non possono prescindere da una ricostruzione rigorosa, rispettosa delle norme e che garantisce salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale. E è per questo – conclude Legambiente – che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Legambiente hanno costituito il "Tavolo della Rinascita", un tavolo per costruire insieme un percorso di valorizzazione del territorio, ma anche per trovare soluzioni alle tante criticità irrisolte da tanto tempo".


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giovedì 25 gennaio 2018

Centrica Business Solutions (ENER-G): trigenerazione per il biomedicale

Aumentare l'efficienza operativa. 
Ridurre i costi dell'energia. 
Rispettare la sostenibilità.

Milano 25 gennaio 2018 -  Centrica Business Solutions (ENER-G), leader europeo nella fornitura di impianti di cogenerazione trigenerazione da 35 kW a 10 MWpunta al settore biomedicale

L'azienda, reduce dalla partecipazione a Innovabiomed, la due giorni dedicata all'innovazione nel settore biomedicale organizzata da Veronafiere e supportata da distrettobiomedicale.it, ha presentato a una platea di esperti della produzione di dispositivi medici e apparecchiature le sue soluzioni energetiche per aumentare l'efficienza e la competitività delle aziende del settore. 

In particolare, ha illustrato le sue best practice nel settore della lavorazione della plastica e in quello medico/farmaceutico.

Christian StellaManaging Director di Centrica Business Solutions Italia, ha commentato: "L'industria biomedicale è un mercato che in Italia vale 11 miliardi di euro, con un export del valore di 4,9 miliardi. Un fiore all'occhiello del Made in Italy con 3.880 imprese che danno lavoro a 76.000 addetti. Si tratta di un settore che, come molti processi industriali, necessita di ingenti quantità di energia elettrica, termica e frigorifera. La trigenerazione, da questo punto di vista, rappresenta la soluzione più adatta e completa per la richiesta di efficienza energetica di molte aziende, perché è in grado di garantire risparmi energetici fino al 40% e una maggiore efficienza di processograzie a una autoproduzione combinata di energia elettrica e termo-frigorifera presso l'impresa, nel luogo quindi in cui avviene il consumo: questo consente di evitare dispersioni e costi di trasporto energetico. Il vantaggio indotto è, inoltre, un contributo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2(indicativamente pari a 450-500gr/NOx per chilowattora elettrico cogenerato)".

TRIGENERAZIONE PER L'INDUSTRIA BIOMEDICALE
Il processo industriale del settore biomedicale si caratterizza per la lavorazione di plastica e polimeri, processi che richiedono un'alta intensità energetica: elettricità per il funzionamento dei macchinari, acqua calda per il riscaldamento degli olii plastificanti e per il preriscaldamento dei serbatoi di stoccaggio degli olii di processo ed energia frigorifera per il raffreddamento dei processi di plastificazione (stampaggio, estrusione, soffiaggio).

Se con la cogenerazione si ha una produzione combinata e distribuita di energia elettrica e termica ad alta efficienza, con un assetto trigenerativo si integra la produzione contemporanea di acqua refrigerata, fattore di produzione economicamente molto importante nei processi di lavorazione di plastica e polimeri

A ciò si aggiunge un sostanziale aumento della resilienza energeticadelle imprese che, di fatto, possono così incrementare la propria sicurezza di disponibilità energetica, riducendo parzialmente la dipendenza dalla rete.

Conclude Stella: "Controllare e ridurre l'utilizzo di energia è la maniera più sostenibile per far fronte all'aumento dei costi energetici. Con un approccio strategico alla gestione dell'energia, il settore biomedicale può mitigare l'aumento dei prezzi, avvalersi di energia sicura e affidabile e migliorare l'efficienza".

Centrica Business Solutions

Centrica Business Solutions è la divisione del Gruppo Centrica, dedicata ai clienti business, attiva a livello mondiale nel settore energetico per rispondere alle esigenze in continuo mutamento dei propri clienti. 

Centrica Business Solutions nasce per sviluppare nuove tecnologie per un nuovo modo di pensare e di lavorare, per aiutare i propri clienti ad assumere il controllo dell'energia e a far crescere la propria attività. 

Dalla vendita al dettaglio all'industria manifatturiera, dal settore sanitario a quello dell'istruzione, l'azienda supporta i clienti B2B nel migliorare la propria efficienza operativa, aumentare la propria resilienza e aprire la porta a nuove fonti di valore e ricavi.

Con l'integrazione nel 2017 di Panoramic Power e di ENER-G al suo interno, Centrica Business Solutions è in grado di aiutare un numero sempre maggiore di clienti a ottenere vantaggi competitivi attraverso l'energia, con soluzioni energetiche end-to-end intelligenti capaci di potenziarne le prestazioni, la resilienza e la crescita. 

Tramite Centrica, inoltre, Centrica Business Solutions offre servizi di trading in ambito energetico e fornisce energia con British Gas nel Regno Unito, Bord Gàis Energy in Irlanda e Direct Energy negli USA


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Gruppo CAP campione per la qualità del servizio idrico

GRUPPO CAP È L'AZIENDA CON IL MIGLIOR SERVIZIO AI CLIENTI NEL SETTORE IDRICO

L'indagine della società di ricerche Statista per il settimanale Panorama premia l'utility che gestisce il servizio idrico integrato per 2, 5 milioni di cittadini dell'hinterland milanese.

Gruppo CAP campione per la qualità del servizio. Per 8 italiani su 10, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano è l'azienda con il miglior servizio ai clienti nel proprio settore di competenza, con ben il 78% di voti di preferenza, davanti ad Acquedotto Pugliese e Centro Veneto Servizi.

È quanto emerge dall'indagine condotta dalla società di ricerche tedesca Statistica per il settimanale Panorama, i cui risultati sono stati pubblicati proprio oggi 25 gennaio. 

La ricerca ha coinvolto un panel di oltre 18.500 persone, chiamate a esprimere in via anonima e tramite questionario online il proprio giudizio sul servizio offerto da oltre 2mila aziende e istituzioni suddivise in 210 categorie: dall'abbigliamento al turismo, dalla finanza alla gastronomia, dalle moto allo sport, dalla grande distribuzione alla cultura, dalla telefonia ai centri fitness.

Quattro i criteri fondamentali su cui gli intervistati sono stati chiamati a dare un voto: la competenza professionale, la disponibilità del servizio, l'orientamento al cliente, ma anche la propensione a consigliare l'azienda ad amici e parenti.

"Poter vantare un primo posto nella qualità dei servizi offerti ai cittadini è una grande soddisfazione, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, che premia l'impegno quotidiano di tutte le persone che ogni giorno lavorano per portare la migliore acqua nelle case dei nostri clienti. Un riconoscimento che ci spinge ad affrontare con sempre maggior professionalità la complessità del sistema idrico integrato, fatto di migliaia di km di rete di acquedotto e fognatura, di impianti ad alta tecnologia, come i depuratori e i sistemi di potabilizzazione. Portiamo ogni anno a 2,5 milioni di cittadini circa 220 milioni di metri cubi di acqua, puntando su ricerca e innovazione del settore idrico. E lo facciamo dal 1928 con la massima competenza ponendo al centro il territorio e le persone, che possono contare sulla solidità di un Gruppo che è il motore di quella #WATEREVOLUTION che, rivoluzionando la gestione dell'acqua, ne farà un driver di innovazione in grado di riscrivere la fisionomia dei territori e di orientare consumi e dinamiche ambientali".

Tra le ultime novità legate al servizio clienti, la nuova bolletta, presentata proprio all'inizio del 2018: più chiara e trasparente, con un nuovo logo, quello di Gruppo CAP, è stata pensata insieme alle associazioni dei consumatori per rendere ancora più facile al cliente tenere sotto controllo la propria spesa. 

Con la nuova bolletta diventa infatti ancora più semplice e immeditato verificare nel dettaglio la composizione della tariffa e la destinazione dei pagamenti.

Statista, società di ricerca fondata nel 2007 ad Amburgo, è considerata il leader mondiale dei dati di mercato online con 7,5 milioni di visite al mese, e ogni anno porta avanti con successo questo studio sul servizio clienti, oltre che in Italia, anche sul mercato tedesco che su quello francese.


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mercoledì 24 gennaio 2018

Efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Energy&Strategy Group PoliMi: con gestione efficiente dell'acqua possibili risparmi energetici per 370 milioni di euro all'anno

Energy&Strategy Group, School of Management Politecnico Milano

Prima edizione del Water Management Report: in Italia una gestione efficiente dell'acqua farebbe risparmiare in energia 370 milioni di euro all'anno 

Per la prima volta l'Energy&Strategy Group posa lo sguardo sul mondo delle risorse idriche. Focus su rete civile e industria, dove sono stati analizzati cinque sotto-settori nell'ambito di chimica, siderurgia, lavorazione di minerali non metalliferi, produzione della carta e tessile.

 Vittorio Chiesa: "In Italia la dispersione sulla rete di distribuzione supera in media il 40%. Le opportunità di efficientamento sono notevoli e porterebbero meno spese per la rete idrica civile, dove si potrebbero risparmiare fino a 2,7 miliardi di metri cubi d'acqua l'anno, e più profittabilità per l'industria, che ne guadagnerebbe anche in immagine. Ma occorre favorire gli investimenti, sensibilizzare gli stakeholder e creare una collaborazione virtuosa"

Milano, 24 gennaio 2018 – L'acqua è un bene prezioso e sempre più scarso che esige una strategia di gestione sostenibile, soprattutto per quel che riguarda l'acqua dolce, appena il 3% di quella disponibile. Anche in Italia si cerca un efficientamento della rete idrica che tuttavia è ancora un "work in progress": a fine 2015 l'acqua erogata nelle reti di distribuzione nel nostro Paese è stata pari a circa 4,8 miliardi di metri cubi, con una dispersione media del 40,66% (contro il 37,19% del 2012) e punte di oltre il 50% nel Centro e Sud Italia. Una corretta gestione della risorsa idrica e dei consumi energetici associati diventa fondamentale:nell'attività di distribuzione, per esempio, il potenziale teorico di risparmio energetico annuo si traduce in circa 370 milioni di euro, quello idrico in 2,7 miliardi di metri cubi d'acqua.

Il tema della gestione dell'acqua è al centro della prima edizione del Water Management Report dell'Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, presentato oggi al Politecnico.L'attenzione dello studio, il primo dedicato all'"oro blu", è focalizzata sulla rete idrica civile e sull'industria, dove sono stati analizzati cinque sub-settori nell'ambito della chimica, della siderurgia, della lavorazione di minerali non metalliferi, della produzione della carta e del tessile, che complessivamente coprono circa il 55% dei consumi totali di acqua nel comparto industriale. L'agricoltura verrà presa in considerazione nella seconda edizione del Water Management Report, in uscita a fine anno.

Il volume totale di acqua dolce prelevato dall'ambiente nel nostro Paese è di circa 33,7 miliardi di metri cubi l'anno, per metà (50,45%) usati in agricoltura, che però si serve solo marginalmente della rete idrica. L'industria ne utilizza il 22,85% e si basa soprattutto su sistemi di prelievo dedicati; il resto (26,70%) è appannaggio del settore civile, che si approvvigiona quasi esclusivamente dalla rete idrica.

"Migliorare l'efficienza della rete idrica italiana promette importanti vantaggi - afferma Vittorio Chiesa, direttore dell'Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano - ma occorre migliorare il coinvolgimento e la collaborazione tra gli stakeholder. Nel caso della rete civile, per esempio, l'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI), i soggetti gestori degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), i manutentori della rete idrica civile, i grossisti e i fornitori di tecnologie devono camminare insieme verso l'obiettivo di ridurrele perdite lungo tutta la rete sfruttando le opportunità connesse al nuovo sistema tariffario e utilizzando al meglio tutte le tecnologie".

E' proprio nel nuovo sistema tariffario che gli investimenti nel settore idrico (a fine 2015 circa 11,85 miliardi di euro di risorse pubbliche) devono trovare la principale fonte di finanziamento, "ma la normativa dovrebbe avviare un circolo virtuoso che leghi maggiori investimenti a migliori remunerazioni", conclude Chiesa. Ad esempio, lo studio evidenzia le opportunità offerte dalle tecniche no-dig per opere di risanamento e sostituzione con costi e impatto ambientale meno elevati. 

Anche nell'industria "esistono numerosi sistemi, grazie all'evoluzione tecnologica, che consentirebbero sia una riduzione dei consumi d'acqua sia un incremento della profittabilità, così come ci sono opportunità di efficientamento poco sfruttate perché si scontrano con costi della 'materia prima acqua' piuttosto bassi - continua il direttore dell'Energy&Strategy Group -. In questo senso è importante che i policymakers definiscano delle condizioni normative e fiscali adatte a favorire gli investimenti che mirino a risparmiare acqua dolce. Si può innescare un percorso virtuoso di utilizzo sostenibile della risorsa idrica soprattutto se si sensibilizzeranno tutti gli attori, pubblici e privati, sul tema del water management e si renderà conveniente investire".

Questa prima edizione del Water Management Report apre le porte ad approfondimenti successivi: per quanto riguarda la rete idrica, verrà monitorato lo stato di avanzamento degli interventi descritti per verificare gli effettivi passi in avanti e allargare l'analisi alle due attività del ciclo idrico integrato, fognatura e depurazione, che non sono state approfondite; per quanto riguarda i settori industriali, verranno presi in esame i macro-settori complessivi, per valutare più a 360° il potenziale di efficientamento idrico-energetico.

La rete idrica civile. Il Report analizza prima il quadro normativo che regola l'utilizzo dell'acqua e le principali novità introdotte dalle leggi vigenti in materia di risorse idriche in Italia, come il Servizio Idrico Integrato (SII), gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), la disciplina della gestione e il sistema tariffario del Servizio Idrico Integrato. Ad oggisi contanosul territorio nazionale 92 ATO, ciascuno regolato da un Ente d'Ambito e amministrato da un soggetto gestore. I primi 26 soggetti gestori, che servono ognuno una popolazione superiore ai 400.000 abitanti, arrivano a coprire quasi il 70% degli italiani (oltre il 50% è servito dai primi dieci). 

Il settore idrico italiano è regolato e gli investimenti sembrano essere remunerati a sufficienza. Tuttavia occorre migliorare il trade-off tra la remunerazione degli investimenti e il sistema tariffario: per aumentare la convenienza, la normativa dovrebbe esplicitare agli operatori "come" investire, ossia quali materiali, quali tecnologie e quali tecniche utilizzare, in modo da avviare un circolo virtuoso che leghi maggiori investimenti a migliori remunerazioni. Il Report descrive l'infrastruttura idrica italiana e quantifica i livelli di acqua prelevata, potabilizzata, immessa ed erogata nella rete idrica italiana, sottolineando i livelli di dispersione sia nella singola Regione che a livello nazionale.

E' evidente che ci sono enormi spazi per interventi di efficientamento. Nella rete civile il Report stima un potenziale risparmio idrico teorico di 2,7 miliardi di metri cubi all'anno a cui si associa quello energetico di oltre 2 TWh, traducibili, questi ultimi, in circa 370 milioni di euro non spesi. Interventi orientati al lungo periodo di risanamento e sostituzione delle tubature per ridurre il livello delle perdite permetterebbero di raggiungere un potenziale di risparmio idrico di circa 1,2 miliardi di metri cubi, che significa un potenziale "raggiungibile" di risparmio energetico associato di poco inferiore a 1 TWh (circa 160 milioni di euro), cioè il 50% in meno rispetto alla stima teorica. Perché tali obiettivi siano realizzati è tuttavia necessaria l'azione congiunta dei soggetti gestori, che devono promuovere i nuovi sistemi di incentivazione e provare a ragionare in un'ottica pluriennale con interventi di lungo periodo, e dei policymakers, che devono favorire gli investimenti e combattere gli allacciamenti abusivi.

L'industria. Per quanto riguarda il settore industriale, nel 2015 il volume di acqua dolce consumata è stato circa 6,9 miliardi di metri cubi: 5,5 miliardi nel manifatturiero e 1,4 miliardi nella produzione di energia. Il Report ha approfondito i cinque settori (chimico, siderurgico, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, produzione della carta e prodotti di carta, tessile) che sono più intensivi, sia per il consumo di acqua (coprono il 55% dei consumi totali industriali) che per il rapporto consumo di acqua su produzione venduta. In ognuno di questi settori viene studiato specificamente un sub-settore: la produzione del PET nel chimico, la siderurgia elettrica nel siderurgico, la produzione di ceramica nella lavorazione di minerali non metalliferi, la produzione di carta e cartone nel settore della carta e quella di lana nel tessile, mappandole tecniche per il risparmio di acqua utilizzate e valutando i risparmi idrico-energetici associati.

Per ogni sub-settore si è definita un'impresa "di riferimento" e per ciascuna delle tecniche implementabili si è svolta un'analisi delle opportunità di efficientamento idrico ed energetico, valutandone la convenienza economica e calcolando i tempi di ritorno dei possibili investimenti. In tutti i sub-settori studiati si possono ottenere notevoli risparmi, tuttavia è necessario che l'acqua abbia un certo costo diretto di approvvigionamento (da acque superficiali o sotterranee, o da rete idrica), perché questo influenza significativamente la decisione delle imprese di investire o no nelle tecniche analizzate: non a caso, ve ne sono molte quasi mai sfruttate per il costo troppo basso della 'materia prima acqua'.

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