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lunedì 29 giugno 2020

Al via la 2a ed. del Premio PIMBY Green - COMUNICATO STAMPA

Al via la seconda edizione del Premio "PIMBY Green"

Aperte le candidature per il "Please In My Back Yard"Award, che premia la realizzazione (condivisa con il territorio) di infrastrutture e impianti industrialistrategici per il nostro Paese. 



Roma, giugno 2020  Sono aperte le candidature alla seconda edizione del Premio "PIMBY (Please In My Back Yard) Green" istituito da FISE Assoambiente, l'Associazione che rappresenta le imprese che operano nel settore dell'igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali, nonché bonifiche, con il patrocinio dell'ANCI.

Sono tre gli obiettivi dichiarati del Premio: promuovere una nuova cultura del "fare", valorizzare le capacità innovative delnostro Paese e contrastare la sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) che vede sempre più spesso Amministrazioni locali e comitati di cittadini opporsi aprioristicamente alla localizzazione nel proprio territorio di opere pubbliche o private; una sindrome che frena la realizzazione dei lavori necessari per lo sviluppo e il rilancio industriale dell'Italia.

A essere premiate saranno quindi amministrazioni pubbliche imprese che hanno contribuito a realizzare infrastrutture e impianti industriali strategici, che si sono dimostrati volano per lo sviluppo sostenibile e occupazionale e che, in particolare, si sono distinti per: l'elevato tasso di innovazione tecnologica, il confronto, il dialogo, la partecipazione e il coinvolgimento positivo e responsabile dei cittadini. 

Un riconoscimento riguarderà, come lo scorso anno, l'informazione giornalistica e la pubblicazione di articoli e contenuti scientifici che hanno contribuito a diffondere un'informazione trasparente e scevra da pregiudizi, in grado di contenere il fenomeno del "not in my back yard".

"La pandemia di questi mesi ha dimostrato una volta di più la necessità che il nostro Paese si doti di un adeguato sistema impiantistico (per la gestione dei rifiuti e non solo) e di infrastrutture, anche per fronteggiare adeguatamente le emergenze. Per farlo va superata la sindrome NIMBY attraverso un approccio razionale, il riferimento continuo ai dati scientificiforniti dagli esperti, il dialogo con tutti gli stakeholder, ma anche con la capacità di decidere e mettere in pratica quanto pianificato, dopo aver discusso con tutti.", evidenzia il Presidente FISE Assoambiente – Chicco Testa, "Con la seconda edizione del PIMBY Green intendiamo premiare proprio coloro che, superando l'egoismo territoriale, hanno deciso di realizzare sul proprio territorio un'opera utile per una più ampia comunità, mostrando una visione strategica del bene comune e un atteggiamento costruttivo nel rispetto dell'ambiente e del confronto partecipativo".

Le candidature possono essere inviate ed entro il  15 luglio 2020 via email alla casella assoambiente@assoambiente.orgA fine luglio la Giuria, composta da rappresentanti dell'Associazione, vaglierà le proposte e decreterà i vincitori, che saranno premiati nel corso di un evento promosso dall'Associazione nel mese disettembre.

Lo scorso anno si sono aggiudicati il Pimby Green: il Comune di Firenze per la rete tranviaria, il Comune di Limone sul Garda per la per la realizzazione della "Ciclopista del Garda", il Comitato di Gestione degli pneumatici fuori uso per il "Sistema di gestione degli Pneumatici provenienti da veicoli a fine vita", la Concessione Autostradali Venete per il Passante Verde 2.0, l'Associazione Kyoto Club per l'intensa e continua attività di comunicazione a sostegno della realizzazione di impianti di biometano, il Comune di Codroipo per la realizzazione di un innovativo impianto di trattamento rifiuti, il giornalista Jacopo Giliberto per l'inchiesta "Raccolta rifiuti, l'Italia sommersa verso la paralisi totale".



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CANDRIAM amplia l’offerta di fondi tematici con il lancio del Fondo Candriam SRI Equity Circular Economy

CANDRIAM amplia l'offerta di fondi tematici

con il lancio del Fondo Candriam SRI Equity Circular Economy

 

  • Un fondo azionario globale concepito per promuovere le economie a zero rifiuti investendo in società che si stanno adattando al modello di "Economia Circolare", contribuendo a un futuro più sostenibile.
  • Offre agli investitori privati e istituzionali l'opportunità di partecipare al crescente processo di trasformazione delle supply chain, a livello globale, verso un modello più "circolare".
  • Il 10% delle commissioni di gestione annuali nette del Fondo sarà donato a organizzazioni ed enti di beneficenza che operano in linea con l'obiettivo di un'economia circolare. CANDRIAM ha selezionato l'organizzazione "Close the Gap" come primo beneficiario.

Bruxelles, 29 giugno 2020 – CANDRIAM annuncia oggi il lancio del Fondo CANDRIAM SRI Equity Circular Economy[1]. Il concetto di economia circolare rappresenta un'alternativa all'attuale modello economico lineare ("prendere, fare, gettare"), evitando gli sprechi e riducendo il fabbisogno di materie prime vergini. L'economia circolare cerca di incrementare l'uso efficiente delle risorse attraverso il riutilizzo o il riciclo dei materiali. Il fondo appena creato punta a sovraperformare nel lungo termine investendo in società che offrono nuove tecnologie e soluzioni innovative che agevolano la transizione a un'economia circolare.

 

L'esaurimento delle risorse e la gestione inefficiente dei rifiuti suscitano forti preoccupazioni per l'impatto significativo e oneroso che hanno sull'economia, sulla società e sugli ecosistemi. Secondo il Circular Gap report 20202, attualmente il mondo è "circolare" soltanto all'8,6%, il che dimostra l'ampia gamma di opportunità disponibili per gli investitori.

 

Sostituire il modello lineare con quello circolare è diventato un imperativo per garantire un futuro sostenibile. Il tasso di consumo e i processi di produzione attuali sono diventati insostenibili, dato che lo sfruttamento del pianeta supera di 1,7 volte3 le risorse a disposizione. Nell'attuale sistema di economia lineare, le risorse vengono estratte, consumate e smaltite. Al contrario, tenendo conto dell'intero ciclo di vita dei materiali e riprogettando i prodotti e le operazioni, un'economia circolare può contribuire a ridurre la pressione reinserendo le risorse utilizzate nella nostra economia.

 

Il passaggio alla circolarità rappresenta un enorme potenziale per la crescita economica e la sostenibilità ambientale. Riteniamo che questa sia un'opportunità di investimento pluridecennale, considerando che entro il 2030 l'economia circolare rappresenterà un mercato potenziale del valore di 4.500 miliardi di dollari [i]2. Attraverso il nostro approccio tematico proprietario e una selezione basata sui fondamentali, costruiamo un portafoglio diversificato di società che distinguiamo tra facilitatori e trasformatori. I facilitatori offrono soluzioni volte a consentire la transizione a un'economia circolare, incluse quelle per lo smaltimento dei rifiuti, per l'utilizzo di risorse rinnovabili, per l'estensione della vita del prodotto e per l'ottimizzazione delle risorse. I trasformatori, invece, stanno attivamente cambiando le loro operazioni di business e la catena di approvvigionamento per diventare più circolari.

 

Il Fondo, che integra la gamma di investimenti azionari tematici di CANDRIAM, sarà gestito da Koen Popleu, Thematic Equity Senior Fund Manager, e Monika Kumar, Thematic Equity Fund Manager.

 

Koen Popleu, Lead Portfolio Manager del Fondo, ha commentato: "La forte reazione contro la plastica monouso e la crescente popolarità dei prodotti plastic free hanno dimostrato che i regolatori e i consumatori sostengono la transizione verso un'economia circolare. Di fronte al rischio reputazionale e al boicottaggio dei consumatori, le aziende hanno deciso di aumentare drasticamente l'utilizzo di imballaggi in plastica riciclata e di trasformare i loro processi operativi." Monika Kumar, Co-gestore, ha aggiunto: "Questo rappresenta un'opportunità importante per le aziende che offrono tecnologie e soluzioni innovative adatte a un''economia circolare."

 

Vincent Hamelink, Chief Investment Officer, ha affermato: "Gli investimenti sostenibili sono al centro della nostra attività da 25 anni e siamo orgogliosi di lanciare il Fondo CANDRIAM SRI Equity Circular Economy. In linea con il nostro impegno volto a promuovere un'economia a zero rifiuti e a dare attuazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il passaggio a un'economia circolare sarà una parte essenziale della nostra transizione verso un futuro più sostenibile."

 

CANDRIAM donerà fino al 10% delle commissioni di gestione annuali nette del comparto a enti di beneficenza e organizzazioni che offrono soluzioni per promuovere la transizione verso un'economia circolare. CANDRIAM ha scelto l'organizzazione "Close the Gap" come primo beneficiario. Close the Gap è un'impresa sociale internazionale che mira a colmare il divario digitale offrendo computer di alta qualità, usati e donati da società europee e internazionali per la realizzazione di progetti educativi, medici e sociali in Paesi in via di sviluppo ed emergenti. Dal 2004, Close the Gap ha sostenuto oltre 6.000 progetti in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. Tutti i progetti si concentrano in aree in cui sia il bisogno sia l'impatto positivo di tali iniziative sono elevati.

 

CANDRIAM SRI EQUITY CIRCULAR ECONOMY è un comparto di CANDRIAM SRI, una SICAV (società d'investimento a capitale variabile) domiciliata in Lussemburgo gestita da Candriam Luxembourg. Il Fondo CANDRIAM Circular Economy è attualmente registrato in Lussemburgo, Austria, Belgio, Germania, Spagna, Regno Unito, Italia e Paesi Bassi.

 

 

Per comprendere appieno il profilo di rischio del fondo, consigliamo agli investitori di leggere attentamente il prospetto ufficiale e la descrizione dei rischi sottostanti. Il valore dell'investimento potrebbe diminuire a causa in primo luogo dell'esposizione del fondo a rischi correlati a strumenti finanziari derivati, mercati emergenti, liquidità e concentrazione. Prima della sottoscrizione del fondo, gli investitori sono tenuti a consultare il prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (Key Investor Information Document o KIID).

 

 

A proposito di CANDRIAM 

CANDRIAM è un multi-expert europeo della gestione patrimoniale, pioniere e leader riconosciuto nell'ambito degli investimenti sostenibili, con circa 130 miliardi di euro di asset in gestione[2] . Candriam vanta un team di oltre cinquecento professionisti e opera attraverso centri di gestione a Lussemburgo, Bruxelles, Parigi e Londra, al servizio di clienti in più di venti paesi di quattro continenti. Candriam offre soluzioni di investimento innovative e diversificate che coprono diverse e innovative aree strategiche: reddito fisso (fixed income), azionario, strategie di asset allocation e absolute performance.



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SACE Componente presenta il primo MANIFESTO di sostenibilità del sughero: IO SUGHERO

SACE Components presenta il primo manifesto di sostenibilità del sughero
"IO SUGHERO"

Il manifesto racconta in 10 punti le peculiarità di questo materiale naturale e innovativo, perfetto esempio di economia circolare

 

Milano, 8 giugno 2020 - SACE Components, azienda leader in Italia specializzata nel commercio e produzione di semilavorati in sughero per bioedilizia, moda, imbarcazioni, arredamento e semilavorati industriali, si è voluta rendere concreta ambasciatrice del sughero e delle sue eccellenti caratteristiche attraverso IO SUGHERO, il primo manifesto di sostenibilità del sughero.

 

Il sughero, infatti, rappresenta il cuore dell'offerta di SACE Components. Un materiale naturale, flessibile e sostenibile che offre un contributo indispensabile in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Esso deriva da un particolare tipo di quercia, la Quercus Suber, l'unico albero la cui corteccia si rigenera dopo ogni raccolta e per questa e numerose altre qualità costituisce un virtuoso esempio di economia circolare.

 

L'obiettivo di Sace Components, attraverso la redazione del manifesto, è quindi quello di raccontare nel dettaglio tutte le potenzialità del sughero e il suo ruolo come elemento di coesione tra economia, ambiente e società grazie alla sua possibile applicazione in tutti quei progetti e settori che puntano all'ecosostenibilità e all'efficientamento energetico, oltre che nell'ideazione e costruzione di prodotti ecologici e naturali.

 

Attraverso il manifesto IO SUGHERO, SACE Components vuole farsi portavoce e diffondere la cultura del sughero, delle potenzialità e versatilità di questo materiale, che può trovare applicazione in innumerevoli ambiti commerciali.

 

"Noi di SACE Components abbiamo voluto redigere il primo manifesto IO SUGHERO, a sostegno del materiale che con orgoglio utilizziamo e promuoviamo da anni. Attraverso una ricerca continua e con la passione che ci caratterizza, vogliamo renderci ambasciatori del suo fondamentale ruolo all'interno dell'economia circolare. Tutti gli scarti del sughero, infatti, generano altri prodotti o diventano parte integrante in diversi processi di produzione. Può essere riutilizzato al 100% ed essere reimpiegato in infinite applicazioni, una qualità unica e in linea con la sempre maggiore consapevolezza ecologica della società", spiega Sandro Serena - Amministratore Delegato di SACE Components.

 

IO SUGHERO: la sostenibilità del sughero in 10 punti

Nel manifesto di SACE Components, il sughero si "trasforma" idealmente da materia a predicato verbale per raccontarci in 10 affermazioni le sue peculiarità, esplorandone così le funzioni e le caratteristiche di sostenibilità, portandoci alla scoperta delle sue qualità intrinseche fino alle applicazioni nei diversi ambiti industriali.

 

  1. IO SUGHERO perché sono naturale. Le sugherete costituiscono un esempio di "sacralità ambientale", una ricchezza naturale di inestimabile valore.
  2. IO SUGHERO perché unisco popoli diversi. Il suo habitat naturale è il bacino del Mar Mediterraneo dove il sughero svolge un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo e coesione tra popolazioni con lingue e culture diverse.
  3. IO SUGHERO perché proteggo l'ambiente, la casa e chi la abita. Le sugherete costituiscono una risorsa per l'ambiente: regolano il ciclo idrologico, assorbono grandi quantità di anidride carbonica e le sue chiome influenzano il microclima e la fertilità del sottobosco.
  4. IO SUGHERO perché sono Circolare. Tutto il sughero prodotto può convertirsi in nuova materia prima in un processo di Economia Circolare.
  5. IO SUGHERO perché sono bellezza. Architetti e designer puntano sull'impiego del sughero per interni e arredamenti. La moda lo utilizza per collezioni esclusive.
  6. IO SUGHERO perché racconto tante storie diverse. Il sughero è utilizzato come materiale nei più svariati settori produttivi.
  7. IO SUGHERO perché innovo. Le innovazioni che si ottengono mediante l'utilizzo del sughero sono potenzialmente infinite.
  8. IO SUGHERO perché sono infinito. Quella del sughero è l'unica quercia con una corteccia che si rigenera dopo ogni estrazione.
  9. IO SUGHERO perché sono tradizione. Il taglio della corteccia è una pratica immutata da millenni che richiede competenze che vengono tramandate da generazioni.
  10. IO SUGHERO perché sono futuro. Il sughero è un investimento che guarda al futuro, piantare una sughereta significa lasciare in eredità una ricchezza naturale.


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Maire Tecnimont: aggiudicato contratto da USD 400 milioni in Algeria nel business Oil & Gas


 

AGGIUDICATO CONTRATTO DA USD 400 MILIONI IN ALGERIA NEL BUSINESS OIL & GAS

 

Milano, 9 giugno 2020  Maire Tecnimont S.p.A. annuncia che la propria controllata Tecnimont S.p.A. si è aggiudicata un contratto EPC per la realizzazione del progetto "Bir Seba Phase II e Mouiat Outlad Messaoud Field Development", in Algeria da parte del Groupement Bir Seba.

Il Groupement Bir Seba è composto dall'ente statale Sonatrach, da Petrovietnam Exploration Production Corporation e da PTT Exploration & Production Algeria, una controllata della oil company nazionale tailandese PTTEP. Il progetto verrà eseguito presso i giacimenti petroliferi dell'area di Touggourt, circa 130km a nord-est di Hassi Messaoud.

Il valore complessivo del contratto è pari a circa USD 400 milioni. Lo scope of work comprende tutte le attività di Engineering, Procurement e Construction.

Il Progetto riguarda l'espansione dell'impianto di trattamento olio esistente tramite l'istallazione di una nuova unità di separazione, per raddoppiare l'attuale capacità portandola a 40.000 barili di petrolio equivalenti al giorno. Il progetto prevede anche l'implementazione di sistemi di gas lift e water injection, l'installazione di 2 strutture aggiuntive di raccolta e più di 400 km di condotte per il trasporto degli idrocarburi per collegare i pozzi di produzione all'impianto di trattamento.

Il completamento del progetto è previsto dopo 40 mesi dalla data di entrata in vigore del contratto.

Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato del Gruppo Maire Tecnimont, ha commentato: "Dopo la nostra precedente aggiudicazione con Sonatrach nel 2018, questo risultato ci consente di consolidare ulteriormente la nostra presenza industriale nel mercato algerino nel settore strategico dell'oil & gas, avendo maturato una solida esperienza nell'esecuzione di progetti in Medio Oriente e Nord Africa. Siamo davvero orgogliosi di rafforzare una relazione di mutuo beneficio con clienti così importanti, quale prova dei nostri successi nel Paese. Questa è la nostra quinta aggiudicazione di rilievo registrata nel 2020, nonostante la pandemia in corso: un'ulteriore prova di resilienza del nostro core business.

 

Maire Tecnimont S.p.A.

Maire Tecnimont S.p.A., società quotata alla Borsa di Milano, è a capo di un gruppo industriale leader in ambito internazionale nella trasformazione delle risorse naturali (ingegneria impiantistica nel downstream oil & gas, con competenze tecnologiche ed esecutive). Con la propria controllata NextChem opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica. Il Gruppo Maire Tecnimont è presente in circa 45 paesi, conta circa 50 società operative e un organico di circa 6.300 dipendenti, oltre a circa 3.000 professionisti della divisione elettro-strumentale. 



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EDISON E METRON INSIEME PER ABBATTERE I CONSUMI ENERGETICI DELLE INDUSTRIE ITALIANE GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE


EDISON E METRON INSIEME PER ABBATTERE I CONSUMI ENERGETICI DELLE INDUSTRIE ITALIANE GRAZIE ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

Edison e METRON lanciano Edison Analytics powered by METRON, un'offerta digitale che sfrutta le fonti di dati già esistenti nelle industrie italiane per identificare opportunità di ottimizzazione energetica con risparmi fino al 14% della spesa energetica.

Milano, 15 giugno 2020 – Edison ha siglato un accordo di partnership con METRON, un'azienda digitale innovativa, per offrire ai clienti industriali Edison Analytics powered by METRON: una soluzione di monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici che sfrutta la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale, rispondendo alle esigenze sempre crescenti delle aziende italiane che si confrontano quotidianamente con un contesto in continua evoluzione.

Edison Analytics powered by METRON si rivolge in particolare alle industrie che in Italia sono caratterizzate da elevati consumi energetici, pari a circa il 20%* dei consumi totali di energia del Paese, e un'enorme mole di dati disponibili. Non sempre però si hanno gli strumenti adatti per estrarre da questi dati le informazioni utili a ridurre l'impatto, sia economico sia ambientale, dei consumi e aumentare la competitività della propria azienda.

La partnership di Edison e METRON fornisce alle medie e grandi industrie italiane gli strumenti utili a ottenere la consapevolezza necessaria su quello che si consuma e come si consuma e il kow-how fondamentale per definire strategie energetiche di lungo periodo, promuovendo inoltre la messa in opera di un sistema di gestione dell'energia (es. certificazione ISO 50001).

"Si tratta di una soluzione innovativa nel panorama nazionale – dichiara Paolo Quaini Direttore servizi energetici e ambientali di Edison – che combina l'expertise di Edison nella gestione e ottimizzazione dei siti industriali con le soluzioni innovative di METRON, consentendo finalmente di trasformare il dato energetico e operativo in risparmio economico e ambientale. La soluzione si può applicare a tutti i processi industriali di qualsiasi settore produttivo, ed è in grado di prevedere le future esigenze energetiche di un impianto, individuare nuove opportunità e soluzioni di efficientamento e se necessario ottimizzare la gestione delle singole macchine impiegate negli stabilimenti. Ne abbiamo testato le grandi potenzialità in alcuni progetti pilota con risultati notevoli".

Vincent Sciandra, CEO di METRON ha commentato: "L'Italia è stata uno dei Paesi più colpiti dalla crisi del Covid-19. La nostra nuova partnership con Edison sottolinea tuttavia l'emergere di una nuova e diffusa consapevolezza all'interno dell'industria italiana. Questa consapevolezza si traduce in una forte volontà di muoversi verso un ecosistema più sostenibile. E METRON entrerà fortemente in gioco in questo cambiamento, poiché mira a colmare il divario tra ecologia e industria, attraverso l'intelligenza artificiale. Siamo quindi pienamente impegnati a sostenere questa iniziativa".

La piattaforma digitale Edison Analytics powered by METRON raccoglie, aggrega e analizza in tempo reale qualsiasi tipo di dato generato da un impianto industriale, interagendo al contempo con i dati provenienti dall'esterno. La soluzione è in grado di ricreare il gemello digitale dello stabilimento, sempre aggiornato grazie a un sofisticato modello che combina una vasta libreria di tecnologie industriali e fonti di energia. Su questa base è possibile individuare nuove opportunità di ottimizzazione grazie all'intelligenza artificiale basata sul Machine Learning, ovvero la capacità di apprendimento automatico attraverso una serie di algoritmi che analizzano i dati storici e prevedono le esigenze energetiche degli impianti analizzati. Grazie a Edison Analytics powered by METRON sarà possibile ottenere risparmi fino al 14% dei consumi energetici complessivi.

Edison è tra i principali operatori nel mercato dei servizi energetici e leader nel settore dei servizi all'industria con un solido background di competenze ed esperienze nella gestione degli asset energetici: 45 grandi siti industriali gestiti, 20 impianti a basso impatto ambientale e da fonti rinnovabili, oltre 20 milioni di mq di aree di stabilimenti e 800 Km di reti di distribuzione di vettori energetici. Edison unisce la conoscenza profonda del mercato energetico a una solida esperienza nella fornitura di servizi all'industria e al terziario.

Questo accordo si inserisce nel percorso di trasformazione digitale della società intrapreso negli ultimi anni anche grazie alla costituzione di una struttura organizzativa ed un presidio di competenze ad esso dedicati. Il digitale infatti costituisce un vero e proprio asse portante della strategia di sviluppo che Edison ha adottato per affrontare le sfide di un mercato energetico in rapido cambiamento ed impatta sia i processi interni, sia la proposizione di prodotti e servizi per i propri clienti: famiglie, pubbliche amministrazioni ed industrie.

L'ambizione di METRON è quella di diventare la prima Cleantech Unicorn francese. METRON è cresciuta negli ultimi 7 anni, con una velocità senza precedenti. Ad oggi ha più di 120 dipendenti; ha distribuito le sue soluzioni a più di 100 gruppi industriali in tutto il mondo; ha 9 sedi internazionali (Singapore, Corea del Sud, Giappone, Dubai, Colombia, Messico, Brasile, Italia e Francia); ha raccolto 20 milioni di euro in capital-raising; è entrata nella classifica delle soluzioni "clean and profitable" di Solar Impulse 1000; ha vinto un riconoscimento internazionale entrando a far parte del Global Cleantech 100, una classifica mondiale dei 100 attori chiave di domani per la transizione energetica; ha conseguito una nomina da parte di KPMG come una delle 40 aziende tecnologiche più indicate a diventare pubbliche; è stata eletta come uno dei 10 New Energy Pioneers 2019 al Bloomberg New Energy Finance Summit di New York.

 

 

(*) Fonte: Eurostat, 2019



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Lettera aperta del Presidente FISE Assoambiente Chicco Testa al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa

 

"Basta con l'approccio ideologico alla gestione rifiuti!"

Lettera aperta del Presidente FISE Assoambiente Chicco Testa al Ministro dell'Ambiente Sergio Costa


Roma, 26 giugno 2020 – Egregio Signor Ministro, ho seguito le sue ultime dichiarazioni e prese di posizione sulla gestione dei rifiuti, da ultimo con un post su Facebook che recita: "Sì o no agli inceneritori non deve essere una scelta ideologica, ma tecnica". Perfetto, è esattamente quello che il mondo delle imprese del settore ripete da sempre. Poi c'è la seconda parte del suo post che dice: "Chi pensa che gli inceneritori servano deve dimostrarlo tecnicamente". Giusto anche questo. E quindi mi attendevo che nel suo breve speech Lei spiegasse perché NON servono.

L'onere della prova tecnica spetta ad entrambe le parti, visto che Lei da tempo manifesta la sua contrarietà a questo tipo di impianti. Invece Lei non usa alcun argomento "tecnico" come li definisce. Non un numero, un riferimento alla realtà italiana. Anzi ve ne sono 2 di numeri, non propriamente tecnici, ma comunque interessanti.

 

Perché solo in Italia i tempi di autorizzazione per la realizzazione degli impianti restano biblici?

Lei dice che l'autorizzazione per un impianto di questo genere dura dai 5 ai 7 anni. Già...Solo che le tempistiche per le autorizzazioni sono legate principalmente ad aspetti burocratico-amministrativi. E abbiamo ascoltato dal Suo Governo in questi mesi ripetere più volte che la semplificazione, l'accelerazione delle procedure autorizzative e la modifica del codice degli appalti sarebbero state il primo punto dell'azione del Governo per fare ripartire l'Italia. Quindi, in primo luogo vorrei fare io a Lei una domanda: per quale ragione le procedure autorizzative devono durare 5/7 anni, visto che si tratta di impianti bene conosciuti e che in tutti i Paesi europei vengono autorizzati con tempi infinitamente più brevi? Ma la norma italiana non prevede tempi massimi di 1 anno? Anche perché le faccio presente che questi biblici tempi di autorizzazione, con qualche ottima eccezione, non riguardano solo gli inceneritori, ma praticamente qualsiasi tipologia di trattamenti dei rifiuti compresi gli impianti per il recupero della materia. Per esempio i biodigestori. E Lei sa, per non fermarci alla questione inceneritori di quanti nuovi impianti ci sia bisogno, soprattutto per recuperare la frazione umida.

 

Il secondo argomento "tecnico" riguarda i tempi di ammortamento dell'impianto, che Lei stima in 20 anni. Ho consultato alcune aziende, per avere qualche conferma, che gestiscono termocombustori e che hanno presentato progetti per alcuni nuovi impianti dello stesso genere. I loro piani finanziarti prevedono un tempo di recupero attorno ai 12 anni con un WACC piuttosto alto. Visto l'attuale costo del denaro, assai basso, i tempi di ammortamento previsti non superano i dieci anni. La metà dei 20 da Lei dichiarati. Pronto a fornirLe tutti i dati necessari. E in  ogni caso l'investimento proposto sarebbe completamente a carico di imprese private le quali si assumono anche il rischio connesso. Lei pensa sinceramente che esse vogliano rischiare centinaia di milioni per partito preso o per posizioni ideologiche? Se sbagliano in tempi di pay-back dell'impianto ne pagherebbero le conseguenze. Senza onere alcuno per le casse pubbliche.  L' ultimo argomento da Lei usato, anche in questo caso non suffragato da numeri, né dati, è un vago riferimento alla normativa europea dove la direzione verso l'economia circolare "ci deve dare nei prossimi pochi anni una percentuale così alta di raccolta differenziata da non giustificare i tempi  lunghi degli inceneritori".

Non tutto ciò che viene raccolto in modo differenziato, viene riciclato

Mi permetta allora di ricordare a noi tutti i termini della questione. La normativa europea prevede entro il 2035 (mancano 15 anni, non "pochi anni") una percentuale giustamente non di raccolta differenziata (RD), ma di riciclaggio del 65%. Il che vuole dire considerando in modo cautelativo gli scarti della RD arrivare ad una percentuale di RD di almeno l'80%, con residui che andranno considerati nei fabbisogni impiantistici. Oggi siamo, come media nazionale, al 58,1% di RD. Non di riciclaggio, che è tutt'altra storia e che infatti sta al 45,2%.  La prego Signor Ministro non avvalli anche Lei lo storytelling per cui fare raccolta differenziata significa automaticamente pensare che essa sarà tutta riciclata. Non è così.

La stessa Direttiva prevede poi un ricorso alle discariche non superiore al 10%. Rimane come è semplice constatare una differenza del 25%. Escludendo il riciclaggio già previsto in percentuali molto alte, escludendo la discarica che sta al massimo al 10%, quali altre tecnologie rimangono disponibili? Evidentemente solo il recupero energetico che in Italia riguarda oggi il 18% del totale dei rifiuti urbani, con un deficit per raggiungere quel 25% di circa 2 milioni di tonnellate. Basterebbe la realizzazione di un modesto numero di nuovi termocombustori per chiudere il gap. E infatti le Regioni del Nord lo hanno già chiuso. Come la Lombardia che recupera, non solo raccoglie, il 60% dei rifiuti, ne manda in discarica molto meno del 10% e il resto viene indirizzato a recupero di energia, con un bel contributo all'economia circolare.

 

Basta con il "turismo dei rifiuti"!

Aggiungo che andrebbe preso in considerazione un altro fattore. Vale a dire l'insensato turismo dei rifiuti che riguarda quasi tutto il Centro-Sud. Con centinaia di camion che percorrono migliaia di km per portare i rifiuti negli inceneritori e in altri impianti del Nord. Con un impatto ambientale assai più elevato di quello rappresentato dalle modestissime emissioni degli attuali impianti waste-to-energy: si stima che circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno si spostino fra le regioni italiane per mancanza di inceneritori e compostaggi.

Egregio Ministro noi apprezziamo la lotta contro l'illegalità che Lei ha intrapreso. Ma ci permetta di sottolineare che quando avremo colmato il gap fra domanda di trattamento e offerta di impianti in regola, tutti gli impianti da quelli per il riciclo alla termocombustione alle discariche, avremo inevitabilmente ridotto lo spazio per traffici clandestini come ha autorevolmente ricordato il Procuratore Nazionale Antimafia nella sua relazione.



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sabato 13 giugno 2020

Consumatori su Istat bilanci sostenibilità


ISTAT: BILANCIO SOSTENIBILITÀ SOLO PER 4 IMPRESE SU 100

 MA ASSOCIAZIONI REPLICANO: BILANCI SOSTENIBILITA' SPESSO POCO TRASPARENTI E INCOMPRENSIBILI, NON AVVICINANO CONSUMATORI AD AZIENDE

 80% DELLE IMPRESE MEDIO/GRANDI NON LO REDIGE

 

 

I bilanci di sostenibilità sono poco trasparenti, spesso incomprensibili dai consumatori, e nella maggior parte dei casi vengono redatti dalle imprese solo per ottemperare ai propri doveri, senza tuttavia la volontà di comunicare agli utenti il loro reale impegno in favore della sostenibilità.

Lo affermano le associazioni Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Comitas partner di ConsumerLab, ente di ricerca che promuove la cultura della sostenibilità.

Una indagine condotta da ConsumerLab sui bilanci di sostenibilità di 1.500 aziende italiane, evidenzia come questi siano spesso paludati, autoreferenziali, prolissi, e non hanno alcuna utilità per i Consumatori – spiegano Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Comitas – l'80% delle aziende medio/grandi non li redige, e chi lo fa scrive bilanci che non sono utili alla reputazione, non favoriscono scelte consapevoli, non promuovono la cultura diffusa della Sostenibilità. Spesso i bilanci evitano una narrazione semplice, accessibile, preferiscono autoreferenzialità e genericità, perdendosi in luoghi comuni e frasi ad effetto con poco fondamento. Evitano o accennano di programmare concreti cambiamenti, senza determinare la vera affermazione di un nuovo modo di produrre e connettersi alla Società.

I Bilanci di queste Imprese non possono essere efficaci per i Consumatori –spiega ConsumerLab – e non hanno quindi effetti sulla Società, sul Territorio e sul Mercato, e i dati diffusi oggi dall'Istat confermano quanto sia ancora debole l'impegno sugli obiettivi di sviluppo sostenibile tra le Imprese trainanti del nostro sistema produttivo.

Il testo integrale della ricerca "Il futuro non aspetta" dedicata ai bilanci di sostenibilità è pubblicata sul sito ConsumerLab .it

 

ConsumerLab è un Centro Studi che mette a sistema l'esperienza acquisita nel mondo consumeristico (in particolare con Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Comitas e Skineco) con la competenza di un team accademico e professionale, per promuovere la cultura della Sostenibilità, illustrando le migliori pratiche e i casi di successo estratti dai Bilanci redatti dalle Imprese.



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venerdì 12 giugno 2020

Mobilità. La ripartenza viaggia su due ruote: boom di richieste per la patente A, è la moto il mezzo ideale per spostarsi nella fase 3

LA RIPARTENZA VIAGGIA SU DUE RUOTE: BOOM DI RICHIESTE PER LA PATENTE A, È LA MOTO IL MEZZO IDEALE PER SPOSTARSI NELLA FASE 3

Sempre più persone la scelgono per muoversi, soprattutto i giovani: 1 under 30 su 3 dichiara che userà la moto più spesso. È però fondamentale farlo in sicurezza, per questo seguire un corso di guida può rivelarsi utile per chi monta abitualmente in sella. Non solo i biker navigati, sono tante anche le nuove leve: crescono del 15% le iscrizioni ai corsi di BikerX.

 

Dopo mesi trascorsi a casa fra una videochiamata e l'altra, la fase 3 ha sancito l'inizio di una "nuova normalità" nella quale le strade stanno gradualmente riprendendo vita: da un'indagine del Centro Studi di Assolombarda è infatti emerso come gli spostamenti da e per i luoghi di lavoro siano aumentati del 22% già con l'avvio della fase 2. E la mobilità non solo ricomincia a crescere, ma si trasforma radicalmente: secondo un'indagine pubblicata da The Local Switzerland, sempre più persone optano per il trasporto privato e a farlo sono soprattutto i giovani, tanto che 1 under 30 su 3 dichiara che userà la moto più spesso. Complice anche l'arrivo della bella stagione, infatti, le due ruote sembrano essere fra i mezzi perfetti per affrontare questo periodo: se la bicicletta è ideale per le brevi distanze, per chi è costretto a spostarsi per tragitti più lunghi la moto può rivelarsi la soluzione migliore per muoversi in tutta sicurezza. Fra i vantaggi, come riporta Moto Journal, vi è soprattutto il fatto di contribuire a snellire il traffico dal momento che occupa 4 volte meno spazio rispetto a un'automobile e permette di ridurre di un terzo il tempo trascorso in strada. Attenzione però alla sicurezza stradale, in particolar modo al tragitto casa-lavoro che si dimostra uno dei più pericolosi: secondo i dati forniti dall'INAIL, nel primo semestre del 2019 gli incidenti in itinere sono aumentati del 2,3% rispetto all'anno precedente, passando da 46.718 a 47.788, circa 131 al giorno. Allora ecco che per ripartire nel segno della sicurezza scende in campo BikerX, scuola di guida sicura nata nel 2019, che dal 13 giugno riaprirà le porte presso l'Autoscuola Gatti di Reggio Emilia. E i numeri mostrano come biker e aspiranti tali non vedano l'ora di salire in sella: le iscrizioni ai corsi crescono, infatti, del 15% e sono oltre 50 i partecipanti ai programmi dedicati al conseguimento della patente A, registrando un vero e proprio boom di richieste nella fascia d'età 16 - 40 anni.

 

"Gli incidenti in itinere rientrano purtroppo tra i problemi più frequenti nel campo della mobilità e non vanno assolutamente sottovalutati – spiega Eliana Macrì, presidente di BikerX – Per questo motivo la nostra scuola, supportata da un team di esperti, organizza corsi di guida sicura, sensibilizzando sul tema della sicurezza stradale e sulle principali norme da rispettare. Queste lezioni rappresentano anche un valido strumento per mettere alla prova le proprie capacità, soprattutto concentrazione e controllo, in modo da ripartire in sella senza alcun timore. Non solo chi già possiede la patente, particolare attenzione è posta anche su chi si affaccia per la prima volta al mondo delle due ruote: sono oltre 50 gli iscritti ai prossimi corsi in programma dedicati al conseguimento della patente A, abbiamo registrato un vero e proprio boom di richieste soprattutto nella fascia d'età dai 16 ai 40 anni".

 

Tra i servizi offerti da BikerX rientrano il corso beginners dedicato ai neofiti, il corso intermediary rivolto a chi ha già macinato qualche chilometro, il corso advanced per gli esperti e il corso di preparazione all'esame per il conseguimento della Patente A. Tutti organizzati presso l'Autoscuola Gatti di Reggio Emilia, permettono ai partecipanti di testarsi sul Campo Prova, l'unico impianto stradale privato in Italia dove è riprodotto un quartiere con rotatoria, precedenze, dossi, semafori e molto altro, 50 mila m2 per esercitarsi in totale sicurezza. Annesso all'impianto, anche il piazzale omologato dalla motorizzazione di Reggio Emilia per le prove d'esame per la patente A.



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giovedì 11 giugno 2020

Mobilità sostenibile: Al via eco sconto green del 30% per tutti i veicoli full electric e LNG su A35 Brebemi e A58 TEEM

Al via lo sconto "green" del 30% per tutti i veicoli full electric e LNG su A35 Brebemi e A58 TEEM.

 

Brescia, 11 giugno 2020. A partire dal 15 giugno 2020 su A35 Brebemi e A58 Teem sarà attivata una nuova scontistica del 30%, in collaborazione con Telepass, riservata ai veicoli Full Electric (auto completamente elettriche) e LNG (camion a gas naturale liquido).  Lo sconto aumenterà sensibilmente la soglia di riduzione tariffaria per tutti i veicoli "green" portandola al 30%, un forte segnale di incentivo alla mobilità ecosostenibile su una direttrice strategica dal punto di vista economico e sociale ed un importante stimolo dopo la recente emergenza sanitaria che ha colpito pesantemente questa area del paese.

 

La promozione si inserisce nel trend in atto nel contesto europeo che vede, tra i primi, i paesi nordici introdurre agevolazioni economiche per i veicoli meno inquinanti (nelle autostrade in Olanda, Lussemburgo, Danimarca e Svezia per i veicoli da 12 tonnellate) e in generale all'interno di un'attenzione particolare sull'argomento, nell'ambito del Green Deal.

 

Dagli ultimi dati disponibili, l'emergenza di questi mesi non rallenterà la transizione all'elettrico per quanto riguarda il settore auto: le case automobilistiche tradizionali come FCA, GM, Ford, Volkswagen e l'emergente cinese BYD hanno in programma di lanciare nuovi veicoli con batterie più economiche e di lunga durata mentre indiscrezioni parlano del lancio del Model 3 di Tesla, già quest'anno o all'inizio del 2021, con una batteria in grado di percorrere un milione di miglia. Il tutto è parte di un piano più ampio per realizzare e usare batterie a lunga durata e a basso costo in grado di portare i prezzi dei veicoli elettrici alla pari con le tradizionali auto. Per quanto riguarda il settore Camion a LNG immatricolati in Italia, i dati confermano un trend in crescita con più di 2.000 mezzi circolanti a fine 2019 e vendite proseguite anche in questi mesi malgrado la chiusura dei concessionari (+ 256 camion a GNL nei primi mesi dell'anno).

 

Le concessionarie di A35 Brebemi e A58 TEEM hanno pensato a questa importante promozione nel solco di questa tendenza, verso l'incentivazione ad una mobilità sempre più "green" e questa riduzione di tariffa andrà ad affiancare lo sconto del 20% già in vigore per tutti i clienti fidelizzati Telepass Business e Family.

 

"Con questa iniziativa, condivisa con la A58 TEEM, la A35 Brebemi si propone di contribuire alla diffusione dell'economia circolare al fine di favorire sempre di più la qualità ambientale e quella economica tese alla crescita, allo sviluppo e alla modernizzazione del settore autostradale del nostro Paese" ha affermato il Presidente di A35 Brebemi, Francesco Bettoni.

 

"A58-TEEM presta da sempre particolare attenzione alle tematiche ambientali, contribuendo alla fluidificazione del traffico nell'Est Milanese e dando vita a molteplici interventi naturalistici nelle aree attraversate dalla Tangenziale Est Esterna di Milano. Tramite questa iniziativa, concepita insieme ad A35 Brebemi, vogliamo essere apripista nel favorire una mobilità sempre più sostenibile e a basso impatto" ha commentato l'Amministratore Delegato di Tangenziale Esterna, Paolo Pierantoni.

 

"L'accordo con l'A35 Brebemi e A58 TEEM conferma e rafforza la strategia green di Telepass, volta ad incentivare la mobilità sostenibile, introducendo di fatto in Italia il principio della Direttiva Eurovignette che mira ad incentivare comportamenti ambientalmente sostenibili, applicando in questo caso sconti sulle tariffe non solo in funzione dell'utilizzo dell'autostrada ma anche sulla base dell'inquinamento prodotto dal veicolo. Il telepass diventa quindi lo strumento naturale per consentire tale tariffazione, traslando esperienze fatte all'estero in vigore già da diversi anni" ha commentato Francesco Maria Cenci Head of Tolling & Automotive di Telepass.

 

A35 Brebemi è il collegamento autostradale direttissimo tra Brescia e Milano, la via più veloce e sicura tra le due città. L'infrastruttura, attiva dal 23 luglio 2014, ha un'estensione di 62,1 km a cui sono state aggiunte la stazione di esazione di Castegnato e le rampe di interconnessione con l'autostrada A4. L'autostrada è raggiungibile dalla città di Brescia attraverso l'autostrada A4 (prendendo la rampa di uscita dopo Brescia Ovest in direzione "A35 Milano – Linate), la Tangenziale Sud di Brescia e la SP19 oppure utilizzando la nuova A21 (Corda Molle). I caselli dell'autostrada sono sei: Chiari Ovest, Calcio, Romano di Lombardia, Bariano, Caravaggio e Treviglio. Superato l'ultimo casello di Treviglio, ci si immette nell'A58 Tangenziale Est Esterna Milano (TEEM) che consente all'A35 Brebemi di raggiungere la A1 all'altezza di Melegnano, la A4 all'altezza di Agrate, Linate e l'Area Metropolitana di Milano tramite due svincoli, a destra, Pozzuolo Martesana e a sinistra Liscate, che sboccano rispettivamente sulla SP103 Cassanese e sulla SP14 Rivoltana. A35 Brebemi ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, in Usa e UK, quale miglior project financing infrastrutturale e miglior project bond europeo.



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martedì 9 giugno 2020

Epson sostenibile con lavoro da remoto e didattica a distanza

Lavoro da remoto e didattica a distanza: come aumentare la praticità e ridurre l'impatto ambientale con le tecnologie più adatte

In questo periodo segnato per tutti da un drastico cambiamento di abitudini, si rivela più che mai necessario contenere i consumi dovuti alle attività da remoto. La soluzione può essere nel passaggio dalle stampanti laser a quelle inkjet Epson.

Cinisello Balsamo, 8 giugno 2020 - In questo periodo di lavoro da remoto e didattica a distanza i consumi energetici a casa, per ognuno di noi, sono aumentati inevitabilmente, ma è possibile ridurre sia l'impatto ambientale sia i costi scegliendo in modo consapevole e responsabile le tecnologie più adatte.

In base ai dati a disposizione di Epson emerge infatti che se in Europa, tutte le macchine laser venissero sostituite con le stampanti e i multifunzione EcoTank per la casa e professionali, ogni anno i consumi energetici diminuirebbero di oltre 311 milioni di kWh, ovvero la quantità di energia necessaria per soddisfare il fabbisogno annuo di 94.981 famiglie, con un risparmio di oltre 38,1 milioni di euro. Non solo: anche le emissioni di CO2 si ridurrebbero di circa 117.000 tonnellate all'anno1, un volume equivalente alla capacità di assorbimento annua di una foresta di 5,4 milioni di alberi2.

Luca Cassani, responsabile CSR di Epson Italia, afferma: "Oggi per molte persone le priorità sono gestire la famiglia e mantenere il proprio lavoro; tuttavia, parecchi di noi vogliono anche continuare a salvaguardare l'ambiente. La tecnologia inkjet Epson si basa su una soluzione vantaggiosa in grado di ridurre i consumi energetici e l'impatto ambientale derivante dalla stampa domestica anche oggi in tempi di crisi globale. Iniziare a ristabilire l'ordine a livello economico e sociale - continua Cassani - significa anche cercare di adottare un approccio volto alla tutela dell'ambiente, per un mondo più pulito e meno inquinato, cogliendo l'opportunità di migliorare il nostro impegno nei confronti del Pianeta. La scelta della tecnologia inkjet al posto di quella laser, in ufficio come a casa, è un passo avanti verso il raggiungimento di questo obiettivo."

1 Metodologia verificata da TÜV Rheinland in base al "consumo energetico standard" definito nell'ambito della procedura di test Energy Star ed espresso in kWh all'anno. Modelli identificati utilizzando l'HCP Tracker Q2 2019 di IDC (dati dal primo trimestre 2015 al quarto trimestre 2018) e la base installata 2018 nelle aziende di 22 paesi europei, secondo quanto indicato da IDC (Installed Base by Vertical, Q2 2019).
2 Dati sull'equivalenza ricavati da più fonti

 

Epson Italia
Epson Italia, fa parte del gruppo Epson, leader mondiale nell'innovazione con soluzioni pensate per connettere persone, cose e informazioni con tecnologie proprietarie che garantiscono efficienza, affidabilità e precisione. Epson ha come obiettivo primario promuovere l'innovazione e superare le aspettative dei clienti in settori, quali stampa inkjet, comunicazione visiva, tecnologia indossabile e robotica. Epson Italia, in linea con il gruppo Epson, è impegnata da anni sul fronte della CSR (Responsabilità Sociale d'Impresa) con la partecipazione e la promozione di iniziative e attività di alto livello culturale, nei quali la tecnologia Epson possa apportare un contributo di eccellenza in termini di innovazione.
Gruppo Epson
Epson è leader mondiale nell'innovazione con soluzioni pensate per connettere persone, cose e informazioni con tecnologie proprietarie che garantiscono efficienza, affidabilità e precisione. Con una gamma di prodotti che comprende stampanti inkjet, sistemi di stampa digitale, videoproiettori 3LCD, così come orologi e robot industriali, Epson ha come obiettivo primario promuovere l'innovazione e superare le aspettative dei clienti in vari settori, tra cui: stampa inkjet, comunicazione visiva, tecnologia indossabile e robotica. Con capogruppo Seiko Epson Corporation, che ha sede in Giappone, il Gruppo Epson conta oltre 76.000 dipendenti in 87 società nel mondo e partecipa attivamente allo sviluppo delle comunità locali in cui opera, continuando a lavorare per ridurre l'impatto ambientale.

Epson Europe
Epson Europe B.V., con sede ad Amsterdam, è il quartier generale regionale del Gruppo per Europa, Medio Oriente, Russia e Africa. Con una forza lavoro di 1.830 dipendenti, le vendite di Epson Europa, per l'anno fiscale 2017, hanno raggiunto i 1.700 milioni di euro.
Epson Italia
Epson Italia, sales company nazionale, per l'anno fiscale 2018 (aprile 2018 - marzo 2019) ha registrato un fatturato di oltre 237 milioni di Euro e impiega circa 215 persone.



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domenica 7 giugno 2020

Inquinamento web: 3,6 tonnellate di CO2 solo dai siti Min. Ambiente e Ass. Ambientaliste

IL WEB INQUINA: I SITI MINISTERO AMBIENTE, WWF E ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE PRODUCONO OLTRE 3,6 TONNELLATE DI CO2 ALL'ANNO

Ma Germania e Francia fanno peggio del Ministero italiano. Il paradosso di Fridays for Future (+228%) e Sea Sheperd (+226%)

Lo studio di AvantGrade.com coinvolge anche calcio, automotive, aziende del mercato energia e agroalimentare

 

Milano, 04/06/2020 – Anche un sito web inquina in base a come viene disegnato e gestito: la Giornata Mondiale dell'Ambiente (5 giugno), diventa quindi occasione per un uso più eco-responsabile della rete. Un dato fotografa quanto Internet incida sull'inquinamento: la somma della CO2 prodotta dai siti del Ministero dell'Ambiente, del WWF e delle maggiori associazioni ambientaliste è di 3,64 tonnellate.

Il sito del Ministero dell'Ambiente italiano però, inquina molto meno di quello dei colleghi di Germania e Francia mentre le associazioni ambientaliste rappresentano un paradosso. Questo è solo uno spaccato di quanto emerge da un'approfondita ricerca di AvantGrade.com, agenzia SEO e digital marketing fondata da Ale Agostini.

L'analisi di AvantGrade.com si basa su un apposito strumento che misura quante emissioni produce un sito web sulla base di determinati parametri tecnici, restituendo anche un equivalente di CO2 emessa in km percorsi in auto e aereo.

Lo studio parte dal confronto tra siti del Ministero dell'Ambiente di Italia, Francia e Germania. Quello italiano è il più "green": produce in un anno 250 kg di CO2 (comunque il 31% sopra la media), migliore della Francia (con un +82% rispetto alla media). Fa peggio di tutti la Germania con +137% di emissioni rispetto alla media e un totale di 455 kg, ovvero l'equivalente delle emissioni di CO2 per passeggero di un volo da Palermo a Berlino o di un viaggio in auto da Roma a Mosca. Gli enti governativi USA invece si confermano più attenti alle emissioni del web: il sito EPA (Agenzia per la protezione dell'ambiente) produce il 51% in meno di CO2 rispetto alla media.

Ma è il paradosso delle associazioni ambientaliste a stupire: il WWF produce il 347% in più di CO2 rispetto alla media, Sea Sheperd è a quota 624 kg di CO2 in un anno (+226% rispetto alla media) e Fridays For Future (il movimento partito dall'iniziativa di Greta Thunberg) registra un +228% rispetto alla media.

Anche le più importanti aziende dei mercati energia e agroalimentare sembrano avere margini di miglioramento sulla sostenibilità web: Enel è a +133%, Eni Gas e Luce (+89%), Barilla (+129%) e Ferrero (+236%). Nel settore auto sembra andare meglio: a parte Peugeot (+136% di CO2 prodotta), le altre sono di poco sopra la media e ci sono esempi virtuosi come Tesla che si conferma coerente alla linea green (-3%) e Volkswagen (-29%).

In attesa di ripartire, il mondo del calcio potrebbe fare meglio: la Roma è la più virtuosa, mentre il sito dell'Inter è quello che emette più CO2 (+435%). A metà classifica troviamo il sito del Napoli (+309% di CO2 prodotta rispetto alla media), Juventus con +264% e Milan +159%.

I dati della studio AvantGrade.com sono tratti dal "misuratore del web CO2" lo strumento che calcola i byte per caricare una pagina, la relativa energia consumata e quindi l'emissione di anidride carbonica su base annua. I valori di emissione ottenuti sono comparati con un termine di paragone che è il valore mediano globale di CO2.  

"I siti web producono più o meno CO2 in base a diversi fattori, tra cui la quantità di dati trasmessi e l'efficienza dei server che ospitano le pagine web" commenta Ale Agostini fondatore di AvantGrade.com e autore Hoepli -. "L'aumento dei contenuti insieme alla digitalizzazione delle nostre vite produce un incremento delle emissioni legate alla fruizione di pagine web. Vogliamo creare una consapevolezza del fenomeno tra aziende e istituzioni, in modo che queste possano attivarsi per avere siti web più efficienti ed ecosostenibili".



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