CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Le ultime news sull'Eco-Sostenibilità

Le ultime notizie di AlternativaSostenibile.iy

Cerca nel blog

venerdì 29 gennaio 2021

INDUSTRIE CHIMICHE FORESTALI: RISULTATI PRELIMINARI AL 31 DICEMBRE 2020 - FATTURATO PER €60 MLN, EBITDA A €7 MLN, POSITIVA LA GENERAZIONE DI CASSA CON INDEBITAMENTO NETTO RIDOTTO A €3,5 MLN


INDUSTRIE CHIMICHE FORESTALI: RISULTATI PRELIMINARI AL 31 DICEMBRE 2020 -

FATTURATO PER €60 MLN, EBITDA A €7 MLN, POSITIVA LA GENERAZIONE DI CASSA CON INDEBITAMENTO NETTO RIDOTTO A €3,5 MLN

 

Marcallo con Casone (MI), 28 gennaio 2021

Il Consiglio di Amministrazione di Industrie Chimiche Forestali S.p.A. – società tra gli operatori di riferimento a livello nazionale e internazionale nella progettazione, produzione e commercializzazione di adesivi e tessuti ad alto contenuto tecnologico, quotata sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana – riunitosi in data odierna sotto la Presidenza dell'Ing. Guido Cami, ha reso noti i risultati preliminari consolidati al 31 dicembre 2020[1].

I Ricavi sono pari a circa Euro 60,5 milioni rispetto a Euro 71,7 milioni dell'esercizio precedente.

L'EBITDA è pari a circa Euro 7 milioni rispetto a Euro 9,1 milioni dell'esercizio precedente.

La contrazione dei risultati è dovuta sostanzialmente alla performance del Q2 2020 caratterizzato dal primo lockdown che ha generato effetti negativi nell'economia globale con la chiusura nei mesi di aprile e maggio di una parte rilevante delle aziende clienti; nei successivi trimestri il Gruppo ha progressivamente recuperato sui livelli pre-Covid. Nonostante la riduzione dei ricavi il management ha tempestivamente attuato misure volte a tutelare la redditività, senza fare ricorso alla Cassa Integrazione per i propri dipendenti, mantenendo un EBITDA margin a doppia cifra, pari a circa l'11,6% dei ricavi.

Prosegue la riduzione dell'Indebitamento Netto che si attesta a circa Euro 3,5 milioni rispetto a Euro 4,5 milioni al 31 dicembre 2019 ed a Euro 6 milioni al 30 giugno 2020, grazie alla generazione di cassa nel 2020 per circa Euro 3,5 milioni al netto degli acquisti per "buy back" di Euro 1,4 milioni e dell'acquisto straordinario di un immobile industriale adiacente l'headquarter per Euro 1 milione.

Guido Cami, CEO e Presidente di Industrie Chimiche Forestali SpA, ha commentato: "Il 2020 è stato un anno pieno di ostacoli che hanno messo a dura prova le aziende a livello globale. Grazie al contributo di tutti i nostri collaboratori, abbiamo ben gestito le difficoltà emerse consolidando un buon risultato complessivo sia per gli aspetti economico-finanziari che per gli aspetti sociali e imprenditoriali. Non abbiamo mai interrotto la produzione ed il servizio alla clientela, non abbiamo fatto ricorso alla Cassa Integrazione, abbiamo pagato tutti i fornitori, i servizi e gli stipendi. Abbiamo investito in macchinari, impianti e immobili, sviluppato nuove linee di prodotto per il "bene comune" e promosso con vigore le attività rivolte alla Sostenibilità ambientale, etica ed economica. Come abituale per noi dal 1918".

 Altre delibere

Il CdA, al fine di tener conto degli aggiornamenti normativi vigenti nonché della natura quotata di Industrie Chimiche Forestali S.p.A., ha aggiornato il "Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo" predisposto ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, nella relativa parte generale e speciale (il "Modello 231") e il Codice Etico.

Le versioni così aggiornate del Modello 231 e del Codice Etico sono disponibili sul sito internet di Industrie Chimiche Forestali S.p.A.

 

Approvazione Calendario Finanziario 2021

 

Il CdA ha infine approvato, ai sensi dell'art. 17 del Regolamento Emittenti AIM Italia/Mercato alternativo del Capitale di Borsa Italiana S.p.A., il calendario finanziario per l'anno 2021, di seguito riportato:

 

29 marzo 2021

Consiglio di Amministrazione

Approvazione del progetto di bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020

29 aprile 2021

Assemblea dei soci (I convocazione)

Approvazione bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020

30 aprile 2021

Assemblea dei soci (II convocazione)

Approvazione bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020

13 maggio 2021

Consiglio di Amministrazione

Approvazione dei dati contabili gestionali trimestrali non sottoposti a revisione legale volontaria al 31 marzo 2021

22 settembre 2021

Consiglio di Amministrazione

Approvazione relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2021 sottoposta a revisione contabile volontaria

11 novembre 2021

Consiglio di Amministrazione

Approvazione dati contabili gestionali trimestrali non sottoposti a revisione legale volontaria al 30 settembre 2021

 

Eventuali variazioni alle date sopra indicate saranno oggetto di tempestiva comunicazione al mercato.

 

 



[1] non ancora sottoposti a revisione contabile




--
www.CorrieredelWeb.it

martedì 19 gennaio 2021

Report H2IT: l’idrogeno è la soluzione per la decarbonizzazione. Dall'associazione 7 priorità inviate alle istituzioni per una Strategia Nazionale dell’Idrogeno

Report H2IT "Strumenti di Supporto al Settore Idrogeno.

Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia"

 

Svolta green: l'idrogeno è la soluzione per favorire il processo di decarbonizzazione e ridurre l'impatto ambientale. Nel 2050 potrebbe rappresentare un quarto della quota nei consumi energetici finali in Europa. Ma per lo sviluppo in Italia serve una strategia nazionale che preveda anche un quadro legislativo certo e investimenti a lungo termine in infrastrutture, ricerca e innovazione.

 

Dall'industria ai trasporti, dalla produzione di energia e calore all'uso in ambito residenziale: tanti i settori che verrebbero trasformati dall'idrogeno. Da H2IT le indicazioni per supportare lo sviluppo di una filiera che genererà in trent'anni un enorme giro d'affari e migliaia di posti di lavoro

 

Milano, 19 gennaio 2021 - Un settore altamente tecnologico, con un giro d'affari di 820 miliardi di euro l'anno, capace di creare circa 5,4 milioni di nuovi posti di lavoro[1]. Non è utopia, ma il futuro della filiera dell'idrogeno in Europa nel 2050, che potrebbe raggiungere un quarto della quota nei consumi energetici finali. Una vera e propria rivoluzione che in meno di trent'anni potrebbe cambiare la società e l'economia del Vecchio Continente: se prodotto da fonti rinnovabili, attraverso il processo di elettrolisi dell'acqua, l'idrogeno è privo di emissioni sia carboniche che inquinanti. Una soluzione chiave per favorire la decarbonizzazione del sistema energetico e raggiungere gli obiettivi climatici.

 

Ma come può l'elemento più piccolo e abbondante dell'universo osservabile essere davvero la chiave di volta verso un modello energetico sostenibile? H2IT - Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile, ha presentato oggi il report "Strumenti di supporto al settore idrogeno. Priorità per lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia" in occasione dell'evento digitale Idrogeno: il futuro dell'energia è oggi. Durante l'incontro, a cui hanno partecipato Alberto Dossi, Presidente di H2IT, Luigi Crema, Vicepresidente di H2IT,  la Prof.ssa Filomena Maggino, Consigliere del Presidente del Consiglio e Presidente della Cabina di regia Benessere Italia, e gli onorevoli Vanessa Cattoi (Lega) e Andrea Vallascas (M5S), istituzioni e protagonisti della filiera hanno dialogato sul potenziale del settore, delineando le priorità per una Strategia Nazionale dell'Idrogeno. Su tutti spiccano la necessità di un quadro legislativo certo e semplificato e un piano di investimenti a lungo termine per sviluppare le infrastrutture e finanziare la ricerca e l'innovazione.

 

Ma a che punto si trova la filiera dell'Idrogeno oggi? E cosa succederà nei prossimi anni?

L'idrogeno attualmente rappresenta una frazione modesta del mix energetico globale ed europeo. Nel nostro Paese la quota totale di energia prodotta dall'idrogeno si aggira intorno all'1% utilizzato per l'industria chimica, siderurgica e della raffinazione. Si tratta però, ancora, di idrogeno non pulito, ma prodotto da combustibili fossili, la cui produzione rilascia tra i 70 e i 100 milioni di tonnellate di CO2 in tutta l'UE. In questo contesto l'idrogeno è fondamentale per raggiungere l'obiettivo di riduzione del 100% delle emissioni previsto entro il 2050, reso ancora più sfidante dal potenziale nuovo limite del 60% entro il 2030. Il percorso tracciato dalla Commissione Europea si pone, in particolare, due obiettivi principali: raggiungere entro il 2024 i 6GW di elettrolizzatori installati per produrre 1 milione di tonnellate di idrogeno verde, ed entro il 2030 40 GW per una produzione di 10 milioni di tonnellate sul territorio europeo. In altre parole, nel 2050, l'idrogeno potrà rappresentare fino al 24% dei consumi finali di energia. Obiettivi ambiziosi, analoghi a quello posto dal Ministero dello Sviluppo Economico per il nostro paese, che prevede una penetrazione dell'idrogeno del 20% nel 2050.

 

Cosa è necessario fare per raggiungere questi obiettivi? È proprio su questo che il report di H2IT fornisce preziose indicazioni. Nato dalla collaborazione tra 48 player dell'industria, 12 centri di ricerca e 7 tra cluster e associazioni, il report presentato oggi contiene le raccomandazioni essenziali per creare le condizioni politiche e normative a sostegno del comparto in Italia. Uno studio dettagliato, che ha coinvolto l'intera filiera e portato all'elaborazione di 51 priorità d'azione e 66 policy, declinate in 7 diversi segmenti: produzione; trasporto, distribuzione e trattamento; stoccaggio; mobilità; usi energetici; usi industriali, residenziali e feedstock; supply chain e tematiche trasversali. A partire da queste, H2IT suggerisce alle istituzioni alcune priorità strategiche per abbattere le barriere allo sviluppo del settore idrogeno in Italia:

 

1.       Definire il ruolo strategico a lungo termine dell'idrogeno: è fondamentale tracciare una direzione chiara che indichi delle azioni puntuali e degli obiettivi definiti per supportare il settore e abilitare gli investimenti. Nella prima fase di sviluppo, per coprire i gap economici esistenti sarà necessario il supporto pubblico attraverso un sostegno dedicato e stabile nel lungo periodo.

2.       Sviluppare un quadro legislativo e tecnico-normativo chiaro: regole certe, semplificate a livello burocratico e armonizzate a livello internazionale consentirebbero alle aziende coinvolte nell'intera filiera di operare, su uno scenario europeo, in condizioni favorevoli anche per gli investimenti.

3.       Garantire la certificazione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni: un sistema di certificazione basato su Garanzie di Origine al fine di promuovere l'idrogeno rinnovabile e a basse emissioni, in linea con le direttive europee.

4.       Supportare la ricerca, l'innovazione e la formazione: in questa fase di sviluppo, il ruolo dei centri di ricerca è primario, vanno quindi supportati con finanziamenti ad accessibilità semplificata per progetti dimostrativi o di ricerca specifici. L'evoluzione del settore richiederà anche figure professionali specializzate in un'ampia gamma di conoscenze tecniche che si possono creare investendo sull'educazione, dalle scuole superiori fino a quella universitaria per formare i futuri tecnici specializzati. Un'occasione imperdibile per un paese che vuole ripartire creando nuove opportunità d'occupazione.

5.       Sviluppare un'infrastruttura di rifornimento per la mobilità: la costruzione di una rete di stazioni di rifornimento per veicoli idrogeno è la soluzione migliore per permettere la circolazione di mezzi a celle a combustibile sia per il trasporto leggero che per quello pesante su gomma, ma anche dedicate al trasporto ferroviario e ai mezzi negli hub logistici, come porti e aeroporti.

6.       Incoraggiare la collaborazione strategica tra progetti di Hydrogen Valleys: è prioritario individuare i nuclei iniziali per lo sviluppo sinergico di più usi finali e sviluppare diverse applicazioni al fine di favorire la crescita della domanda, lo scale-up delle tecnologie e di conseguenza ridurre i costi.

7.       Sensibilizzare e informare l'opinione pubblica: lo sviluppo della filiera deve essere accompagnato da campagne informative e progetti educativi sulle tecnologie dell'idrogeno e sulle procedure di sicurezza applicate.

 

 

"L'Italia ha il potenziale per posizionarsi strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera idrogeno: produzione, logistica e trasporto, industria, mobilità, residenziale.  – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT - Abbiamo grandi operatori e aziende determinanti nell'apertura del mercato, PMI e start-up innovative, centri di ricerca di rilevanza internazionale. Con questo report, realizzato coinvolgendo ben 67 organizzazioni attive nel settore, abbiamo voluto dare il nostro contributo allo sviluppo di un mercato che diventerà sempre più centrale nell'economia nazionale ed europea. Per vincere la sfida della decarbonizzazione è giunto il momento di elaborare una Strategia Nazionale dell'Idrogeno che realizzi un ampio piano di investimenti e riforme. H2IT, in quanto voce unica nel panorama italiano, è pronta a lavorare insieme alle istituzioni mettendo a disposizione tutte le competenze necessarie per favorire il processo decisionale."

 

Anche Stefano Buffagni, Vice Ministro allo Sviluppo Economico, particolarmente sensibile al tema ha voluto lanciare un messaggio importante con una lettera letta dal Presidente di H2IT Alberto Dossi: "Il Ministero dello Sviluppo economico ha presentato il 24 novembre u.s. le Linee Guida Preliminari della Strategia Nazionale Idrogeno. Grazie a queste prime linee guida per la realizzazione della Strategia Nazionale Idrogeno, l'Italia si sta ritagliando un ruolo centrale in questa sfida, insieme con i Paesi europei maggiormente avanzati su questo tema. Il nostro Paese può sfruttare la sua posizione geografica, il suo solido know-how progettuale e scientifico e la sua rete infrastrutturale. Lo sviluppo dell'idrogeno rappresenterà una svolta e una rivoluzione positiva, dovremo essere bravi a far nascere una nuova filiera industriale dedicata puntando anche su ricerca, innovazione tecnologica, creazione del know-how e formazione di nuove figura professionali. In questo modo oltre ai benefici ambientali, si potranno avere anche benefici sociali e occupazionali. Per sostenere la crescita dell'idrogeno sono previsti cluster di progettualità già all'interno del "Recovery and Resilience Plan" su cui sono stati allocati circa 2 miliardi di euro per lo sviluppo della Strategia Nazionale Idrogeno e, tra gli altri strumenti di sostegno vi sono anche gli IPCEI (Progetti di Comune Interesse in ambito Europeo) idrogeno."

 

Il report è solo l'ultimo dei tanti traguardi raggiunti in questi anni da H2IT, associazione che aggrega grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che operano in tutta la catena del valore dell'idrogeno. Già dal 2016 l'Associazione ha, infatti, supportato i Ministeri competenti, nell'elaborazione del "Piano Nazionale per la Mobilità ad Idrogeno" aggiornato poi nel 2019, collaborato nel 2018 con il Ministero dell'Interno per la stesura della "Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione" e realizzato nel 2019 il Position paper "Strategia Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile".

 

I VANTAGGI DELL'IDROGENO E CAMPI DI APPLICAZIONE

 

Il 2020 è stato l'anno della svolta per le politiche ambientali europee. Complici anche l'emergenza sanitaria e l'attenzione dell'opinione pubblica alle tematiche green, l'UE ha varato una strategia che prevede di ridurre del 100% le emissioni di CO2 entro il 2050. In questo contesto, l'idrogeno si presenta come soluzione chiave, complementare con altre tecnologie, per la decarbonizzazione del sistema energetico. L'idrogeno è un vettore energetico che non genera emissioni di CO2, inoltre se prodotto da fonti rinnovabili attraverso il processo di elettrolisi dell'acqua è privo di emissioni sia carboniche che inquinanti anche nella sua produzione. Può essere conservato per lungo tempo sia in forma gassosa che liquida e permette di utilizzare infrastrutture di trasporto e distribuzione già esistenti con costi di adeguamento sostenibili. Può essere usato in diverse tipologie di veicoli per la mobilità di merci e persone, come materia prima nelle industrie, come combustibile nei processi ad alta temperatura, può essere utilizzato nel settore industriale e residenziale in sostituzione ai combustibili fossili per la produzione di energia e calore, puro o in miscela col gas naturale, sia attraverso processi elettrochimici con celle a combustibile sia bruciandolo come un carburante tradizionale ottenendo una combustione a zero emissioni di CO2. Con un immagazzinamento che non presenta particolari problemi di sicurezza, offre quindi una soluzione per decarbonizzare i processi industriali e i settori energetici in cui la riduzione delle emissioni di carbonio è urgente e difficile da ottenere.




[1] Fonte: "Hydrogen Roadmap Europe: A sustainable pathway for the European Energy Transition" di The Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU), 2019




--
www.CorrieredelWeb.it

giovedì 14 gennaio 2021

Elettrodomestici: dal 2021 più efficienza e durata

ELETTRODOMESTICI: DAL 2021 PRODOTTI PIÙ EFFICIENTI

E DURATURI

 

Nel 2021 entrano in vigore le novità normative introdotte dall'Unione Europea, che semplificano l'identificazione dei prodotti più efficienti e comportano una maggiore durata degli apparecchi 

 

Milano, 14 gennaio 2021 - Qualcuno potrebbe averle già trovate nelle istruzioni degli elettrodomestici ricevuti in regalo o acquistati a fine anno, tutti gli altri le vedranno di certo esposte a partire dal 1° marzo 2021. Sono le nuove etichette energetiche volute dall'Unione Europea per riportare ordine nella classificazione energetica degli elettrodomestici ma anche per stimolare lo sviluppo di nuovi prodotti sempre più efficienti dal punto di vista energetico.

Ma quali sono esattamente le logiche e il funzionamento delle nuove etichette? Le ricorda IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità, il maggiore organismo in Italia nella valutazione delle conformità (test, ispezioni, certificazioni) nel settore elettrico.

 

Perché cambiano le etichette

Come spiegato dalla Commissione Europea, se da una parte le vecchie etichette energetiche hanno indubbiamente contribuito allo sviluppo innovativo dell'industria e alla concorrenza, favorendo l'immissione sul mercato di nuovi prodotti in classi energetiche via via superiori, dall'altra stavano diventando fonte di confusione. La classe "A" seguite da uno o più "+" era diventata quella che raggruppava la maggior parte degli elettrodomestici, lasciando così vuote le classi inferiori e portando il consumatore a non comprendere con chiarezza che un frigorifero in classe A+, in realtà era il meno efficiente dal punto di vista energetico sul mercato.

Per porre fine a una situazione poco chiara, alzare gli obiettivi di efficienza energetica e ridare ai consumatori un valido strumento di differenziazione e di scelta dei prodotti in base alla loro effettiva efficienza energetica, si è voluto ritornare alla ben nota scala A-G (Regolamento (UE) 2017/1369) che sarà obbligatoria dal prossimo 1° marzo.

 

Promemoria per i consumatori

Inizialmente l'aggiornamento potrà creare un po' di confusione tra i consumatori che, abituati a scegliere solo tra classi A, si potranno trovare di fronte a un frigorifero di classe C con le stesse caratteristiche di efficienza energetica di un frigorifero che fino a pochi giorni prima rientrava nella classe A+++, oppure a una lavastoviglie ora in classe E, mentre prima era di classe A++. Ma non bisogna preoccuparsi. Anche se un apparecchio otterrà una classe inferiore, rimarrà altrettanto efficiente. Il cambiamento non riguarda infatti le prestazioni del prodotto, ma solo il suo punteggio. Le differenze tra i punteggi attuali e quelli nuovi sono dovute a più raffinati e in parte severi metodi di misurazione adottati dalla Commissione Europea. In breve, il "declassamento" di una classe energetica del prodotto significa solo che il nuovo punteggio è più preciso e utile.

Altro elemento da ricordare è che all'inizio, sul mercato, nessun apparecchio rientrerà nella categoria A e che solo pochi avranno l'etichetta B e C, in modo da incentivare l'innovazione e lo sviluppo di prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.

Tuttavia, i consumatori dovranno fare attenzione perché i modelli con la vecchia etichetta potranno essere esposti e venduti fino al 30 Novembre 2021.

Dal 1° Dicembre 2021 sarà invece rigorosamente vietato vendere i modelli con la vecchia etichettatura.

 

Quanto si risparmierà

Secondo la Commissione Europea le nuove misure sull'ambiente introdotte dalla Direttiva Ecodesign e dal Regolamento Energy Labelling, potranno far risparmiare alle famiglie europee oltre 33 miliardi di euro l'anno, in media 150 euro a nucleo familiare. Il risparmio energetico annuo sarà di 167 TWh (Terawattora) entro il 2030, pari, ad esempio, a quasi il 50% del consumo energetico annuale italiano.

 

I prodotti coinvolti

Dal 1° marzo 2021 le nuove etichette compariranno nei negozi su lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga biancheria, frigoriferi e congelatori (incluse cantinette per vino a uso domestico), televisori e display elettronici. Per le lampade bisognerà aspettare fino al 1° settembre 2021.

Nell'ambito dei prodotti commerciali le nuove etichette riguarderanno gli apparecchi di refrigerazione con funzione di vendita diretta.

Come riconoscere la nuova etichetta da quella vecchia

Oltre alla scala di efficienza energetica - che andrà dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente) senza più lettere doppie o "+" - le nuove etichette saranno riconoscibili dalla presenza, in alto a destra, di un QR-code grazie al quale i consumatori potranno ottenere informazioni supplementari (non commerciali) attraverso la scansione con uno smartphone comune. Schede tecniche, documentazione e dati saranno inseriti dai fabbricanti nella banca dati unionale EPREL cui tutti i cittadini europei potranno accedere via Internet.

Il QR-code risolverà in questo modo il limite del poco spazio disponibile sull'etichetta fisica, consentendo al consumatore l'accesso a ulteriori dati, con la possibilità di confrontare rapidamente l'efficienza energetica di vari modelli e individuare facilmente quello che gli consentirà un minore consumo di energia e quindi un maggiore risparmio.

 

EPREL, una banca dati centralizzata a favore della correttezza delle informazioni. Scopo di EPREL (EU Product Database for Energy Labelling) è anche quello di agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali e dunque contribuire alla trasparenza. Secondo le stime il 10-25% dei prodotti sul mercato europeo, infatti, non è del tutto conforme ai regolamenti di etichettatura energetica.

Un dato che viene confermato anche dall'attività condotta da IMQ quale laboratorio di prova di riferimento delle Autorità preposte alla vigilanza del mercato in termini di dichiarazioni prestazionali: nel 2018, su 110 prelievi effettuati dalle Camere di Commercio, l'80% sono risultati non conformi e le relative dichiarazioni prestazionali non corrispondenti.

 

Come leggere la nuova etichetta

Ecco come si presenta lo schema della nuova etichetta energetica, che deve essere posta in posizione ben visibile al consumatore.

Nell'esempio qui a fianco è riprodotta l'etichetta di un frigorifero.

  1. Nel punto 1, in testata a destra, è riportato il QR-code, cui seguono subito sotto il nome del produttore e il modello dell'apparecchio
  2. Nel punto 2 è indicata la classe di efficienza energetica tramite una scala semplificata dalla A (classe maggiore efficienza energetica) alla G (minima efficienza energetica)
  3. Nel punto 3 viene riportato il consumo annuo in kWh/anno (misurato in base alle nuove condizioni standard)
  4. Nel punto 4 sono indicati, attraverso icone e pittogrammi, le informazioni utili aggiuntive che cambiano a seconda della categoria di prodotto. Nel caso del frigorifero si trovano: indicazioni sul volume totale del comparto congelatore, sul volume totale del comparto frigo. Si trova inoltre l'informazione sulle emissioni sonore (espresse in dB(A) re 1 pW e classe di emissioni sonore) e con classi di rumorosità dalla A alla D per rendere il livello di rumore in dB (A) più trasparente. Nell'etichetta di lavatrici e lavastoviglie, in quest'area il consumo di acqua ed energia elettrica verrà indicato non più sul valore annuale, ma rispettivamente per singolo ciclo e 100 cicli.

 

L'etichetta nelle vendite online

Anche quando si effettuano acquisti online o a distanza, ad esempio per telefono o tramite catalogo, è importante che vengano fornite le informazioni energetiche del prodotto. Per le vendite su Internet:

  • l'etichetta energetica corrispondente al prodotto pubblicizzato deve essere chiaramente visibile (accanto al prezzo del prodotto) oppure
  • se l'etichetta non è visibile, occorre visualizzare la classe energetica (utilizzando una "freccia annidata" - che a sua volta deve fungere da link all'etichetta energetica corrispondente).

 

Elettrodomestici più duraturi

In ottemperanza a quanto previsto dalle più recenti Risoluzioni europee in attuazione della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile (2009/125/CE) dal 1 marzo 2021  i pezzi di ricambio per aggiustare un elettrodomestico messo in commercio dovranno essere reperibili per almeno sette anni (addirittura dieci anni per alcuni pezzi di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici) dalla data d'acquisto e in generale fino allo stesso numero di anni dopo la fine della produzione di quel modello.

Un'indicazione che si colloca nell'ambito della progettazione ecocompatibile con l'obiettivo di incentivare la riparabilità e la riciclabilità dell'elettrodomestico, riducendo gli sprechi e l'inquinamento da rifiuti.

 

Curiosità sull'etichetta energetica

  • L'etichetta energetica è riconosciuta dal 93% dei consumatori e il 79% ne tiene conto al momento di acquistare elettrodomestici nuovi, come ha rilevato l'Eurobarometro.
  • Il 10% del risparmio energetico potenziale consentito dal piano europeo di etichettatura energetica viene perso a causa della non conformità dell'etichettatura.
  • L'esempio dell'etichetta energetica, avviata in Europa dal 1995, è stato seguito da altri 59 paesi extra UE che l'hanno estesa anche ad altri prodotti quali immobili, pneumatici, automobili e altri tipi di beni di consumo o apparecchiature del settore commerciale

***

IMQ nel settore elettrico

IMQ è la maggiore realtà italiana nel settore elettrico per la valutazione della conformità, con certificazioni, prove, verifiche tecniche e ispezioni degli apparecchi elettrici in commercio. In termini di efficienza dei prodotti elettrici, IMQ - oltre a supportare i produttori nella misurazione dei consumi e nella verifica dell'effettiva efficienza dei loro prodotti - è laboratorio di prova di riferimento delle autorità preposte alla sorveglianza del mercato e partner di ANTICCS, un nuovo progetto europeo voluto per contrastare gli ambiti di possibile circonvenzione della fede pubblica tramite false comunicazioni dei dati in etichetta o delle caratteristiche funzionali dei prodotti.

 

Gruppo IMQ

Il Gruppo IMQ rappresenta una delle più importanti realtà italiane nel settore della valutazione della conformità (certificazione, prove, verifiche, ispezioni). Forte della sinergia tra le società che lo compongono, dell'autorevolezza acquisita in quasi 70 anni di esperienza, della completezza dei servizi offerti, IMQ si pone infatti come punto di riferimento e partner delle aziende che hanno come obiettivo la sicurezza, la qualità e la crescita sostenibile.

Il Gruppo IMQ è attualmente composto da una holding (IMQ Group S.r.l) e da 11 società operative, di cui quattro in Italia - IMQ S.p.A., CSI S.p.A., IMQ Intuity S.r.l,  IMQ Minded Secuity S.r.l. – e sette all'estero:  IMQ CSI Deutschland GmbH (Germania), IMQ Iberica S.L. (Spagna), IMQ Tecnocrea S.L. (Spagna), IMQ Polska Sp. z o.o. (Polonia), IMQ Certification (Shanghai) Co. Ltd. (Cina), IMQ Turkey (Turchia), IMQ Gulf FZCo (Emirati Arabi Uniti).




--
www.CorrieredelWeb.it

Elettrodomestici: dal 2021 più efficienza e durata

ELETTRODOMESTICI: DAL 2021 PRODOTTI PIÙ EFFICIENTI

E DURATURI

 

Nel 2021 entrano in vigore le novità normative introdotte dall'Unione Europea, che semplificano l'identificazione dei prodotti più efficienti e comportano una maggiore durata degli apparecchi 

 

Milano, 14 gennaio 2021 - Qualcuno potrebbe averle già trovate nelle istruzioni degli elettrodomestici ricevuti in regalo o acquistati a fine anno, tutti gli altri le vedranno di certo esposte a partire dal 1° marzo 2021. Sono le nuove etichette energetiche volute dall'Unione Europea per riportare ordine nella classificazione energetica degli elettrodomestici ma anche per stimolare lo sviluppo di nuovi prodotti sempre più efficienti dal punto di vista energetico.

Ma quali sono esattamente le logiche e il funzionamento delle nuove etichette? Le ricorda IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità, il maggiore organismo in Italia nella valutazione delle conformità (test, ispezioni, certificazioni) nel settore elettrico.

 

Perché cambiano le etichette

Come spiegato dalla Commissione Europea, se da una parte le vecchie etichette energetiche hanno indubbiamente contribuito allo sviluppo innovativo dell'industria e alla concorrenza, favorendo l'immissione sul mercato di nuovi prodotti in classi energetiche via via superiori, dall'altra stavano diventando fonte di confusione. La classe "A" seguite da uno o più "+" era diventata quella che raggruppava la maggior parte degli elettrodomestici, lasciando così vuote le classi inferiori e portando il consumatore a non comprendere con chiarezza che un frigorifero in classe A+, in realtà era il meno efficiente dal punto di vista energetico sul mercato.

Per porre fine a una situazione poco chiara, alzare gli obiettivi di efficienza energetica e ridare ai consumatori un valido strumento di differenziazione e di scelta dei prodotti in base alla loro effettiva efficienza energetica, si è voluto ritornare alla ben nota scala A-G (Regolamento (UE) 2017/1369) che sarà obbligatoria dal prossimo 1° marzo.

 

Promemoria per i consumatori

Inizialmente l'aggiornamento potrà creare un po' di confusione tra i consumatori che, abituati a scegliere solo tra classi A, si potranno trovare di fronte a un frigorifero di classe C con le stesse caratteristiche di efficienza energetica di un frigorifero che fino a pochi giorni prima rientrava nella classe A+++, oppure a una lavastoviglie ora in classe E, mentre prima era di classe A++. Ma non bisogna preoccuparsi. Anche se un apparecchio otterrà una classe inferiore, rimarrà altrettanto efficiente. Il cambiamento non riguarda infatti le prestazioni del prodotto, ma solo il suo punteggio. Le differenze tra i punteggi attuali e quelli nuovi sono dovute a più raffinati e in parte severi metodi di misurazione adottati dalla Commissione Europea. In breve, il "declassamento" di una classe energetica del prodotto significa solo che il nuovo punteggio è più preciso e utile.

Altro elemento da ricordare è che all'inizio, sul mercato, nessun apparecchio rientrerà nella categoria A e che solo pochi avranno l'etichetta B e C, in modo da incentivare l'innovazione e lo sviluppo di prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.

Tuttavia, i consumatori dovranno fare attenzione perché i modelli con la vecchia etichetta potranno essere esposti e venduti fino al 30 Novembre 2021.

Dal 1° Dicembre 2021 sarà invece rigorosamente vietato vendere i modelli con la vecchia etichettatura.

 

Quanto si risparmierà

Secondo la Commissione Europea le nuove misure sull'ambiente introdotte dalla Direttiva Ecodesign e dal Regolamento Energy Labelling, potranno far risparmiare alle famiglie europee oltre 33 miliardi di euro l'anno, in media 150 euro a nucleo familiare. Il risparmio energetico annuo sarà di 167 TWh (Terawattora) entro il 2030, pari, ad esempio, a quasi il 50% del consumo energetico annuale italiano.

 

I prodotti coinvolti

Dal 1° marzo 2021 le nuove etichette compariranno nei negozi su lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga biancheria, frigoriferi e congelatori (incluse cantinette per vino a uso domestico), televisori e display elettronici. Per le lampade bisognerà aspettare fino al 1° settembre 2021.

Nell'ambito dei prodotti commerciali le nuove etichette riguarderanno gli apparecchi di refrigerazione con funzione di vendita diretta.

Come riconoscere la nuova etichetta da quella vecchia

Oltre alla scala di efficienza energetica - che andrà dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente) senza più lettere doppie o "+" - le nuove etichette saranno riconoscibili dalla presenza, in alto a destra, di un QR-code grazie al quale i consumatori potranno ottenere informazioni supplementari (non commerciali) attraverso la scansione con uno smartphone comune. Schede tecniche, documentazione e dati saranno inseriti dai fabbricanti nella banca dati unionale EPREL cui tutti i cittadini europei potranno accedere via Internet.

Il QR-code risolverà in questo modo il limite del poco spazio disponibile sull'etichetta fisica, consentendo al consumatore l'accesso a ulteriori dati, con la possibilità di confrontare rapidamente l'efficienza energetica di vari modelli e individuare facilmente quello che gli consentirà un minore consumo di energia e quindi un maggiore risparmio.

 

EPREL, una banca dati centralizzata a favore della correttezza delle informazioni. Scopo di EPREL (EU Product Database for Energy Labelling) è anche quello di agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali e dunque contribuire alla trasparenza. Secondo le stime il 10-25% dei prodotti sul mercato europeo, infatti, non è del tutto conforme ai regolamenti di etichettatura energetica.

Un dato che viene confermato anche dall'attività condotta da IMQ quale laboratorio di prova di riferimento delle Autorità preposte alla vigilanza del mercato in termini di dichiarazioni prestazionali: nel 2018, su 110 prelievi effettuati dalle Camere di Commercio, l'80% sono risultati non conformi e le relative dichiarazioni prestazionali non corrispondenti.

 

Come leggere la nuova etichetta

Ecco come si presenta lo schema della nuova etichetta energetica, che deve essere posta in posizione ben visibile al consumatore.

Nell'esempio qui a fianco è riprodotta l'etichetta di un frigorifero.

  1. Nel punto 1, in testata a destra, è riportato il QR-code, cui seguono subito sotto il nome del produttore e il modello dell'apparecchio
  2. Nel punto 2 è indicata la classe di efficienza energetica tramite una scala semplificata dalla A (classe maggiore efficienza energetica) alla G (minima efficienza energetica)
  3. Nel punto 3 viene riportato il consumo annuo in kWh/anno (misurato in base alle nuove condizioni standard)
  4. Nel punto 4 sono indicati, attraverso icone e pittogrammi, le informazioni utili aggiuntive che cambiano a seconda della categoria di prodotto. Nel caso del frigorifero si trovano: indicazioni sul volume totale del comparto congelatore, sul volume totale del comparto frigo. Si trova inoltre l'informazione sulle emissioni sonore (espresse in dB(A) re 1 pW e classe di emissioni sonore) e con classi di rumorosità dalla A alla D per rendere il livello di rumore in dB (A) più trasparente. Nell'etichetta di lavatrici e lavastoviglie, in quest'area il consumo di acqua ed energia elettrica verrà indicato non più sul valore annuale, ma rispettivamente per singolo ciclo e 100 cicli.

 

L'etichetta nelle vendite online

Anche quando si effettuano acquisti online o a distanza, ad esempio per telefono o tramite catalogo, è importante che vengano fornite le informazioni energetiche del prodotto. Per le vendite su Internet:

  • l'etichetta energetica corrispondente al prodotto pubblicizzato deve essere chiaramente visibile (accanto al prezzo del prodotto) oppure
  • se l'etichetta non è visibile, occorre visualizzare la classe energetica (utilizzando una "freccia annidata" - che a sua volta deve fungere da link all'etichetta energetica corrispondente).

 

Elettrodomestici più duraturi

In ottemperanza a quanto previsto dalle più recenti Risoluzioni europee in attuazione della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile (2009/125/CE) dal 1 marzo 2021  i pezzi di ricambio per aggiustare un elettrodomestico messo in commercio dovranno essere reperibili per almeno sette anni (addirittura dieci anni per alcuni pezzi di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici) dalla data d'acquisto e in generale fino allo stesso numero di anni dopo la fine della produzione di quel modello.

Un'indicazione che si colloca nell'ambito della progettazione ecocompatibile con l'obiettivo di incentivare la riparabilità e la riciclabilità dell'elettrodomestico, riducendo gli sprechi e l'inquinamento da rifiuti.

 

Curiosità sull'etichetta energetica

  • L'etichetta energetica è riconosciuta dal 93% dei consumatori e il 79% ne tiene conto al momento di acquistare elettrodomestici nuovi, come ha rilevato l'Eurobarometro.
  • Il 10% del risparmio energetico potenziale consentito dal piano europeo di etichettatura energetica viene perso a causa della non conformità dell'etichettatura.
  • L'esempio dell'etichetta energetica, avviata in Europa dal 1995, è stato seguito da altri 59 paesi extra UE che l'hanno estesa anche ad altri prodotti quali immobili, pneumatici, automobili e altri tipi di beni di consumo o apparecchiature del settore commerciale

***

IMQ nel settore elettrico

IMQ è la maggiore realtà italiana nel settore elettrico per la valutazione della conformità, con certificazioni, prove, verifiche tecniche e ispezioni degli apparecchi elettrici in commercio. In termini di efficienza dei prodotti elettrici, IMQ - oltre a supportare i produttori nella misurazione dei consumi e nella verifica dell'effettiva efficienza dei loro prodotti - è laboratorio di prova di riferimento delle autorità preposte alla sorveglianza del mercato e partner di ANTICCS, un nuovo progetto europeo voluto per contrastare gli ambiti di possibile circonvenzione della fede pubblica tramite false comunicazioni dei dati in etichetta o delle caratteristiche funzionali dei prodotti.

 

Gruppo IMQ

Il Gruppo IMQ rappresenta una delle più importanti realtà italiane nel settore della valutazione della conformità (certificazione, prove, verifiche, ispezioni). Forte della sinergia tra le società che lo compongono, dell'autorevolezza acquisita in quasi 70 anni di esperienza, della completezza dei servizi offerti, IMQ si pone infatti come punto di riferimento e partner delle aziende che hanno come obiettivo la sicurezza, la qualità e la crescita sostenibile.

Il Gruppo IMQ è attualmente composto da una holding (IMQ Group S.r.l) e da 11 società operative, di cui quattro in Italia - IMQ S.p.A., CSI S.p.A., IMQ Intuity S.r.l,  IMQ Minded Secuity S.r.l. – e sette all'estero:  IMQ CSI Deutschland GmbH (Germania), IMQ Iberica S.L. (Spagna), IMQ Tecnocrea S.L. (Spagna), IMQ Polska Sp. z o.o. (Polonia), IMQ Certification (Shanghai) Co. Ltd. (Cina), IMQ Turkey (Turchia), IMQ Gulf FZCo (Emirati Arabi Uniti).




--
www.CorrieredelWeb.it

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *