FAI E WWF: SPIAGGE A RISCHIO CEMENTO CON L'INGANNO DEL "DIRITTO DI SUPERFICIE"
Fondo Ambiente Italiano e WWF Italia ribadiscono come sia un bene che si
torni indietro riducendo a 20 anni il diritto di superficie per le
concessioni delle spiagge italiane, ma temiamo non basti, occorre tornare al
"diritto di concessione" che è ora in vigore.
E' un inghippo la trasformazione del diritto di concessione in diritto di
superficie che mette a rischio cementificazione le spiagge.
Si vuole infatti separare la proprietà del terreno da quello che viene
edificato e questo significa garantire ai privati la proprietà degli
immobili, già realizzati o futuri sul demanio marittimo.
Tutto questo non era fino ad oggi possibile perché tramite la concessione
gli immobili, anche se realizzati da privati, rimanevano in uso per il tempo
della concessione ma erano del demanio.
In concreto questo significa che con l'introduzione del "diritto di
superficie" se lo Stato vorrà le spiagge libere da infrastrutture una volta
scaduto il termine dei vent'anni, dovrà pagare ai privati il valore degli
immobili realizzati perche questi saranno a tutti gli effetti di loro
proprietà e quindi potranno essere venduti o ereditati.
Si riduce il potere che lo Stato può esercitare sulle coste perche con la
concessione lo Stato aveva la possibilità di revoca in caso di violazione
dei termini del contratto, visto che la concessione stabiliva anche le
dimensioni delle strutture che potevano essere edificate.
In via teorica, anche se poco applicata, lo Stato può ora revocare le
concessioni in caso di violazioni cosa non più possibile con il diritto di
superficie.
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