Legambiente: "È inaccettabile continuare a sostenere le fonti fossili attraverso sussidi diretti o indiretti per salvare aziende che continuano a proporre nei nostri territori progetti e infrastrutture antiquate".
È la richiesta che arriva da Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente a tutela del mare e delle coste italiane, che oggi è arrivata in Toscana. Proprio in occasione della prima tappa in regione, gli attivisti dell'associazione hanno effettuato un passaggio nei pressi dell'impianto off shore per la rigassificazione del gas naturale liquefatto al largo della costa tra Livorno e Pisa, esponendo lo striscione "E io Pago.." . Il Terminale "FSRU Toscana" infatti è la piena dimostrazione che non solo le fonti fossili non sono più strategiche per la questione energetica italiana ma anche come dal punto di vista economico queste non stiano più in piedi.
"La storia del rigassificatore OLT è esemplare della fallimentare storia italiana di progetti privati nel campo delle infrastrutture, senza valutazioni serie e controlli. Questo impianto – spiega Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana - ha visto lievitare i propri costi di costruzione di oltre 500 milioni di euro, mettendo in evidenza tutte le criticità di un progetto sbagliato. Sono le bollette degli italiani a pagare oggi i costi di questo intervento, dopo che è stato riconosciuto come infrastruttura strategica e, come tale, avente diritto a una garanzia sui mancati ricavi. Il meccanismo di legge prevede di beneficiare di una copertura fino a un massimo del 64% dei costi riconosciuti in caso di completo inutilizzo dell'impianto. L'onere in bolletta viene stimato tra i 70 e i 90 milioni di euro all'anno. Oggi, anche in Toscana, dovremmo concentrarci sulle rinnovabili, sull'efficienza, sugli investimenti nell'innovazione, sulle smartgrid e, più in generale, su un sistema energetico basato su piccoli impianti distribuiti sui territori in grado di produrre quell'energia di cui la comunità locale ha davvero bisogno".
Una scelta indispensabile, potremmo dire ovvia, per fermare i cambiamenti climatici è quella di eliminare tutti i sussidi per le fonti fossili (si stimano 1.900 miliardi di dollari, nel 2011, i sussidi per le fonti fossili a livello mondiale). Perché la combustione delle fonti fossili è la causa principale dei cambiamenti del clima ed è semplicemente assurdo che beneficino di sussidi l'estrazione e il consumo di petrolio, carbone, gas quando oggi le fonti rinnovabili sono una concreta e sempre più conveniente alternativa.
"E' paradossale chiedere ai cittadini di sostenere e garantire un progetto fallimentare, – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde - così com'è dannoso continuare a sostenere le fonti fossili attraverso sussidi diretti o indiretti per salvare aziende che continuano a proporre nei nostri territori progetti e infrastrutture antiquate. Non solo per ragioni di inquinamento ambientale locale, ma anche perché queste rappresentano una battaglia persa in partenza. Due le richieste al Governo: da una parte cambiare queste politiche scellerate, fermando tutti i sussidi alle fonti fossili e spostando tali risorse sui piccoli impianti da fonti rinnovabili, dall'altra cessare di emanare decreti che di fatto bloccano il futuro dell'Italia e la sua strada verso un futuro 100% rinnovabile. Come dimostra l'ultimo decreto "anti-rinnovabili" del Governo Renzi, che rischia di bloccare un settore che in questi anni ha generato occupazione, benefici per ambiente e salute e che, non ultimo, ci ha resi più indipendenti dai produttori di energia da fonti fossili. Dall'altra di attuare politiche di contrasto e mitigazione ai cambiamenti climatici, dove le fonti fossili hanno giocato e continuano a giocare un ruolo determinante, anche in vista della COP21 di Parigi del prossimo dicembre".
Secondo l'ultimo rapporto "Stop sussidi alle fonti fossili di Legambiente" sono 17,5 miliardi di euro i sussidi diretti e indiretti destinati alle fonti fossili. Tra questi vale la pena ricordare gli oltre due miliardi di euro concessi alle centrali inquinanti tramite Cip6; o ancora i 63 milioni di euro l'anno per i prossimi 20 anni, destinati alla centrale a Carbone nel Sulcis; gli 80 milioni di euro che nel 2013 sono stati destinati per sostenere le centrali inquinanti delle isole minori e ancora i 2 miliardi di euro l'anno destinanti a RIU da impianti da fonti fossili.
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