Biomasse ed eolico:
la posizione di Legambiente
sulle linee guida della Regione Toscana
La proposta di linee guida su eolico e biomasse lanciata dalla Regione Toscana e prodotta meritoriamente con la collaborazione dei tre assessorati (governo del territorio, ambiente ed energia, agricoltura e foreste), risulta convincente. Tuttavia, i tempi degli indirizzi in materia di interventi di trasformazione del paesaggio ad opera degli impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili, si sono protratti così a lungo da portare questa impiantistica oltre ogni ragionevole "tempo" di mercato. La dilazione nei tempi ha "lasciato sul terreno", per così dire, una grande quantità di progetti, nei settori dell'eolico, del fotovoltaico, delle biomasse, bloccati talora da vischiosità e lungaggini burocratiche incomprensibili. Difficoltà che hanno spesso ingessato i territori nel mantenimento di politiche vecchie, che vedono nel consumo di territorio e nel turismo di massa le uniche possibili vie di sviluppo economico.
"Chiediamo con forza alla Regione Toscana, che giustamente ha criticato l'atteggiamento ostile del Governo in materia di sviluppo delle rinnovabili, – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – di avere più coraggio nel promuovere l'energia pulita sui territori. A partire dai bisogni e dalle specificità dei territori, e in vista di percorsi virtuosi che creino e sviluppino delle vere filiere economiche. Per l'eolico, a nostro parere, è quindi essenziale contemplare ancora la possibilità di inserire nuovi parchi, nelle aree più vocate della Toscana, mentre per le biomasse occorre dare un segnale forte di contiguità con il settore agricolo, valorizzando la filiera corta, le colture dedicate poco idroesigenti, la fertilità dei suoli e l'utilizzo dei sottoprodotti agricoli".
"A tutte le considerazioni che hanno accompagnato il vivace dibattito sul possibile sviluppo di impianti da FER, va aggiunta la seguente. Legambiente ha sempre chiesto l'eccellenza progettuale e la migliore integrazione possibile nel paesaggio – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – anche perché la condivisione e la partecipazione delle comunità e dei territori alle varie fasi (propedeutiche, propositive e poi più propriamente progettuali) nel campo delle rinnovabili fa decisamente la differenza. Auspichiamo in questo senso che questo comparto non sia vissuto più come un incidente piovuto sul territorio, bensì come un'opportunità concreta di sviluppo sostenibile e di occupazione locale. Nonostante i considerevoli sforzi compiuti in questa direzione, ancora oggi, infatti, stenta ad affermarsi in Toscana una visione che guardi alla green economy e all'obiettivo di un territorio completamente carbon free come ad un'enorme opportunità per uscire dalla crisi".
L'attuale quadro nazionale (vedi i Decreti del Ministro Passera), tanto giustamente criticato dalla nostra giunta regionale, sta portando a una paralisi totale del settore delle Rinnovabili, non tanto per la diminuzione degli incentivi, quanto piuttosto per l'appesantimento della sua componente burocratica e amministrativa. Tutto questo confermerà colpevolmente la nostra dipendenza dal fossile e dalle forniture di gas dall'estero e servirà ad incentivare deliranti ipotesi di estrazione e raffinazione del petrolio ancora presente nel sottosuolo della nostra penisola. In uno scenario economico-finanziario che ha ormai dimostrato la miopia delle politiche ultraliberiste, è quanto mai urgente che la Regione programmi gli anni a venire in chiave sostenibile per l'autosufficienza energetica e la produzione distribuita da FER. Per questo Legambiente chiede alla Regione Toscana di impegnarsi fortemente per rilanciare le rinnovabili e le filiere dell'economia verde, ribadendo ancora una volta che la regione, sulla scorta della sua proverbiale coesione sociale, dovrà vedere imprese, paesaggi e comunità uniti nella costruzione di un futuro più giusto, più equo, più sostenibile.
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