WEKIWI APRE IN FRANCIA
AVVIANDO LA SUA STRATEGIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE
Wekiwi, il primo fornitore di energia elettrica e gas interamente online, punta con decisione ad una strategia di internazionalizzazione, scegliendo la Francia come primo step del suo percorso.
Wekiwi è nata da circa due anni, posizionandosi come fornitore di energia low-cost e digital. La sua offerta si basa sul concetto di Carica, un importo fatturato in acconto che sceglie il Cliente per eliminare le fatture stimate e favorire la consapevolezza dei propri consumi. Wekiwi riconosce sconti significativi a quei clienti che consentono di mantenere bassi i costi del servizio, in un'ottica vera e propria di condivisione del margine.
L'offerta di wekiwi si è rivelata estremamente innovativa per il settore dell'energia in Italia ed è incentrata sulla ricerca continua dell'efficienza. Questo rende fornitore e cliente entrambi interessati e collaborativi nel minimizzare i costi della fornitura. Un concetto che richiama quello delle compagnie aeree low-cost. Wekiwi ha raggiunto in Italia i 15.000 clienti serviti e superato i 15 milioni di fatturato grazie a collaborazione anche con aziende di prestigio nel segmento B2B come Grom, Panino Giusto, Talent Garden, Pasta Reggia, Allegro Italia, etc… Wekiwi si distingue anche per la continua innovazione, ha infatti di recente lanciato il primo fotovoltaico online in Italia e un portale per gestire in maniera evoluta premi e bonus per i clienti interessati a fare il passa-parola).
"Wekiwi non è un'offerta per tutti, il nostro target è quello dei clienti attenti ai consumi e che gradiscono gli strumenti online. L'offerta di wekiwi oggi propone strumenti molto utili per chi è interessato a risparmiare. Grazie alla Carica di wekiwi diventa infatti molto semplice monitorare i propri consumi, forniamo anche informazioni sull'uso dell'energia rispetto ad utenze simili della propria provincia, per favorire il risparmio energetico. Wekiwi è adatta ad una clientela interessata a ridurre gli sprechi, ad eliminare la carta e le inutili attese al telefono". - afferma Massimo Bello, AD wekiwi - "Crediamo pertanto che Wekiwi debba puntare ad essere un operatore di nicchia, pur consapevoli che tale nicchia crescerà man mano che i clienti finali diventeranno sempre più digitali. In quest'ottica il nostro sviluppo potrebbe risultare più agevole se decidessimo di rivolgersi a diverse nicchie di clienti digitali in più Paesi europei."
Per questo motivo wekiwi ha deciso di intraprendere la strada dell'internazionalizzazione, avendo preventivamente condotto un'analisi approfondita del mercato in altri Paesi europei, come UK, Francia e Spagna, in cui l'uso del web è più diffuso che in Italia e nei quali l'acquisto di servizi online oltre che di prodotti è già molto sviluppato grazie anche a numerosi servizi di confronto delle offerte.
Questa indagine ha rilevato che in Francia, pur in un settore estremamente tradizionale come quello dell'energia, c'è un forte interesse per soluzioni innovative, concetti nuovi e proposte che favoriscano il risparmio energetico come quella di wekiwi. Il contesto regolatorio è simile, ma il mercato sembra più predisposto per un approccio full digital, in quanto ad esempio lo scambio delle informazioni con i gestori di rete è già molto automatizzato.
Quali sono gli obiettivi di wekiwi in Francia? Sicuramente fare meglio che in Italia, puntando a raggiungere i 20.000 clienti in 2 anni, riproponendo un modello low-cost simile a quello già attuato nel nostro paese. La sede sarà a Parigi e l'avvio delle vendite è previsto per il primo trimestre 2019.
"La Francia è importante perché rappresenta per noi il primo step sulla strada dell'internazionalizzazione. Se dovesse funzionare si aprirebbero le porte ad altre espansioni internazionali". - conclude Massimo Bello - "La cosa negativa è che, anche se siamo in un mercato unico europeo, per poter vendere energia e gas in Francia occorre un processo autorizzativo del tutto diverso e slegato da quello italiano e di sicuro è così per gli altri paesi. A quanto pare l'integrazione europea non esiste nell'energia e questo è un tema su cui lavorare sicuramente in futuro".
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