La pesca illegale non si ferma: sequestrati negli ultimi 3 mesi dalle Capitanerie di Porto oltre 17.000 kg di tonno rosso illegale e 45 km di spadare.
"Urgente l'approvazione di misure più rigide per i controlli a terra e sanzioni più pesanti per chi pesca illegalmente specie a rischio e con le spadare".
Roma, 8 giugno 2009 Lo scorso 15 aprile è iniziata la stagione di pesca del tonno rosso e a pochi giorni dalla sua chiusura, ovvero il prossimo 15 giugno, le Capitanerie di Porto hanno sequestrato nel corso di diverse operazioni di controllo, ben 17.500 kg di tonno rosso del Mediterraneo (Thunnus thynnus) pescato illegalmente nei nostri mari. Si tratta perlopiù di esemplari sottotaglia, che non raggiungevano i 115cm di lunghezza e i 30 kg di peso previsti dalla norma nazionale e comunitaria. In alcuni casi infatti gli esemplari sequestrati raggiungevano appena gli 80cm di lunghezza e 20 kg di peso.
"i dati dei sequestri della Capitaneria di Porto ci allarmano – affermano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste Greenpeace, LAV, Legambiente, Marevivo e WWF - da tempo uniti in una comune campagna contro la pesca illegale – per i seri rischi di pericolo per il tonno rosso già pescato in eccesso rispetto alla sua consistenza. Esprimiamo, quindi, soddisfazione per l'impegno delle Capitanerie di Porto in azioni di controllo e repressione delle attività di pesca illegali e auspichiamo che presto venga attivato l'atteso Forum Nazionale contro la Pesca Illegale, che riunirà sotto il coordinamento del Ministero delle Politiche Agricole, le associazioni della pesca, gli organi di controllo e le associazioni ambientaliste per un comune programma di lotta all'illegalità e allo sfruttamento non sostenibile delle risorse ittiche."
I sequestri di tonno rosso pescato e commercializzato illegalmente rappresentano solo una parte degli illeciti commessi in mare dai pescherecci della nostra flotta, prova ne sono gli oltre 71.000 kg di prodotti ittici, di vario genere e provenienza, in cattivo stato di conservazione o non correttamente certificati. A questi dati allarmanti che confermano la vastità del problema, si aggiungono ovviamente gli svariati chilometri di reti spadare (oltre 45 km sequestrati) che ogni anno – immancabilmente – si aggiungono alla lista nera delle infrazioni commesse nel nostro Paese.
La gestione della pesca del tonno rosso e' insostenibile. E ciò dipende da quote di pesca che non rispettano le indicazioni della comunità scientifica e da un'illegalità diffusa e reiterata, dovuta a limitati controlli, pescherecci pirata e porti fantasma, trasferimenti non registrati di tonni vivi in allevamenti all'estero, mercati irregolari, criminalità organizzata presente e operante sui mercati remunerativi del tonno rosso, registrazioni di vendite e catture improprie e fuori dal dettato comunitario".
L'auspicio - concludono i rappresentanti delle associazioni ambientaliste – è che in sede comunitaria venga ampiamente appoggiata la Proposta della Commissione sul nuovo Regolamento sui Controlli, specie relativamente al rafforzamento delle misure di controllo previste per i piccoli pescherecci al di sotto dei 15 metri. Quello della pesca illegale è un grave problema non ancora risolto e relativamente al quale l'impegno del Governo italiano sulla "tolleranza zero" si misurerà anche da come il Ministero saprà sostenere, in sede comunitaria, questa misura tanto importante quanto urgente.
Ufficio Stampa Marevivo
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