Sono ormai trascorsi 35 anni tra il capolavoro di Ridley Scott ed il sequel «Blade Runner 2049». Eppure oggi, a cominciare dall'efficientamento energetico che rende tutte queste innovazioni possibili e sostenibili, le tecnologie, i dispositivi ed i gadget hi-tech superano le più rosee previsioni dei futurologi dell'epoca. A metterlo in evidenza è Avvenia, il maggiore player italiano nell'ambito dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale.
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Ho visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia» sosteneva il protagonista di Blade Runner.
Trentacinque anni dopo quella scena, bisogna prendere atto che queste cose non le abbiamo viste. «Ma possiamo consolarci pensando a quelle che, nel frattempo, siamo stati in grado di produrre» commenta il dott. Alessio Cristofari, Direttore dello Sviluppo Business di Avvenia con delega alle «Strategie di mercato Esco».
Oggi, secondo l'analisi degli specialisti di Avvenia, è l'intelligenza artificiale ad annunciarsi come l'innovazione più dirompente del 2018, soprattutto nell'ambito del turismo, come confermano i dati elaborati dalle maggiori società nella distribuzione e fornitura di tecnologie avanzate per l'industria globale dei viaggi e del turismo.
«La disponibilità di computer che eseguono attività che richiedevano l'intelligenza umana è già di per sé un fatto capace di cambiare le regole del gioco, ma saranno i computer con la capacità di imparare senza l'intervento umano a portare l'automazione ad un nuovo livello» puntualizza Alessio Cristofari.
Trainata dall'efficientamento energetico attraverso l'azione delle Energy Service Companies (ESCo) come Avvenia, con l'utilizzo di specifici schemi contrattuali (Energy Performance Contract) che hanno portato alla riqualificazione energetica di immobili poco efficienti senza l'impiego di capitali propri da parte dei proprietari, l'innovazione in ambito del turismo culminerà nel 2018 con l'implementazione di robot non solo in grado di comprendere il significato del linguaggio umano ma anche in grado di considerare e valutare in tempo reale il contesto della conversazione per garantire un dialogo rilevante con le persone.
Secondo le analisi di Avvenia, il 2018 si configura come l'anno di maggiore innovazione nell'ambito del turismo, l'anno che vedrà consolidarsi il ruolo dei robot assistenti di viaggio e l'utilizzo dei wearable per i servizi personalizzati offerti tramite braccialetti «smart» connessi agli smartphone, la cui tecnologia oltre a semplificare le procedure di check-in entrerà in sintonia con i nostri corpi, monitorando e gestendo i biofeedback.
Tra i vari tipi di innovazione, secondo quanto osserva Avvenia, sarà l'analisi dei «big data» a consentire alle agenzie del turismo di proiettarsi nel futuro, potendo così creare offerte altamente personalizzate e fornire durante il viaggio suggerimenti studiati ad hoc in base al profilo di ogni singolo viaggiatore.
L'utilizzo poi dei chatbot, gli assistenti virtuali, permetterà agli operatori di gestire le richieste del viaggiatore tramite e-mail, chat o SMS in tempo reale. I chatbot, secondo Avvenia, avranno un impatto sempre maggiore sulle modalità in cui il settore dei viaggi servirà i propri clienti, cercando informazioni, prenotando un viaggio o richiedendo assistenza.
Fondamentali per il turismo del futuro saranno comunque i dispositivi wearable, che già oggi consentono in alcune strutture di avere a disposizione una navetta verso l'hotel ed effettuare il check-in senza telefonate né tempi di attesa, con i bagagli già etichettati per essere recapitati nella camera prenotata.
Altro esempio di utilizzo dei wearable nel settore dei viaggi sono i servizi personalizzati offerti da uno dei più grandi parchi divertimento al mondo tramite la fornitura di braccialetti dotati di radio a lungo raggio in grado di trasmettere in ogni direzione, dando la possibilità alle hostess dei ristoranti di ricevere un messaggio su uno smartphone che possa avvisare dell'arrivo di una famiglia, potendo così accoglierli e salutarli personalmente per nome.
Ma uno specialista in campo energetico come Avvenia mette anche l'indice su uno dei difetti del fenomeno IoT (Internet of Things), accreditato di una base installata di 225 miliardi di oggetti permanentemente connessi entro il 2018.
Il boom dell'IoT rischia infatti di portare ad un aumento degli sprechi energetici. E già ad oggi, secondo le stime di Avvenia, si parla globalmente di uno sperpero di circa 90 miliardi di euro l'anno, a causa degli oltre 15 miliardi di dispositivi interconnessi che consumano attualmente circa 700 terawattora su scala mondiale. Di questi, secondo gli esperti di Avvenia, oltre 450 terawattora si potrebbero evitare, risparmiando per l'appunto circa 90 miliardi di euro l'anno.
Bisognerebbe dunque intervenire per una maggiore efficienza energetica di questi dispositivi che, a differenza di quelli tradizionali, spesso non sono dotati di una modalità di risparmio energetico.
La soluzione? «Basterebbe predisporre i dispositivi con modalità di fabbisogno differenti a seconda della operatività e in questo modo risparmiare fino a un 70% dei consumi» rispondono gli specialisti di Avvenia.4
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