"La nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) elaborata dai Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico si pone dei giusti obiettivi, ma a nostro avviso sbaglia le modalità con cui intende raggiungerli".
Domenico Brugnoni e Marino Berton, rispettivamente presidente e direttore generale di AIEL, Associazione italiana energie agroforestali che raggruppa oltre 500 imprese della filiera legno-energia, commentano così il documento di programmazione e indirizzo del settore energetico nazionale, che traghetterà il nostro Paese al 2030, verso il raggiungimento dell'ambizioso obiettivo del 27% di energia da fonti rinnovabili che renderebbe l'Italia lo Stato membro più virtuoso a livello europeo.
Un obiettivo così sfidante si può raggiungere grazie anche al contributo delle rinnovabili termiche che rappresentano la principale tipologia energetica rinnovabile consumata nel nostro Paese: 10,6 Mtep secondo il report 2015 del GSE.
"Al contrario, la SEN - sottolinea Brugnoni - sottovaluta il ruolo strategico delle biomasse di origine forestale e agroforestale per la generazione di calore ed energia elettrica. È necessario invece che la SEN riconosca il contributo delle biomasse al raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia termica rinnovabile al 2030, senza dimenticare l'importanza della valorizzazione energetica di legna, cippato e pellet ottenuti grazie alla gestione forestale sostenibile che genera positive ricadute ambientali e occupazionali sul territorio". In realtà, una maggiore incidenza delle fonti rinnovabili nei consumi termici è la risposta più efficace per favorire la decarbonizzazione e una maggiore autonomia energetica".
Nell’ambito della termica la visione del futuro energetico nazionale proposta da AIEL privilegia un mix sostenibile e diversificato di fonti energetiche rinnovabili: "esistono - interviene il direttore di AIEL Marino Berton - ampi margini di ulteriore crescita in tutti i settori, dalla geotermia al solare termico, dalle pompe di calore ad alta efficienza alle diverse declinazioni della valorizzazione energetica delle biomasse. L’obiettivo della SEN è di arrivare al 2030 con il 28-30% di energia termica rinnovabile nei Consumi Finali Lordi, partendo dall’attuale valore di 19,2%. Un balzo di 10 punti percentuali in dieci anni che può essere raggiunto solo attraverso una visione di sviluppo complessiva ed integrata delle diverse tecnologie delle rinnovabili. Le bioenergie che già oggi danno il principale contributo alla produzione di energia termica rinnovabile, possono avere margini di ulteriore crescita e la SEN dovrebbe tenerne conto in maniera molto più decisa. Affidare in larga misura la svolta energetica nel segmento del riscaldamento a una tecnologia pur promettente come le pompe di calore ci sembra insufficiente rispetto ai risultati che la SEN propone di raggiungere. In realtà, grazie all'integrazione tra sistemi, oggi possiamo sfruttare al meglio più fonti rinnovabili, pensiamo ad esempio al solare termico in abbinamento al riscaldamento a biomassa, una soluzione a cui la SEN ha riservato scarsa attenzione".
Un punto critico riguarda gli impatti emissivi degli impianti a biomasse solide. In realtà, negli ultimi 15 anni sono stati fatti notevoli passi avanti dalle industrie della filiera legno-energia, grazie a ingenti investimenti in ricerca e sviluppo.
"Riteniamo - prosegue Berton - che nel settore del riscaldamento domestico sia necessario promuovere il turnover tecnologico, grazie alla diffusione degli incentivi previsti dal Conto Termico, le cui opportunità sono poco sfruttate. La sostituzione di un vecchio apparecchio a biomassa con uno di ultima generazione riduce le emissioni anche del 60%. Il 55% degli impianti domestici alimentati a legna è stato installato prima del 2000: oltre 4,5 milioni di apparecchi hanno più di venti anni e l’attivazione di un percorso per le loro sostituzione con generatori a biomasse legnose di moderna concezione determinerebbe uno straordinario miglioramento di efficienza e il più che dimezzamento delle emissioni".
Nella sfida alla progressiva decarbonizzazione del sistema energetico nazionale, gli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa rappresentano un'alternativa alle caldaie a gasolio, soprattutto nelle zone montane o collinari, dove l'approvvigionamento è semplice e poco costoso, oltre ad alimentare la creazione di filiere locali 'dal bosco al camino' con positive ricadute sull'economia del territorio.
Per queste ragioni, va garantita la possibilità di installare in nuovi edifici o edifici con rilevante ristrutturazione, generatori domestici a biomasse con le migliori prestazioni in termini di riduzione delle emissioni (4-5 stelle del decreto applicativo dell’art. 290 del dlgs 152/2006 in fase di emanazione). Infine va favorita la realizzazione di reti di teleriscaldamento alimentate da biomasse forestali e da sottoprodotti agricoli di origine territoriale al servizio delle comunità locali.
Passando alla generazione elettrica da biomasse, AIEL ritiene che la SEN debba individuare un ambito entro il quale questo segmento delle rinnovabili possa continuare ad avere uno sviluppo. "Crediamo - afferma il presidente Brugnoni - che per il futuro sia necessario definire le opportunità incentivanti esclusivamente in un ambito cogenerativo". AIEL condivide l’indicazione delle taglie medio piccole perché più rispondenti a un modello di approvvigionamento delle biomasse solide a scala territoriale, ma ritiene che il limite dei 70 kW sia irrealistico e poco sensato sotto il profilo tecnico-economico. La soglia di 500 kWe di potenza per questa tipologia di impianti potrebbe rappresentare un riferimento opportuno. Alle biomasse classificate come sottoprodotti in base alla vigente legislazione in materia, recentemente emanata, dovrebbe essere riconosciuto uno specifico bonus incentivante. In ogni caso, devono essere tracciate e provenire da un ambito territoriale definito ed essere prodotte nel rispetto delle norme sulla gestione forestale sostenibile.
Infine, gli impianti di cogenerazione a biomasse devono avere prestazioni emissive certificate nel rispetto delle norme di prossima emanazione. Per questi impianti è auspicabile mantenere una premialità per l’installazione di sistemi di misura delle emissioni (bonus emissioni), rivedendo le modalità applicative per renderle utilizzabili anche negli impianti di piccole e medie dimensioni.
Un ultimo commento riguarda il contributo strategico della SEN: "riteniamo - conclude il Presidente di AIEL Brugnoni - che la SEN si debba evolvere nella SCEN, Strategia Climatico Energetica Nazionale: ogni giorno vediamo i terribili effetti dei cambiamenti climatici che rendono purtroppo ancora più evidente la necessità di dotarsi di un piano energia-clima nazionale così come previsto tra gli strumenti di governance nell’ambito del Clean Energy Pakage della Commissione Europea.
AIEL è l'associazione delle imprese della filiera legno-energia, con sede legale a Roma e sede operativa a Legnaro (Padova) presso il Campus di Agripolis, che da 15 anni si occupa di promuovere la corretta e sostenibile valorizzazione energetica delle biomasse agroforestali, in particolare i biocombustibili legnosi (www.aiel.cia.it). L’associazione rappresenta circa 500 imprese della filiera, in particolare circa il 70% delle industrie italiane ed europee di costruzione di apparecchi domestici e caldaie (circa 700 M€ di fatturato). Sul fronte dei biocombustibili rappresenta circa 150 produttori di legna e cippato e 60 imprese italiane di produzione e distribuzione di pellet. AIEL ha fondato e gestisce in Italia tre sistemi di certificazione: ENplus (pellet), Biomassplus (legna, cippato e bricchette) e Aria Pulita (stufe, inserti, caldaie domestiche a legna e pellet).
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