Biodigestore anaerobico di Cà Baldacci in esercizio industriale
Terminata la fase di collaudo. L'impianto produce energia elettrica rinnovabile e compost utilizzando la frazione organica della raccolta differenziata
8.000 MWh all'anno di energia elettrica rinnovabile generata (pari al fabbisogno di circa 9.000 cittadini) e 8.000 tonnellate annue di compost biologico prodotto. Sono questi i numeri più significativi del nuovo biodigestore anaerobico di Cà Baldacci di Rimini, entrato a pieno regime nei giorni scorsi al termine di una fase di avviamento durata circa 6 mesi e realizzato attuando un completo rinnovo all'impianto di compostaggio precedente, con un investimento pari a 10 milioni di euro.
Nel processo di compostaggio tradizionale (aerobico) la frazione organica viene degradata fino alla sua trasformazione in un prodotto stabilizzato e idoneo all'agricoltura, il tutto attraverso un consistente consumo di energia elettrica e alla dispersione in atmosfera sottoforma di calore dell'energia contenuta nelle molecole organiche. Nell'impianto di nuova realizzazione invece, grazie ad un processo di tipo anaerobico (in assenza di ossigeno), si raggiungono gli stessi risultati con il vantaggio però di recuperare l'energia contenuta nella sostanza organica.
L'impianto, all'avanguardia in Europa e uno dei pochi presenti in Italia, consente la massima valorizzazione della raccolta differenziata della frazione organica. Grazie a un processo di digestione anaerobica completamente a freddo (dunque in assenza di qualsiasi processo di combustione) il rifiuto organico produce biogas, che a sua volta genera energia elettrica rinnovabile e alla fine del processo è trasformato in compost.
Il nuovo biodigestore di Cà Baldacci s'inserisce all'interno di un piano più ampio, che sta vedendo il Gruppo Herambiente investire massicciamente per potenziare la filiera del recupero e della valorizzazione dei rifiuti. Tale piano prevede due linee di intervento: l'infrastrutturazione del territorio con altri impianti di biodigestione anaerobica del tutto simili a quello riminese e un impegno complessivo di circa 20 milioni, riguarda l'installazione, in ogni provincia presidiata, di impianti di selezione del secco a lettura ottica, che vanno ad integrare e potenziare esistenti piattaforme di selezione rifiuti.
L'obiettivo di tali interventi, inseriti anche nel Piano Industriale Hera al 2016, è duplice: valorizzare al massimo l'impegno dei cittadini nella raccolta differenziata e confermare la Regione Emilia-Romagna fra le più virtuose in Italia non solo per quanto riguarda le percentuali di raccolta differenziata ma anche per quanto attiene il materiale effettivamente avviato a recupero. E' questo parametro infatti, più che la percentuale di raccolta, il punto di riferimento verso cui sono orientati gli obiettivi europei. Su questo fronte, già ora la percentuale della raccolta differenziata avviata a effettivo recupero da Hera supera il 93%, come calcolato nell'ambito del progetto di tracciabilità dei rifiuti effettuato dall'Azienda in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e certificato da un qualificato ente esterno, quale DNV Business Assurance.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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