Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici
Maria Van der Hoeven: Servono politiche strategiche per l'efficienza energetica
Sara Romano: Ets valido, ma dia giusti segnali di prezzo
Joëlle Chassard: Verso un nuovo accordo per il clima
Alexander Madvedev: Con South Stream noi vicini all'Europa
Giuliano Monizza: Smart Grid e Smart City, il futuro è qui
Giuliano Frosini : Avremo più interconnessioni transfrontaliere
Roma, 04/07/2013 – "Per l'efficienza energetica, l'Italia non deve limitarsi ai soli programmi operativi, incentivi o misure di natura tecnica. C'è bisogno di strategie che perseguano obiettivi economici e sociali di medio termine: una ridotta domanda energetica di abitazioni, piccole imprese, settore pubblico, industria e trasporti".
Così Maria Van der Hoeven, Direttore esecutivo dell'International Energy Agency-Iea, in un suo intervento nell'ultimo numero di Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it.
Van der Hoeven, parlando del ruolo che potrà giocare il gas naturale, ha detto che questo "contribuirà a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, specie se rimpiazza combustibili a maggiore intensità di carbonio. Ma, aggiunge, il gas non è una panacea per tutti i problemi climatici. Una maggior quota del gas naturale nel mix energetico globale, da sola, è ben distante dal porci in un percorso coerente con la limitazione dell'aumento medio della temperatura globale entro i 2°. Per raggiungere questo obiettivo occorre un mutamento ben più sostanziale nell'uso dell'energia a livello globale, includendo miglioramenti nell'efficienza energetica, maggiori sforzi nella diffusione e implementazione di fonti energetiche 'low carbon' e una vasta applicazione di tecnologie a basso tenore di carbonio. Nel rapporto tra gas e rinnovabili, l'Iea ritiene che il metano possa avere un ruolo di facilitatore per le fonti rinnovabili, soprattutto quando queste raggiungono un'alta penetrazione nei sistemi energetici: la flessibilità del gas può aiutare il bilanciamento delle tecnologie intermittenti come eolico e fotovoltaico".
Sempre in questo contesto, per Van der Hoeven "l'Italia ha la potenzialità di fungere da punto di ingresso del gas. Ma c'è del lavoro da fare nell'assetto regolatorio italiano per facilitare l'introduzione di nuovi fonti di gas e di nuovi competitor. Per quel che riguarda l'elettricità, l'Italia – che ne è stata a lungo un grande importatore netto - con il suo clima soleggiato e la sua ampia capacità di produzione fotovoltaica, vedrà ridursi la necessità di import a una frazione durante l'estate, e dal momento che possiamo considerare la ridotta necessità italiana di import elettrico come capacità produttiva virtuale (virtual power plant), le rinnovabili italiane aumenteranno l'impatto misurabile sui mercati dell'Europa settentrionale.
Sara Romano, Direttore Generale DGENER-Ministero dello Sviluppo Economico, parlando dell'efficacia dell'ETS e di una eventuale altrenativa a tale sistema ha sostenuto che: "la principale alternativa è la fiscalità energetica che, tuttavia, presenta una notevole complessità di armonizzazione in ambito UE e tempi di realizzazione non brevi. Per questo, la Commissione sembra più orientata ad individuare correttivi al sistema ETS che, nonostante i limiti, risulta il meccanismo di cap&trade più importante a livello globale e ha consentito all'Unione Europea di porsi come riferimento per altri Paesi. La neutralità tecnologica dell'approccio e l'esistenza di una rete organizzativa e gestionale già collaudata sono altri punti a favore di una riforma nell'ambito del sistema. La Commissione ha avanzato alcune proposte di riforma anche nell'ottica delle priorità del settore energetico nazionale e degli effetti sulla competitività delle imprese. Di queste, quattro agiscono in vario modo sull'offerta di quote, una sulla domanda con un ampliamento a settori non-ETS e una sull'introduzione di meccanismi di gestione dei prezzi".
Relativamante all'impegno per la riduzione delle emissioni di Co2 nel settiore trasporti, Sara Romano considera queste ultime "un importante effetto del regolamento 443/2009/UE che ha imposto alle case automobilistiche la vendita di veicoli più efficienti e con ridotte emissioni di gas serra. (sino a 95 g CO2/km nel 2020). Il quadro normativo di settore e gli obblighi di utilizzo di biocarburanti vanno nella giusta direzione. Esistono però ampi margini di intervento, con misure che incoraggino lo shift modale da gomma a ferro, il trasporto da individuale a collettivo, la mobilità sostenibile in ambito urbano. Come peraltro previsto dalla recente "Legge Sviluppo" (134/2012) che mette a disposizione contributi statali per l'acquisto di veicoli a basse emissioni e risorse per la realizzazione del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli elettrici".
Joëlle Chassard, capo della Carbon Finance Unit di Banca mondiale, a proposito del posizionamento di Banca mondiale nel mercato del carbonio, pensa che "intensificare le attività di mitigazione per massimizzarne l'impatto rimane una sfida su cui concentrarsi sia
nei Paesi emergenti, attraverso il lavoro della PMR e del CPF, sia in quelli meno sviluppati, attraverso il Ci-Dev. Al tempo stesso occorre indurre i Paesi a usare i carbon market, attraverso assistenza tecnica e trasferimento di conoscenza. Favorendo l'attuazione degli strumenti regolatori e dei sistemi necessari a sostenere meccanismi di finanziamento di ampia scala - basati sul raggiungimento di risultati - e la nuova fase dei mercati del carbonio. |
Un'altra parte importante del nostro lavoro è predisporre una visione ad ampio raggio sulla finanza del carbonio, cercando di superare l'approccio a compartimenti stagni nel Meccanismo a Sviluppo Pulito (CDM). Mettendo insieme in un singolo progetto protezione forestale, riforestazione, gestione del suolo e dei componenti di biomassa.
Alexander Medvedev, Direttore generale Gazprom Export, parlando delle attività di Gazprom, ha ricordato gli investimenti fatti dalla sua compagnia sulla sicurezza energetica europea, "sviluppando giacimenti di gas e costruendo gasdotti, come parte di un grande progetto di infrastrutture per l'export destinate specificatamente ai clienti del vecchio Continente. Siamo pronti, ha proseguiito, a investire ulteriormente. Tuttavia, vorremmo essere sicuri che i nostri investimenti non siano inutili". Medvedev ha poi proseguito affermando che: "stiamo discutendo in ambito Ue delle strategie per evitare le conseguenze negative del Terzo Pacchetto Energia, in termini di sicurezza degli approvvigionamenti e di tutela dei consumatori. Accoglieremmo delle regole comuni che regolino le infrastrutture che, dall'estero, entrino nel mercato europeo. Sul tema, infatti, il Terzo Pacchetto è ambiguo e la legislazione europea non si applica al di fuori del territorio EU. Tali questioni devono essere chiarite a livello politico alto, per garantire gli investimenti necessari nel settore delle infrastrutture energetiche".
Quanto al progetto South Stream, Medvedev gli attribuisce "tutte le credenziali per essere un progetto di successo: fondi privati, base solida di risorse, azionisti internazionali con know-how tecnico e domanda dall'altra parte del gasdotto. Il nuovo gasdotto sarà anche una fonte di investimenti per tutti i paesi soci, creando posti di lavoro e ricchezza, oltre alle rendite provenienti dalle tasse di transito. Anche l'Italia potrà trarne beneficio. L'Eni è infatti uno dei maggiori azionisti del progetto e le aziende italiane specializzate nella posa dei gasdotti avranno opportunità commerciali dall'implementazione del progetto South Stream".
Per Giuliano Monizza, vice presidente Anie per l'Europa, l'Energia e il Mercato, "l'Italia è un front runner riguardo allo sviluppo delle Smart Grid. Per quanto riguarda le Smart Cities progetti come quelli ipotizzati fra Genova e Torino, sono senz'altro forieri di grande potenzialità per il sistema Paese e il sistema industriale italiano. Su gli impatti stimati dell'energy storage, Monizza pensa che "in Italia il giro di affari potenziale per i sistemi di accumulo possa superare - da qui al 2020 - i 4 miliardi di euro annui. Nel giro di pochi anni prevediamo un repentino sviluppo di questa tecnologia. Oggi i costi dei grandi sistemi di accumulo oscillano da 600 a 1000 dollari per chilowattora stoccato. Con le nuove tecnologie, i costi sono destinati a comprimersi fino a 150-200 dollari per kilowattora entro il 2020. Le stime più recenti prevedono un raddoppio del business dell'energy storage – a livello mondiale - dai 50 miliardi di dollari attuali ai 100 miliardi nel 2017". Secondo Monizza poi, "intervenire sugli impianti già esistenti ma obsoleti con un progetto mirato di 'revamping' energetico può diventare un elemento fondamentale per rimettere in moto il sistema produttivo del Paese. Basti pensare alla ricaduta sui posti di lavoro legati agli interventi dei sistemi/impianti elettrici, di illuminazione, di domotica e di efficienza energetica degli edifici. L'efficienza energetica è un'opportunità per l'industria nazionale, che può assumere una leadership fondamentale anche al di là dei confini nazionali considerando che ANIE Confindustria esporta direttamente e indirettamente circa il 50 % del volume d'affari".
Giuliano Frosini, Direttore Public Affairs Terna, promette che la sua società "incrementarà le interconnessioni transfrontaliere, perché rappresentano un fattore strategico per accrescere la sicurezza del sistema elettrico nazionale e internazionale, diversificare il mix dei combustibili, diminuire la dipendenza da un numero ristretto di Paesi fornitori di energia e ridurre i costi per cittadini e imprese. Con i nuovi progetti, sostiene Frosini, l'Italia potrà incrementare la capacità di interconnessione di ulteriori 3.000-5.000 MW: quando l'energia in Italia costerà meno, il Paese potrà diventare esportatore strutturale di energia, in misura maggiore rispetto ad ora, con importanti benefici per i produttori nazionali. Potremo giocare un ruolo centrale nel "sistema Europa" con una strategia mirata alla realizzazione nel tempo della Super Smart Grid, che consentirà di trasmettere in Europa l'energia "verde" prodotta in Medio Oriente e Nord Africa".
Completano il numero 29 di Elementi:
. L'editoriale di Nando Pasquali, Presidente e Ad del GSE, sul ruolo del GSE e sul futuro energetico italiano.
. Un'intervista a Paolo Vigevano, Presidente e Ad dell'AU, sull'attività sempre più importante dell'Acquirente Unico per i cittadini.
. La rubrica "Virgolette", di Romolo Paradiso, sul senso etico dell'efficienza energetica. . Lo Speciale sull'energia di Brasile, Russia e Sudafrica. . Un dialogo con Mauro Zanini, vice Presidente Federconsumatori, sulla difficoltà che incontra il mercato libero dell'energia.
. Una conversazione con Massimo De Maio, Presidente di Fare Verde, sulle cause che limitano la crescita del pianeta. . La rubrica "Elementi Normativi", che riporta i più importanti provvedimenti in materia energetica. . La rubrica "Il mondo di Corrente", che evidenzia le aziende italiane emergenti distintesi nell'ambito della ricerca e dello sviluppo del sistema delle fonti rinnovabili.
. "Il Punto", di Jacopo Giliberto, su quella piccola grande energia poco sfruttata. . Una conversazione sui temi dell'uomo, della società e della cultura con il filosofo e scrittore di fama mondiale Giovanni Reale.
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