Il
nuovo progetto di ricerca scientifica nei laboratori del professore
Giuseppe Ciccarella, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche
ed Ambientali dell’Università del Salento, potrebbe portare dei
risultati significativi nella lotta contro il batterio che sta decimando
le coltivazioni di ulivi
ROMA,
30 gennaio 2017 - “Questa ricerca - afferma il professor Ciccarella -
è stata sovvenzionata dalla Regione Puglia e riguarda la messa a punto
di un trattamento endoterapico. Nelle piante colpite dalla Xylella
vengono iniettate delle nanoparticelle ingegnerizzate che possono
rilasciare nel tempo un principio attivo fitoterapico. Il lento rilascio
serve a proteggere gli ulivi nel tempo dagli inoculi di batteri da
parte dell’insetto vettore.
La
sputacchina, infatti, veicola i batteri per un periodo limitato di
tempo corrispondente ai mesi più caldi dell’anno. Parliamo quindi -
continua Ciccarella - di un vero e proprio trattamento fitoterapico che,
se prolungato per lo stesso tempo di vita dell’insetto vettore, può
proteggere efficacemente la pianta colpita nel periodo cosiddetto a
rischio. I nano vettori, (per dare un'idea dell'ordine di grandezza si
pensi a un millesimo del diametro di un capello umano), grazie alla loro
microscopica dimensione, possono tranquillamente viaggiare in tutti i
vasi della pianta (gli xilemi ndr), rilasciando lentamente nel tempo il
principio farmacologico. In questo modo siamo in grado di proteggere la
pianta per tutto il ciclo vitale della sputacchina. Una strategia che
se efficace darebbe una svolta positiva al caso Xylella”. Attulamente,
precisa il professor Ciccarella “stiamo lavorando su colonie batteriche
in vitro, ma abbiamo avuto già degli importanti risultati, dimostrando
che le nanoparticelle elaborate possono essere specifiche e quindi
aggredire selettivamente il batterio senza intaccare la pianta. Una
elevata specificità di azione permetterebbe, tra l’altro l’uso di
farmaci in dosaggio bassissimo. D’altra parte - conclude Ciccarella -
questa è anche una delle la sfide della farmacologia per l’uomo: rendere
sempre più selettivi i farmaci verso gli organi da curare, senza che
essi agiscano su organi o tessuti sani. Con la stessa filosofia noi
agiamo sul fronte Xylella”.
“Stiamo
assistendo a un progetto scientifico unico nel suo genere che porterà
dei risultati considerevoli soprattutto per la nuova visione in cui
viene aggredito il fenomeno Xylella”, afferma Giovanni Abrescia di
Labozeta Spa. “Il risultato del professor Ciccarella finora raggiunto è
l’inequivocabile somma di un paradigma in cui la centralità delle
persone emerge attraverso la ricerca di laboratorio, dove la profonda
conoscenza diventa polo aggregante e per questo motivo stimolo per nuove
idee e nuove sperimentazioni. Segnali promettenti che, auspichiamo, -
conclude Abrescia - possano concretizzarsi il prima possibile e mettere
fine a questo scenario drammatico per l’ambiente e per l’economia della
Puglia”.
Labozeta
progetta e costruisce laboratori dal 1983; partner e distributore
unico di Köttermann in Italia, è una società per azioni a capitale
interamente italiano.
Affermatesi
come interlocutore privilegiato della Comunità scientifica, disegna e
realizza il laboratorio avvalendosi di un proprio team di esperti in
progettazione e LabDesign in collaborazione con aziende qualificate.
In
oltre 30 anni ha maturato una solida esperienza realizzando progetti
per Enti istituzionali e privati prestigiosi. Oggi Labozeta rappresenta
una realtà multidisciplinare originale, costantemente impegnata nello
studio di nuove forme strategiche e coerenti nello sviluppo
di nuovi concetti e nella realizzazione di opere che ispirano un nuovo modo di vivere il laboratorio.
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