«Anche se in ritardo rispetto a molti altri Paesi, come ad esempio Stati Uniti e Cina, l'Unione europea si accinge a ratificare in tempo utile per poter prendere parte al tavolo dove si decideranno le modalità di implementazione dell'accordo», commenta Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia.
L'Ue deve dimostrare ora molta più ambizione e innalzare i propri obiettivi per il 2030 in fatto di clima già al primo bilancio globale nel 2018. Quanto proposto finora in Europa è decisamente insufficiente, e l'Unione europea non avrà alcuna credibilità nel dettare le regole se i propri impegni di riduzione di gas serra rimarranno ben al di sotto di quanto necessario per mantenere l'aumento di temperatura entro 1.5°C.
Anche l'Italia ha annunciato di essere prossima alla ratifica. Il ministro Galletti ha infatti dichiarato che l'argomento sarà presumibilmente discusso durante il CDM della prossima settimana, e ha aggiunto che si attende dunque l'approvazione del Parlamento in "un tempo ragionevole".
«L'Italia deve assolutamente accelerare il processo di ratifica, chiudendo questa procedura entro massimo due settimane», continua Iacoboni. «Ma soprattutto c'è bisogno che alle parole seguano dei fatti concreti, esattamente quanto non è accaduto finora. Nonostante gli annunci, il governo sta infatti ostacolando l'efficienza energetica e le rinnovabili, penalizzando soprattutto i piccoli produttori di energia, a cui invece continua a preferire i giganti dei combustibili fossili», conclude.
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