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sabato 1 dicembre 2018

Indagine della BEI sul clima. La maggior parte degli italiani ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici non aiuterà l’economia

Indagine della BEI sul clima. 

La maggior parte degli italiani ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici non aiuterà l'economia.


Solo il 26% degli italiani considera che le misure da attuare per contrastare i cambiamenti climatici possono incidere positivamente sulla crescita economica e l'occupazione, rispetto alla media dell'UE del 21%. Per quanto gli italiani siano leggermente più ottimisti rispetto al cittadino medio europeo, questi numeri indicano che in Italia e in Europa in generale c'è ancora scarsa consapevolezza delle opportunità economiche che la lotta ai cambiamenti climatici può offrire. 

 

LUSSEMBURGO, 28 novembre 2018 - La Banca europea per gli investimenti (BEI), in collaborazione con YouGov - società internazionale di analisi dell'opinione pubblica - ha pubblicato oggi la seconda serie di risultati del sondaggio sul clima, che analizza come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici nell'Unione europea, negli Stati Uniti e in Cina.

 

Questa seconda serie di risultati s'interessa, in particolar modo, a come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici e la crescita economica, tema che sarà ampiamente dibattuto alla Conferenza mondiale sul clima (COP24) in programma per la prossima settimana in Polonia. Alla conferenza i decisori provenienti dalle varie parti del mondo si scambieranno pareri sulle vie da seguire per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall'Accordo di Parigi.

 

Il sondaggio della BEI sul clima apporta, a tale proposito, preziose informazioni su come gli europei considerano che i cambiamenti climatici - e le misure per contrastarli - incidano sulle loro economie. Dallo studio emerge che il 54% degli italiani ritiene che ne risentiranno personalmente a livello finanziario (con maggiori spese assicurative, costi energetici, tasse, ecc.). L'indagine mette inoltre in rilievo come i cittadini con reddito inferiore sono più preoccupati dell'impatto economico negativo delle misure di lotta ai cambiamenti climatici rispetto ai concittadini con reddito alto: Il 46% degli italiani con un reddito familiare annuale lordo inferiore a 12 000 euro ritiene che le misure di contrasto gravano sull'economia, opinione condivisa solo dal 28% di coloro che hanno un reddito superiore a 24 000 euro. 

 

Nel complesso, l'indagine ha rilevato che i cittadini dell'UE sono più preoccupati delle ripercussioni finanziarie causate dai cambiamenti climatici, rispetto agli americani e ai cinesi. Il 55% degli europei è dell'avviso che gli effetti finanziari del fenomeno incideranno su di loro personalmente, opinione condivisa dal 40% dei cinesi e dal 45% degli americani. I cittadini statunitensi sono anche i più ottimisti riguardo ai benefici economici derivanti dalle misure attuate per contrastare i cambiamenti climatici: Il 26% ritiene che l'effetto di dette misure può essere positivo sull'economia, mentre solo il 21% degli europei condivide quest'opinione, percentuale che scende addirittura all'11% per i cinesi.  

 

In questo contesto, la Banca europea per gli investimenti (BEI) s'impegna ad essere tra i maggiori  finanziatori mondiali nell'azione di lotta ai cambiamenti climatici: la Banca ha investito oltre 130 miliardi di euro in tutto il mondo, sostenendo investimenti in questo campo pari a 600 milioni di euro dal 2011, ovvero un ammontare all'incirca equivalente al PIL polacco.

 

Monica Scatasta, Capo della politica ambientale, climatica e sociale della BEI, ha affermato: "I finanziamenti sono un fattore cruciale nella lotta mondiale contro i cambiamenti climatici e gli effettivi negativi che comportano. Noi della BEI siamo fermamente convinti che finanziare l'azione per il clima sia fondamentale anche per sfruttare le opportunità di crescita e innovazione. Forse non tutti sanno che le misure volte ad affrontare il cambiamento climatico possono anche produrre notevoli benefici per la crescita economica e creare un numero significativo di nuovi posti di lavoro. Ma i finanziamenti pubblici, da soli, anche quando provengono dalle istituzioni internazionali, non sono sufficienti. Gli investitori, gli imprenditori e tutte le forze economiche hanno un ruolo da svolgere per contrastare i rischi legati ai cambiamenti climatici. Alla BEI ci adoperiamo per questo: contribuiamo ad attivare queste forze per sostenere l'azione per il clima."

 

Figura 1 - Per gli italiani, le ripercussioni finanziarie sono una delle prime conseguenze dei cambiamenti climatici che più verosimilmente avvertiranno nel prossimo decennio:

  • 62% - Effetti sulla salute (ad esempio, nuove malattie o peggioramento di quelle esistenti, a causa del clima più caldo o di eventi meteorologici estremi)
  • 54% - Effetti finanziari (aumento dei costi assicurativi, energetici, alimentari, delle tasse)
  • 53% - Minacce alla sopravvivenza (alluvioni, carenza idrica, conflitti sulle risorse)
  • 38% - Effetti sulla società e sulle condizioni sociali (aumento del numero di migranti)
  • 31% - Effetti sull'occupazione e sulla situazione lavorativa (perdita di posti di lavoro in settori industriali in cui il clima ha rilevanza)
  • 26% - Effetti sul tenore di vita (meno cibo, meno tempo libero)
  • 18% - Situazione abitativa (necessità di trasferirsi)
  • 4% - Non so
  • 3% - Nessuno di questi effetti
  • 0% - Non esiste alcun cambiamento climatico.

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