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lunedì 9 luglio 2012

SVILUPPO: WWF, SOPPRIMERE NORMA 'AMMAZZA-BONIFICHE' DEI SITI MILITARI INQUINATI - Approfondimenti su wwf.it/stopinquinamento



 DL SVILUPPO

 

WWF: "SOPPRIMERE LA NORMA 'AMMAZZA-BONIFICHE' DEI SITI MILITARI INQUINATI"

 

Presentate dal WWF le osservazioni alle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera , dove è in discussione la norma, e per conoscenza alla Commissione Ambiente

 

Il precedente: nel Decreto Salva-Italia il 'condono' della bonifica delle aree industriali

 

Al via progetto WWF contro l'inquinamento industriale "Stop inquinamento"
su www.wwf.it/stopinquinamento

 

 

"Sopprimere la norma 'ammazza-bonifiche' dei siti militari inquinati inserita, con il comma 2 all'articolo 35 del D.L. Sviluppo, con un blitz all'ultimo momento, e che darebbe al Governo, attraverso un Decreto Interministeriale dei Ministeri della Difesa e dell'Ambiente, il potere di alzare i livelli di inquinamento oltre i quali è necessario bonificare il territorio inquinato dai siti militari. Il risultato: alzando la soglia d'inquinamento, i parametri un tempo fuori-norma verrebbero così  trasformati 'a norma di legge'". E' quanto denuncia il WWF Italia nelle proprie osservazioni alla norma sulla bonifica dei siti militari inquinati contenuta nel D.L. Sviluppo consegnate alle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera, dove è in discussione il provvedimento, e, per conoscenza, alla Commissione Ambiente.

 

IL BLITZ DEL GOVERNO. "Riteniamo negativa questa norma per due motivi: il metodo utilizzato e le conseguenze che deriverebbero dal suo contenuto", afferma Patrizia Fantilli, Direttore dell'Ufficio Legale Legislativo del WWF Italia, esponendo quanto sostenuto dall'associazione nella nota inviata ai deputati delle Commissioni. "Per quanto riguarda il primo punto evidenziamo come il Governo abbia introdotto la norma sulle bonifiche dei siti militari con un vero e proprio 'blitz', all'ultimo momento, inserendo un comma all'articolo 35, che disciplina tutt'altro settore: le  trivellazioni petrolifere. Una norma, quindi, del tutto  estranea che va  ad incidere su una tematica complessa come quella della bonifica dei siti militari inquinati per la quale sarebbe  necessario un approfondito esame tecnico e giuridico e, se del caso,  la presentazione e discussione di  un disegno di legge ad hoc".

 

UN CASO-SCUOLA DI RISCHIO PER AMBIENTE E SALUTE. "Solo per comprendere di cosa si parla, ricordiamo il caso del poligono interforze del salto di Quirra, in Sardegna: un'area demaniale militare interessata per anni da intense e periodiche esercitazioni militari (compresi brillamenti di ordigni), con dispersione sul terreno di grossi quantitativi di metalli tossici e sostanze chimiche tossiche (alluminio, arsenico, bario, cadmio, cobalto, cromo, rame, piombo, ferro, nichel, antimonio, tallio, zirconio e zinco), nonché  di  sostanze radioattive (torio ed uranio). Con la  presenza in dette aree di numerosi pastori   con  circa 15mila animali da allevamento, cui si aggiungono gli abitanti delle  aree circostanti, nonché il  personale militare e civile della base militare. Il caso è attualmente sub iudice presso la  Procura di Lanusei, in un processo in cui il WWF si costituito parte civile, per i gravissimi  episodi di inquinamento ambientale e di pericolo grave  e persistente  per    la salute umana ed animale.

E' evidente che casi simili non possono  essere circoscritti in una norma di 4 righe approvata in tutta fretta  senza approfonditi e specifici studi preliminari".

 

LA POLITICA CHE SI SOSTITUISCE ALLA SCIENZA. "Altro motivo  di censura, ancora più negativo, sono  il contenuto e gli effetti della norma:     modificando il decreto 152/2006 si concede  al governo, per la precisione  a soli due ministri (quello della Difesa e quello dell'Ambiente),  il potere di indicare i livelli 'accettabili' di concentrazione di sostanze nocive nelle aree militari, senza alcun riferimento  a norme di tutela,  standard internazionalirigorosi ed oggettivi  parametri scientifici.  Potrebbe persino verificarsi che i ministeri stabiliscano bonifiche parziali, o l'assenza di bonifiche,  pur in  presenza di sostanze altamente  pericolose per ambiente e  salute (come nel richiamato caso di Quirra).

Se la norma in oggetto è stata  creata solamente per definire le 'concentrazioni di soglia di contaminazione' (CSC) per le aree militari,  è evidente che potrebbe essere  utilizzata al solo scopo  di evitare le bonifiche.  Altrimenti sarebbe sufficiente  applicare le norme  attualmente in vigore per le aree già individuate a seconda della destinazione  d'uso: ad esempio residenziale,  commerciale- industriale, cui le aree  militari potrebbero essere  equiparate.

 

Infine, riteniamo  che la frase finale : "(…) tenuto  conto delle attività effettivamente  condotte nei siti stessi o nelle  diverse porzioni di essi " risulta  indeterminata, non chiara e si potrebbe prestare   ad ambigue interpretazioni  ed applicazioni  non congrue all'obiettivo della norma, ovvero  la bonifica dei siti militari inquinati.

 


 


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