In Europa sono cresciuti gli incentivi economici per lo sviluppo delle fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi Ue di de-carbonizzazione per il 2030, eppure, solo nel biennio 2012-2014, la generazione elettrica da impianti a carbone è aumentata del 12% mentre quella a gas naturale è diminuita del 24%.
Nonostante le emissioni di CO2 prodotte dal carbone siano oltre il doppio rispetto a quelle prodotte dal gas.
Questo il tema che si è discusso durante il convegno "Il gas naturale per un futuro sostenibile, quale mix nella generazione elettrica" promosso dall'Associazione Nazionale Industriali del Gas, Anigas, e dall'Istituto per la Competitività I-Com, think tank europeo con sedi a Roma e a Bruxelles.
La conferenza, che è stata la seconda tappa di un ciclo di seminari dedicati al ruolo del gas come fonte di transizione verso la definizione di un sistema energetico sostenibile, segue un convegno dedicato alla mobilità e precede un intervento sul tema dell'heating and cooling nel settore domestico.
Secondo i dati di Pöyry Management Consulting, analizzati durante il convegno, il fallimento del meccanismo di scambio di quote di emissione dell'Ue (ETS) ─ insieme a una significativa riduzione del prezzo del carbone ─ ha aumentato la competitività di quest'ultimo rispetto a combustibili meno inquinanti, in primis il gas naturale.
L'analisi di Pöyry mette in evidenza come in Italia molti impianti a gas abbiano visto ridursi drasticamente le ore di funzionamento proprio a causa della perdita di competitività rispetto al carbone.
"Con il progressivo riaffermarsi del gas naturale nella generazione elettrica è ipotizzabile che, a fronte di un aumento del 20% dei consumi a gas nel settore termoelettrico si possa ottenere una riduzione netta del 15% delle emissioni di CO2", ha dichiarato il presidente di Anigas Bruno Tani.
"Il sistema elettrico in Italia rimarrebbe caratterizzato da livelli di sicurezza adeguati, grazie all'abbondanza di capacità installata delle centrali a gas e di una rete di infrastrutture di trasporto e distribuzione del gas robusta e affidabile, anche senza considerare il prevedibile contributo aggiuntivo di nuovi impianti di produzione da fonti rinnovabili".
Che il gas naturale rappresenti una risposta efficiente che permette il giusto equilibrio tra sicurezza, sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, lo conferma lo "scenario blu" ipotizzato da Pöyry.
Questo prevede: sviluppo di rinnovabili (+217GW), riduzione degli impianti a carbone (-78GW al 2030 rispetto al 2015); prezzo della CO2 in crescita (35 euro/ton al 2030) e impianti a gas più competitivi (3.100 ore di funzionamento al 2030).
In questo modo si avrebbero costi di investimento più bassi, soprattutto nel mercato italiano grazie alla presenza di un parco generativo a gas nuovo ed efficiente.
Tale scenario, infatti, limita gli investimenti in capacità ottimizzando il funzionamento degli impianti a gas naturale. Garantisce inoltre il più alto livello di sicurezza del sistema.
"Se non ci sarà un'evoluzione del sistema energetico che valorizzi adeguatamente il gas naturale, difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi europei del Quadro per il clima e l'energia 2030", ha affermato il presidente di I-Com Stefano da Empoli.
"Oggi, la de-carbonizzazione del settore della generazione elettrica è possibile solo con il contributo del gas naturale superando il paradosso che ha visto i benefici ambientali in termini di riduzione di CO2, legati a un maggior impiego delle fonti rinnovabili, fortemente ridimensionati da un incremento della produzione a carbone".
Inoltre, secondo Anigas e I-Com, affinché il gas naturale possa imporsi come fonte energetica centrale per una maggiore sostenibilità a tutti i livelli, è necessario ripensare il suo ruolo nella nuova Strategia Energetica Nazionale, che il Governo punta a varare nei prossimi mesi.
A partire dalla creazione di un mercato del gas liquido tale da permettere una maggiore competitività di questa risorsa, garantendo al tempo stesso un prezzo elettrico sostenibile, e di un mercato della capacità efficiente che premi le tecnologie meno inquinanti.
Fino alla definizione di un mercato della CO2 capace di sostenere gli investimenti low carbon senza compromettere la competitività del sistema.
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