Pile e accumulatori, nuove norme
e nuovo statuto per il Cobat
L'entrata in vigore del D.lgs. 188/08, in attuazione della direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativi rifiuti, ha rappresentato un importante cambiamento nella gestione degli accumulatori e delle pile in Italia, comprese le batterie al piombo esauste. Le innovazioni più significative, apportate dal decreto, riguardano l'attribuzione esclusiva della responsabilità della raccolta, trattamento e riciclo/smaltimento di pile ed accumulatori giunti a fine vita ai produttori/importatori, ai quali si fa obbligo di istituire e finanziare adeguati sistemi in grado di garantire l'intera filiera.
Come conseguenza di questi cambiamenti, lo statuto e la struttura del Consorzio si sono rinnovati allargando le proprie competenze a sostegno della categoria dei produttori di pile ed accumulatori. L'assemblea dei soci del Consorzio nazionale batterie esauste ha quidni approvato nei giorni scorsi il nuovo statuto del Consorzio eleggendo anche il consiglio di amministrazione, confermando alla presidenza Giancarlo Morandi.
Il decreto, all'Art. 20, riconosce il Cobat come uno dei sistemi di raccolta, attribuendogli anche funzioni di trattamento e riciclo/smaltimento delle restanti categorie di pile ed accumulatori non al piombo.
In 20 anni il Cobat ha raccolto 2.782.929 ton di batterie esauste, pari a ca 230 milioni di batterie avviate a riciclo; attualmente, il tasso di recupero è prossimo alla totalità rispetto all'immesso al consumo.
Istituito nel 1988, il Cobat nel 1992 era già pienamente operativo grazie ad una rete costituita da 90 raccoglitori incaricati e 7 impianti di riciclo distribuiti su tutto il territorio nazionale. Attualmente il Consorzio effettua il servizio di raccolta presso quasi 59.000 produttori del rifiuto sull'intero territorio nazionale, per un numero di ritiri pari a 140.780 /anno, con un servizio di raccolta svolto presso 560 produttori ogni giorno.
Il Cobat, inoltre, è in grado di monitorare in tempo reale ogni ritiro effettuato dalla propria rete di raccoglitori, dalla produzione del rifiuto alla consegna all'impianto di riciclo, assicurando la garanzia della completa tracciabilità delle batterie al piombo esauste.
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