WWF: "UN BUDGET GLOBALE DEL CARBONIO
PER AFFRONTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI"
Fino al 2050 ci restano 'appena' 970 miliardi di tonnellate di CO2 da utilizzare.
Ecco come spartirle in modo equo tra tutti i Paesi del mondo
Un rigoroso budget globale del carbonio da qui al 2050 basato su una giusta distribuzione tra nazioni ricche e povere, che stabilisca la quantità di emissioni tollerabili dal pianeta in quel lasso di tempo, può prevenire cambiamenti climatici pericolosi e mantenere l'aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 gradi Celsius. E' quanto afferma il nuovo rapporto WWF "Suddividere gli sforzi per un budget globale del carbonio",ECOFYS, che indica anche diversi modi per diminuire le emissioni globali di almeno l'80% entro il 2050 e del 30% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. basato su ricerche, calcoli e analisi di
"Se si vogliono evitare le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici, i governi devono applicare misure più rigide per rispettare un budget globale di carbonio, rigoroso e a lungo termine - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del WWF Italia - Se i governi 'allentano' le regole secondo cui distribuiscono le emissioni, finiremo in un caos climatico. A livello planetario non esiste compensazione, abbiamo un solo pianeta e una sola atmosfera, e bisogna ragionare su un solo budget di emissioni. Un budget globale del carbonio, insomma, equivale a un vero e proprio tetto mondiale per le emissioni".
Secondo le analisi del dossier WWF-Ecofys, il budget globale del carbonio per il periodo 1990-2050 - ovvero la quantità di emissioni globali che il Pianeta può tollerare in questi sessant'anni – è pari a circa 1600 miliardi di tonnellate di Co2 equivalenti. Ma poiché il mondo ne ha già emesse una buona parte, il budget da oggi al 2050 si è ridotto a 970 miliardi di tonnellate di Co2 equivalenti, esclusi i cambiamenti di uso del territorio (deforestazione, cementificazione ecc.).
Il rapporto valuta diversi modi per ridurre le emissioni, tutti in linea con il budget, e descrive tre metodologie diverse per distribuire pesi e benefici di un Budget Globale del Carbonio in maniera giusta ed equa:
- Greenhouse Development Rights (GDRs): tutti i paesi devono ridurre le proprie emissioni più di quanto stiano facendo, a seconda delle loro emissioni pro capite, della soglia di povertà e del PIL pro capite.
- Contraction and Convergence (C&C): i permessi di emissione convergono dal livello attuale di un paese verso un livello uguale per tutti i Paesi entro un determinato periodo di tempo.
- Common but Differentiated Convergence (CDC): le emissioni pro capite dei Paesi industrializzati convergono in un livello uguale per tutti i Paesi e quelle dei Paesi in via di sviluppo convergono allo stesso livello quando le loro emissioni pro capite raggiungono una media globale.
Secondo il rapporto, il metodo dei Greenhouse Development Rights richiede che il gruppo delle nazioni industrializzate riduca complessivamente le proprie emissioni del 157% entro il 2050. Ma dato che non potranno tagliare le proprie emissioni nazionali più del 100%, per raggiungere il proprio obiettivo dovranno finanziare la riduzione delle emissioni in altri Paesi.
Mentre il metodo dei Greenhouse Development Rights consente, almeno per il periodo iniziale, un aumento delle emissioni per la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, gli altri due metodi lasciano meno spazio all'aumento delle emissioni. Secondo la Contraction and Convergence (C&C) e il Common but Differentiated Convergence (CDC), alla Cina, per esempio, sarebbe richiesta una riduzione del 70% entro il 2050 rispetto al 1990, mentre l'India dovrebbe ridurre le proprie emissioni dal 2 al 7% entro lo stesso periodo.
Secondo il metodo dei Greenhouse Development Rights, ai Paesi più poveri sarebbe consentito di continuare ad aumentare le proprie emissioni fino almeno al 2050, mentre secondo le altre due opzioni dovrebbero ridurle dopo il 2025.
Roma, 2 ottobre 2009
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