WWF: LA MAPPA DEI QUARTIERI E DEI PAESI A RISCHIO
Ecco le aree che l'Associazione chiede di tenere sotto monitoraggio
Messina si sviluppa alle pendici dei monti Peloritani (geologicamente giovani e quindi soggetti a frane e smottamenti) e tutte le strade perpendicolari al mare sono fiumare coperte trasformate in strade "a rischio", che ripetutamente hanno ceduto. Si tratta del torrente Boccetta, del torrente Trapani, del torrente Annunziata, diventati nient'altro che viale Boccetta, viale Trapani, viale Annunziata. Nelle fiumare e accanto ad esse sono sorti edifici o interi quartieri per centinaia di migliaia di metri cubi. Ben due scuole sono nelle fiumare, una di queste ha subito l'alluvione del 1996. Laddove non è costruito, gran parte delle fiumare sono occupate da discariche a cielo aperto.
Le zone più densamente popolate, attraversate da torrenti, sono ben 11, da Papardo (zona Nord) a Camaro (zona sud della città). Le aree di impluvio occupate da opere (strade, cantieri) hanno ovviamente destabilizzato i pendii, rendendoli più fragili e più soggetti all'erosione. Gli incendi costanti hanno fatto il resto, desertificando il territorio. Non dimentichiamoci della drammatica estate del 2007, quando l'intero territorio cittadino zona nord è stato distrutto da centinaia di incendi anche con un morto. Quest'anno i criminali si sono concentrati sulla fascia ionica (quella alluvionata).
Il WWF segnala alle autorità per le opportune verifiche che al momento, le zone più a rischio per il dissesto idrogelogico della città, a suo avviso, sono: Montepiselli e Zona Forte Gonzaga (e tutta la parte di città sotto a questa zona, siamo in centro città), Casazza, torrente Trapani, torrente Annunziata, torrente Giostra, San Michele, Camaro, Contrada Marotta e fascia costiera sottostante (già 4 morti nel 1998); parte bassa della località Papardo, viale Boccetta Scoppo (che è la parte più alta del Boccetta), Bordonaro – Sivirga. Ma è necessaria la verifica dello stato dell'arte di tutto il territorio, puntuale e urgente, perché gran parte del territorio comunale è ad elevato rischio idrogeologico.
Poi ci sono i paesi e i quartieri che sorgono a sud della città sulla fascia ionica: San Filippo superiore e inferiore, Santa Lucia (sopra Contesse), Gazzi, Ladreria, Tipoldo, Zafferia, Santo Stefano Medio, Santo Stefano Briga. Anche sulla fascia tirrenica, a Nord della città, esistono comunque situazioni a rischio: Faro Superiore, Curcuraci (sopra contrada Marotta). E ancora alcune zone di Castanea, Salice, San Saba, Gesso, con territori circostanti massacrati da incendi, cave, nuove lottizzazioni, strade abusive e non.
Il WWF Italia dal 2006 (6 marzo) a luglio 2009 ha segnalato
a) all'amministrazione comunale la necessità - per le nuove norme di tutela ambientale sopravvenute - di fermare la variante al PRG e di "ridisegnare" la città, alla luce del grave rischio idrogeologico e sismico. Questa richiesta è stata reiterata decine di volte, l'ultima, luglio 2009;
b) alle forze dell'ordine, di far applicare le norme subentrate sulla tutela ambientale;
c) specifiche lottizzazioni o interventi con richieste di revoca in autotutela di progetti approvati. Inoltre sono state presentati 4 esposti alla magistratura (fine aprile 2009), due dei quali sono stati archiviati inspiegabilmente alla stregua di denunce anonime .
SCHEDA
L'ARCO CALABRO-PELORITANO - GEOLOGIA
I monti Peloritani e l'Aspromonte in Calabria sono geologicamente giovani e quindi soggetti a frane e smottamenti.
La conformazione delle due sponde dello Stretto Messina, di fatto la propaggine più meridionale dell'Appennino, è tale che si sono formate le cosiddette "fiumare" (esistono su Aspromonte e Peloritani con poche eccezioni, altrove si chiamano torrenti) che dai bacini di impluvio e dai punti di scorrimento dei canaloni, raccolgono l'acqua meteorica. L'arco calabro-peloritano (compreso tra la linea di San Gineto a Nord in Calabria e la linea di Taormina a sud in Sicilia) è una struttura unica dal punto di vista geologico che continua a sollevarsi anche attualmente prevalentemente costituita da un substrato cristallino metamorfico, che può diventare "Roccia Marcia" (come viene definita dal grande geologo Ardito Desio), mentre nella fascia costiera prevalgono le sabbie (come le "Ghiaie e Sabbie di Messina", che si trovano sui due versanti dello Stretto), che vengono facilmente trascinate via dalle acque piovane.
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