volume fotografico, formato cm 21x26, 208 pagine, ISBN 88-6058-044-7
Esedra editrice
Impegno e responsabilità non sono prerogativa di alcuni ma concreto esercizio di cittadinanza possibile per tutti. C'è un'agricoltura e c'è un consumo, che costruiscono democrazia ogni giorno per tutti noi.
Mo.V.I. Il Movimento di Volontariato Italiano è un'associazione di volontariato di secondo livello, un'associazione composta, cioè, da associazioni di volontariato operanti su tutto il territorio nazionale. Fondato nel 1978, nasce per rispondere all'esigenza di mettere in rete le esperienze di solidarietà e dalla necessità di promuovere e tutelare una cultura fondata sulle scelte responsabili.
CIA La Confederazione Italiana Agricoltori, fondata nel 1977, è un'organizzazione laica, autonoma dai partiti e dai Governi. Opera in Italia, in Europa e a livello internazionale per il progresso dell'agricoltura, per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società. Organizza gli imprenditori agricoli e tutti coloro che sono legati all'attività agricola da rapporti non transitori.
Soggetto del libro è il grande patrimonio rappresentato da un certo tipo di agricoltura: quell'agricoltura che, conscia del concetto di limite, di tempo, di complessità dell'ambiente opera per i beni comuni. Un'agricoltura che è azione di salvaguardia dei diritti e della legalità, azione di salvaguardia ambientale, azione di tutela del territorio, del paesaggio, della biodiversità.
Il termine bioresistenze vuole descrivere una pluralità di azioni che ruotano attorno ad un "sano" rapporto con il territorio dimostrando che l'agricoltura non è solo azione economica/finanziaria ma, anche, pratica di resistenza alle forme di illegalità, resistenza all'uniformazione (che è appiattimento e non uguaglianza) sia culturale che alimentare, resistenza alla violenza con cui vengono trattate e gestite le risorse naturali, resistenza alla scomparsa di biodiversità.
Articoli di
Giovanni Serra, Giuseppe Politi, Massimo Montanari, Alessandra Guigoni, Marcello Buiatti, Nadia Marchettini, Roberta Carlini, Luca Martinelli, Daniele De Michele (DonPasta), Luigi Ciotti.
Esperienze documentate fotograficamente nel volume:
Libera Sardegna > Gergei Su Piroi [Ca];
Cooperativa Valle del Marro > Polistena [Rc];
Cooperativa Solidarietà > Palermo;
Agricoltura Capodarco > Grottaferrata [Roma];
(R)esistenza > Napoli;
Kolymbetra > Agrigento;
Gonnelli Manola > Lari [Pi];
County Eden > Monrupino [Ts];
Fattoria di Vaira > Petacciato [Cb];
San Michele > Breda di Piave [Tv];
La Fonte > Folgaria [Tn];
Ca'Lustra > Faedo [Pd];
Fontanafredda > Serralunga d'Alba [Cu];
Natalino del Prete > San Donaci [Br];
Nico > Orbicciano [Lu];
Cooperativa sociale Garibaldi > Roma;
Cooperativa Valli Unite > Costa Vescovado [Al];
Terra! Onlus > Roma;
Terra! Onlus > Genova;
Sos Rosarno > Rosarno [Rc];
Gilio Antonio > Ferrandina [Mt].
Bioresistenze - cittadini per il territorio: l'agricoltura responsabile
a cura di Guido Turus
volume fotografico, formato cm 21x26, 208 pagine, ISBN 88-6058-044-7
Il percorso che porta alla pubblicazione è raccontato nel sito del progetto: www.bioresistenze.it dove sono raccolte le interviste a:
Gregorio Arena, Natalino Balasso, Anna Barba, Gianni Belloni, Simone Benevelli, Fabio Brescacin, Silvia Cama, Marcello Cerasola, Gherardo Colombo, Ciro Corona, Carlo De Angelis, Natalino Del Prete, Marica Di Pierri, Giampiero Farru, Maurizio Ferraro, Emanuela Zamberlan Feruglio, Francesca Gobbo, Alberto Grasso, Piercarlo Grimaldi,Arturo Lavorato, Giuseppe Lo Pilato, Haron Marucelli, Omar Marucelli, Elena Martinelli, Federico Martinelli, Matteo Mascia, Franco Monterubbianesi, Elisabetta Monti, Antonio Napoli, Pietro Omodeo, Roy Paci, Cinzia Paolillo,Giacomo Panizza, Antonio Pergolizzi, Roberto Poli, Giuseppe Politi, Nino Quaranta,Francesca Rispoli, Ottavio Rube,Antonio Russo, Francesco Sapia, Cinzia Scaffidi, Salvatore Settis,Ilaria Signoriello, Ferdinando Siringo, Giuseppe Taverniti, Michele Trungadi, Olga Turrini, Carmen Vogani, Gustavo Zagrebelsky.
Dalla postfazione di Luigi Ciotti:
La gravissima crisi che stiamo vivendo è, prima che economica, etica e culturale. Crisi del legame sociale, della relazione di solidarietà e di responsabilità che ci rende capaci di vivere insieme, in giustizia e dunque in pace. Ma questo legame fra noi si radica in un legame ancora più profondo che non ci chiama in causa come singoli, né come comunità, ma addirittura come umanità. E questo legame è il legame con la terra. Gli antichi ne erano consapevoli. Il legame con la terra guidava i loro gesti, le loro scelte, le loro speranze. [...] Ad un certo punto, però, questo legame si è fatto sempre più debole, inconsistente, fino a spezzarsi. [...] La violenza a cui abbiamo sottoposto l'ambiente, lo sfruttamento indiscriminato delle sue risorse con tutte le drammatiche conseguenze che oggi conosciamo – inquinamento, distruzione della biodiversità, alterazioni climatiche, avvelenamento dei territori, crimini ambientali – inizia da lì. Non solo. Per lungo tempo ci si è illusi che questo sfruttamento [...] non avesse conseguenze sulla vita sociale [...].
Dallo sfruttamento della terra si sono sviluppate così forme di sfruttamento tra gli esseri umani, ha preso forza un modello economico che ha generato forme di avidità, di corruzione, di criminalità tutte radicate in un individualismo sfrenato e insofferente di ogni limite. Si è perduta, in altre parole, quella coscienza dei limiti che ci ricorda che senza legami – con la terra e con gli altri – non possiamo vivere.
Ben venga allora un progetto come Bioresistenze e questo libro che lo racconta, impreziosito da belle immagini e riflessioni profonde su un tema al quale anche Libera, lo dico con un pizzico d'orgoglio, ha dato il suo piccolo ma appassionato contributo con l'impegno sui terreni confiscati alle mafie, occasione non solo di lavoro per tanti giovani, ma di recupero di un'agricoltura pulita, sostenibile, redditizia. [...] La terra insegna la costanza, perché richiede cure quotidiane. La scrupolosità, perché non sopporta il lavoro sciatto e superficiale. La fiducia, perché non sempre il raccolto corrisponde alle aspettative. La collaborazione, perché richiede molte mani e molte braccia. E soprattutto insegna l'umiltà (parola che deriva appunto da humus, terra) e la condivisione, perché è bene comune per eccellenza, quindi è giusto, oltre che conveniente, che i suoi frutti vadano in misura sufficienti a tutti.
Parole che costituiscono un'etica della terra, e che il progetto Bioresistenze non solo pronuncia ma, meritoriamente, mette in pratica.
Info e contatti:
@bioresistenze
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