La lettura del WWF Italia delle Manovra Finanziaria 2010
IL NOSTRO PAESE NON E' CAPACE DI ACCETTARE LE SFIDE AMBIENTALI
DALLA MANOVRA 2010 EMERGE UN'ITALIETTA
CHE NON MANTIENE LE PROMESSE DEL G8 E NON PROGETTA IL FUTURO
Tagli su Kyoto, energia, biodiversità, fondi per i paesi in via di sviluppo, aree urbane
Una Legge Finanziaria di un'Italietta, provinciale e incapace di futuro, che non riesce a far fronte agli impegni internazionali in campo ambientale assunti, anche recentemente, con il G8: questa è la fotografia che emerge, secondo il WWF Italia, dalla analisi delle politiche di spesa nella Legge Finanziaria 2010 e nel Bilancio previsionale 2010 del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare.
Una Manovra, di incerta entità e copertura, quella del 2010, di un Paese che a giudizio del WWF Italia:
- si dimentica degli impegni assunti dall'Italia sui cambiamenti climatici assunti con il recente vertice del G8 in attuazione del Protocollo di Kyoto alla vigilia della Conferenza mondiale di Copenaghen del dicembre prossimo, non destinando alcun fondo (la Legge Finanziaria 2007 destinava 200 milioni di euro al Fondo rotativo per Kyoto) e non individuando alcuno strumento per la riduzione delle emissioni di Co2;
- in campo energetico: taglia i 50 milioni di euro fondi destinati complessivamente al Fondo sull'efficienza energetica (38,624 mln, nel 2009) e agli incentivi per il risparmio energetico (11,587 mln di euro, nel 2009) e non c'è traccia della copertura della detrazione di imposta del 55% per interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti;
- non destina nemmeno un centesimo di euro nel 2010 (Anno internazionale sulla biodiversità) alla definizione e attuazione della strategia nazionale a tutela della biodiversità, nonostante le scadenze internazionali (Countdown 2010) i solenni impegni assunti con la Carta di Siracusa, a conclusione del G8 Ambiente;
- conferma il taglio, già operato con la Legge Finanziaria 2009, del 49%, dei fondi destinati con la Legge Finanziaria 2008 all'aiuto pubblico in favore dei Paesi in via di sviluppo: la Legge Finanziaria 2008 aveva destinato a questo scopo quasi 732 milioni di euro, mentre la Legge Finanziaria 2010 destina il prossimo anno circa 326 milioni di euro (erano circa 329 mln nella Finanziaria 2009);
- destina oltre 1 miliardo e 564 milioni circa di euro alle infrastrutture strategiche (autostrade e a linee ad alta velocità ferroviaria), destinando fondi 15 volte inferiori alla mobilità urbana (solo 120 milioni di euro), non dà un centesimo alla sicurezza delle ferrovie (dopo il disastro di Viareggio e senza riconfermare almeno i 15 milioni di euro destinati a questo scopo dalla Legge Finanziaria 2009) e alla sicurezza stradale (a cui la Finanziaria 2009 destinava 41 milioni di euro) e si scorda addirittura di rifinanziare, come ogni anno, il capitale dell'ANAS;
- destina alla tutela dell'ambiente circa 276 milioni di euro (tra Legge Finanziaria e Bilancio 2010) confermando la marginalità del comparto di tutela ambientale (difesa mare, difesa suolo e bonifiche, aree protette, ISPRA e CITES, convenzione internazionale sul commercio delle specie protette), spuntando le unghie ai controlli ambientali: visto che a ISPRA, nella quale sono confluiti anche ICRAM (l'istituto di ricerca sul mare) e INFS, (l'istituto nazionale per la fauna selvatica) si destinano nel 2010 solo 86 milioni di euro quando alla sola APAT lo scorso anno, la Legge Finanziaria 2009 destinava 90 milioni di euro.
"Ci auguriamo che le ragioni dell'ambiente prevalgano almeno nella seconda fase della Manovra 2010 con le misure integrative preannunciate dal Governo "coperte" dagli introiti dello Scudo Fiscale, anche se sinora il ministro Tremonti non ha ancora pronunciato nemmeno una parola in favore dell'ambiente – commenta il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni. Quello che al momento emerge è l'incapacità di mantenere gli impegni assunti con il G8 nell'attuazione del Protocollo di Kyoto e della Convenzione internazionale sulla tutela della biodiversità e cogliere l'occasione per accettare le sfide poste a livello internazionale dalla Presidenza USA per impostare un nuovo modello di sviluppo "capace di futuro" e sostenibile dal punto di vista ambientale, pur in questo delicatissimo momento di transizione del sistema economico e finanziario mondiale ".
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