"Un accordo la cui importanza non può essere sottovalutata: anche in vista della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici di Parigi, che si terrà a dicembre del prossimo anno, e della firma del nuovo Trattato globale successivo al Protocollo di Kyoto – sottolinea Sergio Andreis, direttore di Kyoto Club.
Rispetto ai ripetuti allarmi del mondo scientifico, però, - continua Andreis - gli impegni di riduzione delle emissioni firmati a Pechino restano modesti e i tempi troppo lunghi se si considera la gravità delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che anche in Italia si manifestano con sempre maggiore intensità.
Un passo nella direzione giusta, quindi, ma che necessita di maggiore ambizione e, da parte dell'Unione Europea, di maggiore coraggio nel dimostrare alle altre regioni del pianeta che le fonti rinnovabili, l'economia verde, l'efficienza energetica e l'uso efficiente delle risorse rappresentano delle alternative già praticabili, con potenziali enormi per economia, occupazione e riduzione delle diseguaglianze e la qualità della vita."
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