"CITTÀ RESILIENTI NEL 21° SECOLO"
Eletti il nuovo direttivo e il nuovo presidente del Coordinamento.
Alla guida dell'associazione per il prossimo biennio
MAURIZIO TIRA, assessore all'Urbanistica e mobilità del Comune di Desenzano del Garda.
Dai due giorni di lavori dell'Assemblea, il panorama del nostro Paese:
le città italiane di fronte ai cambiamenti climatici, tra eccellenze e ritardi.
Desenzano, venerdì 18 settembre 2015 – Nuovo direttivo e nuovo presidente per il Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, eletti in chiusura dei lavori della XVII Assemblea nazionale dell'associazione svoltasi il 17 e il 18 settembre a Desenzano del Garda. Alla guida dell'associazione per il prossimo biennio sarà Maurizio Tira, assessore all'Urbanistica e mobilità del Comune di Desenzano del Garda, ingegnere ambientale e docente di Tecnica e pianificazione urbanistica all'Università di Brescia.
19 i componenti del nuovo direttivo, a rappresentanza dei diversi territori: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Comune di Capannori (Lucca), Comune di Castelbuono (Palermo), Comune di Foggia, Comune di Leverano (Lecce), Comune di Lucca, Comune di Mantova, Comune di Milano, Comune di Modena, Comune di Monfalcone (Gorizia), Comune di Monteroni d'Arbia (Siena), Comune di Padova, Comune di Pavia, Roma Capitale, Comune di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), Comune di San Giuseppe Vesuviano (Napoli), Comune di Udine e Bacino Imbrefero Montano Dora Baltea.
Oggi l'associazione riunisce quasi 500 Regioni ed enti locali impegnati a migliorare la gestione dell'ambiente e a fare dello sviluppo sostenibile un passo verso un futuro più equo, convinti che sia fondamentale e necessario su questi fronti lavorare insieme, favorendo il confronto e lo scambio di esperienze.
E tante sono le buone pratiche raccontate ed emerse nelle due giornate, dedicate al tema delle "Città resilienti del 21° secolo", ossia capaci di fronteggiare e mitigare le conseguenze dei mutamenti del clima sui territori: «Gli assetti istituzionali cambiano (si pensi alla trasformazione delle province), ma i problemi restano o aumentano, e solo le reti possono contribuire a risolverli – ha detto convinto il neopresidente Tira in chiusura –: Per questo crediamo che, su un fronte così importante come quello dell'adattamento ai mutamenti del clima, sia fondamentale lavorare insieme. Molte azioni locali si possono facilmente ispirare alle buone pratiche di altri enti, in una logica di benchmarking volontario. E serve sperimentare nuove aggregazioni di Comuni – ha continuato – e nuove forme volontarie e obbligatorie di piani di governo del territorio, che internalizzino le problematiche della sicurezza, della resilienza, della capacità di prefigurare uno sviluppo sostenibile del nostro Paese».
Un osservatorio privilegiato quello delle città e delle comunità locali, che, al di là delle politiche di Governo sui temi, hanno un grande ruolo in termini di mitigazione degli effetti e di adattamento, per rendere le città meno vulnerabili e in grado di re-agire in caso di alluvioni, siccità e altre conseguenze del mutamento del clima. Sono infatti loro a poter intervenire sulle aree urbane mettendo insieme i diversi attori – istituzionali, economici, della società civile –, ad avere le competenze per farlo. Certo è un problema anche di strumenti e naturalmente di risorse, ma oggi le opportunità sono maggiori, a partire proprio dai network nati per cooperare e dai programmi di finanziamento, per primi quelli europei.
In Italia 2650 Comuni, un terzo del totale, hanno ad oggi adottato il PAES, il Piano d'azione per l'energia sostenibile (1756 quelli approvati), quale atto concreto di adesione al Patto dei sindaci, movimento europeo che ha risposto all'appello dell'Europa per la riduzione entro il 2020 del 20% delle emissioni di Co2, tra le principali cause dei cambiamenti climatici: siamo in Europa il Paese con il maggior numero di adesioni.
Rispetto al "Piano di adattamento", invece, che prevede la programmazione di azioni strutturate per rendere le città "resilienti", sono appena 150 i Comuni italiani che hanno intrapreso questo percorso, piuttosto complesso nella pianificazione e oneroso dal punto di vista economico per gli investimenti richiesti.
Un Paese il nostro, che se da un lato vanta esperienze di eccellenza sui territori, dall'altro paga quarant'anni di assenza di interventi nazionali mirati e di mancata lungimiranza da parte della politica, che poco ha investito su questi fronti, a partire dalla messa in sicurezza del territorio.
In vista di COP 21 - la Conferenza delle Nazioni Unite che fra pochi mesi a Parigi definirà un accordo internazionale per affrontare la grave crisi climatica del nostro pianeta -, il Coordinamento ha in questi due giorni anche predisposto la bozza di un documento unitario che sarà presentato prossimamente al Governo chiedendone il recepimento.
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