E' del 20/02/2015 (DVA–2015–4820) il provvedimento con cui il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dichiara che Eni S.p.a. può avviare l'attività di costruzione nonostante non sia stata completata la bonifica delle aree interessate. Tale provvedimento di fatto, mediante la modifica della prescrizione originaria che prevedeva l'avvio dei lavori di costruzione solo a bonifica avvenuta 'relativamente alla totalità delle aree oggetto dell'intervento', consente ad Eni di far avanzare la fase di costruzione. La Direzione Generale del MATTM ha, infatti, ritenuto in data 18/02/2015 che la prescrizione DVA-DEC-2011-573 del 27 ottobre 2011 'possa considerarsi ottemperabile in più fasi successive'.
Eni S.p.a. può avviare la costruzione del progetto nelle aree a terra e a mare non soggette a bonifica o già bonificate, mentre, per le aree risultate contaminate e destinate ai due nuovi serbatoi di greggio Tempa Rossa e al nuovo attraversamento ferroviario, i lavori potranno avviarsi solo dopo l'avvenuta bonifica. L'area a mare cui si fa riferimento è proprio quella interessata dal prolungamento del pontile. Tale area, in seguito ad istruttoria condotta dalla Direzione della Tutela del Territorio e Risorse Idriche del MATTM, è risultata non contaminata.
La prescrizione dunque viene considerata ottemperata 'limitatamente' – si legge anche nel documento - a una parte delle aree interessate.
Com'è possibile definire attuata una prescrizione realizzata solo in parte? Perché una simile accelerazione dell'iter autorizzativo?
Si ricorda che il permesso a costruire è vincolato anche alla valutazione del Rapporto definitivo di sicurezza da parte del Comitato Tecnico Regionale (CTR) e l'anticipazione dei tempi di costruzione potrebbe determinare un conflitto con la Direttiva Seveso, in caso di esito negativo della verifica della ottemperanza delle prescrizioni riguardanti la sicurezza degli impianti. Ora il timore reale è che in assenza di vigilanza possa essere ignorata o elusa la normativa europea.
Per tali ragioni il Comitato Legamjonici chiede al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale di impegnarsi ad acquisire e rendere pubblica tutta la documentazione che si riferisce al provvedimento in oggetto, verificando il rispetto della normativa in materia ambientale e di sicurezza. Si valuti inoltre la possibilità di presentare ricorso al TAR contro un atto che evidentemente, ancora una volta, tutela le ragioni della società Eni S.p.a..
Alla luce di quanto emerso, invitiamo la cittadinanza attiva a continuare a vigilare.
Dott.ssa Daniela Spera per il Comitato Legamjonici.
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