La Monini ha infatti aderito al programma nazionale per la valutazione dell'impronta ambientale, promosso dal Ministero dell'Ambiente, attraverso la partecipazione al bando di co-finanziamento per il calcolo della carbon footprint dei prodotti di largo consumo lanciato nel 2013. Hanno aderito al Programma del Ministero fino ad oggi circa 200 aziende di vari settori produttivi. L'auspicio è che l'esempio di Monini e degli altri partner del Ministero spinga molte altre aziende italiane produttrici di beni di largo consumo ad aderire.
L'azienda Monini "fa olio extravergine" da quasi 100 anni secondo i canoni della tradizione italiana, ma con un grande apporto di innovazione. Oggi sono i nipoti del fondatore, i fratelli Zefferino, suo omonimo, e Maria Flora a portare avanti una realtà che rappresenta una delle aziende leader del settore, con 105 dipendenti e un fatturato di circa di 134 milioni di euro, di cui più del 25% realizzato all'estero, rappresentando così il saper fare italiano dell'olio Extra Vergine in Paesi come Nord America, Polonia, Australia, Russia e non solo.
In Italia il Classico Monini è l'Extra Vergine più venduto nella grande distribuzione così come il Bios e le DOP si fregiano di numerosi premi vinti.
Il progetto ha sottoposto ad analisi l'intera filiera Monini: dalla fase di coltivazione e raccolta delle olive, il trasporto al frantoio e l'estrazione dell'olio, alla filtrazione e al confezionamento, fino alla produzione degli imballaggi, alla distribuzione del prodotto finito, all'uso sulle nostre tavole e al fine vita del prodotto e del suo imballaggio.
L'analisi del ciclo di vita degli oli extra vergine d'oliva ha messo in evidenza che le fasi maggiormente impattanti della filiera (per il 50-65%) sono quelle legate alla coltivazione delle olive; per il 20-25% alla produzione dei materiali d'imballaggio (principalmente la bottiglia di vetro), per il 16% alla distribuzione via camion del prodotto finito, per il 5% al confezionamento del prodotto finito (dovuto al consumo di elettricità), per il 3-5% all'estrazione dell'olio (dovuto sempre al consumo di elettricità).
Alla luce dei dati raccolti, Monini ha individuato diverse attività per il miglioramento della CFP inizialmente di due dei suoi extra vergine più pregiati, il Bios e la DOP Umbria: contenimento dei consumi energetici e dei prodotti chimici (questi ultimi solo per il D.O.P. Umbria) per la fase di coltivazione delle olive, studio di un imballaggio a bassa impronta di carbonio e il contenimento dei consumi elettrici per le fasi di estrazione dell'olio al frantoio e di confezionamento.
Laddove le emissioni di gas a effetto serra non erano evitabili, Monini ha scelto di neutralizzarle attraverso l'acquisto di crediti derivanti dal progetto China Anhui Guzhen Biomass, che consiste nella realizzazione e installazione di un boiler da 130t/h e di un generatore a turbina a vapore da 30MW nella contea di Guzhen, della provincia di Anhui, nella Cina orientale. Scarti della lavorazione del legno, della coltivazione del riso, del mais e delle arachidi, invece di essere gettati, vengono utilizzati come combustibile per la generazione di energia elettrica. La produzione annuale di energia attesa è di 186,900 MWh, che vengono immessi nella East China Power Grid. Due gli effetti positivi sul clima: la riduzione di gas effetto serra e l'aumento dell'utilizzo di energia pulita.
Partner dell'operazione due società di grande esperienza nel campo ambientale: Ambiente Italia srl, società che si è occupata dell'analisi del ciclo di vita (LCA) e della stesura dell'External Communication Report (espressamente previsto dalla norma ISO/TS 14067, quale strumento di comunicazione per gli stakeholders) ed Ecoway, società leader in Italia in tema di compensazioni di emissioni di gas serra.
La certificazione Carbon Footprint compie un nuovo passo avanti su un percorso "sostenibile" già intrapreso da lungo tempo da Monini e testimoniato da tanti altri interventi come l'installazione di un impianto fotovoltaico presso lo stabilimento, l'acquisto di energia da fonti rinnovabili certificate, l'introduzione di packaging eco-sostenibili in vetro riciclato.
"Un percorso – affermano Maria Flora e Zefferino Monini - intrapreso perché la nostra filosofia è restituire alla terra quello che la terra ci ha dato. Non è facile rendere in un linguaggio comune il lavoro complesso che c'è dietro queste certificazioni, ma dobbiamo impegnarci affinché l'informazione semini questa consapevolezza anche presso altre aziende e nel pubblico. Il consumatore deve sapere quando con l'acquisto di un prodotto può contribuire anche alla salvaguardia dell'ambiente".
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