Si tratta di due documenti chiave che fissano il programma futuro su Clima ed energia dell'Unione europea.
1. Energy Union: un'opportunità UE per un approccio chiaro e coerente
Chi?
La Commissione europea
Quando e dove?
25 febbraio 2015 a Bruxelles (Berlaymont - conferenza stampa settimanale)
Cosa?
Il 25 febbraio la Commissione europea pubblicherà la sua visione di una Unione Energetica (Energy Union), un documento strategico - una delle priorità politiche della Commissione presieduta da Junker e per la quale è stato nominato un Vice Presidente della nuova Commissione.
Da quando è stata proposta per la prima volta da Donald Tusk, l'idea di un'Unione europea dell'energia si è sviluppata in modo significativo. La Commissione Europea dovrebbe presentare una strategia che comprende un mercato dell'energia pienamente integrato, l'innovazione nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio, più rinnovabili e risparmio energetico, responsabilizzazione dei cittadini e protezione dei consumatori vulnerabili.
Rimangono, tuttavia, aperte molte domande sul livello di dettaglio del documento della Commissione.
L'Energy Union sarà un'altra grande visione che verrà rapidamente dimenticata, sarà solo una raccolta di iniziative esistenti, o avrà la consistenza necessaria per sostenere nei prossimi anni una vera legislazione su clima e di energia? Saprà essere adeguatamente integrato nella legislazione per gli obiettivi climatici ed energetici al 2030 da garantire attraverso un nuovo quadro di governance, o sarà disconnesso da queste attività più concrete?
Per il WWF l'Energy Union dovrebbe impostare i parametri delle politiche future su clima e energia. Dovrebbe prevedere un approccio coerente e fornire un quadro chiaro ed equo entro il quale la UE possa fare scelte consapevoli. Nel fornire la base per investimenti, l'Energy Union dovrebbe stabilire come tutti gli europei possono creare e risparmiare la propria energia attraverso fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
La strategia dell'Energy Union dovrebbe anche riflettere una attenta considerazione dei rischi del cambiamento climatico, basando le politiche europee su solide basi scientifiche per garantire che i cittadini e le imprese europee possano continuare ad operare in condizioni di sicurezza.
Una recente indagine dell'Eurobarometro rivela che gli europei considerano il cambiamento climatico un problema serio (90%), pensano che sia importante per i nostri governi favorire il miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030 (92%), e vogliono che siano i governi a fissare obiettivi per aumentare l'uso delle energie rinnovabili (90%).
"La nuova strategia della Commissione può finalmente fare a meno della precedente dannosa retorica sui compromessi tra clima, economia e sicurezza. Sono tutte dimensioni dello stesso problema e richiedono un approccio coerente. L' Unione Energetica razionale è quella che sceglie come priorità l'efficienza energetica e le energie rinnovabili anche in quanto fonti energetiche che produciamo in casa e che quindi sono sicure " ha detto Mariagrazia Midulla responsabile Clima & energia WWF Italia .
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2. La comunicazione 'Road to Paris'
Chi?
La Commissione europea
Quando e dove?
25 febbraio 2015 a Bruxelles (Berlaymont - conferenza stampa settimanale)
Cosa?
La Commissione pubblicherà la sua 'Road to Paris' sui negoziati delle Nazioni Unite, che hanno lo scopo di raggiungere un accordo legale nel dicembre di quest'anno.
L'Unione europea sta esercitando pressioni su altri grandi emettitori per pubblicare gli obiettivi post-2020 (Intended Nationally Determined Contributions - INDCs) prima della fine di marzo, se possibile, e per puntare a un risultato giuridicamente vincolante alla COP di Parigi.
Anche se l'Unione europea è quasi pronta a presentare il proprio INDC, rimangono quesiti circa la sua attendibilità - per esempio se si prevede una metodologia di contabilità sull'uso del suolo che consentirebbe enormi scappatoie. C'è anche poca chiarezza su ciò che la dizione 'almeno' il 40% delle emissioni nazionali potrebbero significare in pratica. L'UE avrà anche difficoltà a convincere gli altri paesi che ha un obiettivo sufficientemente ambizioso dato il grande ruolo storico dell'Europa nella produzione di emissioni di carbonio, e visto che il suo potenziale economico le permetterebbe di fare di più. Il WWF ha invitato l'Unione europea a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030, come parte di una transizione verso le emissioni zero dai combustibili fossili e il 100% di energie rinnovabili entro il 2050.
La comunicazione potrebbe contribuire utilmente a descrivere come tutti i paesi intendono affrontare il divario residuo tra gli impegni che stanno mettendo in atto per ridurre le emissioni e gli sforzi davvero necessari per evitare i cambiamenti climatici più pericolosi. Questo meccanismo per colmare il divario tra impegni e necessità è ancora scarsamente definito ma è essenziale per l'integrità del processo.
L'impegno dell'Europa per aiutare la mitigazione e l'adattamento nei paesi più poveri e vulnerabili sarà sotto esame, dal momento che gli impegni a oggi non corrispondono a una parte equa dei 100 miliardi dollari collettivamente promessi da tutte le nazioni ricche entro il 2020, né vi è chiarezza su impegni post-2020.
"Con questa comunicazione l'UE può potenzialmente contribuire al successo dei negoziati di Parigi, specie se sarà in grado di fornire risposte concrete alla domanda importantissima circa il modo in intendiamo gestire il divario tra ciò che i paesi promettono e quello che deve essere fatto.
Ma se la UE continuasse a eludere le domande sulla reale portata delle sue ambizioni - basti pensare che il target del taglio del 20% di emissioni entro il 2020 è già stato raggiunto oggi, a conferma della modestia dell'obiettivo- o lasciasse aperte ulteriori scappatoie, allora dovrebbe prepararsi ad affrontare la scarsa credibilità internazionale. " ha detto Mariagrazia Midulla responsabile Clima & energia WWF Italia.
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