Tutelare una delle specie animali più amate al mondo che, a causa della pesca intensiva operata attraverso modalità dannose per l'ambiente marino, si trova oggi in pericolo di estinzione.
È questo l'obbiettivo dell'ambizioso progetto "Dolphin Safe", un programma a difesa dei delfini nato nel 1980 a San Francisco in California per volere dell'organizzazione non governativa Earth Island Institute's International, creato per difendere i delfini dalla pesca selvaggia al tonno che causa accidentalmente il ferimento o addirittura la morte di centinaia di cetacei.
Un programma a cui F.lli Polli, azienda leader nel mercato delle conserve vegetali, ha scelto di aderire ottenendone la certificazione, a testimonianza della crescente attenzione per l'ambiente con la quale l'azienda vuole contribuire al benessere dell'intero ecosistema.
Con la certificazione "Dolphin Safe" F.lli Polli garantisce infatti che il tonno presente nei propri prodotti sia stato acquistato da fornitori a loro volta associati al programma, che li vincola a praticare una pesca sostenibile a difesa dei cetacei, messi in pericolo dalla pesca intensiva praticata dalle flotte.
Una scelta compiuta anche da altri grandi aziende come la Giacinto Callipo, storica azienda che produce tonno in scatola, la Rizzoli Emanuelli, celebre per le sue alici, ma anche marchi protagonisti del pet food come Purina, Schesir e Monge.
"Attraverso l'introduzione del marchio "Dolphin Safe" sulle etichette dei nostri prodotti abbiamo voluto dare un segnale di attenzione non solo verso l'ambiente e la fauna che lo abita, ma anche verso i consumatori più attenti ai temi etici della sostenibilità – spiega Gérard Franzin, Direttore Marketing di F.lli Polli – Per fare questo abbiamo scelto di rifornirci di tonno solo da fornitori che operano secondo criteri di sostenibilità ambientale e che rispettano gli standard del programma Dolphin Safe. Una scelta che assieme a quella dell'introduzione della certificazione Bio e di quella VeganOK per alcuni dei nostri nuovi prodotti come 4e4 Orto, vuole essere d'esempio per tutto il mercato agroalimentare italiano e internazionale".
I benefici concreti del programma sull'ecosistema sono stati così eclatanti da essere consacrati anche dall'autorevole magazine Time, che ha definito il "Dolphin Safe" una delle campagne di maggiore successo degli ultimi decenni.
L'efficacia del progetto Dolphin Safe è testimoniata infatti da numeri che ne hanno decretato il successo a livello mondiale.
Basti pensare che se nel 1980, quando iniziò la campagna dell'Earth Island Institute's Internationalha preso il via, i delfini che perdevano la vita durante le sessioni di pesca d'altura intensiva erano stimati tra gli 80.000 e i 100.000 esemplari.
Gli effetti della campagna però hanno ridotto drasticamente questi numeri impressionanti: nel 2012 infatti, secondo i dati forniti dagli osservatori internazionali posti a bordo delle barche in giro per il mondo, il numero dei delfini uccisi accidentalmente è sceso fino a 880 esemplari.
Risultati importanti che però non sono ancora sufficienti a salvare tutti i delfini del mondo, dato che in alcuni paesi come Messico, Venezuela, Colombia, ed El Salvador gli standard a protezione dei delfini non vengono applicati sistematicamente e si verifica ogni anno l'uccisione o il ferimento accidentale di centinaia di esemplari.
Prima dell'avvento di questo importante progetto ambientale purtroppo però si è verificato un vero e proprio eccidio di esemplari, testimoniato da numeri agghiaccianti.
Secondo le fonti internazionali infatti, a partire dal 1970, si stima che oltre 7 milioni di esemplari di delfini siano stati uccisi durante la pesca al tonno in tutti i mari del globo.
Una carneficina dovuta al fatto che la maggior parte del tonno in scatola è catturato utilizzando "sistemi di aggregazione per pesci" chiamati FAD, acronimo di "Fish aggregation devices", ovvero galleggianti che attirano non solo i tonni, obbiettivo dei pescatori, ma anche un gran numero di delfini, che finiscono intrappolati nelle ampie reti a circuizione, chiamate "purse seins".
Secondo i dati delle organizzazioni ambientaliste per ogni 10 chilogrammi di tonni catturati si pesca un chilogrammo di catture accessorie, definite in gergo "bycatch": secondo gli ultimi dati disponibili le catture accessorie causati dalla FAD sono circa 100.000 tonnellate ogni anno.
Una scelta importante quella di F.lli Polli, proprio perchè s'inserisce in uno dei più grandi mercati europei per la produzione e il consumo di tonno: basti pensare che, secondo gli ultimi dati diffusi da Greenpeace a livello nazionale il consumo annuo arriva fino 144.000 tonnellate, risultando il secondo più grande produttore d'Europa.
Dati che fanno il paio con quelli relativi alla produzione, che genera un giro d'affari superiore al miliardo di euro.
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