L'Italia non fa eccezione, seppur con cifre ancora inferiori alla media.
È quanto emerge dallo studio "Seize the change" condotto dall'ente di certificazione DNV GL e da EY, con il supporto di GFK Eurisko.
"Un valore di circa dieci punti percentuali inferiore rispetto alla media globale, ma che segna il passaggio a una visione della sostenibilità non più come di un'aggiunta alle attività ordinarie, ma come elemento da integrare nelle strategie aziendali, con risvolti nelle prassi quotidiane" commenta Nicola Privato, Regional Manager Southern Europe & Africa, DNV GL - Business Assurance.
Circa 1 azienda italiana su 2 si è dotata di una policy ad hoc e altrettante hanno investito in iniziative specifiche nell'ultimo triennio.
In vetta alla classifica delle azioni intraprese figurano le politiche di mitigazione degli impatti (35%), le attività per la diffusione della cultura della sostenibilità (29%) e lo stakeholder engagement (19%).
BENEFICI DI MERCATO
La maggior parte delle aziende che ha intrapreso iniziative dedicate ne ha, infatti, tratto beneficio: in termini di compliance normativa (30%), ma anche di valorizzazione della reputazione di marca e di miglioramento delle relazioni con i clienti (entrambi veri per 1 impresa su 5).
Ciò che è certo è che i benefici superano di gran lunga i costi per il 40%.
1 su 2 deve, purtroppo, fare i conti con altre priorità di breve termine.
INVESTIMENTI A MEDIO TERMINE
"Oggi è consolidata la capacità delle aziende di cogliere e mitigare i rischi della sostenibilità per il business. Dall'indagine condotta da EY insieme a DNV GL è emerso che il 45% delle aziende italiane e globali ha in programma di investire di più nell'integrazione della sostenibilità nei prossimi tre anni.
Il futuro dovrà estendere tale sensibilità alle diverse aree di opportunità.
A tal fine è indispensabile mostrare alle aziende quale sarà la futura evoluzione dell'agenda globale e locale sui temi legati alla sostenibilità, evidenziando le potenziali connessioni con l'attività core dell'azienda" dice Riccardo Giovannini, Partner, Team Sustainability di EY.
Gli strumenti a disposizione sono molti, ma per la maggior parte delle aziende il maggior potenziale nei prossimi tre anni verrà soprattutto dall'adozione di sistemi di gestione (58%).
FOCUS SUGLI STRUMENTI
Gli esperti di DNV GL e EY hanno realizzato anche lo studio con un'analisi dei principali strumenti esistenti che consentono alle aziende di lavorare per l'integrazione della sostenibilità nel proprio core business; sia in una logica di supporto alla gestione delle attività ordinarie, sia come guida nella ridefinizione della strategia.
La valutazione ha evidenziato come vincente l'approccio dello "Shared Value", che vede nella creazione di valore condiviso per la comunità e per l'azienda la strategia maggiormente premiante, nella piena convinzione che la competitività del contesto di riferimento e delle imprese siano interdipendenti.
Non esistono strumenti in grado di supportare a 360° le aziende nel processo di integrazione della sostenibilità nel modello operativo; tuttavia il ricorso ai sistemi di gestione (indicato anche dalle aziende stesse), al reporting secondo le linee guida GRI e alla norma ISO 26000 possono fornire un valido aiuto.
Purtroppo al momento non esistono, invece, tool adeguati per la misurazione del grado di integrazione della sostenibilità o del livello di cultura della sostenibilità, interno ed esterno alle organizzazioni.
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