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venerdì 17 marzo 2017

Legambiente presenta Comuni Ricicloni Umbria

Comuni Ricicloni Umbria

A bordo del Treno Verde il Premio per le amministrazioni comunali che hanno ottenuto i migliori risultati nella quantità e qualità della raccolta differenziata

La regione sale al 57,7% con un aumento rispetto all'anno precedente del 7,1%

Balzo della provincia di Terni, Perugia ferma al palo

Sul podio delle tre classifiche Attigliano, San Gemini e Narni

Legambiente: "Anche in questa regione occorre voltare pagina sul tema dei rifiuti. Regione e Comuni devono ridefinire un sistema di gestione capace sì di creare economia, ma virtuosa, legale e che riporti al centro l'interesse prioritario dei cittadini e dell'ambiente"

Il rapporto completo sul sito www.trenoverde.it


Sale del 7 per cento la raccolta differenziata in Umbria, grazie soprattutto ai positivi risultati della provincia di Terni. Ed è in questo territorio che si trovano la quasi totalità dei Comuni Ricicloni e Comuni rifiuti free premiati questa mattina da Legambiente a bordo del Treno Verde. Amministrazioni comunali che hanno ottenuto i migliori risultati nella raccolta differenziata nel corso dello scorso anno e si sono distinte e per le pratiche di gestione sostenibile dei rifiuti. Luci e ombre invece nella provincia di Perugia, con buone quantità di raccolta differenziata ma troppo spesso di pessima qualità.

Il rapporto Comuni Ricicloni Umbria è stato presentato questa mattina a Foligno a bordo del Treno Verde - il convoglio ambientalista di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane, realizzato con la partecipazione del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che fino a domani è in sosta al binario 1 - da Giorgio Zampetti, Responsabile scientifico Legambiente; Davide Sabbadin, portavoce del Treno Verde; Maurizio Zara, vicepresidente Legambiente Umbria alla presenza di Gennaro Buonauro, Conai Consorzio Nazionale Imballaggi; Fernanda Cecchini, Assessore all'Ambiente Regione Umbria; Alessandra Santucci, Arpa Umbria.

La classifica di Comuni Ricicloni Umbria 2017 (realizzata con la collaborazione scientifica di Arpa Umbria e il contributo di Eurosintex e Polycart) si basa sulla produzione pro capite di rifiuto secco residuo portato a smaltimento; al contempo i comuni devono aver raggiunto e superato la quota minima del 65% di raccolta differenziata. Ai fini della classifica è stato valutato di escludere i comuni con una bassa qualità di frazione organica (percentuale di materiale non compostabile superiore al 10%).  Il primo rapporto Umbro dei comuni ricicloni propone quindi un nuovo modello di valutazione che guarda alla riduzione dei rifiuti e al massimo riciclo a partire della frazione organica, in linea con quanto andrà a richiedere l'Euorpa nel nuovo pacchetto sull'economia circolare. 

Per quanto riguarda i singoli comuni, il balzo compiuto dall'ATI 4 si conferma anche nei dati della classifica dei Comuni ricicloni umbri, quasi integralmente occupata dai comuni della Provincia di Terni con punte di eccellenza in alcuni piccoli comuni che in pochi mesi sono riusciti a raggiungere l'80% di raccolta differenziata e un rifiuto indifferenziato pro capite al di sotto dei 75 kg annui, facendoli classi care per la prima volta come comuni Rifiuti Free.

"Nell'ultimo anno in Umbria la magistratura ha portato alla luce molte storture e cattive gestioni dei rifiuti in Umbria – sottolinea Maurizio Zara, vicepresidente Legambiente Umbria -. Per anni l'assenza di una politica capace di governare il sistema dei rifiuti, ha fatto sì che la gestione degli interessi privati abbia prevalso su quelli collettivi. Trasparenza e legalità sono ancora più importanti alla luce della complessa gestione delle macerie post-sisma. Occorre voltare pagina celermente, Regione e Comuni devono fare chiarezza e ridefinire un sistema di gestione dei rifiuti capace sì di creare economia, ma virtuosa, legale e che riporti al centro l'interesse prioritario dei cittadini e dell'ambiente, puntando sulla riorganizzazione della raccolta differenziata a cominciare dalla frazione organica, passando alla tariffazione puntuale, decretando lo stop definitivo all'incenerimento dei rifiuti, aumentando i costi di discarica, per non renderla più conveniente e costruendo impianti di riciclo. Il nostro rapporto – conclude Zara - vuole essere uno stimolo e un contributo a questa presa di coscienza e a questo necessario e improrogabile cambio di passo".

Ma nonostante le emergenze e il grave ritardo di alcuni territori, l'Umbria, così come l'Italia, ha oggi tutte le carte in regola per fare da capofila nell'economia circolare europea grazie alle sempre più numerose esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti fondate su riciclaggio, raccolte differenziate domiciliari, sistemi di tariffazione puntuale, politiche di riuso e prevenzione. Una politica d'indirizzo voluta dalla stessa giunta regionale che, attraverso la DGR 34/2016 indirizza tutti i comuni a perseguire questi obiettivi.

"Nonostante tante buone pratiche ed esperienze di successo l'Italia non riesce ancora  a superare un sistema di gestione dei rifiuti basato su discariche e termovalorizzatori, perché purtroppo non esiste ancora una politica nazionale che punti con decisione sull'economia circolare – dichiara il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti -. Per mettere al centro il nuovo sistema virtuoso l'Italia ha un gran bisogno di politiche e impianti per il riuso e il riciclaggio e di un nuovo sistema di incentivi e disincentivi che rendano la prevenzione e il riciclo più convenienti, anche economicamente. Il viaggio del Treno Verde, dedicato quest'anno proprio all'economia circolare, dimostra che il Pese oggi è già pronto, con i Comuni ricicloni, consorzi pubblici e aziende virtuose che già oggi praticano l'economia circolare e che chiedono obiettivi ambiziosi di riciclo e recupero di materia. In questa direzione va anche la nuova categoria dei Comuni Rifiuti free, quelli cioè che nel corso dell'anno hanno prodotto meno di 75 kg di rifiuto indifferenziato per abitante ed hanno contestualmente raggiunto almeno il 65% di raccolta differenziata: questo per valorizzare le comunità che hanno puntato sul riciclo e la minimizzazione del rifiuto destinato a smaltimento in discarica".

Secondo i dati complessivi del rapporto la regione Umbria migliora nella raccolta differenziata (dati al 2016) salendo a quota 57,7%, con un aumento rispetto all'anno precedente del 7,1%. Incremento in gran parte dovuto al netto balzo compiuto dall'ATI42, quello della provincia di Terni, che ha visto crescere la propria percentuale di raccolta differenziata passando dal modesto 40,7% del 2015 al 57,4% del 2016, un balzo in avanti del 16,7% dovuto all'applicazione del piano d'ambito che ha previsto l'estensione del porta a porta.

Nella classifica dei comuni sotto i 5mila abitanti troviamo tre comuni della provincia di Terni: al primo posto Attigliano, con 65 kb/ab di rifiuto non differenziato pro capite e l'80,9% di raccolta differenziata; segue Montefranco con 70 kg/ab di rifiuto e il 78,4% di differenziata e Ferentillo con 72 kg rifiuti per abitante e il 77,4% di differenziata. I tre comuni sono premiati anche per essere Rifiuti free (quelli che nel corso dell'anno hanno prodotto meno di 75 kg di rifiuto indifferenziato per abitante ed hanno contestualmente raggiunto almeno il 65% di raccolta differenziata).

In quella dei comuni tra i 5mila e 20mila abitanti troviamo al primo posto San Gemini con il 72,7 per cento di raccolta differenziata e 101 kg/ab di rifiuti prodotti; Amelia (73,1% differenziata, 110 kg/ab di rifiuto) e Montecastrilli (72,4% rd e 113 kg/ab pro capite).

Infine la classifica dei comuni sopra i 20mila abitanti: sul gradino più alto del podio Narni con il 65,4% di raccolta differenziata e 136 kg di rifiuto per abitante; a seguire Bastia Umbra, unico comune della provincia di Perugia premiato, con una maggiore raccolta differenziata (68,8%) ma anche un maggiore rifiuto non differenziato pro capite (155 kg/ab); Orvieto al terzo posto con il 66,6 per cento di differenziata e 165 kg/ab.

Differenziare i rifiuti si tramuta anche in vantaggi economici per i Comuni come dimostrano i dati del Conai. Nella provincia di Perugia ad esempio, nel 2015, sono state raccolte 37.148 tonnellate di rifiuti di imballaggio (in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) che hanno permesso ai comuni della provincia di beneficiare, nello stesso anno, di 4,4 milioni di euro di corrispettivi per i maggiori oneri derivanti dalla raccolta differenziata degli imballaggi.

Nel rapporto Legambiente cita anche diverse buone pratiche: piccole e grandi attività che i comuni attuano per ottimizzare, regolarizzare e promuovere una raccolta differenziata di qualità per un potenziale avvio al riciclo efficiente e funzionale. Il rapporto vuole essere infatti anche l'occasione per mostrare alcune buone pratiche che potrebbero essere applicate e trasferite anche in altri comuni oltre che condivise con la comunità che come detto spesso non ne è a conoscenza. 

Tra queste: l'eco compattatori a Narni; la raccolta dedicata dei pannolini, pannoloni e traverse per anziani a Bastia Umbra e nei comuni dell'Ati 4; l'istituzione di guardie ecologiche addette ai controlli sul corretto smaltimento dei rifiuti e contro le discariche abusive e utilizzo di foto-trappole; il Progetto Solido e Legacciola Project contro gli sprechi alimentari; il miglioramento della raccolta differenziata grazie al servizio del centro di raccolta mobile "Ricimobile"; l'applicazione della tariffa puntuale; le azioni di rimozione dell'amianto dai territori.




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