Ferme immobili per il 90% del tempo e fumanti per il resto della giornata. Sono le 680.883 auto di proprietà sotto la Mole. Una distesa di lamiere – messe in fila occupano il percorso da Torino a Istanbul – che toglie spazio, bellezza e aria pulita ai torinesi. Se a queste aggiungiamo poi i 240mila pendolari automobilisti che ogni giorno entrano in città soltanto per il parcheggio delle autovetture si occupa una superficie grande di oltre 9 milioni di metri quadrati, più grande praticamente del Parco di Yellowstone.
Questa mattina, con un flash mob in corso Vittorio davanti alla stazione di Porta Nuova, il circolo Molecola di Legambiente in collaborazione con Arc18, ha acceso i riflettori proprio sull’occupazione dello spazio pubblico da parte delle automobili.
L’iniziativa è stata realizzata in concomitanza con l’arrivo in città del Treno Verde 2014 di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che conclude proprio a Torino il suo viaggio di due mesi lungo l’Italia per informare, sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le buone pratiche per una mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle polveri inquinanti, in sosta fino a venerdì 28 marzo, al binario 1 della stazione Porta Nuova.
“Le auto continuano a sottrarre spazio alla bellezza del nostro centro storico e alla qualità di vita dei torinesi. Se il desiderio di tutti è vivere in una città senza smog, più bella e vivibile, uno dei passi fondamentali è restituire lo spazio pubblico a pedoni, biciclette e trasporto pubblico - dichiara Federico Vozza, presidente del circolo Molecola di Legambiente -. Qualcosa negli ultimi anni è stato fatto ma siamo ancora molto distanti dalla realizzazione dell’idea dello stesso sindaco Fassino di trasformare il centro storico in una grande area pedonale, da replicare poi nei singoli quartieri. Saremmo sciocchi e poco smart se decidessimo di continuare a sacrificare i luoghi più belli della città, le nostre piazze, i nostri monumenti, a garage di lusso o alla sosta selvaggia.
E’ necessario al più presto abbracciare un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, che restituisca gli spazi pubblici alle relazioni sociali e li renda più sicuri e salutari”.
Secondo Legambiente per progettare la città post automobilistica occorre agire su due fronti: prevenire la domanda di mobilità e incentivare le forme di trasporto alternative all’auto privata. Occorre spostare la mobilità dall’auto privata a modalità più efficienti: mezzi collettivi, elettrici, su rotaia, a piedi e in bici e l’auto solo quando serve, con formule on demand: taxi, noleggio o car sharing.
Perché la mobilità del futuro sarà sempre più fatta di soluzioni flessibili, tagliate sulle esigenze del momento, che evitino l’inutile consumo di territorio di un sistema basato su auto di proprietà che rimangono ferme in parcheggio per il 90% del tempo. Dalla monocultura dell’auto alla multimobilità.
I cittadini e l’economia ne guadagnerebbero in termini di efficienza dei trasporti, efficienza energetica, vivibilità, qualità dell’aria, spazi pubblici di qualità, attrattività turistica, tempo sottratto alle code e all’autoimmobilismo.
Il 60% delle automobili viaggia con una sola persona a bordo. La percentuale raggiunge circa l’85% per quanto riguarda gli spostamenti dei pendolari e i viaggi di lavoro.
Un autobus è in grado di trasportare invece tante persone quante ne potrebbero trasportare 30 automobili, occupando sulla strada soltanto lo spazio di tre auto.
L’auto privata consuma territorio e sottrae spazio pubblico ai cittadini.
In tutte le città del mondo occidentale avanzato, l’auto privata è in declino o è sempre più confinata alle periferie: succede a Parigi, Londra, Berlino, New York.
La densità automobilistica costituisce senza alcun dubbio uno degli elementi maggiormente problematici per le città e distingue sfavorevolmente l’Italia nel panorama mondiale: rispetto ad alcune grandi capitali europee (Londra, Parigi e Berlino) che registrano valori molto bassi (circa 32 auto/100 ab), il tasso di motorizzazione della città di Torino, secondo il rapporto “Ecosistema Urbano” di Legambiente, si mantiene molto più alto, con 60 auto ogni 100 abitanti nel 2012 (E.U. XX ed.), superiore al tasso di motorizzazione medio delle altre grandi città italiane (56 auto/100 ab).
Nessun commento:
Posta un commento