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giovedì 5 giugno 2014

EcoTyre raggiunge un saldo ambientale positivo. Presentato oggi l'Annual Report 2013

Presentazione 
Annual Report 2013
 
 
​EcoTyre raggiunge un saldo ambientale positivo:

avvia al riciclo una quantità di PFU pari al 107%
degli pneumatici immessi sul mercato dai propri Soci

Primo Consorzio in Italia per numero di Soci: oltre 300
Secondo Consorzio per quantitativi raccolti con più di 42 milioni di kg di PFU
La rete capillare copre tutta la penisola attraverso 7.427 punti di raccolta


In appena tre anni di attività, EcoTyre si è affermato con un ruolo di primo piano nella gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), provenienti dal mercato nazionale del ricambio. Si riconferma la prima realtà italiana per numero di Soci, che passano da 238 a fine 2013 a oltre 300 Associati nel 2014, a testimonianza della fiducia degli addetti ai lavori nell'operato del Consorzio.

La raccolta degli PFU in ItaliaCon una rete di raccolta capillare ed efficiente, sono stati raggiunti importanti risultati nei quantitativi gestiti, arrivando a 42.770.382 Kg di PFU raccolti e contabilizzati nel 2013, con un aumento del 32,35% rispetto all'anno precedente, comprendenti le attività di raccolta ordinaria (+10,8% rispetto al 2012), le missioni di ritiro, una novità del 2013, presso i demolitori dei veicoli a fine vita della rete ACI e gli PFU derivanti dagli interventi straordinari di raccolta (in gran parte presso stock storici). Un anno impegnativo che ha portato il saldo della raccolta al 107% rispetto all'immesso sul mercato dai Soci. A livello regionale, il Piemonte, con 5.621.442 kg, si aggiudica la medaglia d'oro, seguito dalla Lombardia, con 5.154.686 kg, e dall'Emilia Romagna, con 4.656.049 kg.

EcoTyre opera in tutta la penisola, grazie alla propria rete logistica costituita da 37 Raccoglitori Operativi impegnati quotidianamente nella raccolta di PFU presso i numerosi punti di raccolta, passati da 7.230 del 2012 ai 7.427 dell'anno successivo (+3%) e dislocati in tutte le Regioni italiane. La radicata presenza sul territorio consente al Consorzio di ottimizzare tempi e costi di ritiro attraverso una logica di prossimità. I PFU sono raccolti dai Partner Operativi più vicini e consegnati all'impianto più adatto sia dal punto di vista della distanza che dell'efficienza del trattamento. Questo permette a EcoTyre di raccogliere attualmente più di uno pneumatico al secondo.

Anche per quanto riguarda le missioni di ritiro, il 2013 è stato un anno di assoluta crescita. Sono state, infatti, 20.620 le missioni effettuate, di cui 18.853 presso i punti di raccolta e 1.317 presso la rete ACI, con un incremento registrato del 54% rispetto all'anno precedente, dove invece i ritiri complessivi sono stati 13.386, mentre gli interventi straordinari sono stati 162.

Le classi di PFUSono quattro le classi di PFU gestite suddivise per tipologia: la classe 1, la più numerosa per quantitativi (82,21% del totale), include gli pneumatici per auto e moto che hanno un peso inferiore ai 20 Kg; la classe 2 raggruppa i pezzi da oltre 20 Kg, come quelli per gli autocarri; la classe 3 è costituita, invece, da pneumatici dal peso fino a 300 Kg e, infine, l'ultima classe, la 4, comprende i pezzi dal peso superiore ai 300 Kg.

I benefici ambientaliLa sostenibilità ambientale è l'obiettivo alla base dell'operato di EcoTyre. Il PFU non è considerato un semplice rifiuto da gestire, ma anche e soprattutto una risorsa che può essere valorizzata, salvaguardando al tempo stesso l'ambiente. Proprio per questo il Consorzio promuove una corretta valorizzazione degli PFU attraverso l'individuazione di nuovi impieghi. Sugli pneumatici, trattati da aziende selezionate, si operano una serie di triturazioni finalizzate a ottenere granulati di gomma di dimensioni sempre minori. 

Nella fase di trattamento, inoltre, grazie all'ausilio di speciali attrezzature, viene separata la componente plastica dagli altri materiali, in particolare metalli e residui tessili. Successivamente gli PFU possono prendere tre direzioni: il riutilizzo attraverso cui una parte degli pneumatici può essere sottoposta a trattamenti di rigenerazione per poi essere riutilizzata sui veicoli; il recupero di materia cioè il rimpiego di quasi il 70% del polverino in una serie di applicazioni, come le superfici sportive, l'arredo urbano, asfalti modificati, pavimentazioni e manufatti, opere di ingegneria civile, etc.; la restante quota di PFU (circa il 30%) è utilizzata per il recupero di energia.

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