Gli agricoltori per proteggere i vigneti dagli attacchi degli ungulati costruiscono reticolati con tondini di ferro, che alle volte, neanche bastano. Ma soprattutto, non passa un giorno che non si registri uno o più incidenti stradali per gli attraversamenti incontrollati degli animali salvatici. Danni ingenti nelle campagne di quasi tutte le regioni italiane. Per questo motivo Il Presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori chiede con forza l'intervento dell'esercito. La situazione -sostiene Scanavino- è grave, insostenibile e non governata. Sono anni che denunciamo ciò che si sta puntualmente verificando nel Paese, ma il fenomeno evidentemente è stato sottovalutato dalle Istituzioni. Aldilà di tutti "i Piani" e le azioni che verranno pianificate con il tempo, ora c'è bisogno di un intervento immediato. Bisogna tener presente -continua Scanavino- che le esigenze degli agricoltori e dei cittadini non sono quelle del mondo venatorio, i due interessi vanno tenuti separati e distinti. Infatti, è impensabile affidare il "governo" di una partita così complessa ai cacciatori. E' scritto sulle norme che regolano l'attività venatoria che l'ispirazione è quella di tutelare la fauna selvatica, e tra l'altro gli agricoltori condividono l'impostazione di legge, ma in questa fase è in gioco una partita diversa, la sicurezza dei territori, delle aziende e delle persone. Da qui invoco un intervento statale. Le carni derivate dal "piano di selezione" dell'esercito, dopo i dovuti controlli sanitari, -conclude il Presidente della Cia- potrebbero essere destinate agli indigenti.
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