La corretta gestione deiI RAEE consente il recupero di materie prime importanti (ferro, alluminio, rame, plastica, ecc.), ma anche di metalli preziosi (come oro, argento, rame, ecc.) che sono riutilizzabili nei cicli produttivi. Inoltre, evita un costo per il Comune e per la Società di gestione del ciclo urbano dei rifiuti, ma soprattutto evita un danno ambientale, infatti, i RAEE contengono anche sostanze inquinanti, come i clorofluorocarburi, e tossiche, come il mercurio, altamente nocive per l'uomo e per l'ambiente.
Ogni italiano produce ogni anno in media 14,7 kg di RAEE; di questi solo poco più di 4 kg pro-capite, pari a circa il 30% dell'immesso sul mercato, viene correttamente raccolto e avviato al recupero. È necessario incrementare la raccolta e il riciclo dei RAEE, soprattutto a fronte dei nuovi obiettivi che la Comunità Europea impone agli Stati Membri. La Nuova Direttiva RAEE 2012/19/UE, che è stata recepita dal nostro Paese attraverso l'approvazione del Decreto Legislativo n.49 del 14 marzo 2014, prevede la modifica dei quantitativi minimi di RAEE da raccogliere e cambia i parametri per il calcolo dei tassi di raccolta. La soglia minima da rispettare non si baserà più sui chilogrammi di RAEE raccolti per ogni abitante, ma sul rapporto tra i quantitativi raccolti e la media delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Dal 2016 si dovrà raccogliere il 45% dell'immesso sul mercato, per poi passare al 65% nel 2019: un obiettivo importante da raggiungere, anche attraverso un importante opera di educazione ambientale.
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