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sabato 30 aprile 2016
Dalle bottiglie alle bottiglie: il progetto CORIPET per il PET riciclato
L'obiettivo è chiudere il cerchio della raccolta e avvio al riciclo delle bottiglie, creando un'offerta italiana di polimero riciclato adatto al contatto diretto con gli alimenti
I consorziati CORIPET (ente privato senza fini di lucro al pari di CONAI/COREPLA) hanno presentato al Ministero dell'Ambiente la richiesta di autorizzazione ad operare come sistema autonomo per la gestione diretta degli imballaggi in PET per liquidi alimentari in adempimento degli obblighi derivanti dalla responsabilità estesa del produttore (EPR).
Di CORIPET fanno parte sei aziende del settore acque minerali e soft drink, rappresentative complessivamente del 31% dell'immesso al consumo (Ferrarelle spa, Lete spa, Maniva spa, Norda spa e San Pellegrino spa-gruppo Nestlè Waters, insieme alla Drink Cup srl, che produce boccioni di acqua), e tre imprese di riciclo della plastica (Aliplast spa, Dentis srl e Valplastic spa).
Tra gli obiettivi dei nove consorziati c'è il "bottle to bottle": chiudere il cerchio del riciclo delle bottiglie in PET in Italia, per avere a disposizione PET riciclato (RPET) idoneo per produrre gli imballaggi dei liquidi alimentari.
Le prescrizioni della normativa europea e dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) stabiliscono che negli imballaggi destinati al contatto diretto con alimenti e bevande possa essere presente fino al 50% di polimero riciclato, a condizione che provenga da una raccolta tracciata e trattato da riciclatori autorizzati, come le aziende Aliplast spa, Dentis srl e Valplastic spa.
Per raggiungere questo scopo, i consorziati CORIPET il 12 aprile scorso hanno appunto presentato istanza al Ministero dell'Ambiente per operare come sistema autonomo fuori dal circuito CONAI, il Consorzio obbligatorio per gli imballaggi istituito nel 1997 con il decreto Ronchi, che nel settore degli imballaggi plastici opera tramite il consorzio di filiera COREPLA. Il Ministero è ora chiamato a pronunciarsi entro 90 giorni.
A tal fine, una delle modalità con cui CORIPET punta a intercettare le bottiglie post consumo è quella degli ecocompattatori intelligenti collocati nei supermercati di tutta l'Italia, in grado di coniugare la tracciabilità della raccolta con incentivi per gli utenti.
Le macchine, infatti, ritirano solo bottiglie in PET registrando luogo e ora di ogni conferimento, e restituiscono agli utenti sconti e promozioni da utilizzare negli esercizi convenzionati.
Non si tratta di un sistema di vuoto a rendere legato ad una cauzione pagata dal consumatore al momento dell'acquisto, né un riutilizzo del medesimo contenitore, ma di un ciclo chiuso di raccolta e avvio al riciclo di contenitori alimentari in Pet per la fabbricazione di nuove bottiglie.
A quelle intercettate attraverso gli ecocompattatori si aggiungeranno le bottiglie in PET provenienti dalle raccolte differenziate tradizionali urbane: imballaggi che CORIPET intercetterà con l'ausilio dei Comuni e dei centri che separano le plastiche proprio come oggi fa COREPLA, sulla base di un accordo quadro che il nuovo Consorzio punta a stringere con l'Associazione dei comuni italiani (ANCI) riconoscendo ai Comuni maggiori corrispettivi rispetto a quelli attuali.
Questi imballaggi, non provenendo da una raccolta tracciata, non rispettano i rigidi requisiti dell'EFSA per la produzione di imballaggi alimentari, ma potranno comunque essere avviati a riciclo e utilizzati per produrre molti altri tipi di manufatti.
In totale, il nuovo consorzio nei prossimi cinque anni intercetterà e avvierà al riciclo una quantità di bottiglie in PET pari all'83% degli imballaggi immessi al consumo dalle sei aziende di acque minerali consorziate.
La decisione di costituirsi come sistema autonomo è maturata in particolare con lo scopo di trovare una soluzione all'offerta quasi inesistente, a fronte di una crescente domanda, di PET di seconda vita proveniente dall'Italia utilizzabile per gli imballaggi alimentari, e comunque di intercettare e riciclare maggiori quantitativi di PET.
Infatti ancora nel 2014 la metà (circa 200 mila tonnellate) degli imballaggi in PET immessi a consumo in Italia (circa 400 mila totali) non sono stati riciclati: sono stati viceversa smaltiti in discarica, inceneriti o dispersi nell'ambiente.
Non solo: grazie alla partecipazione diretta di riciclatori e produttori-utilizzatori di imballaggi, CORIPET rappresenta un'applicazione del principio comunitario della "responsabilità estesa del produttore".
Inoltre, il sistema CORIPET si inserisce nell'ambito del processo di liberalizzazione già auspicato dall'Antitrust, confermato anche di recente con l'autorizzazione concessa al consorzio Conip per la gestione dei pallet che si affianca alle precedenti autorizzazioni concesse a gestire le cassette di frutta (sempre in capo a CONIP) e PARI per i film in polietilene a bassa densità.
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