Roma, 16 novembre - "La situazione è gravissima e ora c'è il rischio che la Miteni se ne vada, abbandonando il bubbone ai veneti e alle prossime generazioni. Questo è inaccettabile, chi inquina paga e chi ha inquinato pagherà, di qui non si muove nessuno". Lo affermano le deputate del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo e Sara Cunial commentando la notizia dei reati su cui indaga la magistratura rispetto all'inquinamento da Pfas in Veneto: disastro e avvelenamento delle acque.
Rispondendo oggi in Aula per il governo ai deputati veneti del Movimento 5 Stelle, i quali avevano presentato un'interpellanza urgente sul tema dei Pfas e della Miteni, il sottosegretario all'ambiente Salvatore Micillo ha delineato sviluppi immediati per le indagini sulla contaminazione da Pfas. "In merito al procedimento penale avviato nel 2016, il Ministero della Giustizia ha fatto presente che le indagini sono sostanzialmente concluse ed è previsto a breve il deposito degli atti per i reati di cui all'art. 439 e 434 del codice penale – valga detto Sottosegretario – e condotte contestate successivamente al 2012 costituiscono, invece, oggetto di separato procedimento avviato nel 2018".
Il Ministero dell'Ambiente ha quindi confermato lo svolgimento, anche da parte delle Amministrazioni locali, "con particolare impegno ogni azione volta a tutelare la salute pubblica e l'ambiente, monitorando e partecipando alle attività poste in essere dagli altri soggetti interessati, per garantirne il successo". Il ministero ha inoltre ricordato di aver già incaricato l'Ispra nel 2016 di aver valutato la sussistenza di un danno ambientale ed è stata avviata un'istruttoria: questo procedimento ha portato a un rapporto finale, redatto in collaborazione con Arpa, che verrà chiuso a breve.
"Ci auguriamo che la Procura chiuda presto la fase delle indagini, i reati ipotizzati di disastro e avvelenamento delle acque sono gravissimi – dicono Cunial e Businarolo – tutti si stanno impegnando, dalla politica ai lavoratori, che pur essendo i primi contaminati e i primi colpiti sotto il profilo occupazionale si sono impegnati per mantenere in funzione la barriera idraulica anche con la chiusura degli impianti. Gli unici a far finta di niente sono quelli di Miteni, che hanno già le valigie in mano".
Nessun commento:
Posta un commento