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sabato 30 settembre 2017
AMBIENTE, (M5S): GRAVE CHE ECONOMISTI GIUSTIFICHINO IN TV AVVELENAMENTO NOSTRO PAESE
venerdì 29 settembre 2017
Presentato il Report sulla qualità dell’aria della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, realizzato in collaborazione con ENEA e in partnership con Ferrovie dello Stato
Nel mondo ogni anno milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico e 9 persone su 10 vivono in luoghi con livelli di inquinamento più alti di quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di numeri che spingono a considerare questo fenomeno come una vera e propria pandemia. L’inquinamento atmosferico in Europa causa ogni anno la morte di oltre 500.000 persone e ha costi esterni stimati da 330 a 940 miliardi di euro, tra il 2% e il 6% del Pil comunitario. Per quanto riguarda i due inquinanti più critici a livello sanitario, particolato (PM10) e biossido di azoto (NO2), più della metà degli Stai membri, Italia compresa, è in procedura di infrazione.
La qualità dell’aria nelle città italiane, nonostante i miglioramenti dovuti alle tecnologie, alle nuove regolamentazioni, a un mix energetico migliore e a carburanti più verdi, resta sempre critica soprattutto in alcuni hot spot. Non solo il bacino padano - da Torino a Venezia - ma anche l’area metropolitana di Roma, quella di Napoli, l’area del frusinate, la Puglia, la costa sud est della Sicilia. L’Italia, con oltre 90.000 morti premature e 1.500 decessi per milione di abitanti (1.116 solo per il particolato PM2,5) è maglia nera tra i grandi paesi europei per l’inquinamento atmosferico (1.100 in Germania, 800 in Francia e Regno unito, 600 in Spagna). I responsabili? Il traffico stradale, ma anche l’agricoltura e il riscaldamento a biomasse legnose.
“Ancora oggi – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – l’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali minacce ambientali e sanitarie della nostra epoca. Per vincere la sfida della qualità dell’aria dobbiamo innovare le nostre politiche, tenendo conto delle caratteristiche dell’inquinamento attuale, degli impatti potenziali del cambiamento climatico in corso, del ruolo crescente di settori “non convenzionali” che si aggiungono ai trasporti e all’industria, come le emissioni derivanti dal comparto agricolo e dal riscaldamento residenziale in particolare delle biomasse. L’Italia, se non cambierà rotta, non centrerà i nuovi target europei al 2030 e lo sviluppo della green economy in ambito urbano, ma non solo, è la soluzione più efficace per risolvere questa situazione”.
Il DNA dell’inquinamento italiano è stato studiato dal Report sulla qualità dell’aria, la ricerca realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Enea e con la partnership delle Ferrovie dello Stato, che propone un vero e proprio decalogo per mettere in campo misure nuove e più incisive contro l’inquinamento atmosferico, soluzioni strutturali che superino le emergenze e puntino sullo sviluppo della green economy.
Dieci proposte che toccano temi di carattere generale e altri di tipo più specifico relativi ai singoli settori. Eccoli in sintesi:
1. Gli amministratori locali sono diventati una specie di capro espiatorio e devono essere aiutati: per questo serve una Strategia nazionale per la qualità dell’aria, che rinnovi la governance migliorando l’integrazione e centralizzando alcune responsabilità per incidere sulle politiche nazionali dei trasporti, sull’energia, sull’edilizia etc. e individuare misure strutturali ed eccezionali valide su tutto il territorio nazionale;
2. La combustione energetica è il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico ma fino a oggi l’orientamento ambientale è stato quello di puntare a ridurre le emissioni di gas serra, anche a scapito della qualità dell’aria (come la promozione dei veicoli diesel o dell’utilizzo di combustibili legnosi in impianti inefficienti).
Le politiche energetiche, a cominciare dalla nuova Strategia Energetica Nazionale, devono invece includere una valutazione degli impatti non solo sulla CO2 ma anche sui principali inquinanti atmosferici;
3. Agire con misure straordinarie e divieti nelle città solo dopo che sono stati raggiunti livelli critici di inquinamento non consente di risolvere l’emergenza: è necessario passare a un “approccio preventivo all’emergenza” mettendo in campo le misure prima che vengano raggiunti livelli di inquinamento critico. Disponiamo oggi degli strumenti per poterlo fare ma dobbiamo puntare ancora di più su ricerca e conoscenza;
4. Un sistema di mobilità basato sull’auto di proprietà è il primo ostacolo al miglioramento della qualità dell’aria nelle città: bisogna mettere in campo interventi e soluzioni per portare il parco circolante italiano a meno di 1 vettura ogni 2 abitanti (come oggi in Francia): si può fare scoraggiandone l’uso (low emission zone, aree pedonali e ciclabili, limitazione alla sosta, etc.) e sviluppando la mobilità condivisa (trasporto su ferro, bike sharing, car sharing, integrazione con il trasporto pubblico, etc.);
5. Gli investimenti pubblici sulle infrastrutture per i trasporti seguono ancora vecchie logiche: solo il 10% va sulla mobilità urbana che invece è il primo settore su cui bisogna agire, e di questi meno della metà su modalità sostenibili: bisogna invertire questo rapporto e liberare ingenti investimenti pubblici in favore del trasporto rapido di massa, delle infrastrutture ciclo-pedonali, di sistemi di logistica intelligente;
6. Le politiche incentrate sugli standard Euro non hanno funzionato come oramai diventato di pubblico dominio dopo lo scandalo del “dieselgate”: servono nuovi strumenti fiscali, economici, regolatori per ridurre velocemente il numero dei veicoli diesel e benzina facendo crescere quelli ibridi plug-in, quelli full-electric e quelli a gas (in particolare su trasporto navale e merci) sul breve termine;
7. Il settore residenziale è il primo responsabile dell’inquinamento da particolato atmosferico e negli ultimi anni, nonostante le politiche e misure messe in campo, non ha visto migliorare in modo significativo la propria efficienza energetica: serve un cambio di passo, con strumenti e sistemi di finanziamento innovativi capaci di promuovere interventi di deep renovation intervenendo su interi edifici o gruppi di edifici esistenti e raggiungendo riduzioni dei consumi nell’ordine del 60-80%;
8. Nonostante siano spesso percepite come favorevoli all’ambiente e diano un contributo importante in termini di riduzione delle emissioni di CO2, le biomasse legnose contribuiscono in modo significativo all’inquinamento da particolato atmosferico nelle città: servono delle linee guida nazionali sull’utilizzo delle biomasse che forniscano chiare indicazioni circa le tecnologie da adottare e le modalità di utilizzo, incluse possibili interdizioni per impianti inquinanti in aree critiche;
9. L’ammoniaca è un importante precursore del particolato atmosferico e l’agricoltura è responsabile del 96% delle emissioni nazionali di questo inquinante (principalmente da fertilizzanti e allevamenti) che secondo i risultati di alcune indagini a Milano contribuisce per il 35% dell’inquinamento dal PM10: il comparto agricolo deve quindi promuovere nuovi interventi volti a ridurre l’azoto in eccesso nei terreni (ad esempio con agricoltura di precisione e copertura dei suoli), a mitigare l’impatto degli allevamenti (ad esempio attraverso mangimi speciali e la produzione di biometano) e a sviluppare l’agricoltura biologica meno impattante;
10. Nonostante i miglioramenti, l’industria è ancora il principale settore in Italia per emissioni di SOX e COVNM, che sono importanti precursori del particolato atmosferico: è possibile migliorare adottando per i grandi impianti (come impianti petrolchimici, cementifici, centrali elettriche, etc.) i limiti più stringenti previsti per le migliori tecnologie disponibili (le c.d. BAT), definendo nuovi limiti alle emissioni e istituendo un inventario delle emissioni per i piccoli impianti, promuovendo l’elettrificazione e l’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale in impianti ad altissima efficienza.
Roma, 29 settembre 2017
Ambiente: salvate in Italia 1/3 piante e animali UE
giovedì 28 settembre 2017
Assessorato Ambiente Roma - MDF - AIEE - Convegno: Modelli per la valutazione dell'impatto ambientale
Nuovo report su sussidi fonti fossili in UE e Italia
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La ceramica entra nell'arredo urbano con l'economia circolare
SAXA GRES SPA PRESENTA IL NUOVO CICLO INDUSTRIALE CON IL RECUPERO DELLE CENERI DEI RIFIUTI URBANI NEGLI IMPASTI E CON IL BIOMETANO PER L'ENERGIA
CERSAIE, Fiera di Bologna Tavola rotonda c/o Sala Intermezzo Ingresso Costituzione, Padiglioni 19-20
Il progetto è stato reso possibile anche dalla fiducia di investimenti internazionali provenienti da una holding inglese gestita dal manager Daniele Bartoccioni Menconi - circa 20 milioni di euro dalla vendita di minibond quotati alla borsa di Vienna. È stata così garantita la ripartenza di Saxa Gres con 80 nuove assunzioni e un processo produttivo che offre competitività secondo le nuove norme del Green Public Procurement. Il gres di Saxa infatti è conforme alle richieste delle amministrazioni pubbliche per le gare di appalto. Verrà utilizzato in maniera inedita per il gres porcellanato, per pavimentare strade e piazze, sia nella versione piastrella (da 3 centimetri di spessore) che in quella sanpietrino: prodotti più resistenti, reperibili, personalizzabili e soprattutto più sostenibili a livello economico, rispetto alle pietre di basalto che ormai arrivano dal Sud Est asiatico.
Fondazione BCFN: nel mondo l’impronta idrica ammonta a 7.452 miliardi di metri cubi di acqua, più del doppio del fiume Mississippi. E in Italia siamo ancora lontani dal raggiungimento degli SDGs
mercoledì 27 settembre 2017
La transizione a una circular economy e il futuro del riciclo degli imballaggi in Italia | 03/10, h. 10:00, Università Bocconi, via Sarfatti 25 Milano
E IL FUTURO DEL RICICLO DEGLI IMBALLAGGI IN ITALIA
Università Bocconi, Sala dei Notari
Via Sarfatti, 25 - Milano
I dipendenti Mareblu con Legambiente puliscono il mondo!
Ambiente ed ecologia alla XV edizione di BergamoScienza (30 settembre - 15 ottobre)
Inaugura il primo network torinese di ricarica evway dedicato ai veicoli elettrici
L’App evway, sviluppata da Route220, è gratuita per IOS, Android e WindowsPhone. Fornisce una mappatura completa e interattiva di tutte le stazioni di ricarica, in Italia e in Europa, accompagnate dall’indicazione di punti di interesse e di attività commerciali nelle vicinanze (https://evway.net/app/).
- 100.000 prese di ricarica mappate in Europa, di cui 3700 in Italia;
- 18.000 prese in tutta Europa attivabili tramite App o KeyHanger;
- 75 punti di ricarica installati, di cui 40 ad accesso pubblico e a cui si vanno ad aggiungere i 20 previsti per il comune di Torino;
- 15 nuovi operatori di ospitalità ed altrettanti Comuni hanno aderito al network evway nell’anno corrente;
- 115 kWh erogati, 1.725 sessioni di ricarica avviate e circa 18.361 kg di CO2 risparmiati nel primo semestre dell’anno;
- + 5.000 download dell’App;
- 65.000 utenti raggiunti in tutta Europa.
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