Convegno Mercato elettrico: oltre la maggior tutela?
Vigevano: «AU, un benchmark al servizio di un mercato più competitivo»
La SpA pubblica Acquirente Unico presenta due studi che analizzano le performance del mercato tutelato e di quello libero e pongono a confronto il modello di regolazione italiano e quelli dei maggiori paesi europei.
Roma, 3 aprile 2014 – A sette anni di distanza dalla apertura del mercato elettrico ai piccoli consumatori, il prezzo del mercato tutelato per le micro e piccole imprese è da 4 anni inferiore ai prezzi praticati dal mercato libero, in concomitanza con un regime di prezzi discendenti. Mentre la quota del prezzo finale dell’energia pagato dai cittadini che si forma sul mercato è tra le più ampie in Europa: 47% in Italia contro il 35% della Germania.
È questo il quadro che emerge da due studi promossi dalla SpA pubblica Acquirente Unico-AU: «I prezzi dell’energia elettrica per le micro e piccole imprese nelle rilevazioni della Camera di Commercio di Milano» e «Indagine comparata delle componenti di prezzo retail e degli strumenti di tutela nel mercato elettrico liberalizzato». Gli studi, realizzati rispettivamente dall’istituto REF e da un team guidato dalla prof. Fabiana Di Porto, dell’Università del Salento, sono stati presentati oggi ai principali operatori del settore e ai rappresentanti delle Istituzioni.
«In tutta Europa», ha affermato Paolo Vigevano, presidente e amministratore delegato dell’AU, «i prezzi dell’energia sono in calo, ma ovunque i consumatori non beneficiano di questo fenomeno per via dei crescenti oneri fiscali e parafiscali che si scaricano in bolletta. Si tratta di fenomeni su cui riflettere, soprattutto in un momento in cui il Governo sta predisponendo politiche per la discesa dei prezzi dell’energia per le imprese di medie e piccole dimensioni».
«Per quanto riguarda l’Italia», ha continuato Vigevano, «dobbiamo salutare come un successo il fatto che, comunque, un terzo degli utenti ha deciso di scegliere un operatore e affidarsi alle offerte del libero mercato, lasciando così il mercato tutelato.Certo, noi tutti vorremmo che dagli attuali 1,2/1,5 milioni di clienti l’anno si passasse a 2 o 3 milioni di transiti l’anno».
Come emerge dallo studio «I prezzi dell’energia elettrica per le micro e piccole imprese», il fatto che l’uscita dal mercato tutelato non sia più rapida va imputato alle difficoltà di un momento in cui si somma, in Italia, la sovracapacità dell’offerta e la contemporanea crisi della domanda. Occorre, invece, guardarsi da interpretazioni secondo cui il mercato tutelato costituisce un fattore distorsivo della concorrenza. Il mercato tutelato è, piuttosto, il benchmark che consente una efficace politica di offerta. Forme di tutela, inoltre, sono presenti in vario modo in tutti i paesi europei, come pone in evidenza l’indagine comparata delle componenti di prezzo retail. In Gran Bretagna, patria della liberalizzazione, il regolatore interviene addirittura per verificare che eventuali aumenti di prezzo decisi dagli operatori rispecchino effettive variazioni nei costi.
«Qualunque revisione dell'attuale meccanismo di tutela nel settore elettrico che voglia favorire il passaggio verso il mercato libero», ha concluso il presidente e amministratore delegato di AU, «deve essere indirizzata a creare le condizioni affinché le offerte diventino più competitive a favore del consumatore e per stimolare la concorrenza. Soprattutto in una fase di crisi gravissima per le famiglie, per i consumatori e le PMI, ma anche per tutti gli altri attori, occorre guardarsi dal rischio di produrre soluzioni inefficaci perché di breve respiro».–
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