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venerdì 9 maggio 2014

ERSA è realtà. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inaugurato la più grande opera idrica italiana degli ultimi anni che depura al 100% l'area metropolitana fiorentina

ERSA è realtà. A meno di un anno dalla inaugurazione e consegna dei lavori per il secondo lotto, l'Emissario in Riva Sinistra è terminato e da oggi colletta i reflui di circa 120 mila abitanti all'Impianto di Depurazione di San Colombano. Un'opera fondamentale per la tutela dell'ambiente e per la città di Firenze che termina in clamoroso anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista ad inizio lavori. Il collettore, come detto, permette la depurazione delle acque reflue di metà di Firenze e Bagno a Ripoli ancora non collegate al depuratore di San Colombano.

Erano presenti all'inaugurazione Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri, Erasmo D'Angelis, capo struttura dell'unità di missione contro il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi, Guido Bortoni, Presidente Autorità per l'Energia Elettrica, Gas e il Sistema Idrico, Anna Rita Bramerini, Assessore Ambiente ed Energia della Regione Toscana, Renzo Crescioli, Assessore all'Ambiente della Provincia di Firenze, Dario Nardella, Vicesindaco del Comune di Firenze, Simone Gheri Sindaco di Scandicci, Alessandro Cosimi, Presidente Autorità Idrica Toscana, Alessandro Mazzei, Direttore Generale Autorità Idrica Toscana, Gaia Checcucci, Segretario Generale Autorità di Bacino del Fiume Arno, Paolo Gallo, Amministratore Delegato Acea SpA, Filippo Vannoni, Presidente di Publiacqua, e Alberto Irace, Amministratore Delegato di Publiacqua.

Se i lavori sul primo tratto dell'Emissario si sono conclusi nel marzo scorso oggi sono stati completati gli interventi relativi ai circa 2 chilometri di tubazione la cui ultimazione era inizialmente prevista entro novembre 2014

E' stato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in persona ad effettuare la manovra meccanica di apertura della paratia che ha consentito di fermare la corsa dei reflui che si gettavano ancora in Arno e che da oggi vengono invece indirizzati al grande depuratore di San Colombano.  Una manovra, quella del Presidente del Consiglio, che ha reso operativo ERSA, l'Emissario Riva Sinistra dell'Arno, lungo complessivamente 7,4 km, rendendo così l'intera area metropolitana fiorentina la prima in Italia depurata al 100% e chiudendo una storia vergognosa di scarichi nel fiume che è andata avanti per secoli.

Un lavoro realizzato grazie ad una solida intesa istituzionale
La realizzazione di ERSA è possibile grazie anche al Protocollo di Intesa siglato in data 1 luglio 2010 tra Regione Toscana, Autorità Idrica Toscana (ex Autorità di Ambito Ottimale n. 3 Medio Valdarno), Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Comune di Scandicci e Publiacqua Spa, che ha permesso di definire e superare le difficoltà autorizzative che spesso opere del genere incontrano. Un lavoro di squadra tra le diverse istituzioni interessate che hanno assunto, tra le loro priorità, la realizzazione di un'opera fondamentale per lo sviluppo della qualità ambientale di Firenze e, più in generale, di tutta l'area regionale posta a valle del capoluogo fiorentino. Anche per questo ERSA rappresenta un esempio di buon governo del territorio.
Un lavoro portato a termine, tra l'altro, in accordo e con la collaborazione del Quartiere 4, per informare puntualmente i cittadini e limitare quindi al massimo i disagi per le modifiche alla viabilità della zona.

Un'opera che mette Firenze al riparo dalle sanzioni europee
Per effetto dell'elevato stato di avanzamento dei lavori di ERSA, nel maggio del 2013, l'area fiorentina fu  derubricata dalla procedura d'infrazione aperta dalla Comunità Europea nei confronti dello Stato Italiano per la mancata depurazione dei reflui provenienti da agglomerati urbano con più di 2000 abitanti equivalenti. La conclusione dell'intervento, in tempi brevi, permette di guardare con fiducia ed ottimismo anche ad eventuali ulteriori procedure dovessero aprirsi per la stessa motivazione.

Un risultato importante dal momento che la procedura d'infrazione prevede sanzioni pesanti (da minimo di 11.904 € a un massimo di 714.240€, per ogni giorno di ritardo nell'adeguamento oltre ad una somma forfetaria calcolata sulla base del PIL e che per l'Italia è pari a un minimo di 9.920.000€) e il rischio di sospensione dei finanziamenti europei.

Le caratteristiche tecniche dell'opera

Il più grande cantiere idrico italiano
L'emissario in Riva Sinistra consiste nell'interramento di una tubazione che corre per 6,8 km lungo l'asse principale sull'argine dell'Arno. A questa si aggiunge una conduttura di un 1 metro di diametro lunga 600 metri, che raccoglie i reflui che scaricano attualmente nel Fosso degli Ortolani e sono collettati anche gli scarichi di Bagno a Ripoli per 20.000 abitanti. Il costo complessivo dell'opera è di 71,5 milioni di euro, comprensivo anche dei costi per la messa in sicurezza e la bonifica di un'immensa area grande come 15 campi di calcio, utilizzata nei decenni scorsi come discarica abusiva di rifiuti dell'edilizia e del dopo-alluvione di Firenze, individuati lungo il tracciato. È di circa 14 milioni l'importo per i lavori del secondo lotto.  

Il secondo lotto: ultimato a tempo di record
Il secondo lotto, suddiviso in 3 sotto-sezioni che sono state realizzate parallelamente, prevedeva il collegamento tra l'Emissario meridionale e il Fiume Greve, punto di congiungimento al primo lotto che è stato ultimato a marzo 2014.
Il tratto iniziale consiste in uno scatolare prefabbricato in cemento armato (300x300 cm) lungo circa 800 metri. In affiancamento di questo è stata posata una condotta di acquedotto in ghisa sferoidale, una fornitura aggiuntiva dell'appalto.
La seconda sezione del tracciato prosegue in una condotta in ghisa sferoidale del diametro di 1,8 metri per una lunghezza di circa 750 metri.
La terza e ultima sezione, che collega il secondo al primo lotto, avviene per mezzo di una condotta in ghisa sferoidale del diametro di 2 metri per una lunghezza totale di circa 650 metri. Di questi, i primi 250 metri attraversano l'Area Naturale Garzaia, particolarmente importante dal punto di vista naturalistico. Per questo primo tratto lo scavo, anziché essere armato con blindaggi di tipo lineare graduale, è stato contenuto in palancole a perdere per la salvaguardia ambientale e faunistica dell'area.
In quest'ultima sezione, confluisce una tubazione in ghisa (diametro 1 metro) attraverso la quale sono avviati a San Colombano i reflui trattati attualmente dal depuratore di San Giusto (in via di dismissione) compresi quelli provenienti dalla rete di Scandicci, dal Galluzzo più il contributo scolmato dal manufatto derivatore sul fosso degli Ortolani.

Selezione e differenziazione delle terre di scavo
Oltre allo scavo per la posa della tubazione, gli operai al lavoro nell'area hanno allestito le piazzole in cemento armato per lo stoccaggio dei materiali provenienti dallo scavo. Il terreno è stato subito analizzato e, per evitare qualunque contaminazione con l'ambiente esterno, le piazzole sono state rivestite in PVC e le acque di scolo in caso di pioggia convogliate al depuratore attraverso una condotta fognaria specifica. Se il materiale estratto dallo scavo era di buona qualità in parte è stato macinato con un mulino mobile e riutilizzato per ricoprire lo scavo (questo è accaduto con circa l'80% del materiale estratto). Se invece erano presenti rifiuti o fanghi che rendevano impossibile il riuso, i terreni sono stati avviati in discariche autorizzate (per circa il 20%).

Un metodo innovativo di scavo mai utilizzato in Italia
La rapidità di esecuzione dei lavori è stata possibile grazie all'innovativa tecnologia di scavo acquistata in Germania, che sfrutta il cosiddetto 'blindaggio lineare'. Questo sistema consente di posizionare i pannelli di contenimento all'interno dello scavo in modo semplice, rapido ed efficace. Le travi che sostengono i pannelli lasciano sufficiente spazio per calare i tronconi di tubo in totale sicurezza, agevolando il lavoro degli operai e dei macchinari impiegati.

I costi finiranno in tariffa?
La tariffa attuale (240 euro in media l'anno iva inclusa) contiene tutti i costi dell'opera come quelli delle altre opere strategiche del territorio dei 46 Comuni di Publiacqua.

Posti di lavoro garantiti
Il Progetto ERSA ha avuto un grande impatto anche dal punto di vista occupazionale. In un momento di crisi generalizzata e di precarietà, infatti, alla realizzazione del grande emissario hanno lavorato oltre 200 persone tra personale di cantiere e indotto. La realizzazione dell'emissario è stata affidata, attraverso una gara d'appalto europea, al Consorzio Ravennate delle Cooperative di Produzione e Lavoro, rappresentata dall'impresa Cooperativa Muratori Sterratori e Affini di Montecatini Terme, capogruppo dell'ATI costituita da Polistrade spa di Campi Bisenzio e Italscavi di Scandicci, che già in passato hanno partecipato alla costruzione di importanti opere di ingegneria idraulica ed idraulico sanitaria in Toscana e nel resto d'Italia.

Le dichiarazioni

''Quest'opera essenziale, è un esempio, quasi un simbolo della stagione di investimenti che la nostra regolazione si propone di promuovere in tutto il Paese -ha dichiarato il Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico Guido Bortoni-  Una regolazione stabile e certa, per lo sviluppo delle infrastrutture e un servizio di qualità che garantisca a tutti i cittadini una 'buona acqua', restituita all'ambiente dopo una depurazione efficace ed efficiente, in una prospettiva di sostenibilità. Non a caso –ha aggiunto Bortoni- ERSA si colloca in un territorio dove la ben nota determinazione dei fiorentini ha saputo dare un risultato particolarmente virtuoso, anche attraverso l'apporto dei numerosi soggetti coinvolti e dell'Autorità idrica toscana che costituisce un riferimento importante per la regolazione idrica".
Guido Bortoni, Presidente Autorità Energia Elettrica, Gas e Servizi Idrici

"Siamo orgogliosi di aver ultimato in grande anticipo sui tempi previsti un'opera fondamentale per il territorio e per la città di Firenze. L'Emissario in Riva Sinistra d'Arno, il "tubone" come viene chiamato dai fiorentini, è un'infrastruttura attesa da anni e che migliorerà la qualità dell'acqua del fiume Arno restituendolo ai fiorentini. Un'opera la cui realizzazione ha richiesto un investimento importante dal punto di vista economico ed un coordinamento straordinario tra tutti gli enti coinvolti, a cominciare dalla Regione Toscana che ha svolto un fondamentale ruolo di regia. Come ho detto, il completamento di ERSA rappresenta motivo di orgoglio per tutti i lavoratori e tecnici di Publiacqua, di Ingegnerie Toscane e delle ditte appaltatrici a cui va il mio ringraziamento".
Filippo Vannoni, Presidente Publiacqua SpA

"Inauguriamo un'opera che è la dimostrazione del buon governo del territorio e di come possa essere vincente e positiva la collaborazione tra enti ed istituzioni per raggiungere un obbiettivo importante per l'ambiente e per i cittadini. Il completamento di ERSA è però anche l'esempio di come il coraggio degli amministratori, dimostrato in questi anni supportando tariffe adeguate alle necessità di creare infrastrutture capaci di garantire il costante miglioramento del servizio, possa aprire la strada alla realizzazione di opere che garantiscono un avvenire migliore anche alle future generazioni. Siamo convinti che la riforma del sistema regolatorio, avviata dall'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e i Sistemi Idrici, sia l'occasione di cui il nostro paese necessitava per garantire lo sviluppo del sistema idrico.
Alberto Irace, Amministratore Delegato Publiacqua SpA

"La realizzazione di importanti infrastrutture come ERSA dimostra quanto sia fondamentale, per il sistema Paese, continuare a investire nel settore idrico. Nel nuovo piano industriale del Gruppo Acea 2014-2018 abbiamo destinato 1,3 mld di euro all'ammodernamento delle nostre reti idriche, al potenziamento della depurazione e all'innovazione tecnologica applicata al sistema idrico integrato, come lo smart metering. Questi investimenti rappresentano inoltre un efficace volano di sviluppo economico, poiché l'80% delle risorse ricade direttamente sui territori, creando indotto industriale e occupazione. Grazie anche al lavoro dei colleghi della nostra partecipata Publiacqua, il Gruppo Acea si conferma il primo operatore nazionale nella gestione dei servizi idrici integrati, con oltre 8 milioni di clienti serviti. E' una responsabilità importante, che intendiamo portare avanti programmando ulteriori azioni di crescita in un settore così delicato per i cittadini e per l'ambiente".
Paolo Gallo, Amministratore Delegato Acea SpA

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