Di seguito, un estratto dal comunicato stampa di Legambiente, con un breve commento ai dati.
"Otto italiani su dieci si dichiarano disposti a spendere di più per acquistare prodotti e servizi che impattino meno sull'ecosistema e sono pronti a impegnarsi per migliorare la qualità ambientale.
È quanto emerge dal sondaggio presentato questa mattina al II Forum Rifiuti dall'Amministratore Delegato della Lorien Consulting Antonio Valente e da Paolo Palleschi, esperto di comunicazione ambientale.
La ricerca – realizzata per il Coou (Consorzio Obbligatorio Oli Usati), Legambiente e La Nuova Ecologia – evidenzia come la preoccupazione degli italiani nei confronti di questi temi sia complessivamente diminuita a fronte della crescente emergenza sull'immigrazione, mentre i cittadini ritengono ancor più degli anni precedenti che i principali responsabili della salvaguardia dell'ambiente siano loro stessi (79% contro il 69% del 2014).
"Il 'Problema ambientale' – spiega Antonio Valente – è stato metabolizzato e non è più un'emergenza. Il ruolo degli operatori economici, culturali e associativi si riconfigura nel supportare individui e famiglie per adempiere a comportamenti (non tanto doveri) ritenuti normali".
La rilevazione, realizzata su un campione qualificato di 1.000 persone, rivela che l'attenzione dei cittadini sembra essersi legata alla crisi finanziaria: secondo il 75% ha contribuito a renderli più attenti alle esigenze dell'ambiente.
Il 65% del campione ha chiaro almeno uno dei più recenti fatti d'attualità correlati a problematiche ambientali. Il più tristemente conosciuto riguarda le emergenze legate al maltempo e al rischio idrogeologico (41%); seguono il decreto del Governo sulle trivellazioni nei mari italiani (18%) e l'introduzione della normativa sugli eco-reati nel codice penale (14%).
La ricerca rileva anche una modesta conoscenza della conferenza sul Clima di Parigi (29%) che potrà incidere positivamente sulle azioni sostenibili dei singoli Paesi e su quelle dei cittadini per il 69%."
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